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martedì 30 giugno 2015

Tre stattesi:Francesco Bianco;Gianluca Semeraro;Marco D'alessandro in missione con la nave Grecale nel corno d'Africa

I nostri giovanissimi concittadini Francesco Bianco, Gianluca Semeraro e Marco D'Alessandro, di ritorno dalla missione anti pirateria Atalanta nel Corno d'Africa.

Tre stattesi nell’equipaggio della nave grecale  in missione nel corno d’Africa:  Francesco Bianco; Gianluca Semeraro; Marco D'Alessandro. 


Giovani stattesi alla ribalta. 
I nostri tre giovani concittadini, fanno parte dell’equipaggio della nave della Marina Militare “Grecale”, che è stata impegnata per quasi cinque mesi nella missione  antipirateria Atalanta 2015 nel corno d’Africa.

La nave Grecale, durante la recente missione Atalanta, appena conclusa,  nel corno d'Africa.

La nave, era partita da Taranto il 2 febbraio 2015, ed è rientrata nella nostra città il 19  giugno;  dopo una breve sosta nella città bimare, è rientrata nella base di La Spezia il 24 Gugno 2015.


Il nostro concittadino Francesco Bianco

Perché questa piccola pagina? Perché, ancora una volta tre stattesi,  hanno onorato l’Italia e la nostra cittadina col loro comportamento attivo ed esemplare come  tutti i loro commilitoni dell’equipaggio.


L'equipaggio (quasi) al completo della nave Grecale

Durante la stessa missione, denominata Operazione Atalanta anno 2015, la stessa nave,  al  comando del capitano di fregata Onofrio Marco Frumusa, ha effettuato numerosi  pattugliamenti  anti-pirateria al largo della Somalia ed ha contribuito a mantenere il Golfo di Aden e l’Oceano Indiano più sicuro per la gente di mare, garantendo la sicurezza delle rotte commerciali.


Lo stattese Gianluca Semeraro

Al rientro alla Base, li ha accolti il contrammiraglio Francesco Solito, che si è complimentato con tutto l’equipaggio:
[omissis] "L'esperienza che avete maturato in un contesto internazionale, lontani dalla madre Patria, rappresenta un contributo importante reso al sistema Paese".
"Voi, con il vostro impegno, la vostra opera di controllo, con la vostra presenza costante nell'area, avete dato i risultati che tutti si aspettavano.
 Il Paese - ha concluso il contrammiraglio - vi ha chiesto un grande sforzo ed ancora più grande lo ha chiesto alle vostre famiglie, vero punto di forza di ogni marinaio che naviga lontano dai propri cari". [omissis]


Lo stattese Marco D'Alessandro.

La  fregata Grecale, nella missione citata, è andata a sostituire un’altra nave, la gloriosa “l’Andrea Doria” al termine della sua missione.

Il “cambio di consegne”  tra le due navi è avvenuta nei pressi del “Corno d’Africa”.

Dell’equipaggio di questa nave, fa parte una stattese  del gentil sesso:  Denise Monaco. La bella nostra concittadina, ha partecipato alla missione Atalanta, dal 23 Luglio 2014 al 23 Marzo 2015, per ben 8 mesi. 

Da piccola Denise ha  avuto precocemente la passione della vita militare volendo emulare  “l’amato e compianto nonno materno carabiniere Angelo Puzo”  venuto a mancare precocemente a causa del solito “mostro”.

La nostra concittadina, la giovanissima Denise Monaco che ha partecipato alla precedente "Missione Atalanta" dal 23 Luglio 2014 al 23 Marzo 2015

Al centro Denise Monaco

Statte è lieta di dare il "ben tornato"  ai nostri giovani: Francesco Bianco, Gianluca Semeraro e Marco D'Alessandro e, sia pure in ritardo, anche alla giovanissima Denise Monaco. 

Ragazzi: Statte è fiera di voi.


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domenica 28 giugno 2015

Gino Del Giudice: Buon Compleanno don Ciro Savino (Parroco del S.Rosario)

Don Ciro Savino Parroco della Parrocchia S,Rosario di Statte (Foto Elisabetta D'Elia)
Don Ciro Savino Parroco del S. Rosario di Statte, è stato festeggiato dai suoi parrocchiani per il suo 34° compleanno.

