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martedì 25 giugno 2013

MATER GRATIAE: IL DISBOSCAMENTO (Da aprile a giugno 2013)



L'Abbazia di Mater Gratiae: Una selva (irragiungibile PRIMA dell'intervento di "disboscamento"
(Foto Associazione i Leucaspidi)

MATER GRATIAE: IL DISBOSCAMENTO (APRILE - GIUGNO 2013)

L'Abbazia di Mater Gratiae: La radura risulta accessibile (dopo l'intervento di "disboscamento")






(Foto Associazione i Leucaspidi)
La notizia

Quest’anno, il 2 Luglio, riprenderà l'antico “tradizionale pellegrinaggio” ad uno dei più antichi luoghi di culto della devozione stattese: "la Madonna di Mater Gratiae" dove, alle ore 9, sarà celebrata una Messa da don Giovanni Agrusta, parroco del Sacro Cuore di Statte.
La partenza (con auto proprie) è fissata,  per le ore 8,30 presso la Chiesa del Sacro Cuore. 
E, come giustamente fanno notare i "volontari del Gruppo" ..
Rendiamo Grazie alla Madonna che il 28 novembre scorso ha evitato una strage tra le vie del paese....


L'ultima messa, era stata celebrata il 2 Luglio 1988, esattamente 25 anni fa.


Il sito,  per centinaia di anni, era stato méta di venerazione dei nostri concittadini (non si poteva parlare di stattesi, ma di lavoratori delle masserie del nostro territorio) ma, negli ultimi decenni era stato completamente abbandonato a sé stesso. Era impossibile arrivarci,  perché ricoperto interamente  da una selva, di piante invasive.
Un "componente" del gruppo, di disboscamento: Michele Genga.
(Foto Associazione i Leucaspidi)

Fin ora era impossibile arrivarci
Per di più,  dal 1999 (avvento del padrone del mostro,  Riva), non vi erano più sentieri o strade idonee, per raggiungerlo, perché erano stati chiusi sentieri e strade con robuste reti metalliche. Questo, aveva peggiorato lo stato di inselvaticamente del luogo ed arrivarci era divenuto oltremodo pericoloso, mentre la chiesa stessa era (e purtroppo, ancora è) in stato di incipiente dissesto statico.
Una intricata "boscaglia", prima dell'intervento di disboscamento.
(Foto Associazione i Leucaspidi)

Cosa ha fatto cambiare lo stato delle cose

Tutto questo fino a circa 2 mesi fa, quando un gruppo di giovani concittadini, Michele Genga, Marica Tamburrano, Lello Bello, Cosimo Tamburrano, Andrea Piepoli, Angelo Carulo, sfidando lo scetticismo dei più,  si sono armati della volontà del fare e, armati di motoseghe, zappe, cesoie e rastrelli e dedicando diversi week end questo lavoro,  hanno liberato il sito dalle pericolose piante invasive. (Questi giovani, si sono avvalsi della preziosa consulenza storica di due "giovani" un tantino più "cresciuti": Pietro Vestita e Salvatore Vitti).

Piero Vestita, uno dei "consulenti storici" del gruppo "I Leucaspidi" e grande conoscitore del nostro territorio. (Foto Piero Vestita)
Salvatore Vitti, altro bravo "consulente storico" del "gruppo" (foto Salvatore Vitti)

I giovani volontari del gruppo I leucaspidi, hanno ricercato, trovato e liberato le vecchie vie di accesso, (compreso una vecchia scala), hanno saputo trovare nuove vie, contattando i proprietari della masseria Leucaspide e studiando anche la  situazione della titolarità della proprietà della cappella.

Organizzare e portare a termine, questa operazione di disboscamento di selva oscura, ha richiesto una determinazione notevole, un spirito di gruppo non comune ed una tenacia, al limite dell’incoscienza.
Questi giovani, hanno dovuto rinunciare ai divertimenti del week end, affrontando un duro e faticoso lavoro e  ...  non aggiungo altro, altrimenti offenderei la loro schiettezza.

Andrea Piepoli, un componente del gruppo
(Foto Associazione i Leucaspidi)


 Blocco illegale delle vie di accesso
Hanno indagato sui blocchi  delle vie di accesso risultati poi illegali, perché violavano una servitù pubblica e, finalmente sono riusciti a liberare l’antico Santuario  dalla morsa mortale delle piante; ovviamente si parla delle piante che circondavano il sito, mentre quelle che si sono incorporate nella struttura richiedono interventi di recupero statici e messa in sicurezza preceduti da idonee progettazioni.

Il prossimo 2 Luglio riprende la tradizione del pellegrinaggio
Come si è detto, il prossimo 2 Luglio, grazie ai questi giovani, sarà  possibile riprendere la vecchia tradizione; questa volta, venendo anche incontro a tanti cittadini non perfettamente in forma, e mettendoli in condizioni di arrivare, non lontano dal Santuario comodamente in auto.
Come si è detto, si partirà “insieme” alle ore 8,30 dalla Chiesa del Sacro Cuore (la messa sarà celebrata alle ore 9 da don Giovanni Agrusta). Comunque, ( per i ritardatari) l’itinerario è il seguente (ed è indicato nella cartina):
Indicativamente, si seguirà la strada della nuova portineria Ilva immettendosi poi, sulla statale per Bari, si prenderà la prima stradetta a destra (verso l’inceneritore) e poco dopo questo, si sarà giunti in prossimità del Santuario.

