SOGNI E ALTIFORNI. Il bel romanzo, scritto a "quattro mani" dalla nostra concittadina CRISTINA DE VITA e da GORDIANO LUPI.
La bella kermesse estiva, delle manifestazioni Culturali di Statte Estate è terminata.
Due grandi eventi erano, solo apparentemente, sfuggiti al mio blog-diario personale perché c'era e c'è l'intenzione di dar loro un risalto particolare: uno era il Festival del Cortometraggio dei MoonWatchers, di cui ci occuperemo tra qualche giorno e, appunto, la presentazione dello straordinario libro "Sogni ed Altiforni" scritto dalla nostra concittadina Cristina De Vita a "quattro mani" con l'altro autore Gordiano Lupi.
Ed ecco, sul mio diario ... le mie impressioni ... naturalmente ... da "lettore comune".
La cattedrale di Trani, sul mare; più volte citata dal Cristina De Vita. |
SOGNI ED ALTIFORNI.
LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO
Nella serata della presentazione del libro di “Forni ed Altiforni”, in Largo Lepanto a Statte, il fatto per me sorprendente è stato lo straordinario intervento della scrittrice e coautore del libro, Cristina De Vita
La sua “chiacchierata” riguardante il suo bel libro è stata anche l'occasione per parlare di buoni sentimenti, di impegno sociale e di tanto altro ancora, da cui è emerso, tanto di sé stessa, la sua nobiltà d’animo, la sua generosità sociale, e la sua serenità interiore.
In quel momento ha sembrato svelare il suo compendio di “Così io vedo il mondo”; saggezza che lei giovane signora elargiva a noi, tra cui, molti coetanei di suo padre.
Poi, leggendo il libro, ho capito perché nella sua “chiacchierata” con noi, non vi fossero moltissimi accenni al suo libro, accenni, riferiti essenzialmente alle differenze tra le “due mani maschili” e quelle femminili, del romanzo “a quattro mani”.
Sì, non c’era bisogno di parlare del libro per due ragioni, la prima era, perché “il romanzo andava letto”; in quanto “continuo, congruente ed omogeneo racconto”; quindi, qualsiasi tentativo di “rottura” con citazione parziali, non avrebbe reso giustizia a questo piccolo gioiello.
La seconda più importante ragione era, che il romanzo rispecchiava puntualmente, quello che lei aveva affermato nella sua intrigante e bella “chiacchierata”: acqua limpida in un mondo che tanto limpido non è.
Premetto ancora una volta, che le nostre, sono sempre osservazioni da “lettori comuni” e come tali, speriamo possano rappresentare un secondo “punto di vista” , sempre utile agli autori.
Cristina De Vita Foto Web |
IL LIBRO.
Come è noto, questo libro è stato segnalato come "Candidato al Premio Strega”, il più prestigioso premio letterario italiano, passando dal vaglio dei più prestigiosi scrittori e letterati italiani.
Mi permetto, sempre da “comune lettore”, di ritenere
che il libro meriti di fare tanta "bella strada”.
Lo merita perché, anche se con due stili completamente diversi, ambedue gli autori, eccellono nella piacevolezza della forma e nella scorrevolezza, proprie dei grandi scrittori.
Lo merita perché, anche se con due stili completamente diversi, ambedue gli autori, eccellono nella piacevolezza della forma e nella scorrevolezza, proprie dei grandi scrittori.
Gordiano Lupi, scrittore affermato: stupefacente nell'arricchire con appropriate e
magistrali figure retoriche, descrizioni di fatti e più ancora di particolari “stati d’animo”.
Il “suo” mondo è eterogeneo e variegato,
c’è posto per l’amore di Debora ma anche
per la passione per il “gioco del calcio” e l’amore per la sua città; c'è posto perfino per il “mostro”, e relativo odio-amore; tutti elementi insostituibili
della "sua storia”.(Le sue tante pagine, di riferimento alla presenza tangibile di questa ex acciaieria, se lette al di fuori del contesto-romanzo, potrebbero essere attribuite al nostro "mostro" ... e mi fermo qui.)
Cristina De Vita, rivelazione assoluta come scrittrice dal “dolce stil nuovo”; la forma scorrevole, la descrizione di un “mondo”
lontano da noi, il racconto delicato di una storia d’amore, tratteggiata con una freschezza di sentimenti, hanno reso la stessa storia, confidenziale come un diario custodito in “una scatola rivestita di
velluto blu”.
In lei, l’amore ha un posto esclusivo; gli altri elementi del suo “mondo” sono complementari ma non altrettanto fondamentali.
Qui, è la poetessa che scrive in prosa ed in questa prosa, c’è tanto dei sentimenti profondi delle sue poesie.
Il tutto ci proietta in un “Piccolo Mondo Antico” forse ancora più antico degli anni di ambientazione del romanzo.
In lei, l’amore ha un posto esclusivo; gli altri elementi del suo “mondo” sono complementari ma non altrettanto fondamentali.
Qui, è la poetessa che scrive in prosa ed in questa prosa, c’è tanto dei sentimenti profondi delle sue poesie.
