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giovedì 17 maggio 2012

Interessa anche Statte: EQUITALIA: La gente chiede più UMANITA'

Equitalia

I recenti episodi di vera e propria "ingiustizia e vessazione", nella riscossione dei tributi, hanno messo in luce metodi di riscossione, da "cattivo impero" e da vessazioni medioevali.
Qui, non sono da censurare i "dipendenti" di Equitalia bensì chi obbliga loro ad usare mezzi "capestro" di riscossione;  così assistiamo ad episodi assurdi, paragonabili a quelli usati dagli "usurai". ( Case "ipotecate" per debiti irrisori, multe "ingigandite" a causa di ritardati pagamenti; se uno non paga (a causa della crisi) "due rate" di tasse dilazionate, viene annullata la dilazione e sarà costretto al pagamento per intero e "subito").
Abbiamo sentito a "Striscia" che dei proprietari di case (rese inagibili e quasi crollate, a causa dei lavori di costruzione di un viadotto) sono obbligati, comunque, a versare l'IMU come "seconda casa" anche se le stesse sono state "demolite" dallo stato !!
Allora ci si chiede, lasciamo stare Equitalia, ma i nostri "parlamentari", perché non fanno emergere queste "brutture" e, "immediatamente" si adoperino affinché, questo stato di cose cambi?
In fondo si chiede solo "più umanità" !! (nota di LeoDelG)



Ed ora: la "cronaca" di una giornata qualunque all'Equitalia di Taranto
Il caso Equitalia (anche a Taranto)

Una coda interminabile agli sportelli della sede di via XX Settembre Ogni mattina un esercito di contribuenti tra paure e tensioni

Precari, operai, impiegati e piccoli imprenditori che chiedono solo più umanità


(Da Taranto sera del 16 Maggio 2012 .. di Giovanni Nicolardi)
TARANTO - Ore 8.20 : davanti alla sede di Equitalia, in via XX Settem­bre arrivano i primi contribuenti. Han­no fretta di entrare ma c’è un cartel­lo sulla porta che annuncia che l’ora­rio di apertura è spostato alle 9.30. Non c’è, però, alcuna spiegazione sul ritardo di più di un’ora. E la gente è così rassegnata che nemmeno si chiede quali possano essere i moti­vi dello spostamento di orario. Biso­gna aspettare. I primi cominciano a mettersi in fila, poi, una volta dentro, dovranno munirsi di numerino. E al­lora ansia su ansia. L’ansia dell’atte­sa e l’ansia per le cifre da sborsare e i chiarimenti del caso. Una donna di mezza età, precaria, impreca per­ché deve pagare una multa che da mille euro è raddoppiata. Tiene fa­miglia e con 400 euro al mese sta facendo i salti mortali per pagare una multa di oltre 2mila euro. Affianco un signore distinto. E lì per rappresen­tare una azienda che deve pagare un multa che da 27mila euro è schizza­ta a oltre 45mila euro. Ha le cartelle esattoriali in mano. Le guarda e le ri­guarda.

E’ avvilito. Sbotta. Non si può chiede­re al cittadino un aggio del 9%. Per l’uomo si devono ridurre assolutamen­te gli oneri aggiuntivi alle multe. Poi si fa avanti un operaio al quale a causa dei bolli auto non pagati sono state messe le “ganasce fiscali” alla mac­china. Auto bloccata e grandi disagi, soprattutto per chi, per lavoro, è co­stretto a macinare ogni giorno decine di chilometri. I bollettini non sono arri­vati e lui si è fondato negli uffici di Equitalia per paura che gli venga so­spesa la rateizzazione. Ha perso una giornata di lavoro ma una eventuale beffa non riuscirebbe ad accettarla. Poco prima dell’apertura sono già in fila venticinque persone. Dibattono tra loro. Temono di dover pagare cifre

La fila davanti alla sede di Equitalia (foto R. Ingenito)

esorbitanti, hanno paura dei pignoramenti, chiedono che Equitalia abbia un volto più umano. Per alcuni la questione può essere risolta solo con l’inter­vento dei politici. Altri chiedono solo comprensione. Sono per il rispetto della legge ma anche per la tutela dei tanti cittadini che finiscono nel vortice delle multe che lievitano oltre ogni misura. In via XX Settembre dal lunedì al ve­nerdì, ogni mattina, è sempre la stessa storia. Un manipolo di disperati che protesta, che chiede spiegazioni, che supplica, che spera in un miracolo. E domani si ricomincia.

Giovanni Nicolardi (Tasera 16 Maggio 2012)

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