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mercoledì 29 agosto 2012

STATTE. Centro Anziani: Il vice sindaco TAGLIENTE spiega i motivi della chiusura.


Il vice sindaco di Statte, Francesco Tagliente, spiega i motivi della
momentanea chiusura del Centro Sociale Anziani





(Statte 29 Agosto 2012)
Qualche giorno fa, è stato chiuso a Statte, il Centro sociale anziani su decisione del vice sindaco Francesco Tagliente, d'intesa con l'assessore alle politiche sociali.
In seguito a tale decisione, un nostro concittadino, aveva emanato un comunicato stampa, che deplorava questa decisione (dilungandosi anche, sull'operato presente e passato dell'attuale amministrazione).
In verità questa decisione sembrava inspiegabile, anche perché, presa in assenza del primo cittadino; di conseguenza, da queste note, si stigmatizzava il fatto, auspicando che la stessa amministrazione facesse conoscere i motivi reali di questa decisione, che già dai primi  "rumors" circolanti, sembrava dovuta a gravi dissapori tra "alcuni" soci. 
In data odierna (29 Agosto 2012) è apparsa sui giornali locali, la seguente "nota" a cura dello stesso vice-sindaco, che pone fine ad ogni ulteriore "illazione".
Ci si augura che queste "incomprensioni" vengano al più presto "sanate" e, il "Centro" stesso, venga al più presto riaperto. (Leodelg)
 
 
STATTE – Centro sociale anziani: il vicesindaco Tagliente spiega il perché dello stop

Chiuso per… liti interne

“La chiusura del Centro sociale anziani è momentanea – chiarisce il vicesindaco di Statte Francesco Tagliente, nel merito di una nota stampa pubblicata su alcuni giornali locali". "La decisione di interrompere per un breve periodo questo servizio essenziale è stata dettata dalla necessità di riorganizzarne la gestione a causa di alcuni dissapori interni sfociati in querele da parte di alcuni iscritti. La questione attiene solo una serie di problematiche personali tra utenti. Non si tratta di una soppressione per via di altre problematiche, si tratta solo di rimettere in sesto la gestione, al fine di migliorare la qualità del servizio che crediamo utile ed essenziale".
 
"Se una struttura destinata ad unire ed aggregare diviene invece uno spazio che divide e crea dissapori, di certo, non funziona bene. Abbiamo dunque deciso di chiudere momentaneamente il centro adoperandoci perhé siano risolte e superate tali difficoltà e scongiurate ulteriori situazioni di disagio”.

 

“L’Amministrazione comunale”, prosegue la nota di Palazzo di città, “ritiene che il Centro sociale sia uno spazio importante per i cittadini anziani, occasione di incontro, di svago, di socialità, uno spazio in cui negli anni, si sono svolte e continueranno a svolgersi numerose e notevoli attività, non solo ludiche, ma specialmente finalizzate a trascorrere il tempo insieme agli altri. Non c’è dunque alcun interesse che una struttura così utile resti chiusa, riteniamo di contro, sia nostro dovere creare quelle condizioni perché sia efficiente e di gradimento per tutti gli utenti, non solo per alcuni”.

martedì 28 agosto 2012

ILVA: Il "RIESAME" REINTEGRA FERRANTE

Il dott. Ferrante presidente dell'ILVA, reintegrato come custode giudiziario
dal tribunale del "riesame"

 


Il tribunale del riesame, con decisione odierna (28 Agosto 2012), ha accolto i ricorsi dell'ILVA (avverso l'ultima ordinanza del gip Todisco), e ha reintegrato Ferrante (presidente dell'ILVA), come "custode giudiziario", annullando anche la "parallela" ordinanza dello stesso gip  che lo esautorava dall'aria a caldo. Ovviamente questa decisione era "inaspettata" negli ambienti vicini agli ambientalisti, che interpretano tutto questo come "un colpo di mano", che di fatto tende a ridimensionare tutto quello che il gip Todisco aveva fatto in favore della salute dei cittadini e del risanamento dell'ambiente.
Probabilmente con le "motivazioni" che saranno rese note a giorni si potrà capire molto di più.


"Le statuizioni (decisioni n.d.r) del Tribunale del Riesame– è scritto - devono prevalere sia su quelle, ormai riformate, contenute nell’originario provvedimento del gip, sia su quelle successive emesse dallo stesso organo, in contrasto con quanto deciso dal Riesame”.
In "conseguenza" di quanto esposto, lo stesso tribunale del riesame ha stabilito che sarà il PM (ovvero la procura) a dare esecuzione (si fa per dire) all'ordinanza di sequestro del Gip: traducendo "papale papale": Il giudice Todisco, è di fatto esautorato da tutte i compiti connessi con la questione sequestro (Ora non c'è che confidare nell'oculatezza del procuratore Sebastio)
 
(Gazzetta del Mezzogiorno online del 28 Agosto 2012)

Taranto, il Riesame reintegra
Ferrante custode giudiziario

Taranto - Il Tribunale del Riesame di Taranto, presieduto dal giudice Pietro Genoviva, ha reintegrato il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante tra i custodi giudiziari nell’ambito del procedimento inerente il sequestro degli impianti dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico. Per il momento è stato depositato solo il dispositivo, mentre le motivazioni saranno rese note nei prossimi giorni. Ferrante era stato nominato tra i custodi giudiziari da un’altra sezione del tribunale del riesame il 7 agosto scorso, ma il gip Todisco ne aveva disposto la revoca con il decreto dell’11 agosto scorso.

Il Tribunale del Riesame di Taranto ha dichiarato “l'inefficacià dei decreti emessi dal gip Patrizia Todisco il 10 e 11 agosto”, con i quali si ridimensionava il ruolo del presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, quale custode giudiziario e successivamente gli si revocava la nomina a custode”.
Lo scrivono i giudici del Riesame nell’ordinanza odierna (28 Agosto) con la quale hanno reintegrato Ferrante tra i custodi.

“Le statuizioni del Tribunale del Riesame – è scritto - devono prevalere sia su quelle, ormai riformate, contenute nell’originario provvedimento del gip, sia su quelle successive emesse dallo stesso organo, in contrasto con quanto deciso dal Riesame”.

C'era “evidente urgenza” di dirimere la questione sollevata dall’Ilva con l’incidente di esecuzione relativo ai due decreti del 10 e 11 agosto firmati dal gip Patrizia Todisco, con i quali prima si ridimensionava il ruolo di custode giudiziario del presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, per gli impianti del Siderurgico sequestrati, e poi gli veniva revocata la nomina.
Lo scrive il Tribunale del Riesame nel dispositivo con il quale, al termine dell’incidente di esecuzione, ha reintegrato Ferrante tra i custodi giudiziari.

