PROF&ZIE: il
nuovo libro dello scrittore stattese Marco Tarantino.
Come
accaduto in altre occasioni simili, anche
con libri di Tarantino, le considerazioni che seguono, più che una
“recensione” vogliono essere, delle “riflessioni” rivolte ai numerosi “navigarori” che seguono
questo blog e specialmente ai più giovani, per stimolare la “voglia” di leggere
libri “diversi”; non banali, non piatti ma “divertenti stimolatori mentali”.
Ringrazio “l’autore”
che in passato ha tenuto in molta (credo troppa) considerazione queste
“opinioni” molto più, di quelle che “meritavano”.
Credo che la cosa più saggia
da fare, prima di esporre questi “consigli”,
sia quella di presentare Marco
Tarantino medesimo, perché questo suo ultimo lavoro, si armonizza come
non mai, con lo stesso autore, fin quasi ad identificarvisi e mentre, “parlare del libro” (divertente, scorrevole
e con molti, troppi, spunti di
riflessione) credo possa essere abbastanza agevole, più complesso si presenta il compito di descriverne l’autore.
Ed allora, che ne dite se ne affidiamo il compito al medesimo? Ecco come lui si
delinea in terza persona:
Marco Tarantino è nato a Taranto, abita a Statte e insegna a Palagiano. In una vita precedente ha fatto il giornalista, sin quando ha scoperto di non esserne capace.
Prof & Zie è il suo quarto libro, dopo La prima sorsata di sfiga (2005), La resa dei vanti (2007), Vaghe novelle d’altri Maestri (2011).A domanda (ma anche no), di sé dice poco e soprattutto niente. Quindi meglio evitare . (Che ve ne pare? .)
Marco Tarantino è nato a Taranto, abita a Statte e insegna a Palagiano. In una vita precedente ha fatto il giornalista, sin quando ha scoperto di non esserne capace.
Prof & Zie è il suo quarto libro, dopo La prima sorsata di sfiga (2005), La resa dei vanti (2007), Vaghe novelle d’altri Maestri (2011).A domanda (ma anche no), di sé dice poco e soprattutto niente. Quindi meglio evitare . (Che ve ne pare? .)
Lo stesso autore, in uno dei frontespizi, presenta i
personaggi di questo libro e lo fa in maniera efficace e succinta. Sentite
qualche passaggio: “Il profeta” (insegna
matematica in una scuola per geometri) “Magro,
barbuto e canuto, [..] si abbandona a
esternazioni di ogni genere [..] cogliendo ogni occasione per esprimere la
propria visione del mondo”.
“Zia Mina”, (l’altro personaggio principale) “bidella pluri laureata, ” con il Prof condivide trentanni di servizio [...] per lui nutre un senso di protezione che oscilla tra la tenerezza struggente per la solitudine dell’uomo e la consapevolezza di poterlo rampognare in nome della loro profonda intesa.
“Zia Mina”, (l’altro personaggio principale) “bidella pluri laureata, ” con il Prof condivide trentanni di servizio [...] per lui nutre un senso di protezione che oscilla tra la tenerezza struggente per la solitudine dell’uomo e la consapevolezza di poterlo rampognare in nome della loro profonda intesa.
La “Zia Mina”, bidella ed amica del profeta, è servita
all’autore per smorzare le “intemperanze del profeta” quando quest’ultimo
“prendeva la mano” allo stesso scrittore.
Una piccola nota: Il sottotitolo del libro “Lo sterrato del profeta” è evidentemente una “rispettosa” (ma non troppo) citazione del celebre libro di Kahlil Gibran “IlGiardino del Profeta” (Una “frecciatina” agli edulcorati consigli contenuti in quel volume?)
Il promo libro dello scrittore stattese Marco Tarantino, pubblicato nel 2005 |
IL CONTENUTO DEL LIBRO.
È un libro spassoso, piacevole e ricreativo. Sentite amici, chi non ha mai letto libri di Marco, leggendo le prime due pagine, potrebbe rimanere un po’ sbilanciato; infatti, non è il solito libro banale, prevedibile, scritto come tanti “scrittori” fanno. No. Come si è detto, è un libro diverso e, come i suoi altri lavori che conosco (mi è sfuggito “Novelle di altri maestri”) non è un “rettilineo piatto” in cui, tutto sembra scorrere in maniera prevedibile con “prosa” già vista e sentita. No. È uno scorrere brillante in cui non potete prevedere dove “andrete a cozzare”.
