Le Associazioni di Crispiano, "AGORA'"
e"LIONS CLUB TERRA DELLE 100 MASSERIE", si erano fatti promotori
di una raccolta fondi per ridare agli stattesi “l’orologio della piazza”,
volato via col tornado.
Tenendo conto dell’alto costo dell’orologio stesso (circa 3500 €), l’impresa si prospettava ardua, ma con la tenacia
delle due associazioni e il contributo determinante del comune di Crispiano,
nonché, di tante altre associazioni e privati cittadini, “l’impresa” si è conclusa felicemente.L'inaugurazione
La sera di sabato 25 Maggio, si è inaugurato il “Nuovo Orologio” con la presenza dei due presidenti delle citate associazioni.
Per il comune di Statte, era presente il sindaco Angelo Miccoli con l’intera giunta. L’assessore alla cultura Armando Grassi, ha ringraziato gli ospiti ed ha presentato la serata; soffermandosi sulla “fratellanza” che accomuna Statte e Crispiano ed, ha "legato" l'Orologio, al ventennale dell'Autonomia Comunale; il sindaco Angelo Miccoli rimarcava ancora, gli interessi comuni delle due cittadine auspicando, che questo "segno di solidarietà" fosse l'auspicio di un futuro più roseo per la comunità.
La poesia di Gino
Gino Del Giudice nel presentare la sua
poesia, oltre che ringraziare i due presidenti e gli altri crispianesi presenti
(rivelatisi, TUTTI suoi amici !!), ha
messo in luce la “famigliarità” (proprio in senso letterale) tra lui e
la comunità di Crispiamo. (Ha ricordato
che suo padre era proprio “crispianese”).
Pochi presenti
Diciamo la verità, ci si aspettava una
presenza più “consistente” di nostri concittadini e pensiamo che il freddo (e,
forse la scarsa informazione) li ha tenuti lontano da questa bella cerimonia. E poi, (Ìje, ce nò pàrle sc'càtte), non mi spiego, l’assenza totale dei consiglieri di opposizione nelle cerimonie che riguardano tutta la comunità. Si badi bene, non è solo adesso, ma è successo SEMPRE, anche durante altre amministrazioni!!
Un’ultima cosa; questa pagina è divisa in due parti; la prima, si conclude
subito, con la poesia di Gino, mentre “le
lungaggini” della seconda parte possono essere utili ai nostri piccoli
(e grandi)concittadini per eventuali “ricerche”, riguardanti “L’Orologio della Piazza”, quindi se vi “azzardate pericolosamente” in quella parte, lo fate, sotto la
vostra piena responsabilità !! :))
L'orologge à
sparite,
'u
tornède se l'à purtète;
ma addò cagne à scì
finite?
No se sèpe ce
l'àcchijète.
stève su 'o Munecipije all'arije,
sénsa dè
soddesfazzijòne,
ca fascéve 'u stésse
orarije.
come n'a quagghije se n'à
vulète.
Da quanne fu
'nnaugurète,
'u novecijende vendequatte,
cervelline n'ogne à
stète,
e sprèggije picche n'a
fatte?
no ne fésce assè
fatije,
e c'a pelagreme se
fermì,
prime de l'autonomije.
picche angore 'nnanze
scì.
Se ne scì
pò Marinò,
e l'orlogge quèse a
despijette,
n'ògne scève e n' nògne
nò,
e assì òte
defijette.
m'ì scurdète 'a
raggijòne,
no tande scijamme
d'accòrde,
e fascijamme
confusijòne.
“VIVA
STATTE” , tutte a n'a vòsce.
Tande amisce Crespijanise,
e sett'otte
assòcijazzijòne,
tutte 'nzijeme s'ònne
mise
pe fè a Statte 'a
donazzijòne.
VINGE e VITE
SANDORE,
le LIONS
e l'AGORA'
c'amicizzija, 'a posce e 'u
core.
fanne a
STATTE c'uste omaggije.
L'òrlògge,
n'ònne rijalète,
che le
sfére allégre allégre,
téne 'u
suone bèlle 'ndonète,
ijé
“CANONECHE” de Lagonégre.
Grazzije
amisce de Crespijène;
no à saltè
manghe n'a bbòtte,
téne numere
romène,
s'à va vète
pure a' nòtte.
Cumbagnije a Statte à fé
e 'u menute
à va spacchè.
'a matine, 'u gijuorne e 'a
sére,
'u big ben
à 'rrevè a
Crespijène,
ca sté a Statte a céra a cére.