L'urgenza, spiega il Tribunale, è dettata dalle “intuibili, gravi e presumibilmente irreparabili conseguenze che una viziata esecuzione del sequestro giudiziario potrebbe comportare in ordine alla salvaguardia degli impianti e della strategica capacità produttiva dell’azienda, nonchè ai livelli occupazionali ed alle stesse finalità di tutela dell’ambiente e della salute pubblica poste a base della disposta misura cautelare”.



FERRANTE: SODDISFATTI PER L’ACCOGLIMENTO DELLE NOSTRE RICHIESTE
“Il Tribunale del Riesame ha accolto le nostre istanze e le nostre richieste che erano nella direzione di vedere annullate le decisioni del gip e chiedevano il reintegro del presidente dell’Ilva come custode. Queste nostre richieste sono state accolte, come è stato definito il ruolo del pubblico ministero come vigilante sull'esecuzione del provvedimento”.
Lo ha detto il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante, commentando la decisione del Tribunale del Riesame di Taranto che ne ha disposto il reintegro come custode e amministratore degli impianti sottoposti a sequestro.

Abbiamo accolto questa decisione – ha aggiunto Ferrante - ovviamente con soddisfazione perchè erano le nostre richieste, ma guardiamo al futuro con grande senso di responsabilità. Nei fatti cambia moltissimo perchè viene ripreso quel percorso di stretta collaborazione, di collegamento tra l’azienda, i custodi e l’autorità giudiziaria che è la strada indicata dal Riesame e che noi abbiamo sempre giudicato ragionevole e di buon senso”.

“Dobbiamo impegnarci e lavorare, dobbiamo salvaguardare l’impresa ma salvaguardare anche la salute, l’ambiente e il diritto al lavoro di tante persone”. “Bisognerà considerare tutte le questioni che verranno al pettine – ha osservato Ferrante – e comunque bisognerà lavorare ad un programma di interventi, cosa che noi, come società, abbiamo già fatto con l’impegno a investire 146 milioni di euro, e bisogna di questo parlare con chi è delegato all’esecuzione del provvedimento e con gli altri custodi. Dobbiamo scegliere – ha precisato Ferrante – una strada che sia condivisa nell’interesse di questa collettività”.

lunedì 27 agosto 2012

STATTE: Chiusura del centro sociale anziani



Qualche giorno fa (in pieno agosto), l'amministrazione comunale, ha deciso la chiusura (per ora: provvisoria) del centro sociale anziani di Statte in via del Castello. La notizia in sé, è risultata "sconcertante" perché, la struttura,  ha rappresentato un luogo di "ritrovo" (per i meno giovani), che da 15 anni  ha dato "un senso" a tanti concittadini, fin ad allora, "chiusi in casa", senza un luogo idoneo per svagarsi e chiacchierare.

Per anni la sua "gestione democratica", è stata esemplare (sia pure con qualche piccola "sbavatura"). Gli anziani, sono stati spesso coinvolti in iniziative culturali, canore, folcloristiche e teatrali tanto che il "centro" (come definito dagli stessi frequentatori), era diventato un fiore all'occhiello tra le strutture sociali della nostra cittadina ma anche della provincia.

Si è detto che la gestione è  stata sempre "democratica", nel senso che gli organi direttivi sono stati sempre scelti con democratiche elezioni, a cui hanno partecipano tutti i soci; ovviamente le spese per il mantenimento dello stesso "centro", sono state sempre a carico dell'amministrazione comunale (fitto locale, luce, condizionatori etc ) ;  "spese" (anche se siamo in periodi di scarse risorse finanziarie)  pienamente giustificate da queste nobili motivazioni "sociali".

Allora, le motivazioni della chiusura?
In realtà, la stessa notizia era stata resa nota, da un "comunicato stampa" emanato da un nostro concittadino che faceva balenare l'ipotesi di una arbitraria e ingiustificata decisione del nostro vicesindaco (in quel momento "sindaco", in seguito all'assenza provvisoria di Angelo Miccoli), d'intesa con l'assessore ai servizi sociali. La stessa amministrazione risultava, in verità "silente", non rendendo note le vere motivazioni di questa, apparente, ingiustificata decisione.
 
Ovviamente le "voci" delle vere ragioni, sono cominciate a "circolare". Ebbene, da "fonti ben informate" si sono apprese le gravi motivazioni che hanno portato a questa drastica decisione:
Sembra che il locale comando dei carabinieri, avesse informato "l'amministrazione" stessa che nello stesso "centro" vi erano stati gravi "litigi" (per non dire di più), che erano scaturiti in diverse "querele reciproche", la stessa "arma", rendeva noto che questi episodi erano frequenti e, a volte, rasentavano le "vie di fatto"; di qui la decisione del vice sindaco (d'intesa con l'assessore ai servizi sociali) di chiudere sia pure provvisoriamente il centro stesso.

Si apprende dalle stesse fonti, che ragioni di "discrezione" avevano suggerito di mantenere "sotto silenzio" questi incresciosi episodi. Ovviamente dopo il "comunicato stampa" del cittadino, (che denunciava come "arbitraria, " la stessa "chiusura"), questa "discrezione" risulta ormai inopportuna; quindi, si attende un "comunicato" dell'amministrazione stessa, che renda "pubbliche" le vere ragioni che hanno portato alla decisione di chiudere lo stesso "Centro Sociale Anziani".

mercoledì 22 agosto 2012

Ilva, Latorre (PD): "La sinistra ha avuto timore. Il governo dia la linea, l'azienda investa"



Il senatore del PD Nicola Latorre

In una intervista  Nicola Latorre (dirigente PD),  ammette che nella vicenda ILVA, la sinistra è stata debole e sbilanciata a favore dei sindacati, non prendendo in debita considerazione la grave situazione ambientale: "C'è stata un po' di incertezza, ma adesso mi sembra che anche nel Pd sia sia individuata la strada da seguire. Che è appunto quella di una nuova politica industriale che sia attenta anche alla salvaguardia dell'ambiente."


 

Ilva, Latorre: "La sinistra ha avuto timore. Il governo dia la linea, l'azienda investa"

(Abstract da Affaritaliani del 22 Agosto di Lorenzo Lamperti)
Sull'Ilva la sinistra sembra essersi un po' smarrita, presa forse in mezzo da vecchi tabù operaisti. Anche il Pd ha assunto una posizione un po' debole, anche nel rapporto con il sindacato. O no?
Non direi che la sinistra si sia smarrita. Certamente, bisogna ammettere che a un certo punto questa vicenda sembrava senza vie d'uscita e si è temuto che una soluzione non esistesse e che l'industria manifatturiera fosse detinata a subìre un colpo fatale. C'è stata un po' di incertezza ma adesso mi sembra che anche nel Pd sia sia individuata la strada da seguire. Che è appunto quella di una nuova politica industriale che sia attenta anche alla salvaguardia dell'ambiente.

