“Silenzio elettorale e par conditio ”
ossia: parliamo d’altro !!
Tre poesie di Gino Del Giudice,
una sulle dimissioni del papa e due su San Valentino
(con vignette divertenti)
IL RIFIUTO DI BENEDETTO XVI
Rispetto a Celestino, Benedetto,
E 'stato un Papa invero più
paziente,
Nel sopportar per anni il deprimente,
Della Romana Curia minuetto.
Su
Ratzinger il “crucco” ne han detto
Di
cotte e crude ingenerosamente,
Persino che nazista consenziente,
fu del regime truce e maledetto.
Celestino V (il precedente papa che oltre 600 anni fa fece "il gran rifiuto" |
Si sa per quale fosco arcan motivo,
Ques'uomo giusto e Pio si è dimesso
Con il “RIFIUTO” raro e sbrigativo.
“Non posso continuare lo confesso,
A fare il Papa, son vecchio e
“retrivo”;
Il serto lascio a chi verrà
d'appresso”.
COSA ACCADRA' ADESSO?
Adatto per la Sacra Istituzione,
Sarà al Soglio eletto un istrione,
Più dotto di Ratzinger e più bravo,
Almen quanto fu “Bonifacio Ottavo”.
Gino Del Giudice
Febbraio 2013
Oggi è San Valentino,
s'ode il suono di un violino:
canta al cuore di chi ama
l'uno o l'altra che si brama.
Giorno degli innamorati
che amor si son giurati,
quello eterno, di parola
che talvolta è solo fola.
Aureo, grato sentimento
che fa l'animo contento;
rende rosea più la vita,
a cui toglie ogni ferita.
E' felice chi lo prova,
ed a tutti molto giova;
se lo vivi intensamente
non ti senti più cosciente.
Pur di giorno fa sognare,
non ti lascia respirare;
se lo avverti appieno dentro
ti senti del mondo al centro.
Ma come sono le rose,
al pari delle altre cose
che olezzo hanno lieve,
pur se intenso, ha vita breve.
Mordilo fin quando puoi,
poiché anche se non vuoi,
la stagione dell'amore,
s'appassisce come il fiore.
Oggi un bacio, una carezza,
qualche attimo di ebrezza,
poi ti resterà il ricordo
di un tempo non balordo.
Vivi il giorno, ogni minuto,
che se passa è già perduto.
Ama e fatti amare assai
che la vita è pien di guai.
San Valentino
Gino Del Giudice
SAN VALENTINO
purchè autentico, laudese,
nel mondo, in ogni paese
l'amor l'uom tosto ha nutrito.
Io lo vivo e l'ho vissuto:
circadiano esponenziale,
impeto c'ancor m'assale,
tal chè a viver m'è d'aiuto.
Addì senza “Valentina”,
col vermiglio cuoricino;
e la trina al flaconcino,
l'ho ritrovo stamattina.
Da Gelasio spodestato,
tal “Luperco” Dio Romano,
cassando il rito pagano,
fu “l'amor cortese” issato.
D'allor soffoco, non fiato,
traboccante d' emozione,
gioia, mia consolazione,
è il pensiero suo alato.
Aureo, mistico, sereno
rende lieto a me ogni istante;
bramo sue beltà, tremante
le virtù, l'empito ameno.
Nel tepor del sentimento,
accarezzo il dono gaio,
di un quattordici febbraio,
colmo d'antico fermento.
Stringo al petto il cuor donato,
che sento d'ardore pregno;
avvinghiato al mio, disegno,
è di celestiale afflato.
Gino Del Giudice Febbraio 2013
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