(Gino Del Giudice)
"Don Ciro Savino, dal 29 novembre 2014 è parroco della nostra Parrocchia Madonna del Rosario".

"Io, lo incontro quasi quotidianamente e confesso, che mi  ha colpito dalla prima volta che l'ho incontrato, per la sua normalità, per il suo modo di porsi e per l'alone di serenità che lo avvolge". "Sempre sorridente, mai accigliato, è un conforto incontrarlo e, questa sua serenità la trasmette agli altri".

"È  l’amico, il cui incontro ti allieta la giornata e chiunque vorrebbe averlo come amico. E noi tutti, siamo fortunati ad averlo come parroco.

 
Foto Giovanna Soldatini

I TRENTAQUATTRO ANNI DI DON CIRO SAVINO PARROCO
DELLA MADONNA DEL ROSARIO A STATTE 27 GIUGNO 2015

Trentaquattro è l'età giusta,
qual tragurado di saggezza,
non solenne, non vetusta,
ma di piena giovinezza;
tu don Ciro l'hai raggiunta,
e noi tutti, tanti auguri
pur se un altro anno spunta
per i giorni tuoi futuri
con affetto ti porgiamo,
mentre stima ti esterniamo.

Sei un prete inver speciale,
non hai il piglio del curato,
il tuo tratto abituale,
non severo o accigliato,
fa di te caro don Ciro,
un esempio davver raro
la facondia tu da viro,
ed il titolo preclaro,
tu da parroco erudito,
mostri del tuo ruolo ambìto.

Pochi mesi son trascorsi,
dal giorno che sei venuto
non siam qui a far discorsi:
tu a tutti sei piaciuto.
Nuova aria, nuovi umori,
hai creato nel paese,
hai cassato vecchi afrori,
ed il clima è più cortese.
Hai colpito proprio tutti,
sia i belli che i brutti.

Prestigiosa la tua via,
a Posillipo, ai Gesuiti,
a Roma Patrologia,
tra i prelati e gli eruditi.
Quindi in concattedrale,
nella vela di Gio Ponti,
sei  Vicario Parrocchiale,
mentre l'AG e SCI affronti.
A novembre scorso a Statte,
che ha il cuor che per te batte.

Pur se sei Sangiorgese,
da “STATTARULE” sei trattato,
come fossi doc Stattese,
per come ti sei integrato.
Tra i discenti hai giovanotti,
di cui sei maestro e guida,
ma pure tra gli anzianotti,
un gran numero di te si fida.
Sei onorario cittadino,
in pectore Ciro Savino.

Il ditirambo in tuo onore,
è un connuubio di espressione,
suggerito a noi dal cuore;
vi è la nostra associazione,
L'ACR, ed i lettori,
i bambini ed i vecchietti,
porgiamo voti, i migliori
intrisi d'amore e schietti.
DON CIRO, UNA PREGHIERA
RESTA A STATTE, NON FAR CARRIERA.

A don Ciro Savino con affetto: Gino Del Giudice



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venerdì 26 giugno 2015

RITORNO A TODISCO degli stattesi tra storia e cultura.

In alto a sinistra, la parte superiore della cappella, a destra, torrione centrale (foto Agnese Giandomenico); in vaso a sinistra (una vista laterale della masseria) a desta la grande cisterna "storica" ('a Foggije).

RITORNO A TODISCO

La masseria di Todisco dopo anni, è stata aperta al pubblico, in occasione della presentazione del libro di Antonio Greco "Le notti di Masseria Vallenza"

Premessa: Questa pagina è formata da una prima parte che è quella “essenziale” e che è un “sunto” della serata de sabato scorso 20 Luglio 2015; (presentazione del libro di Greco nella masseria Todisco, aperta al pubblico per la prima volta da decenni.

Il complesso di "fabbrica della "Masseria Todisco" a picco sulla gravina di Mazzaracchio (foto studio Pappone)

Dopo questa prima parte, (Il fatto) vi sono alcuni approfondimenti  desunti in massima parte dalle spiegazioni del DottGreco e sono rivolti agli appassionati della storia di Statte, del suo territorio e delle sue  tradizioni.

La parte "dell'Approfondimento" è costituita da un "mini  dossier” comprendente la storia della masseria e del suo attuale stato, e dettagli sulla presentazione del libro e degli interventi relativi.