Nelle ultime ore si fa largo l'ipotesi di un taglio della produzione con il conseguente rischio di cassa integrazione per molti operai. Sarebbe un provvedimento accettabile da parte della Procura di Taranto?
Insisto: se l'azienda dimostra chiaramente di voler agire nella giusta direzione tutto può essere gestito. Se per un periodo contenuto c'è bisogno di ridurre la produzione per raggiungere i risultati necessari lo si faccia. E anche in questo credo che il governo possa rappresentare un elemento di garanzia per i lavoratori. Sarebbe molto grave se queste ipotesi di riduzione della produzione industriale nascondessero l'idea di non voler intervenire per le bonifiche necessarie.

Per cui sbagliato fare pressione sulla magistratura?
Credo che la magistratura abbia fatto il suo dovere. Leggendo le motivazioni del Riesame e sentendo le dichiarazioni del procuratore Sebastio abbiamo visto che non c'è stata nessuna forzatura. E non mi pare che ci siano state pressioni eccessive.

La sentenza del Riesame è molto dura sulla gestione Riva. Sostanzialmente si dice che le colpe sono per lo più, se non esclusivamente, da addebitare alla loro gestione e che il disastro è stata "una scelta dell'azienda"...
Se fossero confermate le cose contenute nelle motivazioni ci sono buone ragioni per dire che la sentenza per loro debba essere dura.

martedì 21 agosto 2012

Statte e sicurezza stradale: attenti ai prossimi autovelox





La nostra cittadina lo scorso anno è stata premiata con la "bandiera blu sulla sicurezza stradale" perché gli incidenti sono diminuiti drasticamente rispetto agli scorsi anni. Questo risultato è certamente dovuto ad una condotta di guida più responsabile, dei nostri cittadini ma anche alle varie iniziative (segnaletiche più chiare ed efficaci, comprese) messe in atto dalla polizia municipale. Con questo nuovo progetto si spera di diminuire ancora di più gli incidenti stessi, con "una presenza costante (di agenti) e, "anche con l’ausilio di apparecchiature elettroniche". [omissis] ... Ciò sarà possibile attraverso posti di controllo e servizi di rilievo della velocità (ahi !!!  ahi !!! Attenti concittadini !!!).
Ovviamente, sappiamo che l'imprudenza e la cattiva abitudine di "scorazzare" in città a velocità pericolosa va scoraggiata e non può che trovare l'approvazione di tutti, e se per ottenere questo, sarà necessario sanzionare qualche comportamento pericoloso non vi è nulla da eccepire.

Comunque ...  qualche "eccesso di zelo" va segnalato, vediamolo:
Premesso che chi scrive queste note, è un assiduo frequentatore della "biblioteca civica" e .. premesso ancora che, il tratto di via Bengasi (tra via Castello e via Tripoli prospicente la biblioteca stessa) è  a "doppio senso"  da quando è "attivo" il ponte di Via Cherubini (con conseguente "divieti di fermata" da ambo i lati),  si assiste ad uno strano "fenomeno": quando in biblioteca non vi sono eventi particolari,  il controllo dei vigili sulla suddetta strada ha una frequenza "normale" come per tutte le altre vie, mentre quando vi sono eventi particolari, anche con personalità pubbliche e istituzionali, la sosta, (anche lontano dagli incroci ed in condizioni non particolarmente pericolosa), viene "SEMPRE" sanzionata, mancando di quella necessaria "elasticità" che eviti imbarazzi anche alle nostre cariche istituzionali.

Per il resto  ... buon lavoro agli amici vigili e ..." in bocca al lupo" per la riuscita di questo "progetto" e .. che possa contribuire a dare più sicurezza ai pedoni (specie ai bambini e disabili) ma anche agli stessi automobilisti e motociclisti. (Leodelg)


STATTE: progetto sulla sicurezza stradale.
 (da Tasera del 20 Agosto 2012)
STATTE - “Statte Sicura 2012” è il progetto promosso dal comando della polizia municipale di Statte con l’amministrazione comunale.

Lo scopo dell’iniziativa è migliorare ulteriormente la sicurezza stradale, mettendo in pratica azioni concrete per raggiungere l’obiettivo europeo di dimezzare gli incidenti stradali, attraverso controlli capillari sul territorio ed una presenza costante, anche con l’ausilio di apparecchiature elettroniche. Si tratta di controlli finalizzati alla prevenzione e non alla repressione.

La Polizia municipale ha previsto una rete di interventi sulle strade più trafficate, per far adottare comportamenti sicuri e rispettosi delle regole del codice della strada.

La speranza é di poter contribuire alla riduzione delle violazioni e soprattutto di tutelare il bene inestimabile della vita umana, perché la sicurezza sulla strada dipende in gran parte da una conoscenza delle norme che regolano la circolazione stradale. Gli interventi volgono alla graduale riduzione degli incidenti, ad una mobilità più sostenibile e soprattutto al rispetto delle norme.

Ciò sarà possibile attraverso posti di controllo e servizi di rilievo della velocità al fine di sensibilizzare i guidatori alla sicurezza, alla prevenzione dei rischi ed al corretto uso della strada e dei veicoli, una serie di posti di controllo finalizzati al rispetto delle norme, ma soprattutto a stimolare all’uso del casco e delle cinture di sicurezza, strumenti che si sono rivelati in più occasioni dei veri e propri “salvavita”.




Inoltre questa campagna di sicurezza stradale contribuirà ad educare tutti gli utenti della strada alla legalità, promuovendo comportamenti corretti. Sono infatti previsti anche dei corsi didattici di educazione stradale nelle scuole di ogni ordine e grado del territorio. Inoltre, per il nuovo anno scolastico ci sarà un nuovo concorso, “Il miglior Murales”, che vedrà coinvolte tutte le scuole di Statte attraverso un elaborati scritto e grafico, tra i quali verrà premiato il migliore.

lunedì 20 agosto 2012

ILVA: RIESAME, depositate motivazioni del Ricorso



ILVA: Le motivazioni del tribunale del "Riesame" in ordine al dispositivo dello stesso che si pronunciò sul ricorso dell'ILVA stessa contro i domiciliari dei Riva e dei dirigenti e contro lo "spegnimento degli impianti.

