"Il disastro ambientale è riconducibile
ai Riva".
Sono state rese note le motivazioni della sentenza della Cassazione che il 16 Gennaio scorso, con cui, la cassazione, convalidò gli arresti domiciliari per Emilio Riva, suo figlio Nicola, dall'ingegnere Capogrosso (allora direttore dell'ILVA) che, pur conoscendo i rischi hanno perseverato nella loro condotta "delittuosa".Confermando, così, la decisione del tribunale "della libertà" di Taranto, che aveva confermato ai "tre" gli arresti domiciliari.
In particolare, la Suprema Corte nelle motivazioni contenute nella sentenza15667, sottolinea come il Riesame di Taranto, il 7 agosto 2012, abbia evidenziato:
Come per i lager nazisti "il lavoro rende liberi" |
"E' risultato che, le concrete modalità di gestione dello stabilimento siderurgico dell'Ilva hanno determinato la contaminazione di terreni ed acque e di animali destinati all'alimentazione, in un'area vastissima che comprende l'abitato di Taranto e di paesi vicini nonché un'ampia zona rurale tra i territori di Taranto e Statte tali da integrare i contestati reati di disastro doloso, omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, avvelenamento di acque, posti in essere con condotta sia commissiva che omissiva, con coscienza e volontà per deliberata scelta della proprietà e dei gruppi dirigenti che si sono avvicendati alla guida dell'Ilva, i quali hanno continuato a produrre massicciamente, nella inosservanza delle norme di sicurezza con effetti destinati ad aggravarsi negli anni".
"La pervicacia e la spregiudicatezza dimostrata da Emilio Riva e dal Capogrosso, ma anche da Nicola Riva, di perseverare nelle condotte delittuose, nonostante la consapevolezza della gravissima offensività per la comunità e per i lavoratori delle condotte stesse e delle loro conseguenze penali e ad onta del susseguirsi di pronunce amministrative e giudiziarie che avevano già evidenziato il grave problema ambientale creato dalle immissioni dell'industria".
Che dire? A parere di chi scrive, la Cassazione, facendo proprie, le motivazioni del tribunale della libertà di Taranto, ha, di fatto, avvalorato la tesi, del comportamento non colposo, ma DOLOSO dei tre, aprendo la strada a sviluppi clamorosi, quali il possibile commissariamento dell'azienda, qualora anche gli attuali dirigenti, come sembra probabile persistano nella stessa condotta, oppure, se la Consulta, (il 19 Aprile prossimo), dovesse dichiarare anticostituzionale, il decreto "salva Ilva".
Verde stattese, con "sfondo" |
In entrambi i casi, pur pretendendo prioritariamente una "produzione" senza smog che salvaguardi la salute e l'ambiente, i cittadini, interessati dal disastro ambientale, potrebbero cominciare ad "affilare le armi" per una "class action" tendente ad ottenere risarcimenti miliardari dall'ILVA, che non ridarebbero la vita e la salute alle migliaia di cittadini interessati, ma rappresenterebbero un doveroso atto di giustizia.
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