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sabato 1 giugno 2013

Inaugurazione Orologio Nuovo della Piazza



Inaugurato Il nuovo orologio della piazza
 
Chi lo ha donato
Le Associazioni di Crispiano, "AGORA'" e"LIONS CLUB TERRA DELLE 100 MASSERIE", si erano fatti promotori di una raccolta fondi per ridare agli stattesi “l’orologio della piazza”, volato via col tornado.
Tenendo conto dell’alto costo dell’orologio stesso (circa 3500 €), l’impresa si prospettava ardua, ma con la tenacia delle due associazioni e il contributo determinante del comune di Crispiano, nonché, di tante altre associazioni e privati cittadini, “l’impresa” si è conclusa felicemente.


L'inaugurazione
La sera di sabato 25 Maggio, si è inaugurato il “Nuovo Orologio” con la presenza dei due presidenti delle citate associazioni.
Per il comune di Statte, era presente il sindaco Angelo Miccoli con l’intera giunta. L’assessore alla cultura Armando Grassi, ha ringraziato gli ospiti ed ha presentato la serata; soffermandosi sulla “fratellanza” che accomuna Statte e Crispiano ed, ha "legato"  l'Orologio, al ventennale dell'Autonomia Comunale; il sindaco Angelo Miccoli rimarcava ancora, gli interessi comuni delle due cittadine auspicando, che questo "segno di solidarietà" fosse l'auspicio di un futuro più roseo per la comunità.




La poesia di Gino
Gino Del Giudice nel presentare la sua poesia, oltre che ringraziare i due presidenti e gli altri crispianesi presenti (rivelatisi, TUTTI suoi amici !!), ha messo in luce la “famigliarità” (proprio in senso letterale) tra lui e la comunità di Crispiamo. (Ha ricordato che suo padre era proprio “crispianese”).

Pochi presenti
Diciamo la verità, ci si aspettava una presenza più “consistente” di nostri concittadini e pensiamo che il freddo (e, forse la scarsa informazione) li ha tenuti lontano da questa bella cerimonia.
E poi, (Ìje, ce nò pàrle sc'càtte), non mi spiego, l’assenza totale dei consiglieri di opposizione nelle cerimonie che riguardano tutta la comunità. Si badi bene, non è solo adesso, ma è successo SEMPRE, anche durante altre amministrazioni!!


Un’ultima cosa; questa pagina è divisa in due parti; la prima, si conclude subito, con la poesia di Gino, mentre “le lungaggini” della seconda parte possono essere utili ai nostri piccoli (e grandi)concittadini per eventuali “ricerche”,  riguardanti “L’Orologio della Piazza”, quindi se vi “azzardate pericolosamente” in quella parte, lo fate, sotto la vostra piena responsabilità !! :))

 


L'orologge à sparite,
'u tornède se l'à purtète;
ma addò cagne à scì finite?
No se sèpe ce l'àcchijète.
 
Gijà come a n'u carlascijòne
stève su 'o Munecipije all'arije,
sénsa dè soddesfazzijòne,
ca fascéve 'u stésse orarije.
 
Ma mò proprije à esaggèrète,
come n'a quagghije se n'à vulète.

 

Da quanne fu 'nnaugurète,
'u novecijende vendequatte,
cervelline n'ogne à stète,
e sprèggije picche n'a fatte?
 
Tanne 'u vitre se sc'cuascì;
no ne fésce assè fatije,
e c'a pelagreme se fermì,
prime de l'autonomije.
 
Po' 'u sinneche l'aggijustì:
picche angore 'nnanze scì.







Se ne scì pò Marinò,
e l'orlogge quèse a despijette,
n'ògne scève e n' nògne nò,
e assì òte defijette.
 
Pure nù, me l'à 'rrecòrde,
m'ì scurdète 'a raggijòne,
no tande scijamme d'accòrde,
e fascijamme confusijòne.
 
Mò: “ BASTE”, descime ijòsce
VIVA STATTE” , tutte a n'a vòsce.
 



 


Tande amisce Crespijanise,
e sett'otte assòcijazzijòne,
tutte 'nzijeme s'ònne mise
pe fè a Statte 'a donazzijòne.
 
E chéste ijé 'a nuvetà:
VINGE e VITE SANDORE,
le LIONS e l'AGORA'
c'amicizzija, 'a posce e 'u core.
 
Ijòsce vendecinghe maggije,
fanne a STATTE c'uste omaggije.
 

 

 

L'òrlògge, n'ònne rijalète,
che le sfére allégre allégre,
téne 'u suone bèlle 'ndonète,
ijé “CANONECHE” de Lagonégre.
 
