Pietro Grassi e Laura Boldini neo presidenti del Senato e Camera dei Deputati |
LE ELEZIONI DEI PRESIDENTI
ALLA CAMERA E AL SENATO
“Invitto”, ora “l'inclito”
Bersani
è più che tronfio per il risultato,
raggiunto sia al “Chigi” che al
“Senato”.
Si crede “salvatore” tra gli umani.
Per Laura Boldrini il
risultato,
fu di consenso espresso a piene mani,
poiché stimata è dagli italiani
per il suo antico impegno e il suo
passato.
Ma Grasso al “Madama”
presidente,
che ha l'aria di un demiurgo solutore,
fu solo una vittoria apparente.
Pietro magistrato, or Senatore,
è stata scelta ottusa e fu perdente;
Pirro ad Eraclea fu migliore.
Bersani è vincitore?
Pure con l'assist del Padre Eterno,
ora non riuscirà a fare il governo.
Gino Del Giudice 18 febbraio 2013
Il futuro prossimo sancirà, quali delle strategie (di Bersani, di Grillo o di Berlusconi) risulterà vincente o, come è più probabile, sconfitti usciranno tutti loro e, sopratutto TUTTI GLI ITALIANI.
LAURA BODRINI PRESIDENTE DELLA CAMERA E PIETRO GRASSO PRESIDENTE DEL SENATO
Non saremmo arrivati al secondo, di questi due risultati se non si fosse
prodotta una premessa
determinante: Il clamoroso gesto di protesta dei senatori grillini. Questa,
è stata anche, la vittoria di Bersani, che ha tenuto ferma la barra, tra ironie e
sguardi di sufficienza, sull’asse privilegiato con i parlamentari grillini, costringendoli a dividersi e, per
alcuni di loro, a scegliere il voto per
Grasso contro il conterraneo berlusconiano Renato Schifani.Le voci del Palazzo dicono che Boldrini e Grasso sono due belle bandiere, niente di più. Dicono che saranno presto ammainate perché questa diciassettesima legislatura sarà di breve durata, buona solo a portarci verso nuove elezioni. Sarà anche così, ma tutto questo, rappresenta un "segno" di reale cambiamento.
Due limpide figure, dal passato irreprensibile, che è (non a torto) il requisito più importante agli occhi dei cittadini, è quanto di più opportuno, per sconfiggere l'antipolitica e l'astensionismo.
Chi è Laura Boldini
E' nata a Macerata il 28 aprile
1961. Laureata in Giurisprudenza alla Sapienza Università di Roma nel 1985, ha
lavorato in Rai, sia per la televisione sia per la radio. E' giornalista. Dal
1998 al 2012 è stata Portavoce dell'Alto Commissariato per i Rifugiati per il
quale ha coordinato anche le attività di informazione in Sud-Europa
In questi anni si è in particolare occupata dei flussi di migranti e rifugiati
nel Mediterraneo. Molte le missioni in luoghi di crisi dalla
ex-Jugoslavia all’Afghanistan, dal Pakistan al Ruanda, dal Caucaso al Congo.
Da portavoce dell’Unhcr ha più volte messo in guardia i cronisti sull’uso
della parola ‘clandestino‘ per indicare i migranti giunti sui barconi
sulle coste italiane: viaggi che in molti casi hanno esiti letali.
“Quando si bolla un migrante come clandestino non è un problema di semantica ma
si compie una scelta politica”, ha sempre detto, “è ovvio che chi fugge da
una guerra o una persecuzione non abbia il tempo di portare con sé un
documento”. Dichiarò di essere scesa in campo perché “indignata dalla politica come tanta altra gente in Italia” e
perché “non ci si può limitare a
lamentarsi”.
Laura Boldrini è la terza donna, dopo Nilde Jotti e Irene
Pivetti, ad essere eletta Presidente della Camera nella storia repubblicana.
E’ la seconda volta che l’assemblea di Montecitorio sarà guidata da una donna
che proviene dalla sinistra: Jotti dal Pci, Boldrini è stata eletta con Sel.
Pivetti era della Lega.
Il primo discorso di
Laura Boldrini
(abstract)
«Faccio i miei auguri soprattutto ai più giovani: a chi siede per la prima volta in quest'aula. Sono sicura che insieme riusciremo nell'impegno straordinario di rappresentare nel migliore dei modi le istituzioni repubblicane».
«Arrivo a questo incarico dopo aver trascorso tanti anni a difendere e rappresentare i duiritti degli ultimi in Italia e nel mondo. E' un'esperienza che mi accompagnerà sempre e che metto al servizio di questa Camera».
«Faccio i miei auguri soprattutto ai più giovani: a chi siede per la prima volta in quest'aula. Sono sicura che insieme riusciremo nell'impegno straordinario di rappresentare nel migliore dei modi le istituzioni repubblicane».
«Arrivo a questo incarico dopo aver trascorso tanti anni a difendere e rappresentare i duiritti degli ultimi in Italia e nel mondo. E' un'esperienza che mi accompagnerà sempre e che metto al servizio di questa Camera».
«Il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze. Abbiamo l'obbligo di fare una battaglia vera contro la povertà, e non contro i poveri: dobbiamo garantirli uno a uno.
