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domenica 21 aprile 2013

Gino Del Giudice: GIOVANNA SOLDATINI di Sorrento


Statte Tornado 28 Novembre Foto Giovanna Soldatini

 
Giovanna Soldatini: Una "sorrentina stattese", che più stattese NON SI PUO'.
 
E' difficile che ci sia qualche "impegnato cittadino stattese", che non conosca  Giovanna Soldatini:
Siete "impegnati culturalmente" con la Biblioteca Civica ? Ebbene, non c'è presentazione di libro o altro convegno culturale, che non la veda presente, sia come fotografa che come partecipante attiva.
Siete impegnati nelle opere di carità per la gente disagiata? La troverete, dov'è c'è il bisogno!!
Fate parte del centro sociale di Statte? La troverete, come socia, come fotografa documentarista e come attivista.
Siete socio del "circolo fotografico controluce" di Statte? La troverete tra i soci più attivi (nel numero e qualità di scatti e nella partecipazione alle mostre fotografiche).
Siete impegnati nell'Azione Cattolica ? La troverete, attiva, generosa e disponibile.
Siete socio dell'ANT ? (Associazione per l'assistenza ai malati oncologici): La troverete, sempre sensibile ai bisogni dei più sfortunati.
Siete appassionati di escursioni nelle gravine? Troverete Giovanna sempre con voi e con la "reflex" a tracolla.
Siete appassionati di gite per l'Italia? Giovanna è sempre presente.
Forse si sarà "dimenticata" del tornado? Macchè !! E' stata una delle brave documentariste dell'evento !!
Siete appassionata di dialetto e tradizioni stattesi ? Sappiate che predilige ed ama il nostro vernacolo pur, non dimenticando le sue origini (la meravigliosa Sorrento).
 
I suoi versatili interessi, uniti ad una "congenita" passione per la fotografia (ha confessato di averla avuta "da sempre"), è servita a fare di lei una preziosa documentarista della maggior parte degli avvenimenti della nostra cittadina.
"A proposito: Anche molte, delle pagine di questo blog, sono arricchite dai suoi "documenti fotografici" e la ringraziamo per averci dato la possibilità di utilizzarle.
 
Per ultime (ma prime per importanza) sono, la sua signorilità di modi, la sua bontà di animo e la sua disponibilità..  e .. qui ci fermiamo, altrimenti rischiamo .. di farla arrossire !! :-))
 
Un tale personaggio non poteva che ispirare a Gino Del Giudice una delle sue straordinarie poesie.
 

Inaugurazione presepe Arci 2012 foto Giovanna Soldatini

 
 
GIOVANNA SOLDATINI DI SORRENTO


Con fiuto di un segugio, Soldatini,

con la reflex, suo prestigioso arnese,

interpreta l'umore del paese,

fotografando luoghi e cittadini.



Con acribia qual fosse Pasolini,

riprende gioie, lai e avvenimenti,

con il suo “scatto”, catturando eventi

di uomini, di donne e di bambini.


Pacata e vispa pure, onnipresente

Giovanna generosa, qual missione,

esprime il suo ingegno con dovizia.



Testimonial fedele della gente,

in qualsivoglia manifestazione

incarna e rende viva la notizia,


con magistral perizia.


Con la sua arte crea il documento,

Giovanna Soldatini di Sorrento


 

Gino Del Giudice 11 aprile 2013
 
 
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mercoledì 17 aprile 2013

IL REFERENDUM "ANTI - ILVA": I RISULTATI (e tutto il resto, o quasi)

Referendum "Anti Ilva"
Il "quorum", non è stato raggiunto
 
 
La notizia:
 
Come è noto, il 14 Aprile, i cittadini di Taranto sono stati chiamati a votare un referendum (avente valore solo consultivo) su due quesiti  riguardanti l'ilva.
 
