L'Abbazia di Mater Gratiae: Una selva (irragiungibile PRIMA dell'intervento di "disboscamento"
(Foto Associazione i Leucaspidi)
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MATER GRATIAE: IL DISBOSCAMENTO (APRILE - GIUGNO 2013)
L'Abbazia di Mater Gratiae: La radura risulta accessibile (dopo l'intervento di "disboscamento")
(Foto Associazione i Leucaspidi)
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Quest’anno, il 2 Luglio, riprenderà l'antico “tradizionale pellegrinaggio” ad uno dei più antichi luoghi di culto della devozione stattese: "la Madonna di Mater Gratiae" dove, alle ore 9, sarà celebrata una Messa da don Giovanni Agrusta, parroco del Sacro Cuore di Statte.
La partenza (con auto proprie) è fissata, per le ore 8,30 presso la Chiesa del Sacro Cuore.
E, come giustamente fanno notare i "volontari del Gruppo" ..
Rendiamo Grazie alla Madonna che il 28 novembre scorso ha evitato una strage tra le vie del paese....
L'ultima messa, era stata celebrata il 2 Luglio 1988, esattamente 25 anni fa.
Il sito, per centinaia di anni, era stato méta di venerazione dei nostri concittadini (non si poteva parlare di stattesi, ma di lavoratori delle masserie del nostro territorio) ma, negli ultimi decenni era stato completamente abbandonato a sé stesso. Era impossibile arrivarci, perché ricoperto interamente da una selva, di piante invasive.
Un "componente" del gruppo, di disboscamento: Michele Genga.
(Foto Associazione i Leucaspidi)
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Fin
ora era impossibile arrivarci
Per di più, dal
1999 (avvento del padrone del
mostro, Riva), non vi erano più
sentieri o strade idonee, per raggiungerlo, perché erano stati chiusi sentieri e
strade con robuste reti metalliche. Questo, aveva peggiorato lo stato di
inselvaticamente del luogo ed arrivarci era divenuto oltremodo pericoloso,
mentre la chiesa stessa era (e purtroppo,
ancora è) in stato di incipiente dissesto statico.
Una intricata "boscaglia", prima dell'intervento di disboscamento.
(Foto Associazione i Leucaspidi)
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Tutto
questo fino a circa 2 mesi fa, quando un gruppo di
giovani concittadini, Michele Genga,
Marica Tamburrano, Lello Bello, Cosimo Tamburrano, Andrea Piepoli, Angelo Carulo, sfidando lo scetticismo dei più, si sono armati della volontà del fare e, armati di motoseghe,
zappe, cesoie e rastrelli e dedicando diversi week end questo lavoro, hanno
liberato il sito dalle pericolose piante invasive. (Questi giovani, si sono avvalsi della preziosa consulenza storica di due "giovani" un tantino più "cresciuti": Pietro Vestita e Salvatore Vitti).
Piero Vestita, uno dei "consulenti storici" del gruppo "I Leucaspidi" e grande conoscitore del nostro territorio. (Foto Piero Vestita) |
Salvatore Vitti, altro bravo "consulente storico" del "gruppo" (foto Salvatore Vitti) |
I giovani volontari del gruppo I leucaspidi, hanno ricercato, trovato e liberato le vecchie vie di accesso, (compreso una vecchia scala), hanno saputo trovare nuove vie, contattando i proprietari della masseria Leucaspide e studiando anche la situazione della titolarità della proprietà della cappella.
Organizzare e portare a termine, questa operazione di disboscamento di selva oscura, ha richiesto
una determinazione notevole, un spirito di gruppo non comune ed una tenacia, al
limite dell’incoscienza.
Questi giovani, hanno dovuto rinunciare ai divertimenti del week end, affrontando un
duro e faticoso lavoro e ... non aggiungo altro, altrimenti offenderei la
loro schiettezza.Andrea Piepoli, un componente del gruppo
(Foto Associazione i Leucaspidi)
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Blocco illegale delle vie di accesso
Hanno indagato sui blocchi
delle vie di accesso risultati poi illegali,
perché violavano una servitù pubblica e,
finalmente sono riusciti a liberare
l’antico Santuario dalla morsa
mortale delle piante; ovviamente si parla delle piante che circondavano il
sito, mentre quelle che si sono incorporate
nella struttura richiedono
interventi di recupero statici e messa in sicurezza preceduti da idonee progettazioni.
Il
prossimo 2 Luglio riprende la tradizione del pellegrinaggio
Come si è detto, il prossimo 2 Luglio, grazie ai questi
giovani, sarà possibile riprendere la
vecchia tradizione; questa volta, venendo anche incontro a tanti cittadini non perfettamente in forma, e mettendoli
in condizioni di arrivare, non lontano dal Santuario comodamente in auto.
