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domenica 30 settembre 2012

Gino Del Giudice: Abbasso la diossina, evviva il lavoro

Angelo Bonelli, Ada Le Noci e altri ambientalisti durante una manifestazione contro l'inquinamento.
Nel  "riquadro": Gino Del Giudice,
poeta e scrittore stattese, qui autore di una "poesia ambientalista".

Gino Del Giudice, scrittore e poeta stattese "fotografo" costante, dei nostro problemi e dei nostri avvenimenti, in questa "poesia ambientalista", mette a fuoco con molta efficacia i problemi derivanti alla nostra salute, dal mostruoso inquinamento ambientale, e ne auspica una rapida soluzione, "sognando" il ritorno a cieli, campagne e città puliti. 
VIVA IL LAVORO E ABBASSO LA DIOSSINA !!

 Con la truce, losca ragnatela,

il progresso avviluppa l'umano,

e in un' orrida, ambigua sequela,

mostra tragico il suo volto insano.

Ha distrutto il mondo vivente,

flora, fauna e il cuor dell'ambiente.


Tutti ignar,  si agognò in passato,

certi ognora che un dì positivo,

economico avrebbe portato,

a ciascuno, rendendo,  poi vivo,

il dì antico strapieno d'affanni,

e non sol da cento- cinquant'anni.


Fu un inganno, vero tradimento,

che pagato abbiam sulla pelle:

è mefitico l'inquinamento,

che ognuno spinge ad esser ribelle.

V'è diossina nel latte, e il formaggio

che proibisce persino l'assaggio.



Capre e pecore, tosto annientate,

in crudele e feroce mattanza;

sì le carni gustose vietate,

fu da ingiusta iniqua ordinanza

che or dell'Ilva vuol la chiusura

e perciò si ha giusta paura.


Quindi addì il consesso è protesta,

che esprimiamo con ferma durezza,

appoggiando l'umana richiesta,

di chi vive d'affanni e tristezza.

Noi vogliamo, sì aria pulita

ma ugualmente diritto alla vita.


Torneranno liete le caprette,

e a nutrirsi nei canditi prati,

forniranno con gioia, perfette,

dosi in latte puro e derivati.

Necessario è l'impegno civile,

per punire l'industria or ostile.


Tornerà a sorridere il mare,

sì i fiori e l'erba olezzante,

torneremo i prodotti a gustare,

della nitida terra fragrante.

Se lottiamo il prodigio accadrà,

sgominata sarà l'empietà.


Il progresso è importante, si sa,

ma è giusto che sia controllato

da chi ha titolo ed autorità,

perché il codice non sia violato.

Il carnerfice sia condannato,

e l'agnello mai più immolato.


Quindi, amici, uniti gridiamo:

la diossina e i gas in sospensione,

noi a Taranto non li vogliamo;

si persegua con severa azione,

quei torvi che con onta e spregio

potere bramano e privilegio”.


Era ameno, olezzante, ridente,

questa terra delle acciaierie,

che baciata da flora fiorente,

era tersa e forniva energia;

or dolenti si resta in attesa,

che le sia ripagata l'offesa.!!

Gino Del Giudice

venerdì 28 settembre 2012

ILVA. Secondo giorno di sciopero: QUASI UN FLOP (28 Sett)

 


 
In questa Pagina:
Il, quasi Flop dello sciopero di oggi 28 SettembreLa posizione della Fiom (contrario allo sciopero e in difesa della magistratura) e Fim e Uilm (favorevoli allo sciopero stesso). Le "accuse" dei lavoratori scioperanti Uilm, ai "colleghi" della Fim, accusati di non partecipare attivamente ai blocchi. La decisione di una manifestazione a Roma di Fim e Uilm. Il ruolo sempre crescente del "comitato dei cittadini liberi e pensanti", (comitato del "tre ruote" di Cataldo Ranieri) a difesa della salute e a sostegno della magistratura.  Infine, il "duello" tra Ferrante e gli altri tre custodi giudiziari.



di Stefano Boccardi (Abstract Gazzetta del Mezzogiorno 28 Settembre 2012)
Taranto. Torna a farsi duro scontro tra le diverse anime che da mesi si dimenano intorno al destino del più imponente siderurgico d’Europa e delle ventimila persone che, in un modo o nell’altro, vi lavorano all’interno.
Uno scontro che si fa sempre più feroce soprattutto tra i lavoratori e ancor di più tra i loro (diversi) rappresentanti.


Così, da un lato, i lavoratori della e i rappresentanti di Fim Cisl e Uilm Uil e, dall’altro, quelli della Fiom Cgil.
I primi, convinti che sia sacrosanto scioperare e sono tornati per strada a bloccare il traffico sulle principali arterie, la statale 100 per Bari e la 106 Jonica per Reggio Calabria.I secondi convinti dell’esatto contrario e che cioè che, in questa fase, e soprattutto all’indomani della decisione del gip, astenersi dal lavoro ha un solo significato: contrastare l’azione della magistratura).

Come se non bastasse, i rapporti tra Fim Cisl e Uilm Uil non sembrano tra i più idilliaci. Infatti gli operai iscritti alla Uilm Uil facevano notare al loro rappresentante provinciale Antonio Talò, le numerose assenze dei loro colleghi della Fim Cisl ai "posti di blocco".