Ma a 'u suone d'a
ménzadije,
a nù tutte
n'à recurdè,
''A
CONGUISTE DE L'AUTONOMIJE,
ca cchijù mègghije ne fèsce
stè.
L'orologge storije e fatte
à va cundè de nù e de STATTE.
à va cundè de nù e de STATTE.
Stattarule!
Scijamene a nù,
mò lassème stè 'u tornède,
mò lassème stè 'u tornède,
no ne
lamendème cchijù,
ca
l'orlogge à turnète.
Tande
augurije a tutte quande;
mò
l'orarije 'u sapime,
e putime
scì cchijù 'nnande,
e sperijème
mégghjie de prime.
L'orologge
mò d'a chijazze,
Stattarule
ijé de razze.
Gino Del Giudice
Statte 25 maggio 2013
“ l'orologio è lo strumento che ci
taglia la
vita, come si taglia il pane ai
bambini”
P. Veron
SECONDA
PARTE (Per saperne di più !! Pensata per le "ricerche" degli studenti sulla "storia" dell'Orologio della Piazza). Chi ha poco tempo, può terminare qui.
In questa seconda parte, riportiamo:
1) Un articolo di una nostra brava concittadina Anna Crisante, giornalista del giornale “Il Quotidiano”, che descrive in modo efficace e sintetico la cerimonia dell’inaugurazione..
2) Una pagina del nostro concittadino: lo storico e docente universitario Prof. Vittorio De Marco, riguardante le prime “inascoltate” richieste dei cittadini stattesi (nel 1907) al comune di Taranto, per “un orologio pubblico” (installato solo nel 1924).
3) Un articoletto (L’Orologio) del 1988,
contenuto in un opuscolo dell’allora P.C.I. quando, la “voglia di autonomia” si
faceva più impellente.1) Un articolo di una nostra brava concittadina Anna Crisante, giornalista del giornale “Il Quotidiano”, che descrive in modo efficace e sintetico la cerimonia dell’inaugurazione..
2) Una pagina del nostro concittadino: lo storico e docente universitario Prof. Vittorio De Marco, riguardante le prime “inascoltate” richieste dei cittadini stattesi (nel 1907) al comune di Taranto, per “un orologio pubblico” (installato solo nel 1924).
4) Una poesia di Gino Del Giudice, scritta, all’indomani della conquista dell’Autonomia, con cui “festeggiava l’Orologio della Piazza funzionante” segnale di questa conquista indipendenza.
5) Curiosità: come si “caricava” il vecchio orologio
Riporto quest’articolo molto ben fatto, di Anna Crisante.
Un orologio scandisce la nuova speranza.
di Anna CRISANTE (Nuovo Quotidiano di Puglia del 27
Maggio 2013)
La giornalista Anna Crisante (il Quotidiano di Puglia) |
Un nuovo orologio per ricominciare a scandire le ore, le
giornate, gli anni, il futuro di Statte. È tornato al suo posto, donato dai
crispianesi, l’orologio della torre del municipio, che fu letteralmente
spazzato via dal tornado del 28 novembre e che non è stato più ritrovato.
Un orologio per ascoltare i battiti del grande cuore della solidarietà e dell’amicizia che unisce Statte e Crispiano. A sei mesi da quell’evento traumatico la piazza stattese si riappropria del suo pubblico orologio, quello che con i suoi rintocchi, unisce da decenni tutta la comunità e ricorda gli eventi.
Era il 1924 quando su quella che allora era la casa comunale fu sopraelevata la torre che accolse l’orologio. In quell’occasione furono anche sistemate le due campane in bronzo di 80 e 50 chili provenienti dalle fonderie di Bassano, che suonano i rintocchi delle ore e dei minuti.
Oggi il nuovo quadrante
luminoso, sempre con i numeri romani, è stato installato dalla ditta Canonico
di Lagonegro dalla quale è stato acquistato per 3200 euro, frutto di una
raccolta di beneficenza di varie associazioni: Agorà e Lions “Terra delle 100 Masserie”, che l’hanno promossa, e Comune di Crispiano, con il contributo
delle associazioni Amici da Sempre, Asd Ciclo Club, Spi-Cgil, Congrega San
Francesco d’Assisi, Terranostra Team Bike, ditta Sagittario 77 Srl e di numerosissimi
cittadini crispianesi.
La cerimonia di inaugurazione si è tenuta sabato sera in piazza Vittorio Veneto durante la quale il popolo crispianese ha donato una targa al sindaco di Statte Angelo Miccoli: «Il nuovo orologio della piazza segua il cammino di fratellanza tra le nostre comunità».
