‘Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti' (meglio conosciuto come "movimento dell'apecar"), |
Cataldo
Ranieri leader del movimento ‘comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti" (meglio conosciuto come "movimento dell'apecar"), è riuscito a coordinare ed unire i vari comitati ambientalisti diventando il "simbolo" della protesta "antinquinamento".
Taranto – Sono in mille ad
essere scesi in piazza per parlare dell’Ilva e di tumori il 12 Agosto.
Mille persone decise
a difendere la propria città, la propria vita, quella dei propri figli.
Quello
che non ti saresti mai aspettato, è che a capeggiare la protesta sia un
operario che lavora all’Ilva da 15 anni.
Lui ti aspetti di trovarlo a
protestare contro il sequestro dello stabilimento, non contro i veleni che per
anni ha emesso quel posto dal quale dipende la sua sopravvivenza economica.
Una scelta difficile. Contraria
a quanto qualsiasi piccolo uomo legato soltanto alle sue necessità farebbe.
Non chiamatelo "capopopolo",
potrebbe offendersi. Ma il carisma di Cataldo Ranieri, operaio dell’Ilva di 42
anni, è tipico di chi le battaglie ha deciso di farle sul serio e non certo
contro la magistratura ma per difendere dall’inquinamento industriale la sua
città.
Lui, addetto agli impianti marittimi del siderurgico tarantino, che –
dice – da «tre anni sono sotto sequestro con facoltà d’uso», è in grado di parlare alla
gente, di scandire quelle parole che la politica ha smesso da tempo di
pronunciare.
È capace pure di emozionarsi. I
cittadini lo sanno e lo seguono, come un capopopolo. Per questo oggi pomeriggio
Ranieri e gli aderenti al ‘comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti",
del quale l’operaio è portavoce, sono
riusciti a portare nella centralissima piazza della Vittoria circa mille
persone.
E' la piazza a mormorare
che finalmente qualcosa si muove e che l’anello di congiunzione tra i vari
comitati e associazioni è proprio questo ragazzone biondo che si consegna alla
folla, alle telecamere e ai flash con ciabatte infradito, bermuda e t-shirt.
Per
spiegare subito di che pasta è fatto dice di essere «politicamente
indipendente», di lavorare all’Ilva da 15 anni, di avere due figli maschi di 9
e 13 anni e aver un mutuo sulle spalle da 650 euro al mese che finirà di pagare
tra 25 anni.
Quindi, è uno che ha certamente bisogno di lavorare per vivere.
Ma dice di essere felice di
«avere finalmente rotto le catene» per dire alla gente «che i politici hanno
tradito i tarantini perchè non sono mai intervenuti per fermare l’Ilva che
avvelena Taranto», e ai suoi colleghi «che non si può barattare un posto di
lavoro con la salute dei nostri figli».
Ranieri è il primo a parlare
alla folla, poi interverranno gli aderenti ad altri comitati. Ma quello che
subito balza all’attenzione è la voglia dei tarantini di dire basta. Infatti,
non si era mai vista una piazza acclamare a squarciagola come si fa allo stadio
il nome di un giudice, il gip Patrizia Todisco, che ha deciso di sequestrare le
aree a caldo dell’Ilva e che ha avuto il coraggio di ribadire che gli impianti
vanno fermati.
Al magistrato la folla ha
riservato anche un applauso scrosciante. «Mentre fino a qualche mese fa – ha
detto Ranieri – si invitava la magistratura a fare il proprio dovere
sull’inquinamento provocato dall’Ilva, ora ci sono attacchi anche politici a un
giudice che ha fatto solo il suo dovere». «La gente – sottolinea l’operaio – sa
che la classe politica che finora ci ha rappresentato qui a Taranto ci ha
tradito e non è mai intervenuta per fermare l’Ilva che avvelena la città».
Bacchettate non sono mancate al
governo che ha deciso di inviare a Taranto il 17 agosto prossimo tre ministri.
«Vengono – dice Ranieri, a cui fanno eco gli esponenti di altri comitati – per
tutelare gli interessi dell’Ilva: noi, tre ministri, li avremmo voluti qui a
Taranto per i bambini del rione Tamburi intubati in ospedale perchè ammalati di
tumore».
(ANSA).Ultime notizie sul movimento "apecar"
Il furgoncino Ape, considerato il simbolo del risveglio di Taranto, il mezzo su cui sono saliti gli operai per interrompere la manifestazione dei sindacati il 2 agosto a Taranto, domani (venerdi 17 Agsto), non potrà essere presente al corteo.
Il questore di Taranto che ha vietato la protesta in programma domani, giorno dei rappresentanti del Governo in città, vicino alla prefettura ha anche «interdetto l’utilizzo del mezzo». (mah, mi sembra che si stia cadendo nel ridicolo)
«Il nostro Apecar viene definito nell’ordinanza un pericolo per l'incolumità pubblica», sottolinea Cataldo Ranieri, diventato suo malgrado il leader del comitato 'Cittadini e lavoratori liberi pensanti".
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