(Notizie dell'ultima ora, informano che è stata anticipata la fine dei blocchi stradali, che dovevano protarsi fino alle ore 7 di domani 29. Questa decisione è stata presa oggi pomeriggio 28 dopo un incontro col prefetto il quale pare abbia messo a conoscenza i lavoratori, circa i contenuti dell'AIA che escluderebbe il "blocco della produzione")

Per smorzare queste polemiche e recuperare una unità di azione, sia lo stesso Antonio Talò (Uilm Uil) che Mimmo Panarelli (della Fim Cisl) hanno deciso di organizzare una manifestazione a Roma per lunedì prossimo.
Intanto, il segretario provinciale della Fiom, Donato Stefanelli, continua a dire che «l’Ilva e Ferrante continuano a prenderci in giro e a non tirare fuori dai cassetti il loro vero piano di risanamento, che pure hanno evidentemente elaborato»,
Intanto, il portavoce dei «liberi e pensanti», Aldo Ranieri, anche lui operaio Ilva, ieri aveva dato il via (continuando anche oggi) ad un’altra clamorosa iniziativa: il «Comitato» si è trasferito a piedi sulla via per Statte, dove si trova la portineria C dell’Ilva, uno dei numerosi varchi dai quali entrano ed escono le merci. Risultato: Il traffico dei mezzi pesanti è rimasto interrotto per diverse ore. E alla fine Ranieri ha potuto affermare orgogliosamente che «sono questi gli unici blocchi che fanno davvero male all’azienda».


Intanto, gli aderenti allo stesso comitato di «Cittadini e Lavoratori liberi e pensanti» hanno sospeso il presidio davanti alla portineria C dell'Ilva che aveva impedito per diverse ore l'ingresso e l'uscita di mezzi dallo stabilimento. Lo rendono noto i promotori del Comitato che annunciano altre assemblee nei pressi delle portinerie, ma smentiscono «le informazioni riguardanti la presenza a scioperi indetti da sindacati» e precisano che non parteciperanno «mai ad alcun blocco a discapito della città».
Secondo il comitato, (di cui fanno parte i contestatori che il 2 agosto scorso bloccarono a bordo di un Apecar il comizio sindacale di Camusso, Bonanni e Angeletti), «gli operai non devono bloccare la città ma devono bloccare l'azienda e la produzione».
Il comitato fa presente in una nota che «la presenza di cittadini, ora più che mai, è necessaria per sostenere gli operai in questa lotta."
Che dire: un autentico «sorpasso» sindacale in chiave, se volete, spontaneistica, ma decisamente efficace. Sicuramente capace di costringere alla riflessione per tutto il pomeriggio i vertici di Fim e Uilm, peraltro a lungo riuniti in azienda con il capo del personale Enrico Martino.

Infine da notare che anche dentro la fabbrica continua la protesta di gruppi di operai issati sulla torre di smistamento dell'altoforno 5, sulla passerella del camino E312 dell'area Agglomerato e, da ieri, sulla torre del gasometro.


Duello tra Ferrante e i custodi giudiziari

  Mimmo Mazza (Abstract)
TARANTO - È un duello senza esclusione di colpi quello che ormai da giorni si consuma tra i tre ingegneri nominati dal gip Patrizia Todisco (Barbara Valenzano, Emanuela Laterza, Claudio Lofrumento) quali custodi dell’area a caldo e il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante, designato quale custode giudiziario dal tribunale del riesame. Il collegio dei custodi - formato dai tre ingegneri e appunto Bruno Ferrante - non dialoga, non lavora insieme e anzi ormai da giorni comunica solo per iscritto.
Nelle ultime disposizioni, i custodi tecnici hanno invitato Ferrante a provvedere alla definizione di un piano operativo di gestione del personale degli impianti destinati ad essere chiusi per avviare le operazioni di bonifica e rifacimento, un invito che il presidente dell’Ilva non ha accolto, contestandolo. «Non credo - ha scritto Ferrante - che i custodi tecnici abbiano la responsabilità di invitare il custode responsabile a provvedere alla definizione di un piano operativo di gestione del personale. Sono semmai da discutere collegialmente le disposizioni tecniche in modo da armonizzarle con quelle relative al personale. Non mi pare neppure corretto che i custodi-tecnici indichino al custode-amministratore le modalità di gestione del personale (come quando si invita a prevedere "azioni mirate alla formazione e alla riconversione del personale"....), a seguito in particolare della procedura di fermata dell’altoforno 1.

Tali indicazioni dovrebbero tutt'al più provenire dall'autorità che vigila sull'esecuzione dei provvedimenti del Tribunale del riesame, ma non certo da una parte dei custodi, che non hanno peraltro competenze specifiche nella materia».
I custodi lamentano in particolare che da tre giorni non possono accedere allo stabilimento mentre «il presidente effettua incontri sindacali, conferenze stampa e visite di cortesia». I custodi, infine, si soffermano anche sulle proteste estreme messe in atto dagli operai nelle ultime ore, accusando direttamente Ferrante. «Gli ultimi eventi di protesta determinatisi a seguito delle sue dichiarazioni stampa e comunicazioni alle organizzazioni sindacali, di cui i custodi tecnici non hanno neanche piena conoscenza, stanno mettendo in pericolo l’incolumità dei lavoratori e della popolazione (basti pensare all’ultimo accesso non controllato dei lavoratori sul gasometro, impianto ad elevato rischio di esplosione) esponendo gli stessi a gravi rischi che non sono connessi alle ordinarie attività lavorative ed al normale esercizio degli impianti».