Il primo era il seguente:
Il primo quesito chiamava ad esprimersi sulla chiusura "totale" dell'Ilva
 
 Il secondo quesito era questo:
Il secondo quesito chiamava ad esprimersi silla chiusura della sola "aria a caldo"
La questione più importante per i promotori del referendum era il raggiungimento del "quorum", che è risultato anche inferiore alle "aspettative minime".
 
Si sono recati a votare il
 
19,55%
 
degli aventi diritti al voto.
 
 
Riepilogo dei risultati:
 
Votanti:  33.838 (19,55% degli aventi diritto).

1° Quesito (chiusura totale dello stabilimento):

SI: 27.506  elettori, pari a 81,29%

NO: 5.823 elettori, pari a 17,25%
 
Voti non validi: 494
 
2° Quesito (chiusura dela sola area a caldo e relativi impianti inquinanti)
 
SI: 31.335  elettori, pari al 92,62%
 
NO: 1.792 elettori, pari al 5,30%
 
Voti non validi: 706

 
 
Nel quartiere Tamburi il più esposto all'inquinamento, ha votato il 14,57% degli aventi diritto. Il rione in cui si è votato di più è stato Italia-Montegranaro (23,68%) e quello in cui si è votato di meno Paolo VI (meno del 10 per cento).
 
Votanti distini per sesso
 
 
Ciò che lascia perplessi è, la partecipazione al referendum, in relazione ai quartieri della città. Come si vede, dalla tabella seguente, la partecipazione inferiore è stata proprio quella relativa ai rioni "più inquinati": Tamburi e Paolo VI.
 
Cittadini che si sono recati a votare il referendum "anti ilva" divisi per rioni di appartenza
 
QUINDI ...
I tarantini hanno disertato il referendum sul futuro dell'Ilva: in pochi sono andati a votare e la sfida del quorum lanciata dai promotori non ha avuto il successo sperato. I seggi, aperti dalle 8, si sono chiusi alle 22 ma la consultazione non ha ottenuto i numeri necessari per essere ritenuto valida. Non è stato raggiunto il quorum del cinquanta per cento più uno degli aventi diritto. Anzi, la percentuale è ben al di sotto delle aspettative degli organizzatori: il 19,52%. Hanno votato 33.774 persone su 173.061 aventi diritto.


Nicola Russo, coordinatore di "taranto futura", che ha promosso la raccolta di firme per il referendum
(qui con Fabio Matacchiera)
 

 
Fabio Matacchiera (peace link Taranto)


Il "Parere" degli ambientalisti e promotori del referendum

«O si risana o si chiude».Legambiente Taranto commenta così l’esito del referendum contro l’Ilva. Lunetta Franco, registra con rammarico la scarsa partecipazione popolare, attribuendola oltre che all’astensionismo diffuso in Italia, anche alla «scarsa utilità della consultazione e all’assenza, nei quesiti referendari, dell’opzione maggioritaria tra la gente di Taranto, ossia che l’Ilva debba produrre senza danneggiare la salute e l’ambiente».

Scrive il Comitato 'Donne per Taranto': “Noi non molliamo. Che sia chiaro a tutti coloro che ci avrebbero voluti vedere a fustigarci ad un angolo della strada, a piangerci addosso o magari a fare le valigie per scappare”.

Per Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink Taranto, “non è un flop. Secondo me 34mila persone che vanno a votare è la più grande mobilitazione che c'è mai stata a Taranto sulla questione dell’inquinamento Ilva. Ora talloneremo l'azienda sulle inadempienze dell’Aia. Ai parlamentari chiederemo una legge che cancelli la legge salva-Ilva. Il vero problema non è chiudere l’Ilva (chiuderà di sicuro) ma è di traghettare i lavoratori in sicurezza verso un piano di bonifiche: da fare presto e possibilmente subito. Prima che sia troppo tardi, prima che Ilva dichiari fallimento.Sulla questione dei piombo nel sangue dei bambini scateneremo una campagna senza precedenti”.

