Una
bella testimonianza sul “giovane”
Franco Sebastio (allora avvocato)
Franco
Sebastio: un impegno per la legalità e l’ambiente, che “viene da lontano” .
Chi scrive queste righe, qualche giorno fa, è stato fatto partecipe di una bella testimonianza diretta, riferita al giovane avvocato Sebastio; l’episodio, in sé, potrebbe risultare banale, ma descrive meglio di tante parole la stoffa di quest’uomo.
Chi scrive queste righe, qualche giorno fa, è stato fatto partecipe di una bella testimonianza diretta, riferita al giovane avvocato Sebastio; l’episodio, in sé, potrebbe risultare banale, ma descrive meglio di tante parole la stoffa di quest’uomo.
Due giovani ambientalisti stattesi si rivolsero nel 1972 a Legambiente Taranto per una situazione di inquinamento nella nostra Gravina
Ne lontano 1972,
era stata inaugurata a Statte una sezione di Legambiente; tra gli
esponenti più attivi di questa sezione vie era un giovane studente stattese (ora ingegnere edile) ed un giovane attivista
politico (sarebbe inopportuno dire di più
di quest’ultimo). I due giovani in questione, intendevano risolvere una
questione ambientale che stava loro a cuore: evitare che il “macello
comunale di Crispiano” sversasse nella gravina di Alezza, affluente della
gravina di Leucaspide,i resti biologici liquidi, derivanti dalla macellazione di
animali. Infatti, si voleva evitare che questa situazione provocasse, l’inquinamento
della suddetta gravina, che attraversava il nostro territorio.
La venuta "dell'avvocato" Sebastio a Statte
Si rivolsero, a questo scopo, alla sezione
provinciale di Legambiente, che li
mise in contatto con un giovane avvocato (probabilmente,
già tirocinante nella magistratura), appunto Franco Sebastio, il quale
venne a Statte; i tre, scesero insieme, nella scoscesa gravina di Leucaspide e ne risalirono il percorso, fin nei pressi di Crispiano, dove verificarono lo
sversamento di questo materiale biologico. Franco Sebastio, prese accurata nota
della situazione, ma non si limitò a questo: invitò i due giovani
ambientalisti a percorrere insieme a lui,
la parte sud della gravina, appunto verso l’allora Italsider.
Ad un tratto, lo sguardo attento del giovane
avvocato, fu attratto da un liquido
putrido e maleodorante, percolato di rifiuti industriali proveniente appunto
dalla grande fabbrica e rivolgendosi ai due giovani stattesi: “Vi state giustamente preoccupando dei liquidi inquinanti che provengono da Crispiano, ma qui, le sorgenti di inquinamento sono molto più gravi; questo problema va affrontato con estrema decisione, quindi – continuava il giovane avvocato – io vi preparerò una relazione-denuncia, delle due situazioni che abbiamo verificato che manderete alla magistratura ed agli organi istituzionali preposti, proprio a nome della associazione Legambiente di Statte.
L'impegno del giovane Franco Sebastio
Inutile ribadire, che dopo pochi giorni, un’accurata
relazione-demuncia, fu messa a
disposizione dei due ambientalisti; l’avvocato Sebastio non volle un centesimo per la sua
consulenza dimostrando una correttezza, un amore per l’ambiente e per
la legalità che non l’hanno mai abbandonato.
Questa bella testimonianza è stata riferita a chi
scrive dal giovane studente (ora
ingegnere) ed è sembrato giusto renderla palese, anche se immaginiamo che il procuratore Sebastio
non ne sarà eccessivamente entusiasta, essendo lui , un magistrato che non ama
apparire, bensì operare e possibilmente, lontano
dai riflettori.
Un'altra testimonianza (questa vola "personale")
Una sua affermazione, ascoltata da chi scrive queste
righe, in un incontro sull’ambiente, tenuto a Statte almeno un decennio fa: Se, l’operato di questa grande industria, dovesse
continuare a procurare, il decesso di un
solo essere umano in più, quella industria sarebbe ambientalmente incompatibile, perché
la salute dei cittadini è un diritto costituzionale, che viene al primo posto,
rispetto a tutti gli altri.
Evidentemente, non l’ha pensata così la nostra Corte
costituzionale, ( le sentenze si accettano, ma non è detto che non se ne possa
discutere), che ha affermato che la salute non è il solo diritto da tutelare, perché ve ne sono altri, compreso quello
al lavoro, che vanno ugualmente tutelati. La stessa Corte, ha affermato che l’Ilva
può continuare a produrre, nell’ambito delle disposizioni sancite dalla (diciamo noi, ennesima) AIA. E siccome l’azienda sta continuando a produrre senza
rispettare nemmeno queste deboli disposizioni, c’è
da scommettere che il Procuratore Franco
Sebastio e il Gip Patrizia Todisco continueranno a
dare filo da torcere agli inquinatori.
Sembra che si stia giocando perennemente a Guardie e Ladri e sappiamo tutti chi sono I Ladri.
Sembra che si stia giocando perennemente a Guardie e Ladri e sappiamo tutti chi sono I Ladri.
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