Rischi per i quali i custodi tecnici da un lato declinano ogni responsabilità e dall’altro informano la Procura



 
 

giovedì 27 settembre 2012

ILVA: Presidi e blocchi degli operai in sciopero (27 Settembre)


  
Ilva, gli operai in sciopero presidi e blocchi a Taranto

La cranaca di una giornata convulsa

(La gazzetta del mezzogiorno on line del 27 Sett 2012)
 (Abstract). Il clima in fabbrica è sempre più teso dopo che il gip del tribunale di Taranto Patrizia Todisco ha bocciato ieri la richiesta dell’azienda di continuare a produrre e il relativo piano di investimenti immediati per risanare gli impianti sequestrati. Alle 9 è iniziato lo sciopero di 24 ore sui tre turni di lavoro proclamato da Fim e Uilm a difesa dell’occupazione e della salute dei lavoratori; non aderisce la Fiom. 
L’astensione dal lavoro proseguirà sino alle 7 di sabato. Blocchi e presidi  stradali sulle statali 7 Appia e ionica 106. 
“Chiediamo ai cittadini comprensione per il momento che si sta vivendo” ha detto il segretario provinciale della Uilm di Taranto, Antonio Talò. Intanto, Prosegue  la protesta di gruppi di operai issati sulla torre di smistamento dell’altoforno 5 e sulla passerella del camino E312 dell’area Agglomerato. Gli operai (quelli dell’Afo5 alternandosi) hanno trascorso la notte a 60 metri di altezza; i lavoratori issati sul camino E312, che si sono incatenati, stanno attuando anche lo sciopero della fame e della sete.


ORE 9:00 – SCIOPERO INIZIATO
E' cominciato alle 9.00 lo sciopero di 48 ore degli operai dell’Ilva indetto da Fim, Cils e Uilm,
dopo il provvedimento del gip del tribunale di Taranto, Patrizia Todisco, che ha bocciato il piano di risanamento dell’azienda e ribadito la sua chiusura senza possibilità di produzione.
Per tutta la nottata è proseguita la protesta di una quindicina di operai da due giorni sulla passerella dell’Alto Forno 1 e sul Camino E312 del siderurgico. I manifestanti si alternano sulla sommità delle due strutture, a circa 60-70 metri di altezza, per richiamare l’attenzione sulla vertenza e l'adozione di provvedimenti in difesa del lavoro.

ORE 9:30 - BLOCCHI STRADALI
Centinaia di operai dell’Ilva aderenti a Fim Cisl e Uilm Uil hanno bloccato le statali di accesso a Taranto. Si tratta della 100 per Bari – proprio dinanzi all’ingresso della direzione del Siderurgico – 7 per Brindisi e 106 per la Basilicata.
L’agitazione, a quanto si è appreso, dovrebbe durare tutta la giornata.

ORE 11:00 - LA POSIZIONE DEL SINDACATO FIOM
La Fiom-Cgil chiede a Fim-Cisl e Uilm-Uil di “sospendere lo sciopero proclamato e di farlo precedere immediatamente dalle assemblee con tutte le lavoratrici e i lavoratori”.
(Ma, a sentire Landini, anche con la presenza dei cittadini).
“Avanziamo questa proposta – è detto in una nota della Fiom Taranto – perchè uno sciopero, di cui non sono chiare le ragioni e con dichiarazioni contraddittorie tra le organizzazioni che lo hanno dichiarato, rischia di ingenerare confusione, pericolose divisioni tra i lavoratori e inutili contrapposizioni con la magistratura. Dobbiamo decidere insieme e senza divisioni tra lavoratori i contenuti della piattaforma per aprire la vertenza in difesa del lavoro, della salute dentro e fuori lo stabilimento e per la continuità produttiva dell’Ilva. Vertenza che deve unire i lavoratori, la città e le istituzioni nel pieno rispetto della magistratura”.
In ogni caso – conclude il comunicato – la Fiom-Cgil terrà le assemblee retribuite per garantire a tutte le lavoratrici e i lavoratori il diritto di decidere insieme del proprio futuro.

ORE 11:06 - CORTEO CITTADINI E LAVORATORI  VERSO BLOCCO OPERAI
Alcune centinaia di persone aderenti al «Comitato spontaneo apartitico liberi e pensanti» è stato bloccato dalle forze dell’ordine mentre in corteo, guidato da un veicolo a tre ruote, cercava di avvicinarsi agli operai dell’Ilva che bloccano la statale 100 per Bari non lontano dall’ingresso del Siderurgico. Dell’associazione fanno parte cittadini e lavoratori che, al grido 'Taranto libera, ve ne dovete andarè chiedono all’Ilva l’adozione di misure a tutela dell’ambiente e della salute.
Dopo una trattativa con i responsabili dell’ordine pubblico, il leader del Comitato, Aldo Ranieri, dipendente Ilva, è salito sul motofurgone – fermo a pochi metri dal blocco stradale – e ha tenuto un breve comizio.
Ha poi invitato i dirigenti di Film e Uilm a intervenire per rappresentare i motivi dell’azione sindacale, da lui non condivisa. Ha accettato l’invito il responsabile locale della Uilm, Antonio Talò. Il suo intervento, teso in particolare a trovare un’azione unitaria, è stato però subissato in gran parte dai fischi degli aderenti al Comitato.
Al termine i 'Cittadini liberi e pensanti', si sono allontanati di alcune decine di metri dal blocco stradale.

