Cerca gli argomenti su questo blog

domenica 15 settembre 2019

SOGNI E ALTIFORNI. Il bel romanzo, scritto a "quattro mani" dalla nostra concittadina CRISTINA DE VITA e da GORDIANO LUPI.


SOGNI E ALTIFORNI. Il bel romanzo, scritto a "quattro mani" dalla nostra concittadina CRISTINA DE VITA e da GORDIANO LUPI.



La bella kermesse estiva, delle manifestazioni Culturali di Statte Estate è terminata.
Due grandi eventi erano, solo apparentemente,  sfuggiti al mio blog-diario personale perché c'era e c'è l'intenzione di dar loro un risalto particolare: uno era il Festival del Cortometraggio dei MoonWatchers, di cui ci occuperemo tra qualche giorno e, appunto, la presentazione dello straordinario libro "Sogni ed Altiforni" scritto dalla nostra concittadina Cristina De Vita a "quattro mani" con l'altro autore Gordiano Lupi.

Ed ecco, sul mio diario ... le  mie impressioni ... naturalmente ... da  "lettore comune".


La cattedrale di Trani, sul mare; più volte citata dal Cristina De Vita.

SOGNI ED ALTIFORNI.


LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO




Nella  serata della presentazione del libro  di “Forni ed Altiforni”, in Largo Lepanto a Statte, il fatto per me sorprendente è stato lo straordinario  intervento della scrittrice e coautore del libro, Cristina De Vita


La  sua “chiacchierata”  riguardante il suo bel libro è stata anche l'occasione per parlare di buoni sentimenti, di impegno sociale e di tanto altro ancora, da cui è emerso, tanto di sé stessa, la  sua nobiltà d’animo,  la sua generosità sociale, e la sua serenità interiore.
In  quel momento ha sembrato svelare  il suo compendio di “Così io vedo il mondo”; saggezza che lei  giovane signora elargiva a noi, tra cui, molti  coetanei di suo padre.

Poi, leggendo il libro,  ho capito perché  nella sua “chiacchierata” con noi, non vi  fossero moltissimi  accenni al suo libro, accenni, riferiti essenzialmente alle differenze tra le “due mani maschili” e quelle femminili, del romanzo “a quattro mani”.

Sì, non c’era bisogno di parlare del libro per due ragioni, la prima era,  perché  “il romanzo andava letto”; in quanto  “continuo,  congruente ed omogeneo racconto”; quindi,  qualsiasi tentativo di “rottura” con citazione parziali,   non avrebbe reso giustizia a questo piccolo gioiello. 

La seconda più importante ragione era,  che il romanzo rispecchiava puntualmente, quello che lei aveva affermato  nella sua intrigante e bella “chiacchierata”: acqua limpida in un mondo che tanto limpido non è.

Premetto ancora una volta, che le nostre,  sono sempre  osservazioni da “lettori comuni” e come tali, speriamo possano rappresentare un secondo “punto di vista” , sempre utile  agli autori.

Cristina De Vita Foto Web


IL LIBRO.
Come è noto, questo libro è stato segnalato come "Candidato al Premio Strega”, il più prestigioso premio letterario italiano, passando dal vaglio dei più prestigiosi scrittori e letterati italiani. 

Mi permetto,  sempre da “comune lettore”,   di ritenere che il  libro meriti  di fare tanta "bella strada”.
Lo merita perché,  
anche se  con due stili completamente diversi, ambedue gli autori, eccellono nella  piacevolezza della forma  e nella scorrevolezza,  proprie dei grandi scrittori. 

Gordiano Lupi, scrittore affermato:  stupefacente nell'arricchire con appropriate e magistrali figure retoriche,  descrizioni di  fatti e più ancora di particolari “stati d’animo”. 
Il   “suo” mondo è eterogeneo e variegato,  c’è posto per l’amore di Debora ma anche per la passione per il “gioco del calcio” e l’amore per la sua città; c'è posto perfino  per il “mostro”, e relativo odio-amore; tutti   elementi  insostituibili della "sua storia”.

(Le sue tante pagine, di riferimento alla presenza tangibile di questa ex acciaieria, se lette al di fuori del contesto-romanzo,  potrebbero essere attribuite al nostro "mostro" ... e mi fermo qui.)

Cristina De Vita, rivelazione assoluta come scrittrice dal  “dolce stil nuovo”; la forma  scorrevole, la descrizione di un “mondo” lontano da noi, il  racconto delicato  di una storia d’amore, tratteggiata  con una freschezza di  sentimenti, hanno reso la stessa storia, confidenziale come un diario custodito in “una scatola rivestita di velluto blu”. 

In lei,  l’amore ha un posto esclusivo;  gli altri elementi del suo “mondo”  sono complementari ma non altrettanto fondamentali. 

Qui, è la poetessa che scrive in prosa ed in questa prosa, c’è tanto dei sentimenti profondi delle sue poesie.
Il  tutto ci proietta in un “Piccolo Mondo Antico” forse ancora più antico  degli anni di ambientazione del romanzo.