Quest'Aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale. Dovremo
farci carico dell'umiliazione delle donne uccise da violenza travestita da
amore. Dovremo stare accanto ai detenuti che vicono in condizioni disumane e
degradanti. Dovremo dare strumenti a chi ha perso il lavoro o non lo ha mai
trovato, a chi rischia di perdere la Cig, ai cosiddetti esodati, che nessuno di
noi ha dimenticato. Ai tanti imprenditori che costituiscono una risorsa
essenziale per l'economia italiana e che oggi sono schiacciati dal peso della
crisi, alle vittime del terremoto e a chi subisce gli effetti della scarsa cura
del nostro territorio».
«In Parlamento sono stati scritti dei diritti costruiti fuori da qui e che hanno liberato l'Italia e gli italiani dal fascismo. Ricordiamo il sacrificio di chi è morto per le istituzioni e dei morti per la mafia, che oggi vengono ricordati a Firenze».
«Sarò, la presidente di tutti, a partirte da chi non mi ha votato, ruolo di garanzia per ciascuno di voi e per tutto il Paese». «La politica deve tornare ad essere una speranza, una passione».
Chi è Pietro Grasso
Grasso, ex procuratore nazionale antimafia aveva
annunciato in una conferenza stampa insieme a Pier Luigi Bersani lo scorso 28
dicembre la sua intenzione di candidarsi alle elezioni con il Partito
Democratico, presentando al Consiglio Superiore della Magistratura la richiesta di
aspettativa per potersi candidare e insieme la domanda di pensionamento
anticipato a partire dal 28 febbraio: sarebbe altrimenti potuto restare in
servizio fino al gennaio del 2020.
Pietro Grasso è nato a Licata, in
provincia di Agrigento, il primo maggio del 1945: ha quindi 67 anni. Ha
iniziato la sua carriera in magistratura nel 1969, diventando pretore a
Barrafranca, in provincia di Enna, dove è rimasto fino al 1972 quando è
diventato sostituto procuratore al Tribunale di Palermo.
Nel 1984 è stato giudice
a latere del presidente Alfonso
Giordano nel maxiprocesso a Cosa Nostra in cui erano imputate circa 400 persone
per reati legati alla criminalità organizzata.
Insieme a Giordano, Grasso è stato anche l’estensore
della sentenza, di circa ottomila pagine, che ha assegnato 19 ergastoli. Dopo la fine del
maxiprocesso è stato nominato consulente della Commissione antimafia e nel 1991
è stato chiamato da Giovanni Falcone come consigliere alla Direzione affari
penali del Ministero di grazia e giustizia.
Dopo l’assassinio di Giovanni Falcone, ne ha preso il posto nella Commissione
Centrale per i programmi di protezione di testimoni e collaboratori di
giustizia.
Nel gennaio del 1993 Grasso è stato
nominato procuratore aggiunto presso la Direzione nazionale antimafia, dove ha
coordinato le indagini sulle stragi di mafia del 1992 e del 1993. Dal 1999 al 2004 è stato
procuratore della repubblica di Palermo: ha fatto arrestare 1.779 persone per
reati di mafia e tredici mafiosi latitanti tra i trenta considerati più
pericolosi.
Nell’ottobre 2005 è stato nominato
procuratore nazionale antimafia: ha collaborato alle indagini che hanno portato
all’arresto del boss mafioso Leoluca Bagarella, cognato di Totò Riina, e ha
riaperto – anche in seguito alla testimonianza del pentito di mafia Gaspare
Spatuzza – le indagini sulle stragi di mafia del 1992-1993.
Il primo discorso da presidente del
sentao di Pietro Grasso
“Vorrei rivolgere il primo
discorso a quei cittadini che stanno seguendo i lavori di quest’aula con
apprensione e speranza per il futuro di questo paese”, ha detto Piero
Grasso, un Paese che “mai come
oggi – ha detto – ha bisogno di
risposte rapide e efficaci all’altezza della crisi economica politica e sociale
che sta vivendo. Mai come oggi la storia d’Italia si intreccia a quella
europea, i destini sono comuni. Compito della politica è restituire ai
cittadini la coscienza di questa sfida”.
“Abbiamo il diritto e la responsabilità di indicare un cambiamento possibile”, ha sottolineato il neopresidente, aggiungendo che “dobbiamo indicare un cammino a lungo termine, una nuova fase costituente che sappia stupire e stupirci”.
“Ho dedicato la mia vita alla lotta alla mafia
in qualità di magistrato – osserva Grasso – e devo
dirvi che dopo essermi dimesso dalla magistratura pensavo di poter essere utile
al Paese in forza della mia esperienza professionale nel mondo della giustizia,
ma la vita riserva sempre delle sorprese”. “Oggi interpreto questo mio nuovo e
imprevisto impegno con spirito di servizio per contribuire alla soluzione dei
problemi di questo Paese”.
.
Questa è la sfida che
abbiamo davanti. Ci attende un intenso
lavoro comune per rispondere con i fatti alle domande dei cittadini che
chiedono soprattutto giustizia sociale, più etica, nella consapevolezza che
il lavoro è uno dei principali problemi. Penso alla politica che va cambiata e
ripensata dal profondo nei costi, nelle regole, nei servizi e nelle
consuetudini, nella sua immagine rispondendo ai segnali che i cittadini ci
mandano. Quest’aula spero diventi come una casa di vetro.
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