GIUSEPPE BARBALINARDO: Barbaros Polemos (Guerra Barbara)
Un libro fondamentale per conoscere l’antica Storia di Taranto, la sua
fondazione e i suoi fondatori.
IL MOTIVO DI QUESTE RIGHE.
Queste righe non intendono costituire una “recensione”
di questa interessante opera, bensì uno stimolo per i “comuni lettori” che ancora non l’abbiano ancora letto, perché è sì, un libro rigoroso,
frutto di studi e ricerche di mesi e forse anche di anni, ma è anche piacevolmente leggibile, anche da chi
non abbia dimestichezza con questo tipo di argomenti.
A questi “ultimi lettori” e solo a questi, mi permetto di dar loro, delle “dritte”.
Ed ancora: queste righe si propongono di far conoscere all’autore “la prima
impressone a caldo di un “lettore comune”; spero, costituisca una utile “seconda voce”, oltre a quella di
critici e studiosi, cultori di questi argomenti.
IL LIBRO.
Il libro, rivela una caratteristica che in pubblicazioni analoghe si riscontra
davvero di rado:
Barbalinardo, per passione, per amore della sua città e per ragioni accademiche
ha “esplorato” quasi TUTTE le fonti storiche che riguardavano Taranto e la sua
storia e TUTTI gli “Oracoli”, per prima quello di Delfi.
Ed ora … L’ESSENZA
E L’UNICITÀ dell’opera di questo giovane storico, professionista e scrittore: Giuseppo
Barbalinardo, non si è limitato ad elencare fonti DIVERSE con descrizioni di fatti storici corrispondenti ma le ha confrontate in modo “critico”, rilevandone
eventuali contraddizioni.
Dopo averle esaminate e confrontate con altre corrispondenti documentate fonti,
ha dato un suo giudizio obiettivo e .. malgrado la modestia con cui lo abbia esposto,
lo stesso giudizio è risultato inoppugnabile dal lato logico e documentale.
Insomma una “revisione” di alcuni particolari storici resa possibile dalla
meticolosa ricerca “a monte”.
Da semplice lettore e appassionato di storia locale potrei azzardare che per
quel che riguarda la Storia Antica di Taranto (dalla sua fondazione al V secolo
A.C.) questa, sia una delle più precise ed esaurienti opere esistenti.
LA PRESENTAZIONE
Il successo della presentazione del libro, inteso come presenza di cittadini, di successo
di vendita, di appropriato e colto dibattito finale, a mio modesto parere è dovuto
sì, all’intrigante contenuto del libro stesso e dalla interessante esposizione
fatta dall’autore, ma anche alla presenza di uno straordinario gruppo Socio-Culturale-Ambientale,
“LE
GAMBE DI MAZINGA” (andate su Facebook o Instagram per saperne di più) i cui
soci sono stati parte attiva in questa presentazione, principalmente nel dibattito finale e, perché no, contribuendo al tutto esaurito dei volumi disponibili.
Uno di loro, MARCELLO STICCHI, è stato il mediatore-presentatore di questo
incontro, stimolando l’autore a parlare del backstage
(scusate la parolaccia), ovvero, dei retroscena che hanno portato lo stesso
autore ad accingersi alla realizzazione di quest’opera e stimolandolo a fare un “parallelo” tra i problemi antichi di Taranto e quelli che l’attanagliano
attualmente.
Il “duetto” tra l’autore e Sticchi è stato avvincente: l’uno degno dell’altro.
Complimenti ad entrambi.
Una presentazione straordinaria.
LA PARTE ESSENZIALE DELLA PRESENTAZIONE TERMINA QUI.
I più coraggiosi e quelli che “hanno
tempo da perdere”, possono scorrere il testo che segue, avvertendo che parte
dello stesso testo si occupa di dettagli conosciuti ai più ed ignoti soltanto, a chi avesse dimenticato le vicende dell’antica
storia greca.
1) I RAPPORTI TRA GLI
SPARTANI E I NATIVI.
Dal lato storico è importante riportare ciò che scrive l’autore, a proposito dei
rapporti venutisi a creare tra gli spartani
(parteni: tra poco vi dirò chi erano e
sorriderete) e i nativi,
Japigi-messapici, dopo l’approdo presso
Saturo.
Gli spartani, dopo l'approdo, non mossero guerra aperta contro i nativi, pur
non mancando tra loro, tensioni e
scorribande reciproche.
Le cronache, parlano di scontri, quasi un gioco di tiro alla fune tra loro, con alterni successi e disastri, alternati a periodi di non
belligeranza.
2) SCARAMUCCE E GUERRE BARBARE.
Tra la fine del VI secolo e inizio V
secolo A.C. i “nostri” scorretti avi si macchiarono però di odiose razzie a
danno dei nativi, oltraggiando donne, ragazzi e ragazze (e non dico altro), “suscitando
anche, l’ira degli dei”.
Dopo numerose di queste orribili “spedizioni”, gli Japigi-Messapici, si
coalizzarono, formando un esercito di 20 mila uomini ed inflissero a Taranto e ai
suoi alleati reggini la più disastrosa
sconfitta dalla sua fondazione con migliaia e migliaia di vittime.