Le parti della Appendice - 'Approfondimento,  possono essere per ora tralasciate da chi non ha tempo  e limitarsi alla notizia essenziale e, a scorrere una serie di foto scattate da noi tutti.
Foto da "ovest"
Foto da ovest (dopo aver "cancellato": chiedo venia) i corpi di fabbrica di servizio che ne ostacolavanono la vista dell'intero fronte e del portale d'ingresso. Foto (e pasticci) Leo DelG.

IL FATTO:
Dopo decenni, è stata aperta per la prima volta al pubblico, la grande e bella masseria Todisco, che ha ospitato nei secoli scorsi, gruppi di addetti agricoli, provenienti da vari paesi  limitrofi e che, stanziatisi in forma più o meno stabile, hanno poi costituito, insieme ad altri addetti di masserie, i primitivi nuclei degli abitanti di Statte.

Rendere la masseria, visitabile, almeno per una sera, ha costituito una notevole importanza culturale per la nostra mini-storia, non tanto per l’episodio in sé, quanto per gli effetti che ne possano scaturire.

La proprietà, ha preso coscienza che,  la disponibilità dimostrata in questa occasionepuò costituire un primo passo verso una collaborazione con le Istituzioni. Questa "collaborazione" potrebbe facilitare l'ottenimento di stanziamenti comunitari o regionali, per recuperare questi siti storici.

Il merito di questa iniziativa andata a buon fine? A tanti, con spirito di iniziativa ma  specialmente ad Agnese Giandomenico della Biblioteca Civica ed Armando Grassi Assessore alla Cultura, con il supporto dell’intera Amministrazione. Agnese ed Armando  l’hanno  ideata e concretizzata, approfittando della presentazione del libro di un mago della nostra cultura rupestre: Antonio Vincenzo GrecoLe notti di masseria Vallenza, ambientato in località rupestri tra le quali , appunto la masseria Todisco.

La presentazione del libro, ha avuto come prologo, una visita guidata di alcuni locali della masseria illustrata dallo stesso Antonio Greco.

Tanto la stessa “visita” che la successiva presentazione del libro,  sono risultate molto interessanti culturalmente: La “visita”, si è arricchita delle competenze di Greco maturate "sul campo" ; mentre la presentazione appassionata di Aldo Galeano è stata arricchita dalla recita di alcuni grandi Amici della Biblioteca non nuovi a queste imprese: Lucia Calabrese, Dino Spataro, Giulia Fonzone e Roberta Criscio.  Lo straordinario  quartetto ha reso quasi “reali” le vicende narrate.

L’ESSENZIALE DELLA NOTIZIA FINISCE QUI.

Foto: L'androne d'ingresso, il cortile interno e .. la guida di Greco.


Androne d'ingresso. A sinistra la mostra fotografica del circolo Controluce di Mimmo Giancarlo e Wladimiro Pappone (Foto postata da Armando Grassi)

Androne d'ingresso. A sinistra la mostra fotografica del circolo Controluce di Mimmo Giancarlo e Wladimiro Pappone (Foto postata da Armando Grassi)


Androne d'ingresso.  (Foto postata da Armando Grassi)


APPENDICE DI APPROFONDIMENTO.

Come anticipato, il seguito di questa pagina è  un “mini dossier” comprendente la storia della masseria,  il suo attuale stato,  dettagli sulla presentazione del libro e degli interventi relativi.

Queste parti, sono destinate essenzialmente ai super pazienti. (E non dite che non vi avevo avvertiti).

Questi sono gli argomenti contenuti  in questa  Appendice di Approfondimento:

2) La storia di Todisco.
3) Il suo attuale stato, ovvero: La conformazione della masseria.
4) Il Libro (approfondimento)
a) Come lo descrive l’autore
b) Gli interventiFischetti (proprietario della masseria), il sindaco Miccoli, Agnese Giandomenico, Aldo Galeano, Armando Grassi).
5) Considerazioni
6) Conclusioni. 


2) LA STORIA DELLA MASSERIA TODISCO

Foto: I partecipanti nel cortile interno ascoltano la "guida" A.V.Greco





Cortile interno masseria Todisco: Antonio Greco fa da "guida"



Partecipanti all'incontro  ascoltano le notizie storiche di A.V.Greco Foto postata da Armando Grassi.