Il "nuovo" percorso
L'itinerario indicativo, partendo da Statte
Stesso itinerario con piantina zoomata
Il vecchio percorso

Il "vecchio percorso" dei pellegrinaggi "pedonali", partendo da Statte.
Si andava a piedi, partendo da abbascije a cròce, la stradetta a destra dopo la benzina, si percorreva via Leucaspide, oltre la zona batteria, si costeggiava la zona orientale della gravina (lato Statte per intenderci), e si arrivava alla spalla occidentale della gravina di Ciampicotto. A quel punto c’era ed ora c’è (riscoperta dai giovani), una scalinata di sedici gradini fino al letto del greto nei pressi della cappella.


La vecchia "scala" prima del disboscamento.
La vecchia scala nei pressi della cappella PRIMA del disboscamento (foto I Leucaspidi)

La "vecchia scala" DOPO il disboscamento
La vecchia scala nei pressi della cappella DOPO il disboscamento (foto I Leucaspidi)


Sperando ora, che si possa riprendere senza più interruzioni, questa bella tradizione.
Semmai, dal prossimo anno,  per venire incontro alle esigenze di tanti concittadini impegnati per lavoro nei giorni feriali, si può pensare di spostare festa e pellegrinaggio, la prima domenica di Luglio. Che ne dite ??
Il contenuto essenziale della pagina, può ritenersi concluso qui. La seconda parte che segue, potrà tuttavia interessare, gli amanti del nostro territorio e può essere utile per i piccoli stattesi incaricati di effettuare ricerche sulla nostra storia. (Gli altri troveranno alcune cose interessanti ed atre, anche divertenti).

Per saperne di più
Si premette che, la maggioranza delle nostizie che seguono, non sono farina del sacco di chi scrive queste  pagine, ma liberamente (ed a volte, arbitrariamente), tratte da un prezioso volumetto del nostro concittadino Cosimo Scaligina (L’Abbazia di Mater Gratiae nel territorio di Statte);

Il libro di Scaligina

 Scaligina, pur non essendo un nativo della nostra cittadina ha dedicato anni a studiare le nostre tradizioni ed il nostro territorio come pochi nativi. Grazie Mimmo.

La scoperta dell’antica cripta.
Nella tradizione popolare che si perde nella notte dei tempi, (ma anche in diversi manoscritti) si accennava che in quella zona, (Murimaggio Trappeto, Leocaspide), doveva trovarsi la grotta dell’eremita, ma fino al ‘600, questa fantomatica grotta o cripta, rimase nell’oblio. Venne concretamente scoperta, quando era proprietario di Leucaspide un certo Raffaele Paleologo, presumibilmente nei primi decenni del ‘600.

(Foto Associazione i Leucaspidi)


Una delle tante leggende riguardanti la “scoperta” della cripta.
Queste scoperte religiose sono spesso fantasiose; e questa, non poteva che essere tale. (Accenno ad una delle “dieci versioni”, raccontate da Scaligina; questa che riportiamo, è tratta da un libro di Janet Ross): “Un toro particolarmente dotato si era allontanato dalla masseria,  i “massari”, non trovandolo si misero a cercarlo e, dopo un po' di tempo, lo scorsero, in ginocchio,  presso una zona ricoperta da fitta vegetazione, nei pressi della quale, si intravedeva una entrata: era una grotta, all’interno della quale vi era una effige della Madonna. Da allora quella cripta fu méta di innumerevoli fedeli. Mah ... ognuno può pensare quello che vuole (non della Madonna,ma del "toro").



Disboscamento nei pressi della cappella, appena  iniziato
(Foto Associazione i Leucaspidi)


Documentazione storica della scoperta.
Storicamente l’esistenza della cripta e relativa effige è anche documentata da una visita nel 1653 dall’Arcivescovo di Taranto Caracciolo, durante la quale i suoi  collaboratori descrivevano minutamente l’immagine sacra ed anche l’arredo della stessa cripta. In quel periodo  la cripta era già custodita da un sacrestano (o eremita).


Disboscamento verso la cappella
(Foto Associazione i Leucaspidi)



Quando è stata costruita, la chiesa
In una successiva visita nel 1714,  di un altro vescovo di Taranto, mons. Stella, viene descritta una cappella completamente rifatta e non solo scavata nella roccia; quindi è da dedurre che la costruzione di questa vecchia cappella in tufo, può essere fatta risalire tra la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700; di quella vecchia cappella, non rimane quasi nulla, invece quella attuale, che ha inglobato parte della vecchia cripta intagliata nella roccia, è di epoca successiva, (probabilmente, inizio ‘800, ma poi ristrutturata verso la fine dello stesso secolo).
(Foto Associazione i Leucaspidi)



Abbazia o semplice “cappella” ?

