1992 prima del referendum per l'Autonomia comunale di Statte |
Con questa
pagina (e altre simili che pubblicheremo gradualnente in occasione del 20°
anniversario dell’autonomia comunale) si cercherà di far conoscere ai più
giovani, alcuni brani che documentano, “l’avvento” della grande avventura,
della conquista dell’Autonomia Comunale di Statte.
Una
pagina conclusiva, (“Breve storia dell’Autonomia Comunale”) riassumerà
tutte le “vicissitudini” di questa
conquista. In fondo pagina, troverete le “istruzioni” per i più impazienti.
Questa prima pagina è dedicata a Francesco De Sabato, che potremmo definire l’ideologo dell’Autonomia e che riuscì a “vedere lontano” molto prima degli altri, ma la sua prematura scomparsa (l’anno dopo), non gli consentì di vedere realizzato questo suo sogno.
In verità,
anche se dotato di una intelligenza acuta, De
Sabato, non
aveva un carattere facile e non
ammetteva intrusioni di
gente non gradita, nella
sua “Lega degli stattesi”; questo, sarebbe stato un grave ostacolo che, realisticamente, non avrebbe
consentito (a lui e agli stattesi) il raggiungimento
di quel sogno.
4 Giugno 1992. Fiaccolata, il giorno prima del referendum per l'autonomia comunale di Statte |
IL "PADRE" DELL'AUTONOMIA STATTESE
La sua prematura scomparsa,
(avvenuta poco tempo dopo), non gli consentì
di veder realizzato l’obiettivo di “Statte Autonoma”.
Comunque, la sua “idea” non fu
lasciata cadere nel vuoto e, subito dopo la sua scomparsa, si sviluppò la prima
iniziativa popolare, il “Comitato
Cittadino” che, pur non ponendo ancora,
tra i suoi obiettivi, il traguardo “Autonomia”,
cominciò a “pretendere” dal comune
capoluogo, le cose, che qualunque altro “paese
autonomo” già possedeva: fogna,
acquedotto, strade asfatate, scuole etc.
(Stralcio
del manifesto pubblicato sul numero unico "La lega" nel Marzo 1970)
Appello agli stattesi.
Appello agli stattesi.
Un lungo passato di oscurità e di silenzio ha maturato finalmente, negli Stattesi, una più persuasa coscienza civica. Perciò, oggi, torniamo a rifare il discorso di ieri, di tanti anni addietro, ma torniamo a farlo nella maniera giusta e completa, nel momento più decisivo della nostra vita comune.
Lega degli Stattesi' è l'espressione concreta di quanto vogliamo che si sappia.
Statte vive al margine di una poderosa vita morale ed economica, che si svolge sotto gli occhi degli Stattesi, al di là degli Stattesi, senza il concorso vitale e decisivo degli Stattesi stessi.
L' espansione sociale ed economica di Taranto ci ignora come comunità progredita e civile, di circa seimila abitanti, alla cui esistenza bisogna rendere un democratico conto.
Nel giro di quest'ultimo ventennio, Statte ha perduto persino il suo volto di borgata. E allora?...
E' maturata nel tempo la necessità di dare un suo volto a questo incantevole paese, benedetto da Dio, è balenata la Fede e la Speranza che, sul nostro colle, nasca un nuovo Comune e d'un balzo s'inserisca, propulsore di progresso e di lavoro, nella più grande vita, che da tutti i punti cardinali del Paese l'avvolge e lo stringe.
Per questo è sorta la Lega degli Sattesi: un'associazione, la quale, nel culto dell'Idea Comunale, non è un partito politico, supera le discussioni e le lotte di parte, chiamando a raccolta gli stattesi intorno ai loro colori, il Verde ed il Giallo, e stringendoli in un "cerchio" di fraternità e di unità spirituale, tutti uguali, tutti equidistanti dal centro, che è la Fede nell'Idea del Comune. (...)Domani, quando i colori del Giovane Comune sventoleranno sulla Torre dell'orologio, tutti sapranno che Statte e' diventato un paese di uomini liberi!
Francesco De Sabato.
Casa in via delle grotte |
E, come di consueto, accompagniamo questa
pagina, con uno scritto su Statte. Questa volta cosa potevamo inserire, se non una poesia di Francesco De Sabato ? (Fu, filosofo, professore di liceo ma anche POETA, autore di
diversi volumi di poesie, (belle, anche se, un po’ troppo classicheggianti).
La seguente, è una delle prime poesie scritte sulla nostra cittadina, e
può essere datata intorno agli anni sessanta; emozionante il richiamo a suo
padre col bordone. (Capo dei vigili urbani di Statte)
Iazzo di Capocanale |
Statte
Sopra la rupe, al Cimitero Antico,
come il Destino,
nudo si batte ancora
col sole e con i nembi un vecchio pino.
Lassù rivedo l'ombra di mio padre
col suo bordone
sul forte viso i lunghi baffi bianchi,
coglier muto dell'ultima canzone
i versi stanchi.
Ed ora mesto i noti varchi m'apre
Capocanale;
la sua pineta amica
il seno che non sa l'arte del male.
Ritorno al grembo de l'umile terra
ove son nato
per ritrovare ancora
i baci e le carezze,
i volti e i dolci affetti
del passato.
Francesco De Sabato
Masseria Todisco |
Foto panoramica della nuova piazza di Statte di Antonio Calvo postata su "Movimento stattese" |
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