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venerdì 2 marzo 2012

Le Conclusioni dei periti sul caso ILVA (Da Cosmopolismedia e TaOggi del 2 Marzo 2012)


(Da Cosmopolis Media del 2_3_12)
di Vittorio Ricapito
Un oncologo e due epidemiologi hanno consegnato al gip Patrizia Todisco la seconda parte della perizia chiamata a diventare prova di quello che sarà il maxi-processo su inquinamento e disastro ambientale a carico dei vertici proprietari e dirigenziali dell'Ilva (indagati per disastro ambientale, inquinamento, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sono Emilio Riva, suo figlio Nicola, il direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso e due dirigenti Ivan Di Maggio ed Angelo Cavallo).
In 282 pagine i tre periti hanno concluso mettendo nero su bianco che l'esposizione continuata agli inquinanti emessi dall'impianto siderurgico ha causato e causa nella popolazione fenomeni degenerativi di diversi apparati dell'organismo umano che si traducono in eventi di malattia e di morte. 

Ai quesiti posti dal gip:
1)  Quali sono le patologie causate dagli inquinanti. 
2) Quanti sono decessi e ricoveri determinati da emissioni acute di inquinanti.
3) Qual è l'impatto in termini di decessi e ricoveri per le patologie croniche.

 
I periti hanno risposto con un'ampia inchiesta statistica che ha riguardato
13 anni e ben 300 mila cittadini residenti a Taranto, Massafra e Statte, nonché le cartelle cliniche ed i dati medici di operai raccolte da Inps, Inail e Asl. Dal '98 al 2010 il bilancio attribuibile alle emissioni industriali è di 30 morti l'anno, 386 decessi totali, ovvero l'1,4% della mortalità totale, la gran parte per cause cardiache.

Dal '98 al 2008 invece si possono attribuire all'Ilva 237 casi di tumore maligno con diagnosi da ricovero ospedaliero (18 casi per anno), 247 eventi coronarici con ricorso al ricovero (19 per anno), 973 casi di ricovero ospedaliero per malattie respiratorie (74 per anno, di cui 49, 638 casi totali, di bambini in età fino a 14 anni). Ad essere più colpite sono le fasce sociali più deboli.

Al secondo quesito, riguardante i decessi e ricoveri determinati da episodici exploit di emissioni, i periti hanno risposto ipotizzando che nel periodo compreso fra il 2004 ed il 2010 (in cui erano installate le centraline di rilevamento dell'Arpa) emissioni superiori a 20 microgrammi per metro cubo possano aver causato decessi e ricoveri significativi nei quartieri Borgo, Paolo VI e Tamburi, i più colpiti: 91 decessi, 160 ricoveri per malattie cardiache, 219 per malattie respiratorie, al netto di altri possibili cause, si scende a 40 decessi.

C'è un dato allarmante: il così detto "Attributable Community Rate", la percentuale con cui si possono attribuire alle emissioni morti e ricoveri: A Milano, città con alto tasso di smog da traffico, il rate è 2, nei quartieri Borgo e Tamburi è 20,46 (per centomila abitanti), 35,98 per i ricoveri non programmati per malattie cardiache e 49 per malattie respiratorie. I periti hanno confermato che le polveri pm10 contengono Ipa come il benzo(a)pirene, ma anche metalli, monossido di carbonio e diossine e causano problemi cardiaci, respiratori, malattie ischemiche e cerebrovascolari, ma anche il cancro.


Per chi desidera ulteriori dettagli sull'argomento riportiamo l'articolo relativo apparso su TarantoOggi del 2 Marzo 2012


Ieri è stata depo­sitata nella cancelle­ria del gip Patrizia Todisco la seconda pe­rizia, richiesta nel­l'ambito dell'inciden­te probatorio, affida­ta all'oncologo Anni­bale Biggeri ed agli epidemiologi Maria Triassi e Francesco Forastiere, al fine di realiz­zare un'inedita mappatura delle malattie che possono de­rivare dall'esposizione alle so­stanze inquinanti identifica­te con la precedente perizia e stabilire un nesso fra espo­sizione e decessi che si regi­strano fra i lavoratori dell'in­dustria ed i cittadini, specificando quali sono le patolo­gie interessate dagli inqui­nanti emessi dall'Ilva [omissos]


 Nume­ri e statistiche alla mano, prendendo in considerazione un campione di popolazione di oltre 300 mila persone re­sidenti a Taranto, Statte e Massafra fra il 1998 ed il 2010, in 13 anni, secondo i periti, si possono attribuire alle emissioni industriali 386 decessi totali (30 per anno), ovvero l'1,4% della mortali­tà totale, la gran parte per cause cardiache.

Sono altre­sì attribuibili, per un perio­do fra il 1998 ed il 2008: 237 casi di tumore maligno con diagnosi da ricovero ospeda­liero (18 casi per anno), 247 eventi coronarici con ricorso al ricovero (19 per anno), 973 casi di ricovero ospedaliero per malattie respiratorie (74 per anno, di cui 49, 638 casi totali di bambini in età fino 14 anni). I numeri parlano di 3.355 "nel periodo compreso dall'indagine, 237 ricoveri per tumori maligni causati dall'Ilva in 13 anni.

Dall'indagine statistica emerge che le classi sociali più basse hanno tassi di mor­talità e di ricorso al ricovero ospedaliero più alte di circa il 20% rispetto alle classi so­ciali più abbienti. Il dato più allarmante riguarda le ma­lattie all'apparato respirato­rio che registrano un +78% per gli uomini ed un +31% per le donne rispetto alle classi più agiate.

L'analisi dei dati clinici degli operai del siderurgico negli anni '70-'90 mostra un eccesso di mortalità per pa­tologia tumorale (+11%), in particolare per tumore dello stomaco (+107%), della pleura (+71%), della prosta­ta (+50%) e della vescica (+69%). Tra le malattie non tumorali sono risultate in eccesso le malattie neurolo­giche (+64%) e le malattie cardiache (+14%). I lavora­tori con la qualifica di impie­gato hanno presentato ecces­si di mortalità per tumore della pleura (+135%) e del­l'encefalo (+111%). Dai dati forniti dall'ufficio Inail di Taranto risultano 1.696 ma­lattie professionali denuncia­te e 527 indennizzate (31%). Tra le malattie denunciate 234 sono riferite alle malat­tie causate da amianto, di cui 150 sono state indennizzate (64% di malattie indennizza­te sul denunciato). I tumori non da asbesto causati dalle esposizioni professionali ed indennizzati dal 1998 al 2010 dall'Inail sono stati 98, ri­spetto alle 245 denunce effet­tuate nello stesso periodo (40%), il trend temporale mostra un leggero aumento.

[omissis]

Vittorio Ricapito (TarantoOggi)



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