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lunedì 21 gennaio 2013

Prof. Mimmo Calabretti: I LUOGHI DI STATTE




Un patrimonio da salvare.
Il libro del prof. Mimmo Calabretti: Stàtte e nò te mòv, fa parte di quelle opere "che non potevano essere rimandate". Infatti, se le generazioni che verranno "dopo di noi", potranno raccontare la "microstoria" della nostra cittadina, integrata dalla "viva tradizione", lo potranno fare soltanto grazie ad autori come Calabrettti, che, con pochi altri, ha avuto la possibilità di fare da ponte tra le generazioni dei "pionieri" di Statte (col loro dialetto, le loro tradizioni, i modi di dire e di vivere) e le giovani generazioni, che stavano per "smarrire per sempre" questo patrimonio. Mimmo Calabretti, ha dovuto fare comunque, un grande lavoro di ricerca, scovando e recuperando termini, modi di dire e luoghi, attingendo alla genuina "stattesità" dei suoi avi, e raccogliendo testimonianze verbali di anziani cittadini stattesi. Nel citato libro, ci sono tante cose "da salvare": espressioni tipiche e modi di dire; espressioni sopravvissute; parole quasi dismesse e tanto e tanto ancora: una vera "miniera" tutta da scoprire.
In questa pagina Mimmo descrive "i luoghi di Statte", ossia, una toponomastica popolare che ignora del tutto quella "ufficiale", completata da una miriade di avverbi di luogo in dialetto stattese, alcuni dei quali veramente divertenti). I "termini" in rosso, rappresentano i luoghi e gli "avverbi" più "a rischio di estinzione".



Indicazioni di Luogo

 
Abbasc a Crosc: via Taranto.
Abbasc Madonn: Via Madonna del Rosario.
Abbasc Statt: il quartiere della piazza.
Abbasc a Trigghij: nella campagna di Triglie.
Abbasc a Via Nòv: su via Taranto.
Abbasc u C’chign: masseriola a sud di Statte.



Dal libro di Calabretti

 
 
All’arij : in aria.
A Sciacqu~lattugh: contrada Zappalanotte, a sud di Statte.
A Via Nòv: via Taranto.
ATrenta-Chèn: Salita Montello.
A scinnut d’ Pappòn: via del Grappa.
D’cost à Chijès: dal 6 ottobre 2006 il lato ovest della Chiesa della Madonna del Rosario prende la denominazione di “Via Don Paolo Zigrino ”, iniziativa promossa dall’autore di questo libro in memoria del rev. Don Paolo Zigrino, parroco a Statte dal 1919 al 1959.

Foto Giovanna Soldatini

 
Ijnt i Grutt: nelle Grotte ; oggi: via delle Grotte e Via Falanto; il primitivo centro residenziale della Comunità stattese

Foto LeoDelG
 
‘Nnanz a Chijès: Largo Lepanto.
Lepanto: porto della Grecia all’entrata del golfo di Corinto sul Mar Jonio. Memorabile la battaglia di Lepanto combattuta il 7 ottobre 1571 tra i Turchi e la flotta cristiana e terminata con la sconfìtta dei Turchi musulmani.

 
Mijnz a chiazz: Piazza Vittorio Veneto; un incrocio di strade eufemisticamente e pomposamente denominata ‘piazza’. ‘La piazza’.. .una promessa politica che ha reso bene per cinquant’anni!
Rèt a Funtèn Vecchij: dietro la ‘la fontana vecchia’ c’era un frantoio; denominata negli antichi documenti ‘il pubblico fonte’ (fine 1700) accanto al quale si sono femate intere generazioni di stattesi per dissetarsi e per dare l’ultimo saluto ai propri cari. In quel punto, infatti, fino agli anni ’70, si fermavano i funerali e la gente del corteo funebre dava le condoglianze ai parenti del defunto. Luogo della memoria, versa in abbandono.
Sus u Baròn: zona Mercato; nel passato quella campagna era infestata da p’zz’ntudd “ una pianta che produceva una specie di favetta commestibili ma per niente nutriente e per questo chiamata “pezzentelli”.

A Callère (dal libro di Calabretti)

 
Sus a staziòn: un tempo era una zona con qualche bel casolare e piante mediterranee.
Sus u mont d l Tijermt: la zona residenziale... ’i parioli’ di Statte.
Sus-a-Crosc: sul corso Vittorio Emanule angolo San Francesco c’era una Croce simile a quella che si trova su via Taranto fatta erigere dai Padri Passionisti negli anni ’30.
Sus u castijdd: sul castello.

Dal libro di Calabretti
 
Sus u pont: sul ponte; costruito nel 1931; via Bainsizza.
U furn d’ Maria Domen-ch: via della Libertà.
U villaggij Mandell: modeste case-alloggio costruite negli anni ’60 dalla ditta Mandelli per ospitare i numerosi operai che venivano a lavoran nell’industria siderurgica.
Abbasc e sus: abbasso e sopra.
A bbascìn: la discesa.

Le capasèdde (dal libro di Calabretti)
 
Accheddavànn: a quella parte.
Acqqué: qui.
Addé: lì.
Addò ijè?: dov’è?
Affunn-a-ffunn: in fondo in fondo.
Allarìj : in aria.
 
"Vummil" (dal libro di Calabretti)

 
A lì~llà: a passeggio; nel linguaggio usato con i bambini
Annotavànn: in un altro luogo
A stù munn: a questo mondo
Atturn: intomo.
Av-s: lontano; da ‘abisso’.
Cheddavànn: quel luogo.
Daddò e daddé: di qua e di là.

'U scarfalijette" (dal libro di Calabretti)
 
D’ cèr: difronte.
Deffór: lì fuori.
Da fòr -a-fòr: da una estremità all’altra.
Ddé: lì.

A graste (Dal libro di Calabretti)
 
Ddé nnanz: lì davanti.
Ddé rrèt: lì dietro.
 Ddé-ssòtt: là sotto.

La copertina del libro di Calabretti

 
Ddè-ssùs: là in alto.
D’rmpett: difronte.
Fòr: fuori; anticamente significava ‘in campagna’
Fòr -p- fòr; fuori per fuori.
Ijnt: dentro.

'U Grammof''n (dal libro di Calabretti)
 
Ijnta- ijnt: dentro,dentro.
Larij: largo, spiazzo.
Luntèn: lontano.
‘Mmér: verso.
‘Mijenz-a-mijenz: in mezzo, in mezzo.
‘Mpond-a-‘mpond: in fondo in fondo.

L tr''mmun (dal libro di Calabretti)
 
‘Nfrond: in fronte.
‘Nnand: avanti.
‘Nnanza-nnanz: avanti, avanti.
‘Nzì-n: in grembo.

Dal libro di Calabretti

 
Nzppèt: in piedi.
Qué nnand: qui davanti.
Rèt-a-rèt: dietro dietro.
Sottasus: sottosopra.
Sòtta-sòtt: sotto sotto.
Sòtt-p-sòtt: tramare senza farsi accorgere.
Stritt-l: vicoletti molto stretti.
Sùs-a-sùs: sopra sopra.
Nzicca nzicch: proprio lì accanto.



Dal libro di Calabretti
 
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