TARANTO 20 Agosto 2012 (abstract dalla Gazzetta del Mezzogiorno)
 Sono state depositate stamane, come previsto, le motivazioni del Tribunale del Riesame di Taranto che il 7 agosto scorso confermò sostanzialmente il decreto di sequestro di sei aree dello stabilimento siderugico Ilva disposto dal gip Patrizia Todisco il 25 luglio, annullò cinque delle otto ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari per i dirigenti ed ex dirigenti dell’azienda e modificò leggermente la composizione del pool di custodi giudiziali. Il provvedimento del Riesame, presieduto dal presidente del Tribunale di Taranto Antonio Morelli, si preannuncia particolarmente corposo. Per il momento non è stato ancora notificato alle parti ma solo depositato in cancelleria.

 SEQUESTRO SENZA USO
(Ma le “modalità” da seguire dovranno essere stabilite dai tecnici nominati dal tribunale: quindi niente di immediato e definitivo [leodelg])

Il tribunale del Riesame ha confermato il sequestro degli impianti a caldo dell’Ilva senza concedere la facoltà d’uso, che peraltro – viene sottolineato - non era stato richiesto neppure dai legali del Siderurgico.

Il tribunale del Riesame, confermando il sequestro Ilva, dispone che non si continuino a perpetrare i reati contestati nel provvedimento cautelare. Sul percorso da seguire per interrompere i reati, i giudici – viene riferito da fonti giudiziarie – non si sbilanciano e affidano il compito ai custodi nominati dal gip e alla procura.

Le modalità di gestione dell’Ilva di Taranto sono state tali da produrre un 'disastro doloso': «azioni ed omissioni aventi una elevata potenzialità distruttiva dell’ambiente (...), tale da provocare un effettivo pericolo per l’incolumità fisica di un numero indeterminato di persone», scrive il Tribunale del Riesame.

Per il Tribunale del Riesame, il «disastro» prodotto dall’Ilva a Taranto è stato «determinato nel corso degli anni, sino ad oggi, attraverso una costante reiterata attività inquinante posta in essere con coscienza e volontà, per la deliberata scelta della proprietà e dei gruppi dirigenti». È scritto nel provvedimento dei giudici.
Proprietà e gruppi dirigenti «che si sono avvicendati alla guida dell’Ilva», secondo i giudici del tribunale del riesame di Taranto, «hanno continuato a produrre massicciamente nella inosservanza delle norme di sicurezza dettate dalla legge e di quelle prescritte, nello specifico dai provvedimenti autorizzativi».

«le emissioni nocive che scaturivano dagli impianti, risultate immediatamente evidenti sin dall’insediamento dell’attuale gruppo dirigente dello stabilimento Ilva di Taranto, avvenuto nel 1995, sono proseguite successivamente», nonostante una condanna definitive per reati ambientali. Inoltre, nonostante i «molteplici» impegni assunti dall’Ilva con le pubbliche amministrazioni per migliorare le prestazioni ambientali del siderurgico, i dirigenti dello stabilimento non hanno mai assolto agli obblighi.

L'attività inquinante dell’Ilva -
secondo il tribunale del Riesame di Taranto ha provocato una «gravissima contaminazione ambientale» che consiste nella «contaminazione di una vasta area di terreno compresa tra i territori dei Comuni di Statte e Taranto». La contaminazione «ha comportato ingenti danni economici alle locali aziende zootecniche, ma soprattutto ha creato una situazione di grave pericolo per la salute e la vita di un numero indeterminato di persone».
L'attività inquinante – sottolineano i giudici – si è protratta «per anni nonostante le osservazioni e i rilievi mossi al riguardo dalle autorità preposte alla salvaguardia dell’ambiente e della salute».




Il disastro ambientale doloso prodotto dall’Ilva è «ancora in atto» e «potrà essere rimosso solo con imponenti e onerose misure d’intervento, la cui adozione, non più procrastinabile, porterà all’eliminazione del danno in atto e delle ulteriori conseguenze dannose del reato in tempi molto lunghi», scrive il Riesame.

L'Ilva – secondo il tribunale del Riesame – deve, da un lato, eliminare «la fonte delle emissioni inquinanti (con la rimodulazione dei volumi di produzione e della forza occupazionale)», dall’altro «provvedere al mantenimento dell’attività produttiva dello stabilimento», solo dopo averla resa «compatibile» con ambiente e salute.
“Lo spegnimento degli impianti rappresenta, allo stato, solo una delle scelte tecniche possibili”. Lo scrive il tribunale del Riesame confermando il sequestro, senza facoltà d’uso, dei reparti a caldo dell’Ilva. Se occorra fermare gli impianti, lo si deciderà “sulla base delle risoluzioni tecniche dei custodi-amministratori”. “Non è compito del tribunale stabilire se e come occorra intervenire nel ciclo produttivo (con i consequenziali costi di investimento) o, semplicemente, se occorra fermare gli impianti, trattandosi di decisione che dovrà necessariamente essere assunta sulla base delle risoluzioni tecniche dei custodi-amministratori, vagliate dall’autorità giudiziaria: per questo lo spegnimento degli impianti rappresenta, allo stato, solo una delle scelte tecniche possibili”.
Le "osservazioni" del presidente dell'ILVA Ferrante
Gli impianti devono essere attivi. Il Tribunale del Riesame ha espresso una posizione di buon senso, che indica una strada che salva l’ambiente, la salute e tanti posti di lavoro».
Così il presidente dell’Ilva di Taranto, Bruno Ferrante, ai microfoni di Oscar Giannino su Radio 24. «Dobbiamo lavorare per il risanamento – continua Ferrante a Radio 24 – ma si può risanare soltanto tenendo gli impianti attivi. Questo è un passaggio che è scritto anche nelle ordinanze perchè quando il Gip e il Tribunale del Riesame dicono 'risanare, mettere in sicurezzà, vogliono dire che bisogna tenere accesi gli impianti. Se si spengono gli impianti non ci può essere assolutamente la messa in sicurezza». «Ritengo – aggiunge il presidente Ilva – che questa posizione di ragionevolezza e di buon senso che è stata espressa dal Tribunale del Riesame, dovrebbe essere condivisa da tutta la magistratura, dalle autorità giudiziarie e da chi deve vigilare sull'esecuzione dei provvedimenti».
E conclude: «Non ho avuto nessun contatto diretto con il procuratore della Repubblica però ritengo che questa posizione sia di buon senso, indica una strada che salva l’ambente, salva la salute, ma salva anche tanti posti di lavoro. Credo che il procuratore questo lo abbia ben chiaro».