È un libro
che “dice” cose a cui non sempre abbiamo
prestato dovuta riflessione e .. l’incorregibile “profeta”, ci aiuta a
sopperire a questa manchevolezza.
Forse, nella
sua mini presentazione del libro, lo scrittore è stato un tantino pudico,
affievolendo l’accenno alle “botte da
orbi”, che ha distribuito a tutti, ma proprio a tutti, tramite il “suo profeta”, dicendo “la sua” su tanti argomenti, non
risparmiando, politici, pedofili, burocrati, economisti, bigotti, falsi
religiosi e bacchettando anche i “nemici degli immigrati”; ha demolito false
credenze e miti ha ironizzato “sull’istituzione” del matriminio, il tutto,
come si è detto, sotto il velo dell’ironia, della prosa iperbolica, quasi ad
offuscare la “trasparenza” di quanto “osato”.
Nelle altre
sue opere, Tarantino aveva ugualmente bacchettato la “classe” di individui miserabili:
“Lecchini”, falsi amici, falsi geni:
falsi e basta; ma mai, aveva deciso di affrontare così direttamente, le “malattie” della società, che da questi
individui prendevano linfa. L’ha fatto in modo organico, e senza peli sulla
lingua e, quando ha toccato gli “individui”, non ha risparmiato nemmeno quelli “molto in alto”.
Ed ora mi
azzardo e, i miei amici del “blog”, non
me ne vogliano: Penso che sia un libro “didattico”,
(ed ora, non sparatemi addosso !!).
Penso che possa contribuire a pensare in modo
libero e senza preconcetti. Si possono condividere o no le esternazioni del
“profeta - autore”, ma il “metodo” è quello di non accettare niente per scontato, stimolare
lo spirito critico, aiutare a formare uno “spirito libero”. Vi sembra poco?
Come al solito, “l’essenza” della pagina termina qui. Gli
amici più “pazienti” sono invitati a dare
un'occhiata, all’appendice che segue, che è poi, una piccola antologia di
questo originale “lavoro”.
Propongo ora alcuni
spunti su cui “meditare” (allegramente):
Quello che segue, è un classico esempio dei tanti tipi di prosa preferiti da Marco Tarantino. Un cocktail di saggezza e buon senso, conditi con umorismo, creatività, apparente “non senso” e spudoratezza:
Quello che segue, è un classico esempio dei tanti tipi di prosa preferiti da Marco Tarantino. Un cocktail di saggezza e buon senso, conditi con umorismo, creatività, apparente “non senso” e spudoratezza:
La prosa spassosa
Zia Mina parla dei suoi rapporti col Profeta:
“Nessuno più di me può dirvi più di lui, perché trent’anni sono peggio di un parapendio. Nessuno più di me, che non so dirvi un cazzo”.
“Il Profeta è e c’è:
sinché c’è. Ha intorno un alone a metà tra il mistero e il rifiuto, e se li
tiene entrambi purché il resto del mondo eviti di rompergli i coglioni. Spesso
il resto del mondo è felice di non rompergli i coglioni, al pensiero di come li
romperebbe lui”.Zia Mina parla dei suoi rapporti col Profeta:
“Nessuno più di me può dirvi più di lui, perché trent’anni sono peggio di un parapendio. Nessuno più di me, che non so dirvi un cazzo”.
Il profeta e “l’aùre” (spirito impertinente e dispettoso):
«Prof! Profeta. Ci stava narrando della signora angosciata dall'aùre. Ma si svegliava anch’ella con un gomitolo... ahem, perdoni. Con un gomitolo in... zona genitale?».
“Altro che gomitolo, De Tonolis: con treccine dritte ché neanche Pippi Calzelunghe....”
Sentite il giudizio
del Profeta, su certi dirigenti
scolastici e su un certo tipo di scuola ormai divenuta progettificio:
Il Profeta e la “Scuola”[ ...]
“Il punto è che è meglio usare gli strofinacci che ingoiare gli stracci, facendo sì sì con la testa a qualche coglione di preside che benedice il suo promuovificio e vuole anche obbedienza devota”.
“Il punto è che è meglio usare gli strofinacci che ingoiare gli stracci, facendo sì sì con la testa a qualche coglione di preside che benedice il suo promuovificio e vuole anche obbedienza devota”.
