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venerdì 3 gennaio 2025

BARBAROS POLEMOS. STORIA DI TARANTO DALLA SUA FONDAZIONE FINO A V SECOLO A.C. UN LIBRO FONDAMENTALE DI GIUSEPPE BARBALINARDO.

 GIUSEPPE BARBALINARDO: Barbaros Polemos (Guerra  Barbara)

Un libro fondamentale per conoscere l’antica Storia di Taranto, la sua fondazione e i suoi fondatori.


IL MOTIVO DI QUESTE RIGHE.
Queste righe non intendono costituire una “recensione” di questa interessante opera, bensì uno stimolo per i  “comuni lettori” che ancora non l’abbiano ancora letto,  perché è sì, un libro rigoroso, frutto di studi e ricerche di  mesi e forse anche di anni,  ma  è anche piacevolmente leggibile, anche da chi non abbia dimestichezza con questo tipo di argomenti.
A questi “ultimi lettori” e solo a questi, mi permetto di dar loro, delle “dritte”.  

Ed ancora: queste righe si propongono di far conoscere all’autore “la prima impressone a caldo di un “lettore comune”;  spero, costituisca  una utile “seconda voce”, oltre a quella di critici e studiosi, cultori di questi argomenti.  

IL LIBRO.
Il libro, rivela una caratteristica che in pubblicazioni analoghe si riscontra davvero di rado:
Barbalinardo,  per passione, per amore della sua città e per ragioni accademiche ha “esplorato” quasi TUTTE le fonti storiche che riguardavano Taranto e la sua storia e TUTTI gli “Oracoli”, per prima quello di Delfi.  

Ed ora … L’ESSENZA E L’UNICITÀ dell’opera di questo giovane storico, professionista e scrittore: Giuseppo Barbalinardo, non si è limitato ad elencare fonti DIVERSE con descrizioni di fatti storici corrispondenti ma le ha confrontate in modo “critico”, rilevandone eventuali contraddizioni.


Dopo averle esaminate e confrontate con altre corrispondenti documentate fonti, ha dato un suo giudizio obiettivo e .. malgrado la modestia con cui lo abbia esposto, lo stesso giudizio è risultato inoppugnabile dal lato logico e documentale.
Insomma una “revisione” di alcuni particolari storici resa possibile dalla meticolosa ricerca “a monte”.

Da semplice lettore e appassionato di storia locale potrei azzardare che per quel che riguarda la Storia Antica di Taranto (dalla sua fondazione al V secolo A.C.) questa, sia una delle più precise ed esaurienti opere esistenti. 


LA PRESENTAZIONE
Il successo della presentazione del libro, inteso come presenza di cittadini, di successo di vendita, di appropriato e colto dibattito finale, a mio modesto parere è dovuto sì, all’intrigante contenuto del libro stesso e dalla interessante esposizione fatta dall’autore, ma anche alla presenza di uno straordinario gruppo Socio-Culturale-Ambientale,  “LE GAMBE DI MAZINGA” (andate su Facebook o Instagram per saperne di più) i cui soci sono stati parte attiva in questa presentazione, principalmente nel dibattito finale e,  perché no, contribuendo al tutto esaurito dei volumi disponibili.

Uno di loro,  MARCELLO STICCHI, è stato il mediatore-presentatore di questo incontro,  stimolando l’autore a parlare  del backstage (scusate la  parolaccia), ovvero, dei retroscena che hanno portato lo stesso autore ad accingersi alla realizzazione di quest’opera e stimolandolo a fare un “parallelo” tra i problemi antichi di Taranto e quelli che l’attanagliano attualmente.

Il “duetto” tra l’autore e Sticchi è stato avvincente: l’uno degno dell’altro.
Complimenti ad entrambi.
Una presentazione straordinaria.  


LA PARTE ESSENZIALE DELLA PRESENTAZIONE TERMINA QUI.
I più coraggiosi e quelli che “hanno tempo da perdere”, possono scorrere il testo che segue, avvertendo che parte dello stesso testo si occupa di dettagli conosciuti ai più ed ignoti soltanto,  a chi avesse dimenticato le vicende dell’antica storia greca.

1) I RAPPORTI TRA GLI SPARTANI E I NATIVI.
Dal lato storico è importante riportare ciò che scrive l’autore,  a proposito dei rapporti venutisi a creare  tra gli spartani (parteni:  tra poco vi dirò chi erano e sorriderete)  e i nativi, Japigi-messapici,  dopo l’approdo presso Saturo.

Gli spartani, dopo l'approdo, non mossero guerra aperta contro i nativi, pur non mancando tra loro,  tensioni e scorribande reciproche.  

Le cronache,  parlano di scontri, quasi un gioco di tiro alla fune tra loro, con alterni successi e disastri, alternati a periodi di non belligeranza.

2) SCARAMUCCE E GUERRE BARBARE.
Tra la  fine del VI secolo e inizio V secolo A.C. i “nostri” scorretti avi si macchiarono però di odiose razzie a danno dei nativi, oltraggiando donne, ragazzi e ragazze (e non dico altro), “suscitando anche, l’ira degli dei”.