L’assessore stattese alla Cultura Armando Grassi ha eletto l’orologio a simbolo del ventennale dell’autonomia e ha annunciato un annullo filatelico nei prossimi mesi. Ha concluso la cerimonia il sindaco:. «L’orologio è il simbolo della municipalità e dell ’ autonomia comunale. Con la solidarietà che ci è stata offerta vediamo il futuro in modo più sereno».
(Fin qui, Anna Crisante del “Nuovo Quotidiano” del 27 Maggio 2013)
L’orologio di Statte e la sua
“storia”.
(Abstract
dal libro del prof. De Marco: Statte tra ottocento e primi novecento)
Nel maggio del
1907, 60 capifamiglia firmarono una richiesta diretta al sindaco del tempo, Pietro Palasciano, chiedendo che anche a
Statte, come per le borgate di Crispiano
e Talsano, venisse costruito un pubblico orologio. La richiesta venne
girata, naturalmente, all’amministrazione comunale di Taranto. Ma il pubblico orologio tardava ad arrivare.
Nel 1913 Taranto finalmente decise di accontentare gli stattesi (ma guardate
un po’!!). L’orologio sarebbe stato
incastonato sulla facciata della chiesa parrocchiale. L’adattamento delle strutture murarie fu completato nel novembre
di quello stesso anno. Il quadrante
dell’orologio venne fatto venire da Milano dalla ditta Fontana e C. ma
quell’l'orologio, sulla cima della facciata della chiesa parrocchiale, non
venne mai issato. Né sappiamo che tipo di muratura era stata approntata sulla
facciata ospitare l’orologio e supponiamo che venne poi smantellata.
Di orologio pubblico non se ne parlò fino al
1923.
Chissà dove era andato a finire quel quadrante
acquistato a Milano dieci anni prima! Probabilmente su qualche edificio di
Taranto. (ma guardate un po’!!).Ora non si parlava più della chiesa madre, cercandosi invece un’altra ubicazione. E l’ubicazione fu trovata «sul fabbricato comunale attuale sede del municipio».
Venne
così costruita la torre dell’orologio come attualmente la vediamo. «La costruzione in
parola - spiegava l’ingegnere capo dell’ufficio tecnico nell’agosto del ’24 - costituisce un sopraelevamento al di sopra
della terrazza della casa comunale, le cui murature per deficienze di spessore,
furono rinforzate con travi in ferro e cemento armato».
L’orologio con tutti gli accessori, comprese le due campane in bronzo di 80 e 50 chili provenienti dalle fonderie di Bassano, venne fomito dalla ditta Girolamo Raimondi di Taranto. (mentre, abbiamo appreso di recente, la ditta costruttrice del meccanismo dell’orologio, era la stessa ditta Canonico che ha fornito il nuovo orologio n.d.r.)
Ai
primi di settembre del 1924. finalmente
anche Statte ebbe il suo pubblico orologio a scandire le ore e gli avvenimenti
paesani.
Il quadrante
dell’orologio si ruppe “subito” (e così è rimasto per 70 anni !!)
Ma appena otto
giorni dopo la messa in opera, il quadrante si ruppe. La causa non venne accertata; probabilmente si trattò di un
leggero cedimento o assestamento della muratura della torre. Tuttavia
l’orologio continuò a funzionare regolarmente fino agli anni ’50; quando, non
arrivarano più da Taranto, i fondi per la manutenzione e riparazione
dell’orolgio stesso (ma guardate
un po’ !!).
Quel quadrante rotto è rimasto lì tutti questi anni fino a
quando, con la prima amministrazione del comune autonomo nel 1995, un nuovo
quadrante ha sostituito quello del 1924, nella stessa occasione fu sostituito
il meccanismo dell’orologio con uno più moderno, ed è quello che “si è portato
via il tornado”.
"Il segno premonitore che alla borgata fosse stato assegnato un ruolo subalterno e di emarginazione dalle forze politiche che si sono alternate al governo della città, poteva forse essere avvertito, sin da quando l’orologio del municipio, arrestando la sua corsa nel tempo, non ha più trasmesso agli abitanti il suono dei suoi rintocchi che comunicavano tramite l'etere in tutto il territorio il senso dell’appartenenza ad una comunità ben definita."
E' necessario che al più presto essi tornino a risuonare, affinché ogni stattese possa riappropriarsi della dignità, della cultura, dell’identità che gli è propria, e di un municipio a cui possa sentirsi di appartenere.
