Un patrimonio da salvare.
Il libro del prof. Mimmo Calabretti: Stàtte e nò te mòv, fa parte di quelle opere "che non potevano essere rimandate". Infatti, se le generazioni che verranno "dopo di noi", potranno raccontare la "microstoria" della nostra cittadina, integrata dalla "viva tradizione", lo potranno fare soltanto grazie ad autori come Calabrettti, che, con pochi altri, ha avuto la possibilità di fare da ponte tra le generazioni dei "pionieri" di Statte (col loro dialetto, le loro tradizioni, i modi di dire e di vivere) e le giovani generazioni, che stavano per "smarrire per sempre" questo patrimonio. Mimmo Calabretti, ha dovuto fare comunque, un grande lavoro di ricerca, scovando e recuperando termini, modi di dire e luoghi, attingendo alla genuina "stattesità" dei suoi avi, e raccogliendo testimonianze verbali di anziani cittadini stattesi. Nel citato libro, ci sono tante cose "da salvare": espressioni tipiche e modi di dire; espressioni sopravvissute; parole quasi dismesse e tanto e tanto ancora: una vera "miniera" tutta da scoprire.
In questa pagina Mimmo descrive "i luoghi di Statte", ossia, una toponomastica popolare che ignora del tutto quella "ufficiale", completata da una miriade di avverbi di luogo in dialetto stattese, alcuni dei quali veramente divertenti). I "termini" in rosso, rappresentano i luoghi e gli "avverbi" più "a rischio di estinzione".
Indicazioni di Luogo
Abbasc a Crosc: via Taranto.
Abbasc
Madonn: Via Madonna del Rosario.
Abbasc
Statt: il quartiere della piazza.
Abbasc
a Trigghij: nella campagna di Triglie.
Abbasc a Via Nòv: su via Taranto.
All’arij
: in aria.
A
Sciacqu~lattugh: contrada Zappalanotte, a sud di Statte.
A Via
Nòv: via Taranto.
ATrenta-Chèn:
Salita Montello.
A scinnut d’ Pappòn: via del Grappa.
D’cost à Chijès: dal 6 ottobre 2006 il lato ovest della Chiesa della Madonna del Rosario
prende la denominazione di “Via Don Paolo Zigrino ”, iniziativa promossa dall’autore
di questo libro in memoria del rev. Don Paolo Zigrino, parroco a Statte dal
1919 al 1959.
Ijnt i
Grutt: nelle Grotte ; oggi: via delle Grotte e
Via Falanto; il primitivo centro residenziale della Comunità stattese
Foto LeoDelG |
‘Nnanz a Chijès: Largo Lepanto.
Lepanto:
porto della Grecia all’entrata del golfo di Corinto sul Mar Jonio. Memorabile
la battaglia di Lepanto combattuta il 7 ottobre 1571 tra i Turchi e la flotta
cristiana e terminata con la sconfìtta dei Turchi musulmani.
Mijnz a chiazz: Piazza Vittorio Veneto; un incrocio di strade
eufemisticamente e pomposamente denominata ‘piazza’. ‘La piazza’.. .una
promessa politica che ha reso bene per cinquant’anni!
Rèt a
Funtèn Vecchij: dietro la ‘la fontana vecchia’ c’era un
frantoio; denominata negli antichi documenti ‘il pubblico fonte’ (fine 1700)
accanto al quale si sono femate intere generazioni di stattesi per dissetarsi e
per dare l’ultimo saluto ai propri cari. In quel punto, infatti, fino agli anni
’70, si fermavano i funerali e la gente del corteo funebre dava le condoglianze
ai parenti del defunto. Luogo della memoria, versa in abbandono.
Sus u
Baròn: zona Mercato; nel passato quella campagna
era infestata da p’zz’ntudd “ una
pianta che produceva una specie di favetta commestibili ma per niente nutriente
e per questo chiamata “pezzentelli”.
Sus a
staziòn: un tempo era una zona con qualche bel
casolare e piante mediterranee.
Sus u
mont d l Tijermt: la zona residenziale... ’i parioli’ di
Statte.
Sus-a-Crosc:
sul corso Vittorio Emanule angolo San Francesco c’era una Croce
simile a quella che si trova su via Taranto fatta erigere dai Padri Passionisti
negli anni ’30.
Sus u
pont: sul ponte; costruito nel 1931; via Bainsizza.
U furn d’ Maria Domen-ch: via della Libertà.
U
villaggij Mandell: modeste case-alloggio costruite negli anni
’60 dalla ditta Mandelli per ospitare i numerosi operai che venivano a lavoran
nell’industria siderurgica.
Abbasc
e sus: abbasso e sopra.
Accheddavànn:
a quella parte.
Acqqué: qui.
Addé: lì.
Addò ijè?: dov’è?
Affunn-a-ffunn:
in fondo in fondo.
Allarìj
: in aria.
A
lì~llà: a passeggio; nel linguaggio usato con i
bambini
Annotavànn:
in un altro luogo
A stù
munn: a questo mondo
Atturn: intomo.
Av-s: lontano;
da ‘abisso’.
Cheddavànn: quel luogo.
D’ cèr:
difronte.
Deffór:
lì fuori.
Da fòr
-a-fòr: da una estremità all’altra.
Ddé
nnanz: lì davanti.
Ddé
rrèt: lì dietro.
Ddé-ssòtt:
là sotto.
Ddè-ssùs:
là in alto.
D’rmpett: difronte.
Fòr:
fuori; anticamente significava ‘in campagna’
Fòr -p-
fòr; fuori per fuori.
Ijnta-
ijnt: dentro,dentro.
Larij: largo,
spiazzo.
Luntèn:
lontano.
‘Mmér: verso.
‘Mijenz-a-mijenz:
in mezzo, in mezzo.
‘Nfrond:
in fronte.
‘Nnand: avanti.
‘Nnanza-nnanz:
avanti, avanti.
‘Nzì-n:
in grembo.
‘Nzppèt:
in piedi.
Qué
nnand: qui davanti.
Rèt-a-rèt:
dietro dietro.
Sottasus:
sottosopra.
Sòtta-sòtt:
sotto sotto.
Sòtt-p-sòtt:
tramare senza farsi accorgere.
Stritt-l:
vicoletti molto stretti.
Sùs-a-sùs:
sopra sopra.
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