Scrive Fabio Matacchiera, presidente del Fondo Antidiossina Onlus: “Siamo una forza di oltre 30mila persone che vogliono il cambiamento. Vinceremo. Su la testa tarantini e lo dico anche a quelli che la testa l’hanno tenuta sempre china”.

Nicola Russo, coordinatore del Comitato 'Taranto Futura', che ha raccolto le firme per il referendum: “Il referendum raddoppia il fronte civico-ecologista rispetto alle amministrative: 34mila votanti circa. E’ nato, in una battuta, l'esercito napoleonico civico-ecologista tarantino”.

Comitato "Donne per Taranto": «Noi non molliamo. Che sia chiaro a tutti coloro che ci avrebbero voluti vedere a fustigarci ad un angolo della strada, a piangerci addosso o magari a fare le valigie per scappare».

Per il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, in realtà sul referendum «è stata fatta una scientifica opera di boicottaggio perchè non solo non c'è stata una informazione adeguata in grado di raggiungere tutta la popolazione ma l'amministrazione comunale ha tagliato del 50% i seggi elettorali e gli scrutatori».

 
 
 
 
La Cisl e la Fim Cisl ...

 “Nel prendere atto del risultato del referendum
consultivo anti-Ilva e del mancato raggiungimento del quorum, ribadiscono quanto importante sia questo strumento di partecipazione democratica ma, altrettanto, quanto assolutamente inadatto a risolvere i quesiti proposti”.
La Cisl e la Fim Cisl “considerano l’evidente disinteresse dei cittadini di Taranto per il referendum come la dimostrazione che le battaglie vertenziali interne ed esterne alla fabbrica siano ben comprese dalla stragrande maggioranza delle persone, che guardano al sindacato come ad un soggetto sociale che dà speranza, che si batte per il bene comune e dimostra coerenza piena tra ciò che dice e gli atti che compie”.
Dobbiamo dire rerò, che anche le altre "sigle" (CGIL e Fiom compresa), non sono "distanti" da questa posizione.
(Comunque, se qualcuno potesse interpretare questo "comunicato", gli saremmo grati se ce lo  "traducesse" in un linguaggio meno sindacalese. Ciò che si può dedurre "a lume di naso" è: "Siamo contenti che non sia scattato il quorum".)
 
Interviste alla gente che è andata a votare
Sono le storie di chi ieri è andato a votare che mostrano il vero volto del referendum. Facce colpite da drammi e coincidenze funeste. Vicende di casualità e morte che hanno per molti versi un nesso logico con la grande fabbrica.
Augusto e Mariella:  «Noi non abbiamo figli - dice la coppia sposata da tanti anni -, quindi siamo venuti a votare per difendere noi». Mariella si lascia scappare anche un episodio: «Mio marito ha avuto a 41 anni un cancro al colon. Ne siamo venuti fuori ma è stato un periodo bruttissimo».
Agostino è di Taranto ma studia a Chieti. «Io ho messo due “sì” - dice - ma sono ben conscio che la soluzione non è nelle nostre mani. Servono altre risposte. La cosa su cui rifletto è sul perché lo Stato non vuole porre definitivamente un rimedio. Un motivo ci sarà».
Andrea, 23 anni, è uno studente di Ingegneria e ha detto due «si» «perché se si chiude l’Ilva sono convinto che poi si possa anche bonificare. Non si perde il lavoro quindi».
Francesco Venere, (consigliere cominale) con la moglie Giulia e il figlio. «Ho votato due “si”, uno per il cambiamento, l’altro per la partecipazione. A differenza di chi ha governato fino ad oggi io ho una coscienza ambientalista» afferma.
Franco e Rosa sono una coppia di sessantenni. Escono dalla scuola «Alessandro Volta». "Meno male che i nostri figli e i nostri nipoti vivono fuori - commentano dopo aver espresso anche loro due “si” -. perché, qui si muore d’inquinamento». Rosa poi aggiunge: «Nel mio palazzo vive una ragazzina malata di leucemia. Io sono qui anche per lei».
Sabrina Corisi, ha "perso" il padre per un tumore ai polmoni e che, in punto di morte, le ha raccomandato di "lottare", affinché, queste tragedie abbiano a cessare: "Ha pesato anche la mancanza di informazione - sottolinea - o la cattiva informazione.
Massimo Battista, operaio dell’Ilva «confinato» per anni in una struttura non di proprietà dell’Ilva a contare le barche (rientrerà proprio oggi a lavorare nello stabilimento) è andato a votare. «Sì, ho votato, ma reputo questo referendum tardivo e incompleto perchè ci sarebbe stato bisogno di un terzo quesito: Siete favorevoli a fermare gli impianti con le bonifiche fatte dagli stessi lavoratori? Questo avrebbe spinto pure i dipendenti dell’Ilva, ad andare a votare".
 