Come si è detto, si
partirà “insieme” alle ore 8,30 dalla Chiesa del Sacro Cuore (la messa sarà celebrata alle ore 9 da don Giovanni Agrusta). Comunque, ( per i ritardatari) l’itinerario è il seguente (ed è indicato nella cartina):
Indicativamente, si seguirà la strada della nuova portineria Ilva immettendosi poi, sulla statale per Bari, si prenderà la prima stradetta a destra (verso l’inceneritore) e poco dopo questo, si sarà giunti in prossimità del Santuario.
Il "nuovo" percorso
Il "nuovo" percorso
L'itinerario indicativo, partendo da Statte |
Stesso itinerario con piantina zoomata |
Il vecchio percorso
Si andava a piedi, partendo da abbascije a cròce, la stradetta a destra dopo la benzina, si percorreva via Leucaspide, oltre la zona batteria, si costeggiava la zona orientale della gravina (lato Statte per intenderci), e si arrivava alla spalla occidentale della gravina di Ciampicotto. A quel punto c’era ed ora c’è (riscoperta dai giovani), una scalinata di sedici gradini fino al letto del greto nei pressi della cappella.
La vecchia "scala" prima del disboscamento.
La "vecchia scala" DOPO il disboscamento
Sperando ora, che si possa riprendere senza più interruzioni, questa bella tradizione.
Il "vecchio percorso" dei pellegrinaggi "pedonali", partendo da Statte. |
La vecchia "scala" prima del disboscamento.
La vecchia scala nei pressi della cappella PRIMA del disboscamento (foto I Leucaspidi) |
La "vecchia scala" DOPO il disboscamento
La vecchia scala nei pressi della cappella DOPO il disboscamento (foto I Leucaspidi) |
Sperando ora, che si possa riprendere senza più interruzioni, questa bella tradizione.
Semmai, dal prossimo anno, per venire incontro alle esigenze di tanti
concittadini impegnati per lavoro nei giorni feriali, si può pensare di spostare festa e pellegrinaggio, la prima domenica di Luglio. Che ne
dite ??
Il contenuto essenziale della
pagina, può ritenersi concluso qui. La seconda parte che segue, potrà tuttavia
interessare, gli amanti del nostro territorio e può essere utile
per i piccoli stattesi incaricati di
effettuare ricerche sulla nostra storia.
(Gli altri troveranno alcune cose interessanti ed atre, anche divertenti).
Per saperne di più
Si premette che, la maggioranza
delle nostizie che seguono, non sono farina
del sacco di chi scrive queste pagine,
ma liberamente (ed a volte,
arbitrariamente), tratte da un prezioso volumetto del nostro concittadino Cosimo Scaligina (L’Abbazia di Mater
Gratiae nel territorio di Statte);Il libro di Scaligina |
Scaligina, pur non essendo un nativo della nostra cittadina ha dedicato anni a studiare le nostre tradizioni ed il nostro territorio come pochi nativi. Grazie Mimmo.
La
scoperta dell’antica cripta.
Nella tradizione popolare che si perde nella notte dei
tempi, (ma anche in diversi manoscritti)
si accennava che in quella zona, (Murimaggio
Trappeto, Leocaspide), doveva trovarsi la
grotta dell’eremita, ma fino al ‘600, questa fantomatica grotta o cripta,
rimase nell’oblio. Venne concretamente scoperta, quando era proprietario di Leucaspide un certo Raffaele Paleologo, presumibilmente nei primi decenni del ‘600.
(Foto Associazione i Leucaspidi)
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Una
delle tante leggende riguardanti la “scoperta” della cripta.
Queste scoperte religiose
sono spesso fantasiose; e questa, non poteva che essere tale. (Accenno ad
una delle “dieci versioni”, raccontate
da Scaligina; questa che riportiamo, è tratta da un libro di Janet Ross): “Un toro particolarmente dotato si era allontanato dalla masseria, i “massari”, non trovandolo si misero a cercarlo e, dopo un po' di tempo, lo scorsero, in ginocchio, presso una zona ricoperta da fitta vegetazione, nei pressi della quale, si intravedeva una entrata: era una grotta,
all’interno della quale vi era una effige della Madonna. Da allora quella
cripta fu méta di innumerevoli fedeli. Mah ... ognuno può pensare quello che vuole (non della Madonna,ma del
"toro").
Disboscamento nei pressi della cappella, appena iniziato
(Foto Associazione i Leucaspidi)
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Documentazione
storica della scoperta.
Storicamente l’esistenza della cripta e relativa effige è anche documentata da una visita nel 1653
dall’Arcivescovo di Taranto Caracciolo,
durante la quale i suoi collaboratori
descrivevano minutamente l’immagine sacra ed anche l’arredo della stessa
cripta. In quel periodo la cripta era già custodita da un sacrestano
(o eremita).
