Cerca gli argomenti su questo blog

martedì 6 novembre 2012

ILVA: Cassa integrazione per 2000, dal 19 Novembre


La situazione nell'ILVA appare più confusa del previsto:
La procura di Taranto che era fermamente intenzionata a far "spegnere" nell'arco di tre mesi, l'altoforno 5 (che produce il 40% dell'acciaio e .. dell'inquinamento), ora si trova ad affrontare difficoltà che, anche se non insormontabili, sono obiettivamente ardue da superare. 
"custodi tecnici" avevano avanzato l'ipotesi di affidare a "ditte specializzate esterne" il compito di spegnere lo stesso forno; le ditte erano state "contattate" ed avevano confermato la fattibilità di "spegnere" l'AFO 5, nei tempi previsti (pochi mesi), ma avevano richiesto "la garanzia finanziaria" della procura per ciò che concerne il pagamento dei lavori di spegnimento ed è qui che cominciano le "perplessità" della procura.
 
 
 
Per affidare il lavoro a "terzi" (società già individuate), lo Stato dovrebbe anticipare il costo dei lavori e Riva dovrebbe poi risarcircire.  «Le spese dell'autorità giudiziaria vengono anticipate dallo Stato» dice il procuratore, che tuttavia non trascura, nella valutazione del caso, anche tre elementi significativi:
 
1) Che lo spegnimento di un altoforno ha un costo notevole (c'è una stima che parla di 2,5 milioni), e l'azienda terza contattata ha subito posto il problema del pagamento. 

2) Che usare questa procedura probabilmente richiederebbe anche un'autorizzazione preventiva visto l'importo rilevante in gioco.
 
3) «E non dobbiamo nemmeno sottovalutare la Corte dei Conti» dice Sebastio, a cui non sfugge il conflitto che verrebbe a determinarsi fra due amministrazioni dello Stato: tra ministero di Grazia e Giustizia, da un lato (che pagherebbe per spegnere l'altoforno) e il ministero dell'Ambiente che ha rilasciato l'Aia che invece prevede la contestualità fra produzione e risanamento degli impianti con un piano che inizia nel 2012 e termina col 2014.
 
Come si vede, anche nella procura vi sono delle perplessità ed incertezze sul da farsi.

 

Anche le organizzazioni sindacali più "possibiliste" sull'ipotesi di "continuare a produrre", vi sono delle preoccupazioni:«La situazione oggettivamente si va complicando – commenta Cosimo Panarelli, segretario Fim Cisl Taranto –. Pensavamo di aver fatto un passo avanti con l'Aia e invece non ci pare che sia così. Non c'è il piano industriale dell'azienda, non c'è un confronto su come si intende applicare l'Aia, e, del presidente Bruno Ferrante non abbiamo traccia. Penso che dovremo muoverci subito per chiedere un incontro.
Non sottovalutiamo poi il rischio che i Riva, oggetto di una vera e propria stretta giudiziaria, come conferma anche il mantenimento degli arresti domiciliari, possano mollare tutto disimpegnandosi».
Nella foto piccola, lo sfortunato operaio deceduto nel recente infortunio sul lavoro

Cassa integrazione per 2000 dipendenti e "ferie forzate" per altri 450



l’Ilva ha reso noto che nei prossimi giorni sarà avviata la procedura di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria per lo stabilimento di Taranto. La CIGO interesserà un massimo di circa 2.000 dipendenti a partire dal 19 novembre 2012 e per 13 settimane.
Nello specifico gli impianti coinvolti saranno: Tubificio Longitudinale (TUL 1 e 2), Rivestimenti (RIV), Treno Nastri 1 (TNA), Treno Lamiere (TLA), Officine centrali di manutenzione, Servizi ed una parte della Laminazione a freddo (LAF).
 
La Fiom si è detta “indisponibile a trattare l’argomento della cassa integrazione ordinaria per i dipendenti dell’area a freddo”: questa la posizione assunta dal segretario provinciale della Fiom di Taranto, Donato StefanelliIndisponibilità dovuta alla “assenza di un vero tavolo negoziale sulle prospettive, sul piano di risanamento del sito, sulla piattaforma della Fiom. Il tempo è scaduto - conclude Stefanelli Riva e Ferrante dichiarino i propri impegni”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Cosimo Panarelli, segretario Fim Cisl Taranto: “All’Ilva abbiamo detto che non siamo disponibili a discutere della procedura di cassa integrazione se prima non si chiarisce il futuro dello stabilimento di Taranto e l’azienda non dice una parola chiara sull’Autorizzazione integrata
ambientale”.

 
Il "panorama" visto da Statte
 

 
Per andare alla pagina iniziale del blog cliccare HOME

Nessun commento:

Posta un commento