ORE 13:00 - FIM: OGGI 4000 OPERAI DEL PRIMO TURNO HANNO ADERITO A SCIOPERO
Circa 4.000 lavoratori Ilva del primo turno hanno aderito allo sciopero indetto da Fim e Uilm, secondo quanto rendono noto le organizzazioni sindacali. L'iniziativa sindacale si è sviluppata lungo la strada statale Appia e la Statale 106, nei pressi dell’ingresso alla città di Taranto, con blocchi. Allo sciopero non ha aderito la Fiom Cgil

ORE 13:05 - FIM E UILM: DOMANI 8 ORE SCIOPERO IN TUTTO IL GRUPPO
Le segreterie nazionali di Fim e Uilm hanno proclamato per la giornata di domani 8 ore di sciopero, per ogni turno di lavoro, in TUTTO IL GRUPPO ILVA,
a sostegno delle iniziative già proclamate a Taranto e per chiedere al Governo di intervenire con tutti gli strumenti necessari “affinchè – precisa la Fim in una nota – si possa scongiurare la chiusura del più grande stabilimento siderurgico europeo”


ORE 17: 08 - DUE OPERAI SALGONO SU GASOMETRO A 40 METRI ALTEZZA
Due operai sono saliti sul gasometro della Centrale elettrica dello stabilimento Ilva e stanno manifestando sulla passerella esterna, a quaranta metri di altezza
. Lo si apprende da fonti sindacali. Gli operai hanno srotolato uno striscione sul quale è scritto: 'Il lavoro non si toccà." Nelle ultime ore altri operai hanno occupato l’Altoforno 5 e il camino E312.

 CLINI: STIAMO LAVORANDO PER RILASCIO AIA
“Stiamo continuando a fare quanto programmato. Stiamo lavorando per il rilascio dell’Aia applicando la legge italiana e le direttive europee, in particolare prevedendo che Ilva debba adeguare i propri impianti ai migliori standard europei” Così il ministro dell’ambiente Corrado Clini sulla situazione dell’Ilva di Taranto.




mercoledì 26 settembre 2012

ILVA: Il Gip ribadisce lo stop alla produzione


 

Dopo la decisione del Gip Patrizia Todisco che, nel respingere il piano di risanamento dell'ILVA ha ribadito lo stop totale alla produzione, alcuni operai sono saliti sul camino 312 (a 70 metri di altezza) ed altri sulla torre dell'altoforno 5, mentre i sindacati ancora una volta divisi, prendono posizioni diametralmenti opposte. Fim e Uilm hanno proclamato due giorni di sciopero, mentre la Fiom si dissocia da questa posizione. Le posizione del Gip, della procura, dei sindacati, di Ferrante, degli operai "sul camino".
Riferendosi, ovviamente all'inchiesta "Ambiente venduto", la Todisco scaglia anche una freccia contro corruttori e corrotti che hanno permesso che la situazione degenerasse fino a questo punto: «Non può non rilevarsi con grande amarezza come tutti gli interventi proposti da Ilva nell'attuale istanza siano esattamente quelli facenti parte di due atti di intesa adottati tra Ilva, Regione Puglia, Provincia di Taranto, Comune di Taranto, Comune di Statte e organizzazioni sindacali siglati l’8 gennaio del 2003 e il 27 febbraio del 2004 e molti di essi dovevano già essere realizzati da diversi anni. Evidentemente - scrive il giudice Todisco - la colossale presa in giro degli atti di intesa era un sistema ben rodato».

Taranto, il gip ribadisce  lo stop alla produzione
I Riva restano agli arresti
Sciopero di due giorni

 
(Gazzetta del Mezzogiorno 26 Settebre 2012)
TARANTO - Il gip di Taranto Patrizia Todisco ha detto no al piano formulato dall’Ilva di interventi immediati per il risanamento degli impianti inquinanti. No anche al mantenimento di un minimo di produzione chiesto dall’azienda. La decisione è contenuta nel provvedimento depositato in cancelleria.

GIP: SCONCERTANTE E INACCETTABILE LA RICHIESTA DELL'ILVA“La richiesta dell’Ilva è sconcertante”.
 “E' inaccettabile”, secondo il gip, "il ragionamento dell’Ilva che ha chiesto l’autorizzazione all’attività produttiva, non quantitativamente precisata,[omissis] "Secondo la stessa ILVA,  non si possono attuare gli interventi di ambientalizzazione se non si continua a produrre e si fa intendere, che c'è una ragione economica alla base di questa posizione.  L’Ilva si impegna a fare adesso gli interventi e i lavori, “comunque non risolutivi”, che erano già stabiliti da atti di intesa stipulati alcuni anni fa ed anche la Procura aveva definito questi atti di intesa “una colossale presa in giro”. «Inoltre, non c'è spazio per proposte al ribasso da parte della stessa Ilva circa gli interventi da svolgere e le somme da
stanziare». 



LA PROCURA
 «Avevamo formulato una parere che almeno al momento ha trovato accoglimento». È il primo commento del procuratore di Taranto, Franco Sebastio, alla decisione del gip Patrizia Todisco di rigettare le richieste avanzate dall’Ilva sulla prosecuzione dell’attività produttiva e il conseguente piano di investimenti immediati per risanare gli impianti dell’area a caldo sequestrati il 26 luglio perchè inquinanti.
Nel decreto odierno il gip fa proprie gran parte del parere negativo espresso dalla Procura sulle richieste aziendali e le indicazioni date dal tribunale del riesame nell’agosto scorso.