E, come al solito ognuno "interpreta" questa "motivazione" in modo diverso. In particolare, gli ambientalisti sostengono che "le motivazioni del riesame" tolgono ogni dubbio, sul fatto che occorra "bloccare del tutto la produzione", mentre l'ILVA, i comitati e sindacati che auspicano un mantenimento della normale produzione e livello di occupazione la interpretano imn modo assolutamente "opposto" .



Statte: Muoviti


Per ciò che riguarda il "comune di Statte", dall'analisi del "Riesame" emerge chiaramente, anche a livello giudiziario (se ancora ce ne fosse bisogno) che il nostro comune è stato dolorosamente colpito da questo disastro ambientale, quindi, crediamo che non sia più procrastinabile la decisione di costituirsi "parte civile", nel procedimento penale e civile nei confronti dell'ILVA, anche perché, negli gli ultimi avvenimenti (compreso il recente "tavolo dei ministri) siamo stati "completamente ignorati", e sarebbe, quindi un modo di far capire che "NOI CI SIAMO".

domenica 19 agosto 2012

ILVA: "Niente blocco produzione" (secondo il magistrato Pompeo Carriere)



Questa è nuova!! 
Secondo il magistrato tarantino Pompeo Carriere, presidente dell''Anm (Associazione nazionale magistrati sezione di Taranto), "l'ultima ordinanza del gip Patrizia Todisco NON ORDINA IL BLOCCO TOTALE DELLA PRODUZIONE" ed ancora:  "Vorrei rassicurare gli operai dello stabilimento, nell'ultima ordinanza non è imposto uno stop drastico della produzione". "Probabilmente intorno a questa vicenda c'è una tale, e comprensibile, tensione che ha portato forse a fraintendere il senso del provvedimento probabilmente sulla base di un passaggio incidentale della motivazione che faceva riferimento alla facoltà d'uso disposta o non disposta in precedenza".  (Più chiaro di così!?!? Ancora in linguaggio "giustizialese")
Quindi ?? Avevamo capito male tutti quanti !! Fin ora, eravamo convinti che il linguaggio più astruso per "dire e non dire", fosse quello dei politici. Ora abbiamo scoperto che anche i magistrati non scherzano e ... quello che avevamo capito nell'ultima ordinanza (blocco della produzione) era solo dovuto ad un "fraintendimento" .


di Angelo Maria Perrino (Affaritaliani)
"Basta con gli attacchi personali, non ci sono giudici talebani. E comunque nessuno ha mai ordinato la chiusura dell'Ilva". Pompeo Carriere, gup di Taranto (ha seguito il caso Scazzi) e presidente della sottosezione dell'Anm locale, sceglie Affaritaliani.it per fare uscire un messaggio forte. Da una parte di replica alle critiche piovute soprattutto sul gip Todisco: "I magistrati fanno il loro dovere". E dall'altra di serenità: "Vorrei rassicurare gli operai dello stabilimento, nell'ultima ordinanza non è imposto uno stop drastico della produzione". Nessun contrasto tra gip e Riesame, dunque, come aveva anticipato Affari.
Ora la palla passa all'azienda: "Saranno necessari investimenti anche ingenti. Ferrante? La sua è una storia positiva". Sull'equlibrio tra diritto al lavoro e diritto alla salute: "La vita è il diritto primario, basta rileggere l'art. 41 della Costituzione". E sui fondi stanziati dal governo: "Va bene la bonifica, ma bisogna intervenire alla fonte. Se no tra qualche anno siamo al punto di partenza". L'esistenza di un'emergenza sanitaria è "innegabile", ma prevale l'ottimismo: "Questa vicenda può diventare di esempio per creare un nuovo rapporto tra industria e ambiente".

[omissis]

Ma è vero che la giudice Todisco vuole chiudere gli impianti e attenta alla libertà del governo in ordine alla politica industriale?

Credo che su questo punto ci sia stato un grosso fraintendimento perché, basandomi sul testo del provvedimento, non mi pare proprio che ci sia questa disposizione. Quantomeno nella parte finale, nel dispositivo, non c'è assolutamente un ordine di chiusura o di stop drastico, immediato e totale della produzione. Mi è sembrato un provvedimento di carattere tecnico, con cui si davano sollecitazioni ai custodi per procedere agli interventi di messa a norma ma non c'è un'ordinanza che imponga la chiusura dell'Ilva. Quindi, a mio avviso, si è trattato di un allarmismo in gran parte ingiustificato.


Un abbaglio, insomma. Dobbiamo rimettere indietro la pellicola...

Evidentemente sì. Probabilmente intorno a questa vicenda c'è una tale, e comprensibile, tensione che ha portato forse a fraintendere il senso del provvedimento probabilmente sulla base di un passaggio incidentale della motivazione che faceva riferimento alla facoltà d'uso disposta o non disposta in precedenza. Ma quello è appunto un passaggio incidentale, quello che conta è il dispositivo finale della decisione di ogni magistrato. Io vorrei rassicurare in questo momento i tanti lavoratori e le loro famiglie: negli ultimi provvedimenti del gip non c'è assolutamente un'ordinanza di chiusura dell'Ilva o una disposizione secondo cui gli impianti debbano essere spenti.

Divertiamoci col dialetto (di Mimmo Calabretti)



Proverbi dialettali stattesi sul “tema” DONNA tratti dal volume del professor Mimmo Calabretti “STATTE ... e nò te mòve”.

Si premette che questi proverbi (un po’ cattivi e “maschilisti”), non riflettono affatto il pensiero dell’autore del libro, il quale riporta  gli stessi  come “documentazione” del modo di pensare “maschilista” dei secoli scorsi (e .. qualche volta ... anche del presente).

I proverbi riportati, tutti divertenti, sono una piccolissima parte della raccolta fatta nel libro citato e che abbracciano una varietà di argomenti che formavano la “saggezza” dei nostri padri, anche se nel caso delle donne, tanto saggi non si dimostravano ma, in fondo,  era un modo di aiutarli a sorridere anche in periodi un po’ “tristi”.

Ribadiamo infine, il nostro affetto per le nostre donne (mogli, figlie, madri) e mi scuso con l’amico Mimmo Calabretti per qualche mia “imperfezione” nel riportare la forma dialettale dei proverbi stessi.


1) ‘A fémmene quànne ijé bèlle de natùre, quànte cchijù brùtte vé, cchijù bèlle père .. e ..ce ‘nghèpe se métte ‘u cenarùle père còme ‘a lùne de scennère.(La donna quando è bella di natura, quando più brutta (vestita) và, più bella sembra e se in testa si mette il ceneracciolo (panno del bucato) sembra come la luna di gennaio.)
(Ora a far sembrare più bella ci pensa l’estetista !!)

