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giovedì 2 agosto 2012

ILVA: Disordini durante la Manifestazione del 2 Agosto


"Contromanifestanti" dei Cobas vicino agli ambientalisti,
contestano i sindacati, "rei di difendere Riva ma non l'ambiente"

(Abstract da "il nuovo quotidiano di puglia")
La manifestazione di Taranto del 2 Agosto, contro la chiusura dell'ILVA.

Le ragioni dei contestatori. «Questi sindacati non ci rappresentano». Lo ha detto uno dei contestatori, operaio dell'Ilva, che hanno interrotto il comizio dei segretari confederali e dei metalmeccanici a Taranto. «Hanno tirato il peggio di noi, il peggio di questa città. In quella fabbrica - ha aggiunto - non ci sono diritti, non c'è dignità. C'è abbandono totale. Noi conosciamo i nostri problemi e chi ci rappresenta. Se un segretario interviene a un'assemblea manifestando solidarietà a otto persone che ci hanno sottomessi, perseguitati, minacciati e avvelenati - ha concluso il lavoratore - è un sindacato che non conosce i nostri diritti o è troppo assoggettato all'azienda»





Dopo la partenza, attorno alle nove da due punti differenti della città,  due cortei si sono riuniti in piazza della Vittoria dove dal palco hanno cominciato a parlare i leader sindacali, prima Angeletti, poi Bonanni.

Dopo pochi minuti dall'inizio dell'intervento di Landini (della FIOM) , nella piazza hanno fatto incursione un centinaio di contromanifestanti che, a bordo di un Apecar da cui venivano diffusi fumogeni colorati, si sono fatti largo nella piazza tentando di raggiungere il palco.
Le forze dell'ordine sono riuscite a bloccarli, ma nel frattempo l'alimentazione dell'impianto di amplificazione è stata interrotta e il comizio è stato sospeso.

Dopo avere letto un volantino contro i sindacati, accusati di essere troppo vicini all'Ilva, e di non difendere la salute di cittadini e lavoratori, i contestatori si sono allontanati e il comizio è ripreso con l'intervento conclusivo di Susanna Camusso.


Tutti i leader sindacali hanno detto all'unisono che è possibile e si deve «coniugare lavoro e ambiente» e che non si può pensare di risanare una fabbrica facendola chiudere. «Non accetteremo per nessuna ragione la chiusura - ha detto Angeletti - e se chiuderanno non staremo in silenzio ma staremo in piazza». «È impensabile che si possano perdere ventimila posti di lavoro - ha detto Bonanni - Questa manifestazione vuole richiamare l'attenzione su un'emergenza nazionale». «Non si risana un impianto chiudendolo - ha detto Camusso - e per non contrapporre lavoro a salute bisogna continuare ad investire».


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