UN OPERAIO (RANIERI)  A CLINI: Quanto vale la mia vita?
Vorrei sapere dal ministro Clini e da Riva: quanto vale la mia vita e quanto vale quelle dei miei figli?». Lo chiede Cataldo Ranieri, un operaio dell’Ilva componente del Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti che, insieme con un gruppo di compagni di lavoro, si trova davanti allo stabilimento.
«Noi non siamo contro la magistratura, vogliamo che lo Stato - chiarisce – ci dia risorse per fare acciaio pulito come accade nel resto d’Europa, e non bastano 400 milioni di euro. Non siamo noi di certo – aggiunge – a volere la chiusura dello stabilimento, è Riva che vuole la chiusura se non mette i soldi.
 




FIOM: C'E' MOLTA ESASPERAZIONE IN FABBRICA
«Quello che è accaduto, con la decisione di alcuni operai, di salire sull'altoforno e il camino è l’espressione della esasperazione che c'è in fabbrica». Lo ha detto, il segretario provinciale della Fiom, Donato Stefanelli, uscendo dall’Ilva. «Si tratta – ha aggiunto – di manifestazioni incontrollate. Alcuni operai sono saliti anche sulle passerelle della batterie e poi sono scesi, e siamo preoccupati, siamo preoccupati per la situazione di pericolo in cui si possono trovare questi operai».
«E' arrivato il momento – ha detto Stefanelli – di fare le assemblee e decidere insieme ai lavoratori cosa fare. Non è più rinviabile».
Secondo il segretario provinciale della Fiom, inoltre, «non bisogna bloccare la città, tra i lavoratori e la città bisogna costruire ponti del dialogo».
Di qui un appello forte alla città: «Non bisogna lasciare soli questi lavoratori. È il momento di parlarsi e non di contrapporsi; occorre il dialogo e non bisogna scavare le trincee». Sono previsti scioperi? «Dobbiamo attendere. Se ci fossero risposte insufficienti da parte dell’azienda, so che il mio interlocutore diventa la mia controparte e ci saranno conseguenze». Così il segretario provinciale della Fiom, Donato Stefanelli, parlando poco fa con i giornalisti che sono davanti all’Ilva.

FIM CISL E  UILM UIL: DUE GIORNI DI SCIOPERO
La Fim e la Uilm hanno indetto per domani e venerdì scioperi dei dipendenti dello stabilimento Ilva di Taranto. "Fim Cisl e Uilm Uil prendono atto – è detto in una nota – «del forte clima di tensione sviluppatosi nelle ultime ore tra i dipendenti dell’Iva, che vedono a serio rischio la tutela del proprio posto di lavoro».
Lo sciopero di due giornate comincerà dalle 9 di domani e terminerà alle 7 di 29 settembre. Secondo Fim e Uilm, "occorre far prevalere il buon senso cercando di trovare un giusto equilibrio che miri al concetto di ecosostenibilità». Secondo i due sindacati, «arrestare la produzione vuol dire spegnere le speranze e il futuro dei lavoratori». "Occorre quindi trovare una convergenza tra le istanze del rispetto ambientale, il diritto dei cittadini alla salute e attività produttiva».
Fim e Uilm dunque auspicano «che si faccia il possibile per salvaguardare i livelli occupazionali per evitare che il Mezzogiorno, che si trova a vivere una fase già molto critica, venga travolto da una vero e proprio disastro occupazionale». «Anche se alcuni pensano erroneamente che la nostra controparte sia la magistratura – si conclude nella nota dei sindacati – non abbiamo mai contrastato nè messo in discussione le prerogative della magistratura e abbiamo sempre considerato un valore la sua autonomia di intervento, la cui portata tuttavia deve tener conto dei riflessi sociali che può determinare». I sindacati, infine, chiedono che si arrivi al più presto al rilascio dell’ aggiornamento dell’Aia.


FERRANTE: PROGRAMMA SCONCERTANTE? MI SORPRENDE
«Il nostro programma di interventi era serio e responsabile. È stato giudicato viceversa sconcertante. Il che mi sorprende». Lo ha detto poco fa il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, parlando con i giornalisti all’interno dell’azienda dove erano radunati anche gli operai i quali lo hanno accolto con un applauso.

“Mi sorprende che in un atto di giustizia – ha continuato Ferante – si senta questa parola, sconcertante”. “Davanti ad un impegno veramente serio da parte nostra – ha aggiunto – io ripeto che quelli erano dei primissimi interventi, non era il piano definitivo ed erano degli interventi che in grande misura coincidevano con quello che ci chiedeva la stessa autorità giudiziaria e gli stessi custodi. Il fermo dell’altoforno 1 era nel nostro programma ma era anche ed è una richiesta che ci è stata rivolta dai custodi. In questa perfetta coincidenza – ha concluso – ci sorprende quindi che il gip e l’autorità giudiziaria non abbiano giudicato soddisfacente il nostro piano”.
«Quelli previsti dal nostro piano erano i nostri primissimi interventi al di là dei quali ce ne sono altri molto più importanti che sono collegati alla applicazione in Italia della 'Bat Conclusions', cioè le direttive europee non ancora applicate in Italia che entreranno in vigore solo nel 2016 e che noi abbiamo detto che vogliamo applicare subito, nel 2012: in questo stiamo lavorando con il ministero dell’Ambiente per l’Aia».