Grazzije amisce de Crespijène;
no à saltè manghe n'a bbòtte,
téne numere romène,
s'à va vète pure a' nòtte.

Cumbagnije a Statte à fé
e 'u menute à va spacchè.
 
 
Sònne à sénde le cambène
'a matine, 'u gijuorne e 'a sére,
'u big ben à 'rrevè a Crespijène,
ca sté a Statte a céra a cére.
 
Ma a 'u suone d'a ménzadije,
a nù tutte n'à recurdè,
''A CONGUISTE DE L'AUTONOMIJE,
ca cchijù mègghije ne fèsce stè.
 L'orologge storije e fatte
à va cundè de nù e de STATTE.
Stattarule! Scijamene a nù,
mò lassème stè 'u tornède,
no ne lamendème cchijù,
ca l'orlogge à turnète.
 
Tande augurije a tutte quande;
mò l'orarije 'u sapime,
e putime scì cchijù 'nnande,
e sperijème mégghjie de prime.
 
L'orologge mò d'a chijazze,
Stattarule ijé de razze.

Gino Del Giudice
Statte 25 maggio 2013
 
l'orologio è lo strumento che ci taglia la
vita, come si taglia il pane ai bambini”
P. Veron




Fotografo (o quasi), fotografa "il fotografo" Felice Russo


 

SECONDA PARTE (Per saperne di più !! Pensata per le "ricerche" degli studenti sulla "storia" dell'Orologio della Piazza). Chi ha poco tempo, può terminare qui. 

In questa seconda parte, riportiamo:
1) Un articolo di una nostra brava concittadina Anna Crisante, giornalista del giornale “Il Quotidiano”, che descrive in modo efficace e sintetico la cerimonia dell’inaugurazione..
2) Una pagina del nostro concittadino: lo storico e docente universitario Prof. Vittorio De Marco,
riguardante le prime “inascoltate” richieste dei cittadini stattesi (nel 1907) al comune di Taranto, per “un orologio pubblico” (installato solo nel 1924).
3) Un articoletto (L’Orologio) del 1988, contenuto in un opuscolo dell’allora P.C.I. quando, la “voglia di autonomia” si faceva più impellente.
4) Una poesia di Gino Del Giudice, scritta, all’indomani della conquista dell’Autonomia, con cui “festeggiava l’Orologio della Piazza funzionante” segnale di questa conquista indipendenza.
5) Curiosità: come si “caricava” il vecchio orologio

 






Riporto quest’articolo molto ben fatto, di Anna Crisante.
Un orologio scandisce la nuova speranza.

di Anna CRISANTE (Nuovo Quotidiano di Puglia del 27 Maggio 2013)
La giornalista Anna Crisante (il Quotidiano di Puglia)

Un nuovo orologio per ri­cominciare a scandire le ore, le giornate, gli anni, il futu­ro di Statte. È tornato al suo posto, donato dai crispianesi, l’orologio della torre del municipio, che fu letteral­mente spazzato via dal torna­do del 28 novembre e che non è stato più ritrovato.

Un orologio per ascoltare i battiti del grande cuore del­la solidarietà e dell’amicizia che unisce Statte e Crispiano. A sei mesi da quell’even­to traumatico la piazza stattese si riappropria del suo pub­blico orologio, quello che con i suoi rintocchi, unisce da decenni tutta la comunità e ricorda gli eventi.


Era il 1924 quando su quella che allora era la casa comunale fu sopraelevata la torre che accolse l’orologio. In quell’occasione furono an­che sistemate le due campa­ne in bronzo di 80 e 50 chili provenienti dalle fonderie di Bassano, che suonano i rin­tocchi delle ore e dei minu­ti.

Oggi il nuovo quadrante luminoso, sempre con i nu­meri romani, è stato installa­to dalla ditta Canonico di Lagonegro dalla quale è stato acquistato per 3200 euro, frutto di una raccolta di be­neficenza di varie associazio­ni: Agorà e Lions “Terra delle 100 Masserie”, che l’hanno promossa, e Comu­ne di Crispiano, con il con­tributo delle associazioni Amici da Sempre, Asd Ci­clo Club, Spi-Cgil, Congre­ga San Francesco d’Assisi, Terranostra Team Bike, dit­ta Sagittario 77 Srl e di nu­merosissimi cittadini crispianesi.

La cerimonia di inaugura­zione si è tenuta sabato sera in piazza Vittorio Veneto du­rante la quale il popolo crispianese ha donato una tar­ga al sindaco di Statte Ange­lo Miccoli: «Il nuovo orolo­gio della piazza segua il cammino di fratellanza tra le nostre comunità».