2) ‘A fémmene ijè còme a scàrpe quànne te vé còmede s’ha fàtte già vécchije ! La donna è come la scarpa, quando ti va comoda si è fatta già vecchia.
(Ovviamente .. proverbio .. tutto al maschile).

3) ‘A fémmene prìme che se mmàrìte chijange che n’ùocchije, mmàretète chijange che do, e ce se fèsce mòneche chijange che quàtte. La donna nubile, piange con un occhio, quella maritata piange con due occhi e se si fa monaca piange con quattro occhi.
(Insomma ... sbaglia sempre !!)

4) ‘A prìma mugghijére ciuccijarédde, a secònde segnurédde. La prima moglie, ha conosciuto soltanto lavoro e sacrifici, per mettere su casa, la seconda può “godere” di una casa più ricca.

5) Dò fémmene e n’à pàpere fàscijene n’a fére. Due donne e una papera, fanno una fiera (spesso riferita al “vociare” e al “chiacchierio) .
(Ancora una volta un proverbio ... tutto maschilista).

6) Fémmene, ciùccije e crèpe, tènene tùtte a stéssa chèpe. Donne, asini e capre, hanno tutti la stessa testa.
(Più che mai ... maschilista).

7) Le fémmene so de do ràzze, puttène e puttanàzze. Le donne sono di due razze: puttane e puttanazze.
(Veramente offensivo .. per il gentil sesso .. Mimmo Calabretti, giustamente nota: mamme, sorelle e mogli comrese??)



Che dire .. questi proverbi di altri tempi ci facciano riflettere sulle maldicenze ed ingiustizie perpetrate in passato (... e .. spesso .. anche attualmente.) a danno delle donne.

venerdì 17 agosto 2012

ILVA: Incontro dei Ministri a Taranto


Il ministro Corrado Passera

Si è concluso l’atteso incontro in prefettura tra i ministri Passera (dello sviuppo), Clini (dell’ambiente), Vendola (Regione), Florido (Provincia), Stefàno (sindaco di Taranto ed altri tra cui Giorgio Assennato (ARPA) e sindacati, Ferrante (ILVA) Anche “Legambiente” sembrava auspicare la ripresa della produzione “tenendo conto di tutte le indicazioni e prescrizioni del gip”.

Come era nelle previsioni, le conclusioni dell’incontro, non hanno portato a grandi risultati immediati. La frase che potrebbe riassumere il pensiero di tutti, compreso quello di Landini della Fiom-CG e con la sola eccezione dei vari gruppi ambientalisti, potrebbe essere:

SIAMO DISPOSTI A TUTTO E AD OSSERVARE TUTTE LE ORDINANZE DELLA MAGISTRATURA ECCETTO LA CHIUSURA DEGLI IMPIANTI !!

Anche in questo caso la cittadinanza è apparsa divisa. Mentre tutti i gruppi ambientalisti (circa 2000 persone) si riunivano in Piazza Maria Immacolata “inneggiando” al gip Patrizia Todisco, gruppi di operai dell’ILVA, occupavano la via Appia e la statale 106 Jonica per contestare il ventilato stop della produzione previsto dal decreto dello stesso gip. (C’è da dire, per inciso, che seppure a ritmo ridotto, la stessa produzione continua). Ed ecco un sommario “diario” di quello che è accaduto nella giornata odierna (17 Agosto) attraverso la “voce” dei protagonisti.

ORE 8 In prima mattina (ore 8 circa), si forma un’assemblea di tutte le sigle ambientaliste a piazza Maria Immacolata, dal momento che i cortei non sono “autorizzati”, con striscioni a difesa della salute e a favore del gip Patrizia Todisco; parlano tra gli altri, Fabio Matacchiera (uno dei leader storici dei movimenti ambientalisti tarantini) e Aldo Ranieri nuovo altro leader (convertitosi di recente), meglio conosciuto come leader del movimento “apecar” (“cittadini liberi e pensanti”). Intorno alle 15, i partecipanti (circa 300), si sono spostati in piazza della Vittoria dove sono intervenuti leaders del movimento. 400 poliziotti (più dei manifestanti), si schieravano a protezione della zona “rossa”.

ORE 11 La riunione ha toccato diversi punti e si è protratta fino alle 17 circa.

ORE 17,45 Clini: Piena convergenza della procura di cui siamo disposti ad accettare e seguire tutte le indicazioni eccetto il fermo della produzione; entro il 30 Settembre vi sarà una “nuova” AIA (Autorizzazione integrata ambientale) che prevederà le nuove norme severe europee e che per l’ILVA saranno recepite immediatamente (e non entro il 2016 come previsto dalla CEE).


PASSERA: T
utto il governo si sente e si sentirà impegnato fino alla soluzione dei problemi. Nessuno può essere messo di fronte alla scelta tra salute e lavoro". "No a decisioni irrimediabili" e "Non c'è una chiara evidenza di causalità diretta tra le emissioni attuali e le conseguenze ambientali" (questa è bella: i periti “hanno sognato”). “Il governo ha deciso di non ricorrere alla Consulta contro il gip. (Questo è ragionevole !! n.d.r)

Assennato (Arpa): "Incontro molto positivo"
"Lunedì prossimo torneremo a Roma per stabilire il calendario della nuova Aia (autorizzazione integrata ambientale) all'Ilva" lo ha detto il direttore generale dell'Arpa Puglia Giorgio Assennato uscendo dal vertice con i ministri Clini e Passera in Prefettura a Taranto." C'è la disponibilità dell'Ilva a intervenire - ha osservato Assennato - ovviamente un conto sono i propositi e un conto sono le azioni concrete.
Ferrante Presidente dell'ILVA

Ferrante, vicenda complessa
 "Non si può chiedere a un'azienda di investire se poi si preclude la possibilità di futuro". Dobbiamo dimostrare la volontà di risanamento e di messa in sicurezza e lo faremo. Se c'è una strada anche piccola per far prevalere il dialogo la percorreremo".
 "Abbiamo già impegnato e finanziato 90 milioni di euro e abbiamo in animo di finanziarne a breve altri 56: per un totale di 146 milioni che l'Ilva mette per l'ambiente".
(Esperti valutano in miliardi di euro, le risorse necessarie n.d.r.


Conclusioni: La giornata odierna, non ha portato nessuna vera novità sulla conclusione del problema ILVA, mentre lascia sospesa la questione del blocco della produzione che (si spera) venga chiarita dal “Riesame”. Ovviamente, in queste righe, si evita di “parteggiare” per una o l’altra tesi, anche se una conclusione che porti alla salvaguardia dei posti di lavoro è sempre auspicabile !!