Ferrante ha sottolineato, tra l’ altro, che "non si possono rincorrere le decisioni delle varie autorità”. “Noi – ha sottolineato – non possiamo inseguire tutti. Noi abbiamo bisogno di certezze normative perchè quando una azienda fa degli investimenti, assume degli impegni, deve avere chiarezza normativa e certezze”.

OPEARI SU CAMINO e sulla torre dell'altoforno 5
Intanto, alcuni operai sono saliti in cima al camino E312 dell’area agglomerato dell’Ilva per manifestare il proprio disagio e la preoccupazione per il futuro occupazionale.Gli operai hanno issato tre striscioni con le scritte 'la nostra salute è la vostra salutè, 'Noi strumentalizzati da salute e lavoro, voi da chi?' e 'Noi per ambiente salute e lavorò.
Contemporaneamente da ieri sera gruppi di operai si stanno alternando sulla torre di smistamento dell’altoforno 5 dove hanno anche issato uno striscione con la scritta 'Lavoro è dignita”.




 

venerdì 21 settembre 2012

ILVA: Operai in agitazione per voci insistenti di spegnimento forni



 (abstract da "La Gazzetta del Mezzogiono del 21 Settembre 2012)
Ilva, gli operai in agitazione. Bocciato il piano aziendale.

TARANTO –Il fermo di alcuni degli impianti sottoposti a sequestro sembra imminente dopo l’ultima direttiva dei custodi giudiziari, che peraltro hanno bocciato il piano di investimenti per il risanamento ambientale presentato dall’azienda.  «Il parere della procura è in linea con quello dei custodi», si è appreso da fonti giudiziarie. Il parere dei custodi, espresso ieri, era un sostanziale no.
 
Decine di lavoratori dell’Ilva si sono radunati all’interno dello stabilimento, nell’area della direzione, perché sono corse insistenti voci di un prossimo inizio di spegnimento forni.
 
In seguito, alcune decine di operai si sono spostate all’esterno dello stabilimento dove hanno tenuto un’assemblea dinanzi alla direzione Ilva sulla statale Appia (senza peraltro occuparla). All’assemblea partecipano anche rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria.
 
UILM: IN FABBRICA C'E' GRANDE TENSIONEI lavoratori tengono un’assemblea all’esterno dello stabilimento, ma non hanno occupato la statale Appia, «anche se - spiega Talò – vorrebbero tornare alla mobilitazione», come accadde in agosto. Il segretario della Uilm fa presente che «in fabbrica c'è grande tensione e ovviamente sono circolate anche voci, poi rivelatesi infondate, che l’azienda aveva iniziato a spegnere le luci e a interrompere l’erogazione dell’acqua».

 
FIOM: I CAPI ISTIGANO OPERAI ALLA RIVOLTA CONTRO MAGISTRATI
«In azienda c'è molta agitazione. I capi stanno istigando alla rivolta contro la magistratura e i sindacati stanno dicendo cosa fare», spiega il segretario provinciale della Fiom Cgil di Taranto Donato Stefanelli. «Come Fiom ha spiegato – riteniamo che si debbano fare quanto prima assemblee con tutti i lavoratori per far partire la vertenza nei confronti dell’Ilva, che deve smetterla con il gioco d’azzardo che sta facendo, con questa guerriglia giudiziaria che non ci interessa, e deve cacciare fuori i soldi per fare un vero piano di risanamento».

FIM CISL: «SI CONSENTA LA PRODUZIONE MINIMA»





«C'è fermento in fabbrica, c'è molta agitazione. Qualcuno vorrebbe che i lavoratori lasciassero i reparti per andare a protestare». Lo ha detto il segretario nazionale della Fim Cisl Marco Bentivogli partecipando a Taranto all’attivo provinciale del sindacato. «Noi – ha aggiunto – siamo completamente estranei a una iniziativa di questo genere. Siamo un’organizzazione sindacale che usa buon senso e cervello anche quando lotta».
«Quello che diciamo da organizzazione dei lavoratori, che per noi è fondamentale, è che la produzione dell’Ilva, seppur minima, non cessi del tutto. In questo momento la produzione dell’acciaio è più competitiva e abbiamo paesi che conquistano quote di mercato giorno dopo giorno».
 
Lo ha sottolineato poco fa il segretario nazionale della Fim Cisl Marco Bentivogli durante l’attivo provinciale del sindacato, a Taranto.

«Uno stand by produttivo del siderurgico – ha aggiunto – ci creerebbe un problema di riconquiste di quote di mercato. Siccome è possibile consentire una produzione minima, visto che tecnologicamente la gran parte degli impianti si può bonificare in marcia, chiediamo che si tenga conto il fatto che l’azienda deve avere un prodotto e un mercato e, per quello che ci riguarda, deve garantire l’occupazione».

«La preoccupazione più grossa in queste ore è che i lavoratori sentono che dopo discussioni e ordinanze, lo strumento principale sembra quello di iniziare a far pagare loro il conto».  «Pensiamo – ha sottolineato Bentivogli – che questo sia evitabile. Sull'ambientalizzazione si deve fare sul serio, ma gli interventi devono essere anche compatibili con l’occupazione».