Descrivendo questa battaglia, i luoghi degli scontri e tanto ancora, l’autore, ha
limato tante contraddizioni delle decine di fonti utilizzate, arrivando ad una
sintesi logica e credibile.
3) COSA ERANO GLI ORACOLI PIÙ VOLTE
CITATI IN QUESTO VOLUME?
Erano importanti Istituzioni Religiose i cui “responsi” erano tenuti in
assoluta considerazione da governati e condottieri prima di ogni azione
importante.
Facciamo l’esempio di quello del Tempio di Delfi: era guidato da una sacerdotessa (la Pizia) ma
erano coinvolti anche sacerdoti ed atre sacerdotesse.
Quando la Pizia doveva dare un responso, cadeva in “trance”, in una sorta di stato ipnotico; in questo
stato, il dio Apollo le suggeriva
consigli da trasmettere a chi l’aveva consultata.
Perché il resoconto degli antichi Oracoli, sono stati utili alle ricerche storiche
di Barbalinardo, considerando che i loro
responsi erano spesso misteriosi e, secondo il metro di giudizio
moderno, poco affidabili?
Perché, gli Oracoli stessi, impersonati dalla Pizia e dai suoi consiglieri, oltre a
fornire “profezie e consigli divini” erano spesso considerati custodi di una
saggezza antica e di CONOSCENZE TRAMANDATE ORALMENTE DA GENERAZIONI. Ecco il
punto!!!
L’intelligente autore Barbalinardo, valutando questi contenuti TRAMANDATI e confrontando tra loro i
vaticini di diversi Oracoli riguardanti
lo stesso periodo storico, ne ha dedotto una sintesi che se non proprio
storicamente inoppugnabile è risultata molto affidabile.
Stesso metodo, ha usato l’autore, nell’esaminare le vicende, del V secolo A.C. quando, assieme agli Oracoli ha potuto avere a disposizione fonti
storiche più attendibili, sia pure, spesso contrastanti tra loro.
Un “Oracolo”, espresso in forma misteriosa, coinvolse Falanto che guidava i “Parteni”.
In partenza per la spedizione che aveva l’obiettivo di fondare la nuova città, l'Oracolo di Delfi aveva sancito che Falanto, avrebbe fondato la città nella terra degli Japigi, quando egli avesse visto cadere la pioggia da un cielo sereno e senza nuvole.
Povero Falanto! la “missione” non si concretizzava! durante un momento di sconforto, la moglie addolorata, con Falanto addormentato sul suo grembo, pianse per lui, calde lacrime “a pioggia” che inondarono il viso dello stesso Falanto.
Ecco!! si era avverata “la pioggia-lacrime” della previsione e la fondazione di Taranto fu possibile.
Che ve ne pare?
5) CHI ERANO I PARTENI CHE APPRODARONO A SATURO GUIDATI DA FALANTO?
Se qualcosa sembrerà strano a qualche lettore neofito come chi scrive, non preoccupatevi: siete in buona compagnia.
Gli spartani avevano mosso guerra contro Messene perché i loro abitanti, i messeni avevano ucciso con un inganno il re spartano.
Dopo dieci anni di guerra, le donne di Sparta in grande assemblea, mandarono un loro messaggero ai loro congiunti a Messene: “Le conseguenze di questa lunga guerra si fanno sentire a Sparta; qui non vi sono più nascite e la città rischia di rimanere senza abitanti giovani, mentre a Messene, le nascite sono come prima”.
(Il fatto che le stesse donne di Sparta autrici del messaggio, vivessero come vedove non veniva nemmeno sfiorato nel “messaggio stesso).
La decisione dei combattenti spartani non si fece attendere; mandarono i loro guerriglieri più giovani e forti, a Sparta (quelli che da ragazzini avevano accompagnato gli adulti nella spedizione) e IMPOSERO loro, di andare in Patria e fecondare TUTTE le ragazze vergini (… TUTTE e non solo le consenzienti ).
Il pasticcio quale fu? Che, a guerra finita, (dopo 19 anni di combattimenti), agli individui nati da questa “spedizione di rientro” non furono riconosciuti gli stessi diritti degli altri, perché NATI FUORI DAL MATRIMONIO e quindi “illegittimi”.
Bella logica e bel “premio” per le giovanette e giovani guerrieri che si erano prestati ... per “amor patrio” (o quasi).
Fatto sta che questi spartani "illegittimi", forse per ripicca per questa “ingiustizia” e forse per ambizione, stimolati dal loro leader Falanto (appunto, quello delle lacrime) decisero di fondare una città nella Terra degli Japigi (giusto il responso dell'Oracolo).
CONCLUSIONE
Che dire?
Ottimo libro, rigoroso, accurato e scientifico.
L’autore, districandosi tra Oracoli (anche di fatti tramandati), leggende e resoconti storici diversi, ha posto una pietra miliare importante nella Storia di Taranto dalla sua fondazione al V secolo A.C.
UN LIBRO INDISPENSABILE PER I CULTORI DELLA STORIA DI TARANTO.