 
CONCLUSIONI
Una prima considerazione è notare, l'abnegazione, l'amore per la propria città, per l'ambiente, per la salute dei propri figli, dimostrati dai promotori di questa iniziativa, e dai tanti che li hanno seguiti in questa "avventura": Sono dei pionieri che hanno fatto prendere coscienza dei drammatici problemi ambientali legati a questa grande industria e, effettivamente, aver "portato" tanti tarantini a votare è stato un bel risultato. Diverso è il giudizio, sulle effettive possibilità che vi erano di raggiungere quell'agognato "quorum" (sarebbe stata un'affermazione ancora più "di prestigio", anche se, quasi nulla sarebbe cambiato).
Ebbene, il "mancato quorum" NON POTEVA ESSERE RAGGIUNTO e le ragioni stanno nelle stesse dichiarazioni sopra esposte: Il "se" e il "ma" di legambiente, dei sindacati, dell'operaio Ilva ma anche, ancora più importante la dichiarazione di Marescotti: ll vero problema non è chiudere l’Ilva (chiuderà di sicuro) ma è di traghettare i lavoratori in sicurezza verso un piano di bonifiche: da fare presto e possibilmente subito. Prima che sia troppo tardi, prima che Ilva dichiari fallimento.
Forse è mancato un piano,  da illustrare agli operai e alla cittadinanza sul "come impiegare la mano d'opera mentre si dismette" e non si è andati oltre a: "La chiusura dell'Ilva produrrà occupazione per la bonifica" senza indicare "da dove" dovrebbero arrivare i fondi" (Riva è già in rosso, perché ha "traghettato altrove i suoi capitali"). Comunque, una bella prova che, col tempo produrrà i suoi "frutti".
 
 
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sabato 13 aprile 2013

Fabrizio Barca: Il "papa Francesco" della politica italiana






Fabrizio Barca

Fabrizio Barca, ha fatto parlare molto di sé in questi ultimi giorni per le sue idee “rivoluzionarie” ed innovative in fatto di politiche sociali, tanto che, analisti politici, già parlano di lui, come uno dei pochi, in grado di contrastare e sconfiggere “il sistema Grillo”, di un possibile “rinnovatore senza distruggere” in antitesi con Matteo Renzi, di un fautore di un partito che parte dalla gente invece che dirigerla e di un possibile futuro (non lontano) segretario del PD.

Ha destato molto interesse e scalpore il suo recente “manifesto” (di 55 pagine  J) intitolato un partito nuovo per un buon governo”; memoria politica dopo 16 mesi di governo- Aprile 2013.
 In questa pagina proponiamo:


A) Una poesia di Gino Del Giudice su Fabrizio Barca, il quale (Gino), non condivide i giudizi,  alquanto acritici, (bisogna convenire) del suo germano Leonardo sullo stesso Barca. Che dire? Il confronto delle idee arricchisce tutti !!
1) Una sua breve biografia.
2) Una “quarto di pagina” di spunti del suo manifesto.(Per i più impazienti può bastare).
3) Una pagina di micro riassunto del “manifesto” (Per quelli “un po’ più “curiosi”).
4) Un link, da cui potete accedere “all’intero manifesto” (In fondo pagina, ovviamente, riservato ai più “temerari e secchioni”).

