Il presidente dell'ILVA Bruno Ferrante |
ILVA E IL RIESAME: Produzione ammessa o no?
Il dispositivo della sentenza, pur essendo troppo "sintetico", lascia optare per un blocco della produzione, anche senza esplicitarlo, ma confermando la validità dell'ordinanza del GIP nelle parti "non annullate" da questa ordinanza. Gli ambientalisti interpretano tale ordinanza come una conferma del blocco della produzione, mentre (sia pure con qualche dubbio), il presidente dell'ILVA è di parere opposto.
Intanto diamo conto del testo dell'ordinanza del riesame:
Il
tribunale [omissis]
Annulla
l’applicazione della misura cautelare (dei
dirigenti ..)
Conferma
l’ordinanza impugnata (i domiciliari)
nei confronti di Riva Nicola, Riva Emilio e Capogrosso Luigi.
In parziale modifica del decreto di sequestro preventivo
impugnato, ferma restando la nomina degli ingegneri ...
Nomina custode delle aree e degli impianti in sequestro altresì, il dott. Bruno Ferrante nella sua qualità di presidente del C.d.A e di legale rappresentante dell’ILVA s.p.a revocando a nomina del dott. Mario Tagarelli.
Dispone che i custodi garantiscano la sicurezza degli impianti e li utilizzino in funzione della realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo e della attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti.
Nomina custode delle aree e degli impianti in sequestro altresì, il dott. Bruno Ferrante nella sua qualità di presidente del C.d.A e di legale rappresentante dell’ILVA s.p.a revocando a nomina del dott. Mario Tagarelli.
Dispone che i custodi garantiscano la sicurezza degli impianti e li utilizzino in funzione della realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo e della attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti.
Conferma nel resto, il decreto impugnato.
Ora il parere degli ambientalisti
(corgiorno 8 Agosto 2012)
Angelo Bonelli:
Angelo Bonelli, leader dei verdi e consiglere comunale a Taranto |
«Il Tribunale del Riesame sulla vicenda Ilva ha confermato l’impianto accusatorio della Procura e la gravità di una emergenza ambientale e sanitaria senza precedenti. Dal nostro punto di vista, che si basa sulle perizie della procura, la cokeria risulta incompatibile con la salute dei cittadini che dovrebbe essere il primo bene da tutelare».
Lo dichiara il presidente dei Verdi Angelo Bonelli che è anche consigliere comunale a Taranto.
A giudizio dell’ambientalista: «Il governo con le parole del ministro Clini e di Passera continua a sottovalutare la gravità della situazione sanitaria di Taranto dove secondo la procura ci si “ammala e si muore” di inquinamento. Le prescrizioni dei magistrati sono state confermate integralmente e quindi la produzione va sospesa». Secondo Bonelli, «il governo farebbe bene a predisporre un piano di conversione industriale come è avvenuto a Pittsburgh e a Bilbao, città che hanno cambiato il proprio modello economico, che hanno vinto la battaglia contro l’inquinamento e ora rappresentano delle eccellenze per innovazione e qualità della vita».
Il leader dei Verdi si sofferma anche su altre vicende che riguardano il siderurgico. «Per quanto riguarda la situazione dell’Ilva ci sono altri aspetti su cui chiederemo l’intervento della magistratura – conclude Bonelli – in particolare presenteremo un esposto sulla mancata messa in sicurezza della falda sulla quale, a norma del Dlgs 152/2006, bisognava intervenire».
Della stessa opinione sono anche Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink e Fabio Matacchiera secondo i quali «l’ordinanza del Tribunale del Riesame non autorizza l’Ilva a continuare a produrre. Pertanto nei prossimi giorni l’azienda dovrà cessare la produzione, mantenere gli impianti in stand-by e avviare i lavori tecnici per eliminare le situazioni di pericolo». «Una interpretazione letterale – continuano gli ambientalisti – non consente equivoci in quanto non si parla mai di facoltà d’uso per produrre ma per realizzare misure tecniche che eliminino situazioni di pericolo.
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Di parere opposto (e non poteva essere che così) l'attuale presidente dell'ILVA dott. Ferrante:
Il Tribunale ha
scritto poche righe. Il provvedimento è ancora oggetto di valutazione da
parte dei legali dell’Ilva. Lo sarà anche nei prossimi giorni quando
saranno rese note le motivazioni che hanno ispirato la decisione dei
giudici Antonio Morelli, Rita Romano e Benedetto Ruberto. «Valuteremo il
provvedimento – commenta a caldo Ferrante – anche se ci rassicurano le
parole in cui si fa riferimento all’utilizzo degli impianti, alla loro
messa in sicurezza e agli interventi per l’ambientalizzazione».
«Il nostro compito – ha detto Ferrante – è quello di fare sintesi tra le diverse istanze e le diverse valutazioni che riguardano la sicurezza degli impianti e l’impatto ambientale. Tra le indicazioni che emergono dalle perizie, dal tavolo tecnico con Governo e Regione e da quanto emergerà in sede di nuova Autorizzazione integrata ambientale. Da tutto questo scaturirà un ventaglio di iniziative che va nella direzione indicata dal provvedimento del giudice del Riesame con l’obiettivo della messa in sicurezza degli impianti».
E ora, cosa accadrà? Il manager e custode degli impianti, è certo del fatto che «la produzione proseguirà. Lo stabilimento di Taranto è strategico per tutto il gruppo Riva».
Di quale autonomia decisionale godrà il manager che sarà affiancato dai tre custodi indicati dal Gip?
«Penso che queste tre persone – ha spiegato Ferrante – svolgeranno una funzione tecnica. Il mio ruolo sarà diverso anche se dovremo collaborare e lavorare insieme. Ritengo che l’Ilva non sia commissariata e che i giudici abbiano voluto dare un segnale ben preciso altrimenti avrebbero effettuate scelte diverse».
«Il nostro compito – ha detto Ferrante – è quello di fare sintesi tra le diverse istanze e le diverse valutazioni che riguardano la sicurezza degli impianti e l’impatto ambientale. Tra le indicazioni che emergono dalle perizie, dal tavolo tecnico con Governo e Regione e da quanto emergerà in sede di nuova Autorizzazione integrata ambientale. Da tutto questo scaturirà un ventaglio di iniziative che va nella direzione indicata dal provvedimento del giudice del Riesame con l’obiettivo della messa in sicurezza degli impianti».
E ora, cosa accadrà? Il manager e custode degli impianti, è certo del fatto che «la produzione proseguirà. Lo stabilimento di Taranto è strategico per tutto il gruppo Riva».
Di quale autonomia decisionale godrà il manager che sarà affiancato dai tre custodi indicati dal Gip?
«Penso che queste tre persone – ha spiegato Ferrante – svolgeranno una funzione tecnica. Il mio ruolo sarà diverso anche se dovremo collaborare e lavorare insieme. Ritengo che l’Ilva non sia commissariata e che i giudici abbiano voluto dare un segnale ben preciso altrimenti avrebbero effettuate scelte diverse».
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