 Sul palco è salito l’attore e regista Michele Vinci di Agorà: «L’orologio della piazza è un’altra cosa, è l’o­ra uguale per tutti, è il sim­bolo della comunità che pro­cede insieme senza lasciare indietro nessuno. Il nuovo orologio segna l’inizio di un nuovo tempo, dell’ora delle bonifiche di un territorio martoriato che paga un prez­zo alto. È il tempo di mette­re insieme le forze, strategie comuni di crescita e svilup­po».
E il poeta Gino del Giudi­ce ha paragonato la torre del­l’orologio al Big ben i cui rintocchi arrivano a Crispiano.


 L’assessore stattese alla Cul­tura Armando Grassi ha elet­to l’orologio a simbolo del ventennale dell’autonomia e ha annunciato un annullo fi­latelico nei prossimi mesi. Ha concluso la cerimonia il sindaco:. «L’orologio è il simbolo della municipalità e dell ’ autonomia comunale. Con la solidarietà che ci è stata offerta vediamo il futu­ro in modo più sereno».
(Fin qui, Anna Crisante del “Nuovo Quotidiano” del 27 Maggio 2013)


A centro Anna Crisante, la concittadina autrice dell'articolo riportato


L’orologio di Statte e la sua “storia”.
(Abstract dal libro del prof. De Marco: Statte tra ottocento e primi novecento)

 60 Capifamiglia stattesi firmano una richiesta

Nel maggio del 1907, 60 capifamiglia firmarono una richiesta diretta al sindaco del tempo, Pietro Palasciano, chiedendo che anche a Statte, come per le borgate di Crispiano e Talsano, venisse costruito un pubblico orologio. La richiesta venne girata, naturalmente, all’amministrazione comunale di Taranto. Ma il pubblico orologio tardava ad arrivare.








 Taranto nel 1913 (6 anni dopo la “richiesta”) decide di accontentare Statte.

Nel 1913 Taranto finalmente decise di accontentare gli stattesi (ma guardate un po’!!).  L’orologio sarebbe stato incastonato sulla facciata della chiesa parrocchiale. L’adattamento delle  strutture murarie fu completato nel novembre di quello stesso anno. Il quadrante  dell’orologio venne fatto venire da Milano dalla ditta Fontana e C. ma quell’l'orologio, sulla cima della facciata della chiesa parrocchiale, non venne mai issato. Né sappiamo che tipo di muratura era stata approntata sulla facciata ospitare l’orologio e supponiamo che venne poi smantellata.

 Dieci anni dopo, (nel 1923) “Taranto si decide”

 Di  orologio pubblico non se ne parlò fino al 1923.
Chissà dove era andato a finire quel quadrante acquistato a Milano dieci anni prima!  Probabilmente su qualche edificio di Taranto. (ma guardate un po’!!).
Ora non si parlava più della chiesa madre, cercandosi invece un’altra ubicazione. E l’ubicazione fu trovata «sul fabbricato comunale attuale sede del municipio».



 Si costruisce la “torre del municipio” per far posto all’orologio.

Venne così costruita la torre dell’orologio come attualmente la vediamo. «La costruzione in parola - spiegava l’ingegnere capo dell’ufficio tecnico nell’agosto del ’24 - costituisce un sopraelevamento al di sopra della terrazza della casa comunale, le cui murature per deficienze di spessore, furono rinforzate con travi in ferro e cemento armato».

 L’orologio con tutti gli accessori, comprese le due campane in bronzo di 80 e 50 chili provenienti dalle fonderie di Bassano, venne fomito dalla ditta Girolamo Raimondi di Taranto. (mentre, abbiamo appreso di recente, la ditta costruttrice del meccanismo dell’orologio, era la stessa ditta Canonico che ha fornito il nuovo orologio n.d.r.)

  Ai primi di settembre del 1924. finalmente anche Statte ebbe il suo pubblico orologio a scandire le ore e gli avvenimenti paesani.
 
 
Il quadrante dell’orologio si ruppe “subito” (e così è rimasto per 70 anni !!)
Ma appena otto giorni dopo la messa in opera, il quadrante si ruppe. La causa non venne accertata; probabilmente si trattò di un leggero cedimento o assestamento della muratura della torre. Tuttavia l’orologio continuò a funzionare regolarmente fino agli anni ’50; quando, non arrivarano più da Taranto, i fondi per la manutenzione e riparazione dell’orolgio stesso (ma guardate un po’ !!).

