Ieri 10 Agosto
Il GIP Patrizia Todisco, ha disposto lo STOP alla produzione dell'aria a caldo. L'ILVA presenta ricorso ai giudici del riesame.
(dal "Quotidiano di Puglia" del 11 Agosto 2012)
TARANTO - L'Ilva dovrà risanare gli impianti dell'area a caldo sequestrati per disastro ambientale ma «senza prevedere alcuna facoltà d'uso» degli stessi «a fini produttivi». Lo ha disposto il gip di Taranto Patrizia Todisco in un provvedimento notificato ieri all'Ilva nel quale si specifica anche il ruolo dei custodi giudiziari.
Il ricorso. Il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, ha dato mandato di «impugnare immediatamente» dinanzi al Riesame il provvedimento del gip di Taranto notificato ieri. Lo rende noto l'azienda con un comunicato. Ferrante ha «convocato il consiglio di amministrazione della società per le determinazioni conseguenti».
Le parole del gip. «In adempimento di quanto disposto dallo stesso Tribunale del Riesame», si sollecita l'adozione, da parte dei custodi giudiziari, di «tutte le misure tecniche necessarie a scongiurare il protrarsi delle situazioni di pericolo e ad eliminare le stesse». Lo ribadisce il gip di Taranto nel provvedimento notificato ieri ai legali dell'Ilva dai carabinieri del Noe di Lecce. Custodi e amministratori dovranno trasmettere al gip relazioni settimanali sull'attività svolta.
Grave situazione ambientale. Il sequestro preventivo degli impianti dell'area a caldo dell'Ilva «è, e non può che essere, funzionale alla tutela delle esigenze preventivo-cautelari indicate dalla legge», e in particolare «della grave ed attualissima situazione di emergenza ambientale e sanitaria in cui versa il territorio di Taranto». Lo scrive il gip del tribunale di Taranto Patrizia Todisco nel provvedimento con il quale oggi ha ribadito che il risanamento degli impianti dovrà avvenire senza che questi vengano utilizzati per produrre acciaio. La situazione di emergenza ambientale, ricorda il gip, è imputabile «alle emissioni inquinanti (convogliate, diffuse e fuggitive) dello stabilimento Ilva spa e, segnatamente, di quegli impianti e aree del Siderurgico sottoposti a vincolo cautelare».
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