Ma i pregi di questo romanzo non finiscono qui.
La differenza di stile e di forma,  tra le due “versioni”, rende il libro  attraente ed avvincente perché esprime,  meglio di un articolo di psicologia comparata, il diverso modo di intendere,  gli affetti e sentimenti tra l’uomo e la donna.


Forse consapevolmente e forse no, i due coautori hanno finito per accentuare questi elementi.

Il risultato è stato, davvero interessante ed inconsueto.

Personalmente,   non conosco un altro romanzo scritto a quattro mani  che narri di due innamorati, con le loro vite  parallele, con la loro  storia d’amore, raccontata da diverse angolazioni e ... con questi risultati.


 “FIOR DA FIORE”









GORDIANO LUPO
Tramonto con il “mostro”


“Il tramonto rosso sul mare e i tramonti della colata continua della Acciaieria, quel residuo ferroso maleodorante, ebbro di fascino antico, profumo di lavoro, sudore, lotte operaie, sentore di contestazioni e scioperi, licenziamenti ingiusti, fatica per andare avanti e sognare”.


“Tramonto e odore penetrante, frutto di braccia operaie, sudore di gente afferrata agli scogli che degradano al mare, prezzo da pagare per veri tramonti marini e paranze in canale a caccia di totani, nelle sere di bonaccia”.


Nella  “penna” di Lupo, Debora è importante quanto il calcio e quanto la sua città ... ma ..non molto  di più.

Tuttavia,  quando scrive di lei è sorprendente.
“II nastro della vita non si ferma, purtroppo. Qui è buona la prima, non si girano di nuovo le sequenze venute male. So bene,  l'ho perduta  ancora,  adesso per sempre,  impossibile tornare indietro... impossibile farlo, senza riavvolgere il nastro”.


“Nel nostro rifugio di mare, il paese sotto un cielo dolce e come le piume sul ventre degli uccelli, un paesaggio imperscrutabile, al riparo da tutti i rumori del mondo, nel silenzio assoluto delle cose, nel silenzio del mare deserto. ...” , 



CRISTINA DE VITA.

Vedete la  delicatezza con cui De Vita descrive l’amore totalizzante per Giovanni.

Come nasce un amore...


“Ci rivedemmo un lunedì sera, stesso percorso io, stessa panchina lui, questa volta però appena mi vide si staccò dai suoi amici e mi disse: "Buonasera signorina, posso accompagnarla a casa?”  Chiaramente dissi di no e affrettai il passo, ma il cuore mi era balzato in gola e tornai a casa con le guance rossissime”

Una storia di altri tempi raccontata con grande semplicità:

"Mai avrei pensato di perdere la testa per questo ragazzone che viveva solo per il calcio; se lo avessi capito prima, sicuramente non gli avrei permesso di fare breccia nel mio cuore; tutte le volte che stavamo assieme mi sentivo una persona migliore, lui era capace di farmi sorridere sempre",

L'agognato futuro con Giovanni

“... iniziai a fantasticare, una casa tutta nostra, dei bambini, non importa dove, per me l'importante era poter stare accanto a lui ... se Giovanni avesse dovuto trasferirsi per lavoro mi sarei ingegnata” .... 

Un amore romantico  e (quasi) platonico d’altri tempi.

“Le nostre serate più belle erano al plenilunio, io avevo la passione degli oroscopi e sapevo sempre quando ci sarebbe stata luna piena... “.

“Tenersi la mano, questo facevamo sempre Giovanni ed io; per noi - o forse solo per me - significava tantissimo, significava esserci, significava stringersi, significava diventare vecchi assieme, sempre mano nella mano” ..    [Bellissimo passo ].

Quando ... questi tempi passarono ...  la nostalgia ed  i rimpianti non impedivano un qualche assorto sorriso. 


“La vita era stata ingiusta con me, e ne portavo addosso le cicatrici ... anche se su tutto, prevaleva sempre il mio sorriso”.




Il "mostro" di Piombino  decenni dopo la chiusura .... è .. ancora lì ... RIFLETTIAMO


p

CONCLUSIONI
I poeti non svelano il loro animo soltanto nelle poesie.

A volte, frammenti di loro “pensieri”, scritti un po’ ovunque possono essere rivelatori ancor più di quelle...

“E' stato un anno difficile, ho tenuto la mano (unica cosa che potessi fare) a persone che amavo e che non ci sono più, ho affrontato scelte difficili da sola, ma ho anche condiviso bellezza, libri, poesia e conosciuto persone nuove che mi hanno donato tanto. Grazie alle persone che amo e che mi amano, loro sanno chi sono” (Cristina De Vita)

ORA LO SAPPIAMO ANCHE NOI. GRAZIE “KRISTINA” 






Per contattare il blogger cliccare dinodelgiudice@tin.it
Per andare alla pagina iniziale del blog premere QUI

Per le pagine dedicate alla "Cultura" cliccare QUI

Per andare alle pagine relative alla Biblioteca cliccare QUI
Per andare alle pagine di "Dialetto e scrittori stattesi" cliccare QUI


Nessun commento:

Posta un commento