Disboscamento verso la cappella
(Foto Associazione i Leucaspidi)
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Quando
è stata costruita, la chiesa
In una successiva visita nel 1714, di un altro vescovo
di Taranto, mons. Stella, viene descritta una cappella completamente rifatta
e non solo scavata nella roccia; quindi è da dedurre che la costruzione di
questa vecchia cappella in tufo, può essere fatta risalire tra la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700; di
quella vecchia cappella, non rimane quasi nulla, invece quella attuale, che ha
inglobato parte della vecchia cripta intagliata nella roccia, è di epoca
successiva, (probabilmente, inizio ‘800, ma poi ristrutturata verso la fine
dello stesso secolo).
(Foto Associazione i Leucaspidi)
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Abbazia o semplice “cappella” ?
Non ci dilunghiamo sul gioco di parole e di espressioni,
che hanno identificato da sempre questa cappella come l’Abbazia di Mater Gratiae;
Scaligina, propone diverse ipotesi
che qui non è il caso di esporre; in realtà si tratta di una piccola cappella, non
più lunga di una decina di metri e che,
come si è detto, ingloba parte della
vecchia cripta. Questa precisazione è d’obbligo, altrimenti ci si
aspetterebbe una grande ed imponente
struttura, ma così non è.
La "cappella":
(Foto Associazione i Leucaspidi)
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Il Santuario è stato méta di pellegrinaggio di
innumerevoli fedeli. La devozione, particolarmente degli stattesi, ma anche dei tarantini e dei dipendenti delle masserie, è
stata negli anni, (quasi) sempre
assidua e costante, almeno fino al momento della partenza da Statte del vecchio parroco Don Paolo Zigrino negli
anni ’50.
Questi pellegrinaggi , successivamente, si ridussero drasticamente, perché non vi era l’incitamento del vecchio parroco, ed anche
perché, la zona, come si è detto, si era
ricoperta da piante invasive, che ne rendevano problematico l’accesso, già, di per sé, difficile.
Con l’avvento dell’allora
Italsider, la chiesa si era venuta a
trovare circondata da proprietà
private; comunque, sia pure con difficoltà, l’accesso era ancora possibile, anche se la stessa chiesa era ormai
ricoperta, da vegetazione selvaggia; ma, come si è detto, l’avvento dei Riva, finì col degenerare lo stato
del sito, rendendo anche impossibile raggiungerlo!!
La testimonianza di “vecchi stattesi”
La scomparsa dell’ultimo “eremita”
Giuseppe Giuliano nato e cresciuto nello jazzo di Murimaggio, racconta che il nonno
di suo padre, raccontava ai nipoti che l’ultimo
eremita di Mater Gratiae, morì nei locali soprani il casale; questo bisnonno sentì ragliare l’asino ad intervalli regolari, andò presso l’abbazia e
trovò l’uomo morto nel suo pagliericcio. Lo stesso Giuliano racconta che, a sua nemoria, si era sempre celebrata la
messa il 2 luglio, per espresso
impegno del fattore di Murimaggio e
con le offerte che arrivavano dalle masserie vicine e dai fedeli di Statte e Taranto.
L’ultima
“imbianchitura” della cappella (e
purtroppo, anche dell’immagine.)
Peppino Calianno ricorda
che l’ultima volta che la cappella è stata fatta imbianchire a spese del
fattore di Murimaggio è stato negli
anni 50 “da me, - racconta Peppino, - da
mio fratello Francesco, mio zio Angelo
Misciagna ed Egidio Massafra. Mio zio ed Egidio Massafra avevano fatto
risistemare la croce sulla facciata e, ricorda ancora Calianno, abbiamo
pensato di rinfrescare la nicchia e le figure.. (purtroppo)!!
Una vecchia immagine nella cappella di Mater Gratiae (raffigurante la Madonna delle Grazie?) foto Piero Vestita |
L’ultimo
pellegrinaggio in massa degli stattesi,
il 1993.
L’ultimo pellegrinaggio in massa degli stattesi (prima del “blocco dei Riva”), è stato
il 2 Luglio 1993, poco dopo la proclamazione di Statte
Comune Autonomo. Fu guidato da Pasquale
Costantino, anche lui grande appassionato del nostro territorio ed autore del prezioso volume "Il territorio del comune di Statte". Fu lui a
determinare i confini storici, riconosciuti
al nuovo comune stattese. (Quei confini ci furono, subito dopo, deliberatamente
scippati con una legge truffa regionale). Ancora Leocaspide (foto Armando Grassi) |
Se ci siamo un po' troppo dilungati
con questi particolari, lo abbiamo fatto, a beneficio dei tanti giovani (ne conosciamo diversi) , che sono appassionati di “storia patria”. Questi “particolari” possono anche, ritornare utili nelle ricerche dei più
piccoli riguardanti la storia del territorio di Statte.
Per la "fotocronaca" della messa celebrata il 2 Luglio 2013 cliccare QUI
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