Quel quadrante rotto è rimasto lì tutti questi anni fino a quando, con la prima amministrazione del comune autonomo nel 1995, un nuovo quadrante ha sostituito quello del 1924, nella stessa occasione fu sostituito il meccanismo dell’orologio con uno più moderno, ed è quello che “si è portato via il tornado”.

 
Nel 1988, quando già si respirava “il profumo dell’Autonomia”, un opuscoletto dell’allora P.C.I già puntualizzava il “fermo dell’orologio” all’abbandono della comunita, da parte del comune capoluogo:

"Il segno premonitore che alla bor­gata fosse stato assegnato un ruolo subalterno e di emarginazione dalle forze politiche che si sono alternate al  governo della città, poteva forse essere avvertito, sin da quando l’oro­logio del municipio, arrestando la sua corsa nel tempo, non ha più trasmes­so agli abitanti il suono dei suoi rin­tocchi che comunicavano tramite l'ete­re in tutto il territorio il senso dell’appartenenza ad una comunità ben definita."
E' necessario che al più presto essi tornino a risuonare, affinché ogni stattese possa riappropriarsi della dignità, della cultura, dell’identità che gli è propria, e di un municipio a cui possa sentirsi di appartenere. 

La "torre" SENZA l'orologio dopo il tornado; questa immagine dimostra anche
che le piccole campane non erano "volate via".

Con la “conquista” dell’Autonomia, Statte “si metteva in moto” e così l’orologio della piazza. Gino Del Giudice commentava l’avvenimento, con una delle sue poesie, rimarcando,lo stretto connubio di sempre, tra orologio e comunità:

 

L'Orologio della piazza

Fermo muto ed intristito,
l'ingranaggio arrugginito,
con lancette anchilosate,
hai trascorse le giornate.

Con il tempo fisso all'una
tu non davi gioia alcuna,
a chi ti volgea lo sguardo;
eri proprio un bel bugiardo!

Ossidate le campane,
melanconiche ma sane,
e vogliose di scandire,
tosto l'ore, e di gioire.

E la gente te ha seguito;
ed il tempo impoverito,
ha trascorso, qui negli anni,
come te, con gravi affanni.

Ma il prodigio s'è compiuto,
Il ripristino hai avuto,
e le ore segni esatte,
nella piazza, qui a Statte.

E il rintocco delle ore,
dà a tutti buon umore,
le lancette allegramente
gaie giran, sì la gente!

Un più lieto tempo aspetta,
questa cittadin diletta,
che con te s'è risvegliata,
e che sembra ormai cambiata.

Non ci fare il tradimento,
si preciso, molto attento!
segui tu gli avvenimenti,
degli ambiti nostri intenti.

Sia il suono tuo segno,
del ripreso nostro impegno,
stattarulo sii di razza,
oh, Orologio della Piazza!

Gino Del Giudice

 

Curiosità: Come si "caricava" il vecchio orologio

Fino agli anni '50' l'orologio della torre medesima, aveva sempre funzionato perfettamente (o quasi) passando indenne anche attraverso vicissitudini dolorosi come la 2° guerra mondiale.
Infatti
il compianto orologiaio di Statte, Giuseppe Di Fino, (coadiuvato dal suo figlio Franco), per un modesto compenso, erogato dal Comune di Taranto, ne curava attentamente la manutenzione.
Successivamente
l'orologio fu abbandonato, a sé stesso, quasi a significare la scarsa attenzione degli amministratori di Taranto per i problemi di Statte. (e tè parèva) e il contributo fu annullato. (Taranto:“Ma tu nò pìjenze a mé).

Il ripristino dell’orologio nell’anno 1995, comportò la sostituzione anche del “vecchio ingranaggio”, che era pesantissimo. Il sistema di carica, era costituito da un insieme di grossi blocchi di pietra calcarea; quando i pesi scendevano al livello più basso, (oltre 10 metri più in basso dell’orologio), la “carica” era esaurita. Settimanalmente, occorreva riandare sulla torre e, tramite un verricello, risollevare i blocchi di pietra.

In occasione del ripristino dell’orologio nel 1995 (dopo l’insediamento della prima amministrazione), il “vecchio ingranaggio”, fu sostituito, con uno più moderno e leggero, ed è proprio quest’ultimo ad essersene “volato” in occasione del tornado.

Il “vecchio ingranaggio” è depositato in cima alla torre, nello stesso vano che ospita il nuovo.

 

La torre dell'orologio, illustra la copertina del numero zero di Polis



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2 commenti:

  1. Che fine ha fatto il " vecchio orologio" della piazza?

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  2. Credo di averti risposto su FB. L'orologio è conservato sul locale della torre che ospita l'orologio nuovo e si pensa di farne un cimelio come avevi suggerito. Ciao

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