  A) Ecco la poesia di Gino Del Giudice:


Da sinistra: il parroco della parrocchia Madonna SS Rosario di Statte, don Pompilio, il sindaco di Statte Angelo Miccoli, Gino Del Giudice, il presidente dell'ARCI Franco Caputo

L'ADDENDUM DI FABRIZIO BARCA
Di tanto in tanto, una stella appare,
che credesi delle altre più lucente;
è storia antica ma anche di recente,
accade che ancor possa spuntare.
Fabrizio Barca , infatti a me pare,
che si comporti d'astro più splendente,
dei tanti Padri, nostra “grande gente”,
che ci indicò il modo di lottare.
Gramsci, Pertini, Amendola, Turati,
difesero le idee con vigore,
nostro retaggio ora ereditati.
Son dodici i punti tuoi, ben studiati,
su cui non hai diritti d'autore:
letteralmente appaiono copiati.
Finor dove sei stato?
 Fabrizio, tu forse Barca- menato,
ti sei nelle strutture dello Stato.
Gino Del Giudice 14 aprile 2013
.











Breve biografia di Fabrizio Barca:
Fabrizio Barca (Torino, 8 marzo 1954) è un economista e politico. Presidente del Comitato politiche territoriali dell'Ocse, (e dàije con queste sigle: Organizzazione (internazionale) per la cooperazione e lo sviluppo economico);   è  ministro (ancora momentaneamente in carica) per la coesione territoriale del governo Monti dal 16 novembre 2011;  è figlio di Luciano Barca (1920-2012), economista, ex partigiano, deputato e senatore della Repubblica Italiana, iscritto al Partito Comunista Italiano, nonché direttore de l'Unità.
Fabrizio Barca, riconosciuto da tutti, come uno dei (pochi) ottimi ministri del governo Monti è iscritto da poco tempo, al partito democratico.
Il suo dicastero, gli ha dato modo di conoscere il mondo dei disagiati, convincendolo sempre più che i partiti e i politici sono distanti anni luci dalla gente. Nella sue recenti interviste (“mezz’ora” di Lucia Annunziata e  8½) e soprattutto, nel suo recente “manifesto” (un po’ prolisso con le sue 55 pagine), ha auspicato  un partito (di sinistra), più vicino alla gente.

Un “quarto di pagina” di “spunti” tratti dal suo “manifesto”

Barca parte dal presupposto che "ogni singola esperienza dei miei sedici mesi di lavoro, nel territorio e a Roma, suscita una secca conclusione politica: senza una 'nuova forma partito' non si governa l'Italia". "Serve un partito di sinistra saldamente radicato nel territorio - scrive Barca - che essendo animato dalla partecipazione e dal volontariato e traendo da ciò la propria legittimazione e dagli iscritti e simpatizzanti una parte determinante del proprio finanziamento, sia capace di promuovere la ricerca continua e faticosa di soluzioni per l'uso efficace e giusto del pubblico denaro”
Per Barca, il "partito di sinistra che serve al Paese NON È, dunque, il partito scuola di vita (e di lotta), il partito di massa, dove si ascoltano bisogni e si insegna 'la linea',  NON È il partito di occupazione dello Stato, dove si vende e si compra tutto: ruoli, prepende, pensioni, appalti, concessioni, ma anche regole, visioni, idee.
Per Barca, il nuovo Pd è "un partito palestra,  che rappresenta il metodo nuovo per promuovere, riempire di contenuti gli strumenti dello sperimentalismo democratico e, al tempo stesso, di scegliere i quadri del partito non solo sulla base dell'adesione ma della capacità di andare per strada, incontrare, scoprire, esprimere dubbi".