Non ci dilunghiamo sul gioco di parole e di espressioni, che hanno identificato da sempre questa cappella come l’Abbazia di Mater Gratiae; Scaligina, propone diverse ipotesi che qui non è il caso di esporre; in realtà si tratta di una piccola cappella, non più lunga di una decina di  metri e che, come si è detto, ingloba parte della vecchia cripta. Questa precisazione è d’obbligo, altrimenti ci si aspetterebbe una grande ed imponente struttura, ma così non è.
La "cappella":
(Foto Associazione i Leucaspidi)

La devozione dei dipendenti delle masserie vicine e degli abitanti di Statte e Taranto

Il Santuario è stato méta di pellegrinaggio di innumerevoli fedeli. La devozione, particolarmente degli stattesi, ma anche dei tarantini e dei dipendenti delle masserie, è stata negli anni, (quasi) sempre assidua e costante, almeno fino al momento della partenza da Statte del vecchio parroco Don Paolo Zigrino negli anni ’50.
Questi pellegrinaggi , successivamente, si ridussero  drasticamente, perché non vi era l’incitamento del vecchio parroco, ed anche perché,  la zona, come si è detto, si era ricoperta da piante invasive, che ne rendevano problematico l’accesso,  già, di per sé, difficile.

Con l’avvento dell’allora Italsider, la chiesa si era venuta a trovare circondata da proprietà private; comunque, sia pure con difficoltà, l’accesso era ancora possibile,  anche se la stessa chiesa era ormai ricoperta, da vegetazione selvaggia;  ma, come si è detto, l’avvento dei Riva, finì col degenerare lo stato del sito, rendendo anche impossibile raggiungerlo!!
Foto I Leucaspidi


La testimonianza di “vecchi stattesi”

La scomparsa dell’ultimo “eremita”

Giuseppe Giuliano nato e cresciuto nello jazzo di Murimaggio, racconta che il nonno di suo padre, raccontava ai nipoti che l’ultimo eremita di Mater Gratiae, morì nei locali soprani il casale; questo bisnonno sentì ragliare l’asino ad intervalli regolari, andò presso l’abbazia e trovò l’uomo morto nel suo pagliericcio. Lo stesso Giuliano racconta che, a sua nemoria, si era sempre celebrata la messa il 2 luglio, per espresso impegno del fattore di Murimaggio e con le offerte che arrivavano dalle masserie vicine e dai fedeli di Statte e Taranto.

L’ultima “imbianchitura” della cappella (e purtroppo, anche dell’immagine.)
Peppino Calianno ricorda che l’ultima volta che la cappella è stata fatta imbianchire a spese del fattore di Murimaggio è stato negli anni 50  da me, - racconta Peppino, - da  mio fratello Francesco, mio zio Angelo Misciagna ed Egidio Massafra. Mio zio ed Egidio Massafra avevano fatto risistemare la croce sulla facciata e, ricorda ancora Calianno, abbiamo pensato di rinfrescare la nicchia e le figure.. (purtroppo)!!

 Una testimonianza di una “ingenua fedele”, raccolta da Scaligina:
Rosaria Carrieri:  “si partiva dalla chiesa del SS Rosario alle 7 e si tornava alle 13”. Frequentavo spesso quel luogo;  una volta ho trovato sull’altare una collanina d’oro,  ma don Cosimo Russi (parroco della chiesa San Francesco di Geronimo ai Tamburi) mi consigliò di lasciarla lì: la volta successiva non la vidi più !! (Beata ingenuità).

 L’ultima messa .. 25 anni fa ..
A parte frequentazioni individuali che arrivano in loco, con grandi difficoltà, cone si è detto, l’ultima volta che è stata celebrata una messa in quella cappella, è stato il 2 luglio 1988 per interessamento di Anna Laterza, Piero Castellano, Nicola Marinò, Donato Carelli, Giocchino Leone, e Agostino  Magazzino, celebrante padre Franco dei Somaschi ora in Brasile.


Una vecchia immagine nella cappella di Mater Gratiae
(raffigurante la Madonna delle Grazie?) foto Piero Vestita


L’ultimo pellegrinaggio in massa degli stattesi, il 1993.
L’ultimo pellegrinaggio in massa degli stattesi (prima del “blocco dei Riva”), è stato il 2 Luglio 1993, poco dopo la proclamazione di Statte Comune Autonomo. Fu guidato da Pasquale Costantino, anche lui grande appassionato del nostro territorio ed autore del prezioso volume "Il territorio del comune di Statte".  Fu lui a determinare i confini storici, riconosciuti al nuovo comune stattese. (Quei confini ci furono, subito dopo, deliberatamente scippati con una legge truffa regionale).

Ancora Leocaspide (foto Armando Grassi)
Se ci siamo un po' troppo dilungati con questi particolari, lo abbiamo fatto, a beneficio dei tanti giovani (ne conosciamo diversi) , che sono appassionati di “storia patria”. Questi “particolari” possono anche, ritornare utili nelle ricerche dei più piccoli riguardanti la storia del territorio di Statte.

Per la "fotocronaca" della messa celebrata il 2 Luglio 2013 cliccare QUI

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