Diamo qui un sunto dei ricorsi dell’ILVA e delle date previste per il nuovo riesame:
Sono state fissate le date dell’incidente di esecuzione e delle udienze dei due ricorsi al Tribunale dell’appello cautelare chiesti dall’Ilva al Tribunale d Taranto e tutti relativi ai provvedimenti del gip Patrizia Todisco in riferimento all’inchiesta sul presunto inquinamento ambientale dello stabilimento siderurgico. Si terranno il primo il 28 agosto mentre gli altri due il 18 settembre. Martedì scorso i legali dell’azienda milanese hanno presentato tre ricorsi.

Gli “atti di appello” riguardano i due recenti provvedimenti del gip Patrizia Todisco: nel primo si ribadiva e si precisava il carattere del sequestro “senza facoltà d’uso” delle sei aree dello stabilimento siderurgico e la necessità di intervenire sugli impianti per eliminare le situazioni di pericolo, nel secondo è stato estromesso completamente il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante dal pool di custodi giudiziali incaricati di eseguire e sovrintendere al provvedimento di sequestro “per palese conflitto di interessi”. In entrambi i casi l’Ilva chiede al Tribunale dell’appello cautelare l’annullamento dei decreti del gip. 

giovedì 16 agosto 2012

ILVA: Ferrante ricorre al riesame e accusa il gip




Il presidente dell'ILVA Bruno Ferrante

L’ILVA ricorre contro le due ultime ordinanze del gip.

Ferrante, (presidente dell’ILVA), ha  depositato questa mattina (16 Agosto) nella cancelleria del tribunale del Riesame, assistito all’avv.Egidio Albanese due distinti appelli contro le due ordinanze del gip Patrizia Todisco.

Secondo Ferrante, il gip,  “ha usurpato poteri propri del tribunale del Riesame e della procura della Repubblica. Lo ha fatto per ben due volte firmando le ordinanze del 10 e 11 agosto.”

Con la prima ha ordinato all’Ilva di fermare la produzione nei sei reparti a caldo sequestrati il 26 luglio;

Con l’altra ha revocato allo stesso Ferrante, l’incarico di custode e amministratore delle aree sotto sequestro affidatogli dai giudici del Riesame quattro giorni prima.

 Ai giudici, Ferrante chiede di annullare le due ordinanze.

Come si sa, Il Riesame ha disposto che i custodi nominati «garantiscano la sicurezza degli impianti e li utilizzino in funzione della realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo e della attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti».


Ed ecco le due interpretazioni che danno il gip e i legali dell’ILVA:


Secondo il gip Todisco ciò significa che il suo provvedimento di sequestro è stato confermato e che i giudici d’appello non hanno concesso la facoltà d’uso degli impianti che, quindi, vanno fermati.

 L’interpretazione dell’Ilva è opposta: dal dispositivo emerge «espressamente» che il tribunale ha concesso l’«utilizzazione degli impianti».

Ed ora l’ILVA continua in linguaggio “pesantemente giuridico”

Da qui i rilievi in linguaggio giuridico: l’ordinanza del giudice Todisco è affetta «dalle più radicali forme di abnormità», ha un contenuto «incompleto», «viola le procedure di esecuzione delle misure cautelari» e contempla «statuizioni illegittime». Inoltre, specialmente quella del 10 agosto che ha ordinato lo stop degli impianti, contiene una «inammissibile prevaricazione di funzioni proprie di altri organi del magistero penale (del Riesame che si era pronunciato e della Procura, a cui spetta l’esecuzione del sequestro, ndr), in violazione del principale principio accusatorio, i cui riflessi economico-sociali non occorre ribadire».
(GazzettaDelMezzigiorno)


(Chi ci capisce qualcosa .. alzi la mano !!)

mercoledì 15 agosto 2012

ILVA: Chi è Cataldo Ranieri, simbolo della protesta !!



‘Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti' (meglio conosciuto come "movimento dell'apecar"),
Cataldo Ranieri leader del movimento ‘comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti" (meglio conosciuto come "movimento dell'apecar"), è riuscito a coordinare ed unire i vari comitati ambientalisti diventando il "simbolo" della protesta "antinquinamento".
 La storia di questo ragazzone, fino a pochi giorni sconosciuto è cambiata radicalmente, il 27 Luglio scorso quando, insieme ad altri operai, manifestava contro la ventilata chiusura dell'ILVA, occupando il ponte girevole .. racconta emozionato: "«Il 27 luglio, stavamo bloccando il ponte girevole per protestare contro il sequestro dell’Ilva; mi si è avvicinato un automobilista e mi ha detto: ‘Io devo passare, devo accompagnare mia moglie a fare la chemioterapia'.  Da quel giorno – sospira – la mia vita è cambiata». Senza tema di mischiare sacro e profano, sembra una conversione repentina come quella di Paolo sulla via di Damasco.

(Abstract da Roberto Buonavoglia ANSA)
Taranto – Sono in mille ad essere scesi in piazza per parlare dell’Ilva e di tumori il 12 Agosto.
Mille persone decise a difendere la propria città, la propria vita, quella dei propri figli.

Quello che non ti saresti mai aspettato, è che a capeggiare la protesta sia un operario che lavora all’Ilva da 15 anni.
Lui ti aspetti di trovarlo a protestare contro il sequestro dello stabilimento, non contro i veleni che per anni ha emesso quel posto dal quale dipende la sua sopravvivenza economica.

Una scelta difficile. Contraria a quanto qualsiasi piccolo uomo legato soltanto alle sue necessità farebbe.

Non chiamatelo "capopopolo", potrebbe offendersi. Ma il carisma di Cataldo Ranieri, operaio dell’Ilva di 42 anni, è tipico di chi le battaglie ha deciso di farle sul serio e non certo contro la magistratura ma per difendere dall’inquinamento industriale la sua città.
Lui, addetto agli impianti marittimi del siderurgico tarantino, che – dice – da «tre anni sono sotto sequestro con facoltà d’uso», è in grado di parlare alla gente, di scandire quelle parole che la politica ha smesso da tempo di pronunciare.

È capace pure di emozionarsi. I cittadini lo sanno e lo seguono, come un capopopolo. Per questo oggi pomeriggio Ranieri e gli aderenti al ‘comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti", del quale l’operaio è portavoce, sono riusciti a portare nella centralissima piazza della Vittoria circa mille persone.