Dopo numerose di queste orribili “spedizioni”, gli Japigi-Messapici, si coalizzarono, formando un esercito di 20 mila uomini ed  inflissero a Taranto e ai suoi alleati reggini  la più disastrosa sconfitta dalla sua fondazione con migliaia e migliaia di vittime.

Descrivendo questa battaglia, i luoghi degli scontri e tanto ancora, l’autore, ha limato tante contraddizioni delle decine di fonti utilizzate, arrivando ad una sintesi logica e credibile.



3) COSA  ERANO GLI ORACOLI PIÙ VOLTE CITATI IN QUESTO VOLUME?
Erano importanti Istituzioni Religiose i cui “responsi” erano tenuti in assoluta considerazione da governati e condottieri prima di ogni azione importante.

Facciamo l’esempio di quello del Tempio di Delfi:  era guidato da una sacerdotessa (la Pizia) ma erano coinvolti anche sacerdoti ed atre sacerdotesse.

Quando la Pizia doveva dare un responso, cadeva in “trance”,  in una sorta di stato ipnotico; in questo stato,  il dio Apollo le suggeriva consigli da trasmettere a chi l’aveva consultata.

Perché il resoconto degli antichi Oracoli, sono stati utili alle ricerche storiche di Barbalinardo,  considerando che i loro  responsi erano  spesso misteriosi e, secondo il metro di giudizio moderno, poco affidabili?
Perché, gli Oracoli stessi, impersonati dalla Pizia e dai suoi consiglieri, oltre a fornire “profezie e consigli divini” erano spesso considerati custodi di una saggezza antica e di CONOSCENZE TRAMANDATE ORALMENTE DA GENERAZIONI. Ecco il punto!!!

L’intelligente autore Barbalinardo, valutando questi  contenuti TRAMANDATI e confrontando tra loro i vaticini di  diversi Oracoli riguardanti lo stesso periodo storico, ne ha dedotto una sintesi che se non proprio storicamente inoppugnabile è risultata molto affidabile.

Stesso metodo, ha usato  l’autore, nell’esaminare le vicende, del V secolo A.C.  quando, assieme agli Oracoli ha potuto avere a disposizione fonti storiche più attendibili, sia pure, spesso contrastanti tra loro. 

4) FALANTO E LO STRANO ORACOLO DI DELFI
Un “Oracolo”,  espresso in forma misteriosa,  coinvolse Falanto che guidava i “Parteni”.
In partenza per la spedizione che aveva l’obiettivo di fondare la nuova città, l'Oracolo di Delfi aveva sancito che Falanto, avrebbe fondato la città nella terra degli Japigi, quando egli avesse visto cadere la pioggia da un cielo sereno e senza nuvole.

Povero Falanto!  la “missione” non si concretizzava!  durante un momento di sconforto, la moglie addolorata, con Falanto addormentato sul suo grembo, pianse per lui, calde lacrime “a pioggia” che inondarono il viso dello stesso Falanto.
Ecco!!  si era avverata “la pioggia-lacrime” della previsione e la fondazione di Taranto fu possibile.
Che ve ne pare?




5) CHI ERANO I PARTENI CHE APPRODARONO A SATURO GUIDATI DA FALANTO?
Se qualcosa sembrerà strano a qualche lettore neofito come chi scrive, non preoccupatevi: siete in buona compagnia.
Gli spartani avevano mosso guerra contro Messene  perché i loro abitanti, i messeni avevano ucciso con un inganno il re spartano.

Dopo dieci anni di guerra,  le donne di Sparta in grande assemblea, mandarono un loro messaggero ai loro congiunti a Messene: Le conseguenze di questa lunga guerra si fanno sentire a Sparta; qui non vi sono più nascite e la città rischia di rimanere senza abitanti giovani, mentre a Messene, le nascite sono come prima”.

(Il fatto che le stesse donne di Sparta autrici del messaggio,  vivessero come vedove non veniva nemmeno sfiorato nel “messaggio stesso).

La decisione dei combattenti spartani non si fece attendere; mandarono i loro guerriglieri più giovani e forti, a Sparta (quelli che da ragazzini avevano accompagnato gli adulti nella spedizione)  e IMPOSERO loro, di andare in Patria e  fecondare TUTTE le ragazze vergini  (… TUTTE  e non solo le consenzienti ).

Il pasticcio quale fu? Che, a guerra finita, (dopo 19 anni di combattimenti),  agli individui nati da questa “spedizione di rientro” non furono riconosciuti gli stessi diritti degli altri, perché NATI FUORI DAL MATRIMONIO e quindi “illegittimi”.

Bella logica e bel “premio” per le   giovanette e giovani guerrieri che si erano prestati ... per “amor patrio” (o quasi).

Fatto sta che questi spartani "illegittimi", forse per ripicca per questa “ingiustizia” e forse per ambizione, stimolati dal loro leader Falanto (appunto, quello delle lacrime) decisero di fondare una città nella Terra degli Japigi (giusto il responso dell'Oracolo).

CONCLUSIONE
Che dire?
Ottimo libro, rigoroso, accurato e scientifico.
L’autore, districandosi tra Oracoli (anche di fatti tramandati), leggende e resoconti  storici diversi, ha posto una pietra miliare importante nella Storia di Taranto dalla sua fondazione al V secolo A.C.

UN LIBRO INDISPENSABILE PER I CULTORI DELLA STORIA DI TARANTO.