Una pagina di micro riassunto del “manifesto”

1) L’Italia da tempo non ha un buon governo ...
A causa del susseguirsi di comportamenti abusivi del ruolo pubblico, di gravità, diffusione, arroganza e senso di impunità,assolutamente non comparabili con le vicende passate del paese o con altri paesi.
A causa del susseguirsi ininterrotto, talora frenetico, negli ultimi venticinque anni, con governi assai diversi, di riforme dei mercati (del lavoro, dei capitali e dei servizi) e della Pubblica Amministrazione, in larga misura inefficaci.
Sul piano politico, l’assenza di buon governo, si  è manifestata nelle elezioni del febbraio 2013 in un paradosso, una deriva e uno strappo.

Il paradosso, per cui una  formazione politica identificata con un leader salvifico sotto la cui guida il paese era giunto a quell’emergenza, pur perdendo milioni di voti, conserva un consenso assai significativo nel paese.
La deriva, per cui, con una sola rilevante eccezione, tutti i partiti sono stati a trazione personalistica, un evidente vulnus sul funzionamento democratico interno e del paese.
Lo strappo, segnato dal successo di un movimento-partito che raccoglie consensi da segmenti assai diversi della società uniti nella profonda sfiducia e nel risentimento verso l’intera ‚lite politica, ma anche nella domanda di un modo trasparente e verificabile di assumere decisioni pubbliche.

Una macchina dello Stato arcaica e autoreferenziale, caratterizzata da primitivismo organizzativo, rudimentalità  delle procedure, insufficienze del personale, scarso ricorso a tecnologie informatiche, arcaicità del disegno complessivo, suo anacronismo rispetto agli altri governi moderni.

2) I Partiti

I Partiti Stato-centrici, anzichè‚ trarre legittimazione e risorse finanziarie dai propri iscritti nel territorio le traggono dal rapporto con lo Stato, attraverso un generoso finanziamento pubblico, la colonizzazione dell’amministrazione, il patronage e il clientelismo.
La copiosità del finanziamento pubblico dei partiti, mirando a liberare i partiti stessi dal condizionamento dei fondi neri  provenienti dalla degenerata conduzione dei grandi enti pubblici nazionali o locali, li ha in realtà legati stabilmente allo Stato, sancendo e accrescendo la loro non-dipendenza dal contributo degli iscritti, il cui controllo sul partito si è così ridotto.

La legge elettorale vigente, ulteriormente suggella questo stato di cose, creando a sua volta una filiera gerarchica perversa che vede i “capi-cordata” concordare con il leader, i possibili eletti.

3) L’austerità

L’austerità,  che questa situazione domanda può  essere declinata in due modi radicalmente diversi. Come scriveva Enrico Berlinguer in un passaggio poi mancato della nostra storia repubblicana, l’austerità può  essere adoperata o come strumento di depressione economica, di repressione politica, di perpetuazione delle ingiustizie sociali, oppure come occasione per uno sviluppo economico e sociale nuovo, per un rigoroso risanamento dello Stato, per una profonda trasformazione dell’assetto della società, per la difesa ed espansione della democrazia. Il minimalismo promuove la prima strada.
Per fare ciò, è necessario in Italia un “passo del cavallo”. Da un lato, dobbiamo rovesciare i limiti che rendevano la nostra macchina pubblica arcaica anche per l’attuazione delle due precedenti visioni e raggiungere quindi: modernità organizzativa; affinamento delle procedure; adeguatezza del personale; forte ricorso alle tecnologie informatiche; chiara identificazione delle responsabilità e capacità  di passaggio di consegne intergenerazionale.



 Come si vede, Fabrizio Barca, ha messo “molta carne al fuoco”. Molti sono convinti che le sue “idee”, finiranno per fare breccia nella gente, anche perché rappresentano un reale momento “di svolta”. Le sue, sono intuizioni,,  (come si legge dal “manifesto”), scaturite dal suo “anno” di ottimo ministro, a contatto, con la gente, con i sindaci, con le istituzioni; quindi NON SONO convinzioni “teoriche” ma supportate (come lui dice) dall’esperienza sul “campo”.
Le previsioni? E’ difficile farle, anche perché è da supporre, che gli “apparati” farranno resistenza.  Strano a dirsi, il più “innovativo” tra i “vecchi”, sembra essere proprio Bersani: la sua intelligenza e la  sua lungimiranza sembrano in grado di raccogliere questa sfida, cooptando lo stesso Barca
.