La "torre" SENZA l'orologio dopo il tornado; questa immagine dimostra anche che le piccole campane non erano "volate via". |
Con
la “conquista” dell’Autonomia, Statte “si metteva in moto” e così l’orologio
della piazza. Gino Del Giudice commentava l’avvenimento, con una delle sue
poesie, rimarcando,lo stretto connubio di sempre, tra orologio e comunità:
L'Orologio della piazza
Fermo muto ed intristito,
l'ingranaggio arrugginito,
con lancette anchilosate,
hai trascorse le giornate.
Con il tempo fisso all'una
tu non davi gioia alcuna,
a chi ti volgea lo sguardo;
eri proprio un bel bugiardo!
Ossidate le campane,
melanconiche ma sane,
e vogliose di scandire,
tosto l'ore, e di gioire.
E la gente te ha seguito;
ed il tempo impoverito,
ha trascorso, qui negli anni,
come te, con gravi affanni.
Ma il prodigio s'è compiuto,
Il ripristino hai avuto,
e le ore segni esatte,
nella piazza, qui a Statte.
E il rintocco delle ore,
dà a tutti buon umore,
le lancette allegramente
gaie giran, sì la gente!
Un più lieto tempo aspetta,
questa cittadin diletta,
che con te s'è risvegliata,
e che sembra ormai cambiata.
Non ci fare il tradimento,
si preciso, molto attento!
segui tu gli avvenimenti,
degli ambiti nostri intenti.
Sia il suono tuo segno,
del ripreso nostro impegno,
stattarulo sii di razza,
oh, Orologio della Piazza!
l'ingranaggio arrugginito,
con lancette anchilosate,
hai trascorse le giornate.
Con il tempo fisso all'una
tu non davi gioia alcuna,
a chi ti volgea lo sguardo;
eri proprio un bel bugiardo!
Ossidate le campane,
melanconiche ma sane,
e vogliose di scandire,
tosto l'ore, e di gioire.
E la gente te ha seguito;
ed il tempo impoverito,
ha trascorso, qui negli anni,
come te, con gravi affanni.
Ma il prodigio s'è compiuto,
Il ripristino hai avuto,
e le ore segni esatte,
nella piazza, qui a Statte.
E il rintocco delle ore,
dà a tutti buon umore,
le lancette allegramente
gaie giran, sì la gente!
Un più lieto tempo aspetta,
questa cittadin diletta,
che con te s'è risvegliata,
e che sembra ormai cambiata.
Non ci fare il tradimento,
si preciso, molto attento!
segui tu gli avvenimenti,
degli ambiti nostri intenti.
Sia il suono tuo segno,
del ripreso nostro impegno,
stattarulo sii di razza,
oh, Orologio della Piazza!
Curiosità: Come si "caricava" il vecchio orologio
Fino agli anni '50' l'orologio della torre medesima, aveva sempre funzionato perfettamente (o quasi) passando indenne anche attraverso vicissitudini dolorosi come la 2° guerra mondiale.
Infatti il compianto orologiaio di Statte, Giuseppe Di Fino, (coadiuvato dal suo figlio Franco), per un modesto compenso, erogato dal Comune di Taranto, ne curava attentamente la manutenzione.
Successivamente l'orologio fu abbandonato, a sé stesso, quasi a significare la scarsa attenzione degli amministratori di Taranto per i problemi di Statte. (e tè parèva) e il contributo fu annullato. (Taranto:“Ma tu nò pìjenze a mé).
Il ripristino dell’orologio nell’anno 1995, comportò la sostituzione anche del “vecchio ingranaggio”, che era pesantissimo. Il sistema di carica, era costituito da un insieme di grossi blocchi di pietra calcarea; quando i pesi scendevano al livello più basso, (oltre 10 metri più in basso dell’orologio), la “carica” era esaurita. Settimanalmente, occorreva riandare sulla torre e, tramite un verricello, risollevare i blocchi di pietra.
In occasione del ripristino dell’orologio nel 1995 (dopo l’insediamento della prima amministrazione), il “vecchio ingranaggio”, fu sostituito, con uno più moderno e leggero, ed è proprio quest’ultimo ad essersene “volato” in occasione del tornado.
Il “vecchio ingranaggio” è depositato in cima alla torre, nello stesso vano che ospita il nuovo.
La torre dell'orologio, illustra la copertina del numero zero di Polis
|
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Che fine ha fatto il " vecchio orologio" della piazza?
RispondiEliminaCredo di averti risposto su FB. L'orologio è conservato sul locale della torre che ospita l'orologio nuovo e si pensa di farne un cimelio come avevi suggerito. Ciao
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