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mercoledì 14 agosto 2013

Una bella testimonianza sul “giovane” Franco Sebastio (allora avvocato)


 
Una bella testimonianza sul “giovane” Franco Sebastio (allora avvocato)

Franco Sebastio: un impegno per la legalità e l’ambiente, che “viene da lontano” .
Chi scrive queste righe, qualche giorno fa, è stato fatto partecipe di  una bella testimonianza diretta, riferita al giovane avvocato Sebastio;  l’episodio, in sé, potrebbe risultare banale, ma descrive meglio di tante parole la stoffa di quest’uomo.

 
Due giovani ambientalisti stattesi si rivolsero nel 1972 a Legambiente Taranto per una situazione di inquinamento nella nostra Gravina
Ne lontano 1972, era stata inaugurata a Statte una sezione di Legambiente;  tra gli esponenti più attivi di questa sezione vie era un giovane studente stattese (ora ingegnere edile) ed un giovane attivista politico (sarebbe inopportuno dire di più di quest’ultimo). I due giovani in questione, intendevano risolvere una questione ambientale che stava loro a cuore: evitare che il “macello comunale di Crispiano” sversasse nella gravina di Alezza, affluente della gravina di Leucaspide,i resti biologici liquidi, derivanti dalla macellazione di animali. Infatti, si voleva evitare che questa situazione provocasse, l’inquinamento della suddetta gravina, che attraversava il nostro territorio.
La venuta "dell'avvocato" Sebastio a Statte
Si rivolsero, a questo scopo, alla sezione provinciale di Legambiente, che li mise in contatto con un giovane avvocato (probabilmente, già tirocinante nella magistratura), appunto Franco Sebastio, il quale venne a Statte; i tre, scesero insieme, nella scoscesa gravina di Leucaspide e ne risalirono il percorso, fin nei pressi di Crispiano, dove verificarono lo sversamento di questo materiale biologico.  Franco Sebastio, prese accurata nota della situazione, ma non si limitò a questo: invitò i due giovani ambientalisti a percorrere insieme a lui,  la parte sud della gravina, appunto verso l’allora Italsider.
Ad un tratto, lo sguardo attento del giovane avvocato, fu attratto da un liquido putrido e maleodorante, percolato di rifiuti industriali proveniente appunto dalla grande fabbrica e rivolgendosi ai due giovani stattesi:
“Vi  state giustamente preoccupando dei liquidi inquinanti che provengono da Crispiano, ma qui, le sorgenti di inquinamento sono molto più gravi; questo problema va affrontato con estrema decisione,  quindi – continuava il giovane avvocato – io vi preparerò una relazione-denuncia, delle due situazioni che abbiamo verificato che manderete alla magistratura ed agli organi istituzionali preposti, proprio a nome della associazione Legambiente di Statte.




L'impegno del giovane Franco Sebastio
Inutile ribadire, che dopo pochi giorni, un’accurata relazione-demuncia, fu messa a disposizione dei due ambientalisti; l’avvocato Sebastio non volle un centesimo per la sua consulenza dimostrando una correttezza, un amore per l’ambiente e per la legalità che non l’hanno mai abbandonato.
Questa bella testimonianza è stata riferita a chi scrive dal giovane studente (ora ingegnere) ed è sembrato giusto renderla palese, anche se immaginiamo che il procuratore Sebastio non ne sarà eccessivamente entusiasta, essendo lui , un magistrato che non ama apparire, bensì operare e possibilmente,  lontano dai riflettori.
 
Un'altra testimonianza (questa vola "personale")
Una sua affermazione, ascoltata da chi scrive queste righe, in un incontro sull’ambiente, tenuto a Statte almeno un decennio fa:  Se, l’operato di questa grande industria, dovesse continuare a procurare, il decesso  di un solo essere umano in più, quella industria sarebbe ambientalmente incompatibile, perché la salute dei cittadini è un diritto costituzionale, che viene al primo posto, rispetto a tutti gli altri.
Evidentemente, non l’ha pensata così la nostra Corte costituzionale, ( le sentenze si accettano, ma non è detto che non se ne possa discutere), che ha affermato che la salute non è il solo diritto da tutelare, perché ve ne sono altri, compreso quello al lavoro, che vanno ugualmente tutelati. La stessa Corte, ha affermato che l’Ilva può continuare a produrre, nell’ambito delle disposizioni sancite dalla (diciamo noi, ennesima) AIA. E siccome l’azienda sta continuando a produrre senza rispettare nemmeno queste deboli disposizioni, c’è da scommettere che il Procuratore Franco Sebastio e il Gip Patrizia Todisco continueranno a dare filo da torcere agli inquinatori.
Sembra che si stia giocando perennemente a Guardie e Ladri e sappiamo tutti chi sono I Ladri.





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