I DIECI  "SAGGI"



Per i più tenaci e “temerari” che volessero “sorbirsi” l’intero “manfesto” di Barca proponiamo questo link  “interno”, in formato PDF, che terremo disponibile per qualche tempo.




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mercoledì 10 aprile 2013

Piombo nel sangue di 9 bambini di Statte


 


 
Piombo nel sangue di 9 bambini di Statte

La notizia

 
 

E' stata rilevata la presenza di piombo nel sangue di alcuni bambini che vivono nei pressi dell'area industriale, nel comune di Statte. Su nove bambini tra i tre e i sei anni è stata riscontrata una concentrazione di piombo preoccupante, soprattutto perché potrebbe trattarsi di una contaminazione avvenuta in tempi recenti, addirittura nelle scorse settimane. Ciò dimostrerebbe che l'esposizione a fonti inquinanti è tuttora in corso.

 

Chi li ha resi noti
I risultati delle analisi sono stati resi noti dal presidente del Fondo Antidiossina onlus, Fabio Matacchiera e dal presidente di Peacelink Taranto, Alessandro Marescotti, che hanno commissionato gli esami e hanno scritto al garante per l'applicazione dell'Aia dell'Ilva, Vitaliano Esposito, per conoscere i dati delle emissioni di piombo.
 
 

Il parere di due noti e stimati pediatri

Trattandosi di un campione non significativo della popolazione generale e di numerosità ridotta - sottolineano i pediatri Annamaria Moschetti e Piero Minardi - e pur non potendosi pertanto generalizzare i dati alla intera popolazione infantile di Statte e di Taranto, tali valori non possono che destare preoccupazione per la possibile esposizione di questi bambini a fonti di piombo presenti in ambiente". Il riferimento è alla presenza riscontrata nel sangue dei bambini di una concentrazione di piombemia tra 22 e i 36 microgrammi/dl
 

Ricordiamo che il sangue di quei bambini doveva servire anche a verificare un’eventuale esposizione corrente all’inquinamento.
Il piombo nel sangue non indica in particolare un’esposizione passata al piombo ma soprattutto un’esposizione “attuale” ad una sostanza pericolosa.
Il test nel sangue misura in buona sostanza il livello delle ultime tre-quattro settimane.
Il piombo è stato classificato dall’Istituto per le ricerche sul cancro (Iarc di Lione) dell’Oms come probabilmente cancerogeno per l’uomo.
Per i bambini può causare danni irreversibili al cervello perché è neurotossico. E’ purtroppo assodato che il deficit cognitivo nei bambini può essere associabile proprio alla presenza del piombo.
Ecco perché quelle analisi sul sangue dei bambini erano importanti: servivano a chiarire se oggi a Taranto possiamo stare tranquilli o se siamo esposti a un inquinamento ambientale preoccupante e persistente. Ma come si è detto, i risultati delle analisi, indicano proprio il contrario e che cioè, l'inquinamento è attuale !!
 




La testimonianza di un’adulta “contaminata

La contaminazione da metalli riguarda anche gli adulti, come testimonia Paola D'andria, presidente della sezione tarantina dell'Ail. "Mi hanno riscontrato - conferma - preoccupanti concentrazione di piombo e di manganese. Mi sento una donna metallo. Questo dramma di Taranto e Statte va fermato una volta per tutti.
 