E' la piazza a mormorare che finalmente qualcosa si muove e che l’anello di congiunzione tra i vari comitati e associazioni è proprio questo ragazzone biondo che si consegna alla folla, alle telecamere e ai flash con ciabatte infradito, bermuda e t-shirt.
Per spiegare subito di che pasta è fatto dice di essere «politicamente indipendente», di lavorare all’Ilva da 15 anni, di avere due figli maschi di 9 e 13 anni e aver un mutuo sulle spalle da 650 euro al mese che finirà di pagare tra 25 anni.
Quindi, è uno che ha certamente bisogno di lavorare per vivere.

Ma dice di essere felice di «avere finalmente rotto le catene» per dire alla gente «che i politici hanno tradito i tarantini perchè non sono mai intervenuti per fermare l’Ilva che avvelena Taranto», e ai suoi colleghi «che non si può barattare un posto di lavoro con la salute dei nostri figli».

Ranieri è il primo a parlare alla folla, poi interverranno gli aderenti ad altri comitati. Ma quello che subito balza all’attenzione è la voglia dei tarantini di dire basta. Infatti, non si era mai vista una piazza acclamare a squarciagola come si fa allo stadio il nome di un giudice, il gip Patrizia Todisco, che ha deciso di sequestrare le aree a caldo dell’Ilva e che ha avuto il coraggio di ribadire che gli impianti vanno fermati.

Al magistrato la folla ha riservato anche un applauso scrosciante. «Mentre fino a qualche mese fa – ha detto Ranieri – si invitava la magistratura a fare il proprio dovere sull’inquinamento provocato dall’Ilva, ora ci sono attacchi anche politici a un giudice che ha fatto solo il suo dovere». «La gente – sottolinea l’operaio – sa che la classe politica che finora ci ha rappresentato qui a Taranto ci ha tradito e non è mai intervenuta per fermare l’Ilva che avvelena la città».

Bacchettate non sono mancate al governo che ha deciso di inviare a Taranto il 17 agosto prossimo tre ministri. «Vengono – dice Ranieri, a cui fanno eco gli esponenti di altri comitati – per tutelare gli interessi dell’Ilva: noi, tre ministri, li avremmo voluti qui a Taranto per i bambini del rione Tamburi intubati in ospedale perchè ammalati di tumore».
(ANSA).

Ultime notizie sul movimento "apecar"

Il furgoncino Ape, considerato il simbolo del risveglio di Taranto, il mezzo su cui sono saliti gli operai per interrompere la manifestazione dei sindacati il 2 agosto a Taranto, domani (venerdi 17 Agsto), non potrà essere presente al corteo.

Il questore di Taranto che ha vietato la protesta in programma domani, giorno dei rappresentanti del Governo in città, vicino alla prefettura ha anche «interdetto l’utilizzo del mezzo». (mah, mi sembra che si stia cadendo nel ridicolo)
«Il nostro Apecar viene definito nell’ordinanza un pericolo per l'incolumità pubblica», sottolinea Cataldo Ranieri, diventato suo malgrado il leader del comitato 'Cittadini e lavoratori liberi pensanti".



martedì 14 agosto 2012

ILVA. Sindacati e cittadinanza divisi: Il movimento "Apecar"




Il Movimento dell'Apecar

Anche oggi (14 Agosto), vi è stata una manifestazione di protesta degli operai ILVA, contro il blocco della produzione dell'aria a caldo, ordinata dal gip Patrizia Todisco.

Tuttavia, si fa sempre più netta nella città, la spaccatura, tra chi protesta contro questa decisione ed una parte della stessa cittadinaza (tra cui anche diversi dipendenti ILVA), che richiamandosi ai movimenti ambientalisti auspicano la totale, immediata e definitiva chiusura della stessa "aria a caldo".

Anche i sindacati, che fino a poco tempo fa erano compatti, nell'auspicare un compromesso (quanto mai arduo e difficile da realizzarsi), che salvaguardasse salute e "posto di lavoro", ipotizzando la realizzazione delle bonifiche necessarie contemporaneamente  alla continuità della produzione, ora si dividono tra Cisl e Uil da una parte e Landini della Cgl-Fiom dall'altra.


Landini invita a "rispettare" le decisioni del Gip, implicitamente "tifando" per la sospensione della produzione nell'aria a caldo.

Intanto,  ottiene sempre più consensi tra la cittadinanza "attiva" il cosiddetto movimento "dell'Apecar".
Come si ricorderà la manifestazione unitaria, tenutasi il 2 Agosto in piazza della Vittoria con la presenza dei leaders dei tre sindacati (con in più. Landini della Fiom) e che auspicavano il mantenimento della produzione e della occupazione anche durante la bonifica fu clamorosamente interrotta da un gruppo di manifestanti, giunti su una "apecar", che con l'ausilio di fumogeni, uova e verdure, contestarono vivacemente l'oratore di turno (in quel momento Landini), facendo di fatto interrompere la manifestazione che continuò, soltanto più tardi dopo che "i ,maniifestanti dell'apecar" erano stati allontanati.
Il leader carismatico di questo movimento è l'operaio dell'ILVA Cataldo Ranieri.




Venerdì 17 Agosto arriveranno a Taranto i ministri dell’ambiente e delle attività produttive, Corrado Clini e Corrado Passera, che incontreranno in prefettura il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, i rappresentanti degli enti locali e quasi certamente il procuratore della Repubblica, Franco Sebastio. Staranno ad aspettarli un corteo di protesta, voluto dal 'Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti' e da altre associazioni.

Alla testa del corteo – ci sarà proprio  l’Apecar sulla quale salirà l’operaio dell’Ilva Cataldo Ranieri, portavoce carismatico del comitato.
“Sarà una manifestazione pacifica – sottolinea Ranieri – e questo lo dirò subito a tutti attraverso l’impianto stereo montato sull'Apecar”.


Vogliamo solo ribadire - racconta Ranieri – che non possono più continuare a venderci come hanno fatto per 50 anni. Noi abbiamo deciso di dire basta: Taranto va difesa e salvata dall’inquinamento industriale”.

Mentre parla stringe in mano il volantino fresco di stampa che 300-400 persone stanno distribuendo in città per dire alla cittadinanza che alle 8,30 del 17 agosto un “grande” corteo si muoverà da Piazza Castello (sede del Municipio), attraverserà il ponte girevole e arriverà davanti alla prefettura (se sarà permesso) oppure nella vicina piazza della Vittoria.

N.B. Queste note, riportano le posizioni di tutte le parti; occorre quindi ribadire che chi sta dalla parte di chi NON VUOLE la chiusura dell'aria a caldo e contesta la decisione del Gip non è affatto "servo del padrone", né tantomeno "noncurante" dell'ambiente. Questi operai esprimono grandi preoccupazioni per il loro avvenire lavorativo ed auspicano, giustamente, una soluzione meno "drastica". (leodelg)