Quanto alla possibilità di utilizzare i lavoratori degli impianti sequestrati per le bonifiche, Bentivogli auspica «che si possa discutere anche su questo punto. Bisognerebbe mantenere le relazioni sindacali per le aree sotto sequestro. Vogliamo capire quale è il traguardo dell’ambientalizzazione e attendiamo di conoscere le motivazioni della bocciatura del piano dell’Ilva, che ritenevamo importante ma ancora parziale». Secondo Bentivogli, «è finito l’intervento dei palliativi, degli interventi tampone, ora servono soluzioni strutturali. Bisogna muoversi – ha concluso – e costruire immediatamente piani di fattibilità per iniziare a fare le opere».

L'AZIENDA: FINORA NESSUN FERMO, ATTENDIAMO DECISIONI UFFICIALI
Nessuna iniziativa decisiva per la fermata degli impianti sembra essere stata assunta per ora dall’ azienda che attende dalla procura, in queste ore, risposte ufficiali al piano di interventi immediati proposti per un investimento complessivo di 400 milioni di euro. Sul piano aziendale tuttavia ieri sera si sono già espressi i custodi dandone un giudizio negativo. Attualmente l’Ilva sta producendo – secondo gli ultimi dati resi noti dal presidente, Bruno Ferrante – 22.000 tonnellate di ghisa al giorno anche se dovrebbe essere imminente una frenata per assecondare le disposizioni impartite dai custodi giudiziari il 17 settembre scorso e ribadite ieri: in primis fermata dell’ altoforno 1 e delle batterie coke 5-6. Per fermare l’altoforno - il cui stop per manutenzione era peraltro già prevista - occorreranno circa tre mesi. Per fermare i forni delle batterie circa 15 giorni.

NEGATIVO IL PARERE DELLA PROCURA SUL PIANO AZIENDALE
E' negativo il parere della procura della Repubblica sul piano di interventi immediati presentato dall’azienda per garantire l’equilibrio tra tutela dell’ambiente e lavoro. «Il parere della procura è in linea con quello dei custodi», si è appreso da fonti giudiziarie. Il parere dei custodi, espresso ieri, era un sostanziale no.

giovedì 20 settembre 2012

AVIS: Statte 7 Ottobre, donazione di sangue.

 

 
STATTE: Domenica 7 Ottobre 2012 (festa della Madonna del Rosario), sul ponte di Via Cherubini (meglio conosciuta come "piazzetta"), sarà a disposizione dei volontari donatori di sangue, (ma anche a chi aspira a diventarlo, compiendo uno dei più "altruisti gesti di solidarietà umana"), una "Autoemoteca" attrezzata per la donazione. Naturalmente essendo la donazione di sangue un atto sanitario , i controlli clinici preventivi e accurati sul donatore assicurano tutte le possibili garanzie , a tutela dello stesso e di chi riceverà il suo sangue.


L'associazione AVIS di Statte.
La presenza di un associazione Avis a Statte ha lo scopo di promuovere la cultura della raccolta del sangue oltre che poter contare nei momenti di necessità di una banca dati dei donatori dalla quale attingere nei casi di urgenza.
La nostra associazione si è costituita a Statte il 14 Marzo 2004.
Hanno avuto luogo già numerose giornate dedicate alle donazioni con l'autoemoteca del Centro Trasfusionale dell'Ospedale Civile SS.Annunziata di Taranto che sosta a Statte, a disposizione dei soci donatori. (Questa volta, sul ponte che collega via Cherubuni con via Castello).
Donare per noi significa investire, in maniera utile, non più di mezz'ora della nostra giornata.
L'Avis non si stanca di ricordare a quanti non lo sapessero, che il sangue umano è un prodotto naturale, indispensabile alla vita e soprattutto ancora non riproducibile artificialmente. Ogni giorno, per tutti i giorni dell'anno, il sangue è una necessità per molti uomini, donne e bambini, alle prese con interventi delicati.
E' un associazione apolitica, apartitica e aconfessionale libera da ogni condizionamento...accettiamo donatori di dx e di sx...bianchi o neri..uomini o donne.

Vito Martino Marangi
 

Donare sangue e' necessario: ogni giorno migliaia di ammalati possono curarsi esclusivamente con le trasfusioni e gli emoderivati del sangue, senza dei quali la loro vita sarebbe in grave pericolo. Donare sangue è, quindi, un dovere civico: se chi e' ammalato ha diritto a ricevere sangue, chi e' sano ha il dovere di donarlo.

Donare il sangue è un esempio di SOLIDARIETA'; infatti la solidarietà può esprimersi in molti modi. Noi viviamo in mezzo ad altre persone, essere solidali significa decidere che vogliamo vivere insieme, avanzare insieme, sentirci uniti da progetti e ideali , piuttosto che vivere uno accanto all'altro o uno contro l'altro.Quindi dobbiamo abituarci a comportamenti e a scelte che esprimano chiaramente il nostro desiderio e la nostra volontà di fratellanza.

Donare sangue significa dire coi fatti che la vita di chi sta soffrendo mi preoccupa, ed esprimere il mio desiderio di dare aiuto e solidarietà. Perciò è molto importante riflettere anche sul dono del sangue. Il dono del sangue deve essere
spontaneo, gratuito, anonimo, altrimenti non lo si può definire un dono; non deve esserci nessuna aspettativa di contropartita, ma va vissuto come una scelta naturale; oggi sono io a dare agli altri e domani potrebbe essere il contrario.