Ed ora: attenti ai “distinguo”, ai “se” e ai “ma” della regione Puglia”


 

"La regione farà “controllare” queste analisi da “istituti di riferimento” (fin ora nulla da eccepire)
La Regione Puglia, attraverso l'Agenzia per l’Ambiente, Arpa, e l’Asl, “si farà carico di ottenere una conferma analitica da parte di tre laboratori di riferimento nazionali, e cioè l’Istituto Superiore di Sanità, l'Istituto Zooprofilattico di Teramo e la Sezione di Medicina del Lavoro dell’Università degli Studi di Brescia” sulla presenza riscontrata nel sangue di nove bambini tra i tre e i sei anni residenti a Statte (Taranto) di una concentrazione di piombo tra i 22 e i 36 microgrammi/dl. (Fin ora, nulla da eccepire, perché sembra logico ottenere conferme dai laboratori di “riferimento”)

 


""La regione farà fare questi controlli entro 1 – 3 mesi dal primo esame""

La Regione rende noto
che in un documento del 2012 del comitato consultivo sulla prevenzione della intossicazione da piombo nei bambini si sottolinea che, “data la incertezza dei risultati individuali di piombemia, è importante effettuare prove di conferma da effettuare entro 1-3 mesi dal primo esame”.
E qui, non ci siamo, dal momento che esperti dell’ OMS (organizzazione mondiale della sanità) affermano che, i valori di piombo “fotografano” l’esposizione “attuale” da piombo; nel senso, che nel giro di qualche settimana, se l’esposizione cessa, anche i valori possono annullarsi; quindi rifare le analisi dopo 1 – 3 mesi, i valori possono “annullarsi”, se nel frattempo la “esposizione è cessata", ciò non toglie, che, anche se momentanea la piombemia è gravemente nociva.

 
Verde stattese con "panorama"


""La regione, prenderà gli opportuni provvediment, soltanto DOPO che siano confermati i dati di piombemia""

“Nel rapporto si aggiunge nella nota regionale è anche indicato che le azioni di risposta (ambientali e/o sanitarie) devono esser iniziate soltanto dopo che siano confermati i livelli alti di piombemia”.
Qui ancora non ci siamo: perché, in attesa delle analisi di “riferimento”, non si fanno delle verifiche presso l’università di Bari e prendere subito “le azioni necessarie”?
(Evidentemente bloccando le emissioni?)


La regione, afferma che i laboratori “non sono accreditati”

Nella nota della Regione: “I dati provenienti da laboratori non accreditati presso l’Ente italiano di Accreditamento (Accredia) per la specifica prova si aggiunge – non possono essere di per sè direttamente fruibili per eventuali interventi ambientali e/o sanitari, proprio a tutela della salute della popolazione tarantina”.
E ci risiamo: rifate fare le analisi “subito”, presso l’università di Bari, in attesa (ma quanto siete burocratici e “svianti”) di quelli “accreditati.



""La regione ha “un progetto” per “provare se “il piombo è veramente responsabile” di alterazioni  neurocomportamentali""

Nella nota della regione, si fa comunque presente che  “tra i progetti inclusi nel centro 'Salute e Ambientè, finanziato dalla Regione Puglia, è già previsto anche un progetto di ricerca specificamente volto a definire l’eventuale associazione tra esposizione a piombo nei bambini e alterazioni neurocomportamentali”.
Arréte !!  Che “supponete” ? Che il piombo, sia una sorta di “vitamina benefica”? La organizzazione Mondiale della sanità afferma che la piombemia  è un affidabile indicatore di esposizione e potrebbe indicare una esposizione recente (settimane precedenti), e si sottolinea che i bambini potrebbero essere esposti attualmente a una sorgente agente nel territorio".Quindi non scoprite le cose già scoperte e dovete convincervi che in rapporto a quanto sopra  “il valore attuale della piombemia, denota che la “contaminazione è “attuale”, al massimo 1 – 3 settimane e questi giochetti di studi e di rimandi non hanno senso.


Domanda agli “esperti” della regione:

Se, un vostro figlio, si trovasse in questa situazione, “ i provvedimenti” li prendereste tra mesi o allontanereste subito vostro figlio dall’eventuale fonte di veleni? (O meglio, allontanereste, la fonte di veleni da vostro figlio?)

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