Partecipanti all'incontro  ascoltano le notizie storiche di A.V.Greco Foto postata da Armando Grassi.
Antonio Vincenzo Greco è stato il protagonista della serata. Quella che segue è un "sunto" di un suo intervento come "guida" storica. E' stato anche "protagonista" sopratutto, perché è l'autore del bellissimo libro che meriterebbe di essere letto da tutti.  E' vero, tratta anche di fatti di "miserabili ed angherie", ma, in qualche passo, rivela un senso di  leggerezza ed ironia divertita, che trasmette al lettore. Come quando, ha definito "donne monache" alcune suore poco caritatevoli e come quando un "usurpatore di primogenitura" si presenta ai "reverendi zii" dicendo pronto a sacrificarsi e ricevere tutti i beni della famiglia. Io sorrido della prosa di Greco, spero lo facciate anche voi.

Il brano che segue è, in gran parte desunto dall'intervento di A.V.Greco durante la visita guidata alla masseria. di sabato scorso 20 giugno 2015.
"Todisco, costituiva una delle più vaste e prestigiose aziende del Tarantino. Anticamente nota con il nome di Sant'Angelo a Migliaro, sorse nel corso del '500 sui resti di un insediamento rupestre; a questo primitivo nucleo furono in seguito aggregate altre masserie e terre demaniali (Greco)

Vari proprietari si sono succeduti e spesso con alterne fortune economiche. Quello più noto e che ha dato il nome alla masseria stessa è stato quello della famiglia “Tedesco”, che ne fu proprietaria fino al 1701.

 La famiglia Tedesco possedeva anche masserie vicine come quella di Grindisi,  quella di S.Onofrio e quella del  “Termiteto”.  Ai Tedesco si sono succeduti, per alcuni  decenni,  la famiglia Marini e poi, per circa 150 anni,  la famiglia Calò, che, possiamo definire la “fondatrice”   di Todisco come la conosciamo oggi.

Infatti, fu proprio la famiglia Calò che, oltre a realizzare la maggior parte dei locali interni della masseria e l’attuale grande cappella, estese i suoi possedimenti  incorporando la masseria di Grindisi (nei pressi del bivio Todisco-Santa Teresa)Termiteto, Grottafornara (masseria sulla via per Martina  passando da via Carlo Farina),  Sant’Onofrio (masseria posta a sud di Todisco sulla gravina di Mazzaracchio)
Le suddette masserie (eccetto ovviamenteTodisco,) sono ora quasi completamente in rovina.

L’ultimo ramo della famiglia Calò non ebbe figli  e, la proprietà fu eredita da una famiglia del leccese (i Basurto) che vendettero nel 1841, sia Todisco che gli altri possedimenti facenti parte della proprietà,  al marchese d’Ayala Valva. A questa famiglia (proprietaria fino all’inizio del ‘900), si deve la sostanziale costruzione della parte esterna con gli spalti merlati le guardiole e tutte quelle opere che rendono Todisco a conformazione di  castello, tardo-ottocentesco.


Foto: Il grandissimo "palmento" di Todisco.


Carrozzella "parcheggiata nel palmento" Foto Francesco Zerruso

Cosa c'entra il nostro concittadino Piero Vestita (grande appassionato e conoscitore della flora e fauna delle nostre zone), con le grandi botti del grande e antico palmento di Todisco?  Ebbene, la costruzione di queste botti, evidentemente non antiche come il palmento, la si deve al nonno di Piero, così come ci è stato confermato dal "fattore" Giovanni Laera.

Foto Francesco Zerruso





Foto Francesco Zerruso









Foto Leo DelG

Foto Francesco Zerruso

3) LA “CONFORMAZIONE” DEL CORPO DI FABBRICA DI TODISCO”

E’ sita ad est di Statte, a ridosso di un dirupo della gravina di Mazzaracchio; presenta garritte e torri. È di notevole interesse storico, conserva integre le caratteristiche architettoniche e morfologiche di un casale. 
Vista da Est. Foto Leo DelG.

La masseria, imponente nella sua estensione e forma, ha il suo ingresso principale, in un grande portale posto su di un ampio piazzale, sul lato ovest. Nei pressi dello stesso piazzale sono ubicate delle grandissime cisterne (in stattese “foggije”)  e delle basse costruzioni adibite alla lavorazione attuale delle olive (da non confondere col grandissimo e storico  frantoio ipogeo, ora di proprietà dell’azienda agricola – olearia  Villani)


Grandi mura  circondano tutta  la masseria e  quelle poste al  lato sud sono a strapiombo sulla gravina di Mazzaracchio.  

Il citato portale di ingresso,  introduce, tramite un ampio e lungo androne,  ad un grande cortile interno, dove è ubicata una grande cappella fatta costruire dalla famiglia Calò.  

Nello stesso cortile si affacciano delle piccole finestre che danno luce ai locali ubicati sia sul piano stradale che su quello superiore.

Sulla parte superiore erano ubicati gli alloggi dei proprietari che la occupavano, durante il periodo di vacanze; comprendevano,  diverse camere da letto e locali di soggiorno, mentre su un’altra parte del piano superiore e parte di quello inferiore vi erano, gli alloggi riservati alle centinaia di addetti stagionali adibiti alla raccolta delle olive.

Dall'androne, si accede anche ad un grandissimo locale, ora in abbandono, adibito a palmento, con decine e decine di grandissime botti  e vari torchi e presse per la lavorazione delle uve. Negli attuali locali, trovano posto anche attrezzature antiche per la lavorazione del vino, nonché traini e carrozze d’altri tempi.


Giovanni Laera, da sempre, uomo di fiducia della famiglia proprietaria Fischetti da noi individuato come "il fattore"(Foto Leo DelG)


Giovanni Laera.(Foto Leo DelG)

In una zona (quella appunto della masseria), dove i vigneti sono quasi del tutto assenti, sembrava singolare la presenza di questo enorme palmento.
Ci è venuto in aiuto il signor Giovanni Laera, ritenuto da noi il fattore  che ci  ha giustamente,  fatto osservare che,  specialmente ai tempi dei d’Ayala ValvaTodisco era il punto di riferimento di tutti i possedimenti agricoli dello stesso marchese, che andavano dalla masseria di Nasisi ai possedimenti di Monteiasi e Montemesola. Di conseguenza tutte le uve prodotte dai suoi possedimenti confluivano appunto al palmento di Todisco.



Per noi stattesi una ulteriore curiosità: Le decine di enormi botti del palmento erano opera del nonno del nostro concittadino Piero Vestita, come ci ha confermato anche il "fattore" Giovanni Laera stesso. 

 L’antico ed imponente frantoio ipogeo, dove si lavoravano le olive della masseria, è ora in abbandono e si trova a circa un chilometro di distanza dal corpo fabbrica della masseria e ricade nella proprietà dell’azienda agricola olearia  “Villani”.

Un particolare del frantoio oleario "storico" della massseria Todisco, ora non più in uso e ricadente nella disponibilità dell'azienda agricola - olearia Villani. Il frantoio è ubicato a circa un chilometro, in linea d'aria dalla masseria.

Non sono più nella disponibilità della proprietà, nemmeno il grande Jazzo ubicato a circa 350 metri in linea d'aria dalla masseria. Anche buona parte dei terreni  che facevano parte di Todisco sono stati alienati.

Lo jazzo di Todisco, ubicato a circa 350 metri in linea d'aria dalla masseria stessa. Ora alienato e, nella disponibilità di altro proprietario.

Un'altra cosa da precisare, riguarda la vita religiosa in masseria. L'antica cappella della masseria, all'epoca della sua costruzione fu dedicata a Cristo Crocifisso ma, col tempo e con l'arrivo della famiglia dei marchesi d'Ayala Valva che l'adornarono con l'attuale statua della Madonna del Carmine, ha finito per prevalere quest'ultima devozione alla Madonna. 


La cappella della masseria (foro postata da Armando Grassi)

La cappella della masseria (foro postata da Armando Grassi)

La statua della Madonna del Carmine (foto Leo DelG)

Fino a qualche decennio fa, la proprietà apriva le porte della masseria proprio il giorno della Madonna del Carmine, spesso con la banda. Il parroco di Statte, officiava la messa ed erano numerosi gli stattesi che vi assistevano. (Queste ultime notizie, sono state apprese da Anna Maria De Vittorio).
Perché, non riscoprire questa tradizione? 

Invitiamo chi è in possesso di testimonianze che possano aiutare a precisare meglio i dettagli della storia e della vita in masseria a contattarci con mail indicata a fondo pagina.

4) IL LIBRO

4a) (Come lo presenta l’autore).

“Taranto, settembre 1777. Nicola Presta ritorna nella sua patria dopo esserne, venti anni prima, quasi fuggito preda d'una impossibile passione amorosa. [omissis].

In sua assenza i parenti si sono impossessati del suo patrimonio di dilapidandolo e tiranneggiando. Consapevole dei pericoli cui Nicola sarebbe esposto in caso d'un intempestivo rientro in città, il suo amico Tonino lo conduce a Vallenza, singolare villaggio di masserie ai piedi dei monti di Martina.

Nel corso della settimana ivi trascorsa Nicola ascolta, per bocca dei massari che ogni sera si riuniscono intorno ad un focolare, tante storie legate alla loro gioventù.

Storie rocambolesche e quotidiane, eroiche e miserevoli, d'amore e di sangue che ripopolano man mano di suggestioni vive quel deserto oscuro e muto ch'era il paesaggio che gli scorreva intorno non appena aveva rimesso piede in terra.

“Recupera così un disperso senso d'appartenenza, capace d'infondergli la forza necessaria a battersi per poter rimettere le cose al loro posto”

[Certo l’arguta penna di Greco ha saputo arricchire quel  “piccolo mondo antico”, guardando, a volte con ironia altre volte con divertita imitazione della “prosa settecentesca” che farà sorridere anche noi]

4b) Gli interventi.

Il gentile signor Fischetti, uno dei proprietari attuali della masseria Todisco e delle sue pertineze (foto Leo DelG)
Il gentile signor Fischetti, uno dei proprietari attuali della masseria Todisco.


Fischetti  (proprietario di Todisco)

Sono contento che tanti cittadini possano oggi visitare la masseria Todisco che tutti conoscono dall’esterno e pochi i locali interni. Vorrei però sfatare  un pensiero che a volte circola tra i cittadini stattesi e che cioè, la “proprietà” sarebbe paezialmente indisposta ad aprirla al pubblico”: devo smentire in modo deciso.

“Noi siamo sempre lieti che questo posto, che per la sua storia, appartiene alla intera comunità possa essere visitato liberamente dai cittadini stattesi.  Quindi, ripeto, non è un atto di egoismo il nostro,  ma scaturisce da una sana prudenza, dal momento che le condizioni  di sicurezza per  gli eventuali visitatori, non sono al massimo”.

Il sindaco Angelo Miccoli

Angelo Miccoli

“Ringrazio Antonio Greco, sia per aver scelto una masseria storica di Statte per presentare il suo libro, sia per l’amore che nutre per le nostre zone rupestri, dimostrato di  guardarle con gli occhi positivi, proprio di chi, queste zone le ama.

In un periodo di pathos in cui tutto viene visto in chiave  negativa questi sprazzi di positività, non possono far altro che inculcare ottimismo e noi abbiamo proprio bisogno di competenze e professionalità.

Devo ringraziare anche la proprietà, nella persona del signor Fischetti, con cui più volte abbiamo interloquito al fine  di trovare il modo di valorizzare al meglio questo storico luogo che è stato per molto tempo,una delle culle della nostra cittadina.

I tanti amici, che questa sera, sono qui presenti sfidando la pioggia, fanno ben sperare in una valorizzazione di questo luogo, e coi, come istituzione cercheremo tutti i modi per favorirla”.

Agnese Giandomenco della Biblioteca Civica. Lei ed Armando Grassi sono stati gli ideatori ed i realizzatori di questo "RITORNO A TODISCO", supportati, dall'intera Amministrazione comunale.

Agnese Giandomenico

“Per me, è una emozione,  presentare questa serata. Nei primi incontri con l’amico di sempre,  Antonio Greco, al fine di organizzare una serata per la presentazione del suo affascinante libro di racconti, tratti da episodi delle nostre terre, Antonio ci raccontava  fatti interessanti ed anche drammatici avvenuti proprio in questo luogo.

“È stato naturale, d’accordo con lo stesso Antonio e con Armando Grassi, pensare di presentarlo proprio dove i fatti sono accaduti. Visitando questa bella masseria abbiamo provato una grande emozione vedere questi luoghi che materializzavano queste storie”.

“Delineato il progetto c’è stato l’impegno di tutti nel renderla fattibile ed i fatti ci hanno dato ragione. Abbiamo trovato la disponibilità sia del proprietario signor Fischetti, sia dell’amministrazione, sia di tanti di tanti amici della Biblioteca”.

“Ringrazio di cuore tutti, a cominciare dll’amico di sempre della biblioteca di Statte Aldo Galeano del Gruppo 74 di Monteiasi, a cui è affidata la presentazione del libro.  Ringrazio il gruppo degli amici della biblioteca che reciterà alcuni brani di questo libro: Lucia Calabrese, Dino Spataro, Giulia Fonzone, Roberta Criscio e ai nostri amici che allieteranno musicalmente la serata: Angelo Suma e Gabriele Andrisani”.

Conclude così Agnese: “Il mio ringraziamento, va a tutti gli intervenuti, che hanno sfidato un tempo molto incerto; stavamo per rimandare la presentazione ma i fatti vi hanno dato e ci hanno dato ragione”.


A destra Aldo Galeano,  presentatore del libro di Greco: "Le notti di Masseria Vallenza". Il suo intervento è stato appassionato ed esaustivo. Ha esaltato l'amicizia e la stima  che lo legano a Greco, ma anche la sua "appartenenza" a Statte e agli stattesi.; alla nostra cittadina,  lo legano tanti particolari della sua storia personale e l'amicizia con tanti nostri concittadini. Un plauso ad Aldo "eroe" della cultuta nel suo paese insieme alla sua signora figlia del benemerito  e compianto, nostro medico Dott. Lomartire e a tutti i suoi amici di Anonimo 74. Bravissimo !!

Aldo Galeano (presentatore del libro)
Dopo aver orgogliosamente affermato che lui non si sente “un estraneo” a Statte, non solo per aver sposato la figlia del nostro indimenticabile medico dottor Lomartire ma per numerose altre ragioni: per essere amico di Gino Del Giudice, di Anna Maria De Vittorio, di essere stato amico e collega del compianto Matteo Mastromarino, e soprastutto per essere “l’amico di sempre” della Biblioteca di Statte. 

Galeano, ha delineato con arguzia e competenza i personaggi  del libro di Greco, riportando dei “passi” molto interessanti. Un intervento molto profession ale ed articolato che dimostra l’attenta preparazione a questa presentazione.

Foto postata da Armando Grassi

Armando Grassi e Antonio Greco (Foto Leo DelG)

Agnese Giandomenico e Armando Grassi (Foto Leo DelG)

Armando Grassi
“Così, come a Natale, con “I presepi nelle Grotte” - ha esordito Grassi - siamo stati in grado di far conoscere meglio alla nostra comunità i luoghi dei primi insediamenti  di Statte, così questa sera iniziamo un percorso per valorizzare luoghi bellissimi come questa masseria" e, appunto queste, sono le occasioni, per  “impossessarci” culturalmente di questi luoghi.

"Questo evento, lo dobbiamo all'’impegno di Agnese e dell’Amministrazione tutta, - ha continuato Grassi - unita alla disponibilità mostrata dalla proprietà, i signori Fischetti. 
Le storie anche drammatiche contenute nel libro di Antonio Greco, contribuiscono alla conoscenza di quelle che sono state le angherie dei “padroni” perpetrati  in danno dei nostri miseri antichi avi, quasi tenuti in schiavitù morale e spesso fisica.

Da parte dell’Amministrazione, vi  è la disponibilità a cercare nelle pieghe consentite dalle leggi comunitarie e regionali quelle soluzioni che possano sfociare  in una valorizzazione economica e culturale di questi luoghi e ciò, nell’interesse, tanto della proprietà che dei nostri cittadini”.


5) CONSIDERAZIONI  

I quattro amici (da sinistra) Roberta Criscio, Giulia Fonzone, Dino Spataro e Lucia Calabrese, hanno esaltato al massimo alcuni passi del libro di Greco, interpretandoli da veri attori. Sia la "platea" ma sopratutto, l'autore Greco ne sono rimasti entusiasti. Bravi, BRAVISSIMI. 
 Il libro di Antonio Greco, e la sua “visita guidata”,  hanno nobilitato notevolmente questo “avvenimento”. Lucia Calabrese, Dino Spataro, Giulia Fonzone e Roberta Criscio,  si sono dimostrati lettori ed attori efficaci e divertenti, entrando nel ruolo, con una credibilità notevole; il loro sincronismo nelle sequenze dei racconti è stata perfetta: segno di grande preparazione e professionalità. Le scene, da loro interpretate,  hanno dato fascino alle storie stesse, tanto  da meravigliare anche l’autore Greco.

La presentazione efficace ed interessante di Aldo Galeano ha avuto il pregio di farci “toccare con mano” ,  tanto la ricca personalità dell’autore che i “personaggi” del libro.



A tutti loro, ai musicisti, Angelo Suma e Gabriele Andrisani alla stessa Agnese Giandomenico e ad Armando Grassi,  ma anche agli impeccabili Aldo Roberti e Marika Albano (al buffet), va il  plauso  per la riuscita serata. Infine un plauso, al “Circolo fotografico Controluce”  e al suo presidente Mimmo Pappone per la bella mostra fotografica realizzata insieme a Giancarlo e Wladimiro Pappone [NdR].

Foto: Le premiazioni


Franco Caputo per l'Arci. Associazione SEMPRE E COMUNQUE DISPONIBILE per tutti.

Angelo Suma e Gabriele Andrisani i "sempre presenti e disponibili," nostri musicisti.

Mimmo Pappone, insieme ai cugini Giancarlo e Wladimiro  e al  Circolo fotografico Controluce, hanno allestito una bellissima mostra nell'androne d'ingresso con foto delle nostre zone rupestri. 

Giovanni Laera (il "fattore"; che ha collaborato fattivamente alla riuscita della serata. E' la memoria storica della masseria.



Mimino Miccoli. Una delle sue opere è stata donata a presentatore Galeano.

Dino Spataro


Lucia Calabrese

Giulia Fonzone

Roberta Criscio


6) CONCLUSIONI
L’emozione per  aver assistito ad una presentazione di un interessante libro, frutto di un lavoro appassionato e certosino, ci ha riportati ai ricordi di analoghe “favole reali” raccontateci dai nostri nonni (a noi diversamente giovani)

 Il fatto, che questa presentazione, sia avvenuta, negli stessi  luoghi, teatro di quelle vicende, hanno accentuato questi sentimenti.

L’altro fatto suggestivo, è stato quello di essere entrato nei luoghi in cui tanti nostri avi, si sono guadagnati la sopravvivenza, spesso a caro prezzo.

La speranza è,  che questo primo passo, possa preludere alla valorizzazione di questo sito, sia nell'interesse della stessa “proprietà”, ma anche per il prestigio della nostra cittadina che, magari non avrà 100 masserie (mi perdonino i carissimi “cugini”),  ma che ha le più belle masserie del circondario .. e,  quella di Todisco è, appunto, una di queste.



Aldo e  Marika hanno gestito in modo impeccabile il "buffet" (foto postata da Armando Grassi)

La "cappella" durante la presentazione del libro dio Greco (foto postata da Armando Grassi)

La zona "buffet"

Artigianato della "pietra locale"  (foto postata da Armando Grassi)

Il cortile interno della masseria durante la "guida" di Greco e Grassi  (foto postata da Armando Grassi)

Vecchi torchi per l'estrazione del mosto




Alma Belkor e consorte, nei pressi della cappella.

Due interesate piccole spettatrici con vestiti popolari dei tempi passati

Padre Luca dei Padri Somaschi, sempre presente nelle manifestazioni che tendono a valorizzare le nostre "radici" e la nostra cittadina

Queste "basse appendici" costruite inopinatamente davanti alla facciata principale della masseria fungono da "frantoio moderno" della masseria.

Una foto della "terrazza" della masseria scattata da Agnese Giandomenico.
 L’auspicio è, che in un prossimo futuro, si possa recuperare questo magnifico sito, per farne un contenitore agro-turistico e culturale riportando, la masseria e l'annessa cappella, all'antico splendore. 

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