Il tutto ci proietta in un “Piccolo Mondo Antico” forse ancora più antico degli anni di ambientazione del romanzo.
Ma i pregi di questo romanzo non finiscono qui.
La differenza di stile e di forma, tra le due “versioni”, rende il libro attraente ed avvincente perché esprime, meglio di un articolo di psicologia comparata, il diverso modo di intendere, gli affetti e sentimenti tra l’uomo e la donna.
Forse consapevolmente e forse no, i due coautori hanno finito per accentuare questi elementi.
Il risultato è stato, davvero interessante ed inconsueto.
Personalmente, non conosco un altro romanzo scritto a quattro mani che narri di due innamorati, con le loro vite parallele, con la loro storia d’amore, raccontata da diverse angolazioni e ... con questi risultati.
“FIOR DA FIORE”
Tramonto con il “mostro”
“Il tramonto rosso sul mare e i tramonti della colata continua della Acciaieria, quel residuo ferroso maleodorante, ebbro di fascino antico, profumo di lavoro, sudore, lotte operaie, sentore di contestazioni e scioperi, licenziamenti ingiusti, fatica per andare avanti e sognare”.
“Tramonto e odore penetrante, frutto di braccia operaie, sudore di gente afferrata agli scogli che degradano al mare, prezzo da pagare per veri tramonti marini e paranze in canale a caccia di totani, nelle sere di bonaccia”.
Nella “penna” di Lupo, Debora è importante quanto il calcio e quanto la sua città ... ma ..non molto di più.
Tuttavia, quando scrive di lei è sorprendente.
“II nastro della vita non si ferma, purtroppo. Qui è buona la prima, non si girano di nuovo le sequenze venute male. So bene, l'ho perduta ancora, adesso per sempre, impossibile tornare indietro... impossibile farlo, senza riavvolgere il nastro”.
“Nel nostro rifugio di mare, il paese sotto un cielo dolce e come le piume sul ventre degli uccelli, un paesaggio imperscrutabile, al riparo da tutti i rumori del mondo, nel silenzio assoluto delle cose, nel silenzio del mare deserto. ...” ,
CRISTINA DE VITA.
Vedete la delicatezza con cui De Vita descrive l’amore totalizzante per Giovanni.
Come nasce un amore...
“Ci rivedemmo un lunedì sera, stesso percorso io, stessa panchina lui, questa volta però appena mi vide si staccò dai suoi amici e mi disse: "Buonasera signorina, posso accompagnarla a casa?” Chiaramente dissi di no e affrettai il passo, ma il cuore mi era balzato in gola e tornai a casa con le guance rossissime”
Una storia di altri tempi raccontata con grande semplicità:
"Mai avrei pensato di perdere la testa per questo ragazzone che viveva solo per il calcio; se lo avessi capito prima, sicuramente non gli avrei permesso di fare breccia nel mio cuore; tutte le volte che stavamo assieme mi sentivo una persona migliore, lui era capace di farmi sorridere sempre",
L'agognato futuro con Giovanni
“... iniziai a fantasticare, una casa tutta nostra, dei bambini, non importa dove, per me l'importante era poter stare accanto a lui ... se Giovanni avesse dovuto trasferirsi per lavoro mi sarei ingegnata” ....
Un amore romantico e (quasi) platonico d’altri tempi.
“Le nostre serate più belle erano al plenilunio, io avevo la passione degli oroscopi e sapevo sempre quando ci sarebbe stata luna piena... “.
“Tenersi la mano, questo facevamo sempre Giovanni ed io; per noi - o forse solo per me - significava tantissimo, significava esserci, significava stringersi, significava diventare vecchi assieme, sempre mano nella mano” .. [Bellissimo passo ].
Quando ... questi tempi passarono ... la nostalgia ed i rimpianti non impedivano un qualche assorto sorriso.
“La vita era stata ingiusta con me, e ne portavo addosso le cicatrici ... anche se su tutto, prevaleva sempre il mio sorriso”.
CONCLUSIONI
I poeti non svelano il loro animo soltanto nelle poesie.
A volte, frammenti di loro “pensieri”, scritti un po’ ovunque possono essere rivelatori ancor più di quelle...
“E' stato un anno difficile, ho tenuto la mano (unica cosa che potessi fare) a persone che amavo e che non ci sono più, ho affrontato scelte difficili da sola, ma ho anche condiviso bellezza, libri, poesia e conosciuto persone nuove che mi hanno donato tanto. Grazie alle persone che amo e che mi amano, loro sanno chi sono” (Cristina De Vita)
I poeti non svelano il loro animo soltanto nelle poesie.
A volte, frammenti di loro “pensieri”, scritti un po’ ovunque possono essere rivelatori ancor più di quelle...
“E' stato un anno difficile, ho tenuto la mano (unica cosa che potessi fare) a persone che amavo e che non ci sono più, ho affrontato scelte difficili da sola, ma ho anche condiviso bellezza, libri, poesia e conosciuto persone nuove che mi hanno donato tanto. Grazie alle persone che amo e che mi amano, loro sanno chi sono” (Cristina De Vita)
ORA LO SAPPIAMO ANCHE NOI. GRAZIE “KRISTINA”
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