[il
profeta al preside] “Taccia, passacarte senza vergogna. Perché lei dirige e
saccheggia anche e soprattutto una seconda... azienda, va’. Quella dei
Progetti, come li chiamate, e scelga lei l’acronimo, pon, por, poh, boh, dopodiché si metta le maiuscole .. visto che è così bravo. L’azienda sanitaria
pomeridiana, un tanto al chilo, un tanto a progetto, un tanto a docente, un tanto a dirigente e cooptate gli
alunni purché giustifichino corsi che giustifichino finanziamenti”.
I
caustici giudizi del Profeta sul matrimonio
Il profeta e le sue
citazioni sul “Matrimonio”
In verità vi dico,
che “il matrimonio è una cosa troppo
poco seria per lasciarla agli innamorati”.
Ancora un’altra citazione: “Le catene del matrimonio sono così pesanti che ci vogliono due persone per portarle, qualche volta tre. Ed ecco, una’aggiunta del Profeta: “Qualche volta dieci, o tanti marinai”.
Ancora un’altra citazione: “Le catene del matrimonio sono così pesanti che ci vogliono due persone per portarle, qualche volta tre. Ed ecco, una’aggiunta del Profeta: “Qualche volta dieci, o tanti marinai”.
RELIGIONE
Il Profeta e l’insegnamento della Religione
(“Colloquio tra il Profeta ed un insegnante di Religione”)
Il
Profeta: “Ora, mi viene da pensare. Da che scuola è scuola non s’è mai visto, mi
creda, un solo prete partecipare a un solo consiglio di classe. Non che se
ne sentisse, che se ne senta la mancanza. Al contrario. È un fatto.
Comincia il consiglio e il verbalizzatore si appunta l’assenza del corvaccio,
però spunta da sotto qualche vicepreside che sussurra cose come “lascia
perdere, scrivi che è presente, comunque sarebbe giustificato”, quattro
matrimoni e un funerale”. Il Profeta e l’insegnamento della Religione
(“Colloquio tra il Profeta ed un insegnante di Religione”)
Le malefatte di maneschi e pedofili
travestiti da “religiosi” (e qui, l’autore mi deve consentire di “schermare” alcuni nomi
troppo “in alto” .. lo faccio .. per lui).
Il profeta parla agli allievi, di scandali impuniti commessi in ambienti insospettabili.
“G.R, il trentennale direttore del Coro dei P. del Duomo di R: ciclico, reiterato ed evidentemente confortevole luogo di stupri scoperchiati con umano ritardo (com’è conprensivo l’autore - profeta !!) e soltanto da chi li subì”. [..]
Il profeta parla agli allievi, di scandali impuniti commessi in ambienti insospettabili.
“G.R, il trentennale direttore del Coro dei P. del Duomo di R: ciclico, reiterato ed evidentemente confortevole luogo di stupri scoperchiati con umano ritardo (com’è conprensivo l’autore - profeta !!) e soltanto da chi li subì”. [..]
Le impiccagioni non si fanno, obiettai: "Ma lasciali vivere!” Fu Come cucinare un pollo a un vegetariano. Apriti cielo! Urlando, mi diventò più paonazzo del cappellino. (Che era bianco).
Allievo: “E la promessa di non torturarli?”.
Rispettata! Non li aveva mica toccati con le tenaglie, né torturati con altro cavatappi. Li aveva puramente, prosaicamente, direttamente appesi per il collo. Ci aveva la vocazione, lui e quando seppi che aveva fatto impiccare alcuni suoi oppositori gli dissi: “Ma vattene a quel paese" gli dissi, “zappaterra calzato!”. “Mi espulse dall’Urbe con bolla pontificia. Ne fui lieto, e mi sbrigai pure. M’era venuto un profetico bruciorino al collo” (avvertiva già la corda?)
La “Vita” nella visione del profeta
Il Profeta. “La
vita è una baldracca anomala che se ne frega delle tariffe: inutile sventolarle
banconote, t’apre le cosce quando sei sazio o malato, e te le serra a cintura
quando t’ammaleresti pur di saziarti”.
Il profeta ad un
allievo parlando dei giudici [ ... ] il presidente del CSM ha
affidato tutte le sue speranze e le sue perplessità in merito alla futura
classe di magistrati. Non è tanto un problