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domenica 31 ottobre 2010

La Magistratura "tallona" l'ILVA

 
Dalla Gazzetta del Mezzogiorno de 31 Ottobre 2010

Si farà la perizia su fumi e polveri emessi dall’Ilva



di MIMMO MAZZA

Una super-perizia per accertare se le emissioni di fumi e polveri dallo stabilimento Ilva, in particolar modo riguardo a diossina, Pcb, benzoapirene, Ipa di varia natura e composizione, siano nocive alla saluta umana, sia riguardo agli operai che per i cittadini di Taranto e dei
comuni limitrofi, e per verificare se all’interno della fabbrica siano rispettate le misure di sicurezza per evitare la dispersione incontrollata degli stessi inquinanti. La disporrà il giudice per le indagini preliminari Patrizia Todisco nell’udienza fissata per il prossimo 8 novembre, accogliendo la richiesta di incidente probatorio presentata dal procuratore capo Franco Sebastio, dal procuratore aggiunto Pietro Argentino e dal sostituto Mariano Buccoliero.

Disastro colposo e doloso, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, danneggiamento aggravato di beni pubblici, getto e
sversamento di sostanze pericolose, inquinamento atmosferico sono i reati per i quali sono indagati Emilio Riva, 84 anni, presidente dell’Ilva spa sino allo scorso 19 maggio, Nicola Riva,
52 anni, presidente dell’Ilva dal 20 maggio scorso, Luigi Capogrosso, 55 anni, direttore dello stabilimento Ilva, Ivan Di Maggio, 41 anni, dirigente capo area del reparto cokerie, Angelo Cavallo, 42 anni, capo area del reparto Agglomerato, tutti difesi dagli avvocati Francesco Mucciarelli, Egidio Albanese, Adriano Raffaelli, Tullio Padovani, Francesco Perli e Cesare Mattesi.  …..Omissis.

Statte aderisce all'azione risarcitoria nei riguardi dell'ILVA

Il Comune di Statte ha aderita all'azione risarcitoria per danni ambientali nei riguardi dell'ILVA, o meglio: visto che stavano scadendo i termini per farlo, con questa richiesta si interrompono i tempi di prescrizione.
Questa azione scaturisce da una sentenza passata in giudicato in cui si riconosceva la responsabilità dell'ILVA per inquinamento del territorio, danni ambientali e alla salute.

Capisco che questo linguaggio pseudo avvocatese può lasciare perplessi ma il succo è questo: è cominciata una battaglia (insieme al comune e alla provincia di Taranto) per essere risarciti dall'ILVA. Comunque, visto  i tempi della giustizia in Italia, chissà se almeno i piccoli cittadini stattesi vedranno mai la conclusione di questo giudizio.
"Zuccate" e ILVA sullo sfondo (foto Stattarulo35)

sabato 30 ottobre 2010

Le dimensioni del problema inquinamento a Taranto (e Statte)

Emerge che la soglia di emissioni stabilita a livello europeo è abbondantemente superata dall'Ilva di Taranto. Qualche esempio? Se per le emissioni di diossine e furani l'Ue stabilisce il tetto di 0,1 grammi l'anno, l'Ilva ne dichiara 97. Quelle di Pm10, che dovrebbero attestarsi sulle 50 tonnellate annue, risultano 3.378,4. Quelle da monossido di carbonio, soglia prevista 500 tonnellate l'anno, arrivano a 247.544,3, e quelle di biossido di carbonio, per cui il margine di tollerabilità è di 100mila tonnellate l'anno, arrivano a 10.731.887.

In una scala da 1 a 10, il 6 aprile 2003 Firenze, Ravenna, Catania, Bologna registravano quantità di benzoapirene inferiori a 1, Padova, Verona, Venezia, Viterbo, Milano, Roma lo superavano di poco, mentre in via Orsini (Taranto-Tamburi) la concentrazione arrivava a 10. Nel confronto con megalopoli come Chicago, Hong Kong, Santiago, San Paolo, Los Angeles, Houston o Atene è sempre il quartiere Tamburi di Taranto ad avere la peggio. Bisogna arrivare in Pakistan o in Polonia per trovare fonti di inquinamento così importanti vicino a quartieri densamente abitati. Che il problema sia legato alle cokerie Ilva, non v'è dubbio. I dati dell'Arpa relativi ai primi cinque mesi del 2010 nel quartiere rilevano valori di benzoapirene pari al triplo della soglia prevista per legge: anziché 1 nanogrammo per metro cubo lì se ne registrano 3; questo (sia pure ancora non soddisfacente) calo, dimostra però che le mobilitazioni di tutti: magistratura,  associazioni ecologiste peacelink, opinione pubblica, regione, Arpa et. hanno contribuito al parziale ridimensionamento del fenomeno.
Statte  (28 ottobre)

Benzoapirene da illegale a “legale”

Come si sa il benzoapirene è una sostanza altamente cancerogena presente nelle emissioni delle grandi industrie. In questi ultimi tempi questa sostanza è notervolmente aumentata nell’ambiente.

Infatti, proprio a Taranto (e di conseguernza a Statte) le sei centraline dell'Arpa che raccolgono esclusivamente i dati riferiti alle emissioni di benzoapirene hanno da tempo evidenziato il superamento dei livelli accettabili di questo idrocarburo policiclico aromatico, cioè 1 nanogrammo (soglia prevista dal decreto ministeriale del 25 novembre del 1994).

Tuttavia la normativa vigente fino a poco tempo fa, prevedeva un immediato intervento in casi del genere (ovviamente: fermo di alcune linee di lavorazione etc.) ma il Governo, con il recente decreto legislativo 155/2010 ha rimandato al 2012 il raggiungimento del valore obiettivo fissato dall'Ue (1 nanonogrammo/metrocubo).

Come dire: invece di obbligare a riportare i valori a norma si è provveduto a far diventare, con apposita legge, tali valori legali da illegali a legali. Ogni commento risulta superfluo.
Trattandosi però di una materia in cui anche la Regione può legiferare, dalla stessa Regione Puglia vi è  un disegno di legge approvato dalla giunta per riportare il tutto alla vecchia normativa.

Si tratta di una legge che riguarderà esclusivamente la città di Taranto e la sua provincia, territorio dove
esiste una maggiore concentrazione di insediamenti industriali. Con questa legge  ci sarà la possibilità di consentire alla Regione Puglia, di intervenire immediatamente qualora venga superata la soglia di 1 nanogrammo/metrocubo di benzoapirene. sostanza ritenuta altamente cancerogena.