Del resto il sangue è un '' prodotto naturale '' - non riproducibile artificialmente - e quindi solo il corpo umano può fornire; perciò è fondamentale che ognuno di noi abbia la consapevolezza che l'unica soluzione possibile è quella di rendere disponibile questo prezioso elemento per gli altri , ma anche per se stessi in caso di bisogno. L'organismo umano - purché sia sano - è una fonte di produzione '' inesauribile '' di questo bene prezioso. Se si decide di donarlo, quindi, si offre qualcosa di proprio senza rischi per la salute e si rende concreta una solidarietà che spesso esprimiamo solo con parole.


Chiunque abbia un’età maggiore ai 18 anni, e non superiore a 65 anni che abbia un peso corporeo non inferiore ai 50 Kg e sia in buono stato di salute, può presentarsi presso una qualsiasi sede AVIS e chiedere di iscriversi all’Associazione per poter donare il proprio sangue.




Gli "esami" prima della donazione

Una volta iscritto il possibile donatore verrà sottoposto a un colloquio preliminare (anamnesi) e a una visita medica completa per verificare se vi siano controindicazioni alla donazione. Successive analisi di laboratorio confermeranno l’effettiva idoneità (prelievo di prova). Se questi esami preliminari saranno regolari si procede alla donazione vera e propria.

Gli esami preliminari sono i seguenti:
esame emocromocitometrico completo
transaminasi ALT con metodo ottimizzato
sierodiagnosi per la Lue
HIVAb 1-2 (per l'AIDS)
HBsAg (per l'epatite B )
HCVAb e costituenti virali (per l'epatite C)
Conferma del gruppo sanguigno (AB0) e del fattore Rh


Tra colloquio preliminare, esami pre-donazione e donazione il tempo medio è di circa un'ora.
Per il giudizio di idoneità esistono una serie di criteri, stabiliti da decreti ministeriali, raccomandazioni delle Società scientifiche, dell’Unione Europea e dell’Organizzazione Mondiale della Sanita'.



L'aspirante donatore è tenuto a dichiarare al medico (che è vincolato dal segreto professionale) tutte quelle condizioni che potrebbero configurare fattori di rischio per la donazione, tanto per il donatore quanto per il ricevente, in particolare dovrà chiarire se si trova in una delle seguenti situazioni:

assunzione di droghe
rapporti sessuali ad alto rischio di malattie infettive trasmissibili (ad es. rapporti occasionali, a pagamento, con persone sconosciute, promiscui)
epatite o ittero
malattie veneree
positività per il test della sifilide (TPHA o VDRL)
positività per il test AIDS (anti-HIV 1)
positività per il test dell'epatite B (HBsAg)
positività per il test dell'epatite C (anti-HCV)
rapporti sessuali con persone nelle condizioni incluse nell'elenco


Le donne non possono donare 8gg. prima e 8gg. dopo le mestruazioni; se in stato di gravidanza; durante l'allattamento; non prima di 1 anno dal parto o da un aborto.

Sia uomini che donne non possono donare:
Se si ha raffreddore
Se si hanno allergie
Se recentemente si ha avuto un forte calo di peso
6 mesi dall'ultimo intervento chirurgico
1 anno da contatto con epatitici
5 anni da trasfusione di sangue
In caso di 1 donazione l'età non deve superare i 60 anni
Se si hanno malattie al fegato
Se si hanno malattie renali
Se si hanno malattie cardiache
Se si hanno malattie polmonari
Se si hanno malattie emorragiche
Se si ha diabete
Se si ha ulcera
Se si hanno epatite virale, ittero
2 anni dalla brucellosi
Se si ha ipertensione o ipotensione
Se si hanno convulsioni
Se si hanno crisi epilettiche
1 anno da vaccino anti-rabbia
2 mesi da vaccino anti-vaiolo
1 mese da vaccino anti-rosolia
1 mese da siero
2 mesi da vaccino anti-febbre gialla
1 anno nei trattamenti con immunoglobuline contro epatite B
6 mesi da agopunture o tatuaggi o che abbiano lavorato in ambienti a rischio (es. modialisi)
3 gg. da trattamento con farmaci contenenti aspirina
15 gg. dall'uso di antibiotici
Se si è contratta la malaria (6 mesi dal rientro in zone di endemia purchè asintomatici e non assunzione di farmaci antimalarici; 3 anni da quando sono diventati asintomatici se hanno contratto la malattia; 3 anni da profilassi antimalarica)
Se si hanno avuti rapporti omosessuali; o con eterosessuali a rischio
Se si è tossicodipendenti
Se si ha miopia grave
15 gg. da vaccino: anti-morbillo, anti-parotite, anti-influenza, anti tifo, anti-colera, anti-tetano, anti-difterite



La donazione va effettuata
Per gli uomini almeno 90 giorni dall'ultima donazione .
Per le donne almeno 180 giorni dall'ultima donazione.

Le donne non possono donare 8gg. prima e 8gg. dopo le mestruazioni; se in stato di gravidanza; durante l'allattamento; non prima di 1 anno dal parto o da un aborto.
Il mattino del prelievo è preferibile essere a digiuno o aver fatto una colazione leggera a base di frutta fresca o spremute, thè o caffè poco zuccherati, pane non condito o altri carboidrati semplici; è solo necessario non assumere cibi grassi (ad es. latte, latticini, ecc.) è possibile bere acqua.
Le donne che hanno in corso la terapia anticoncezionale non devono sospenderne l'assunzione quotidiana.
Prima della donazione viene offerto un ristoro per reintegrare i liquidi e migliorare il comfort post donazione.
Ai lavoratori dipendenti viene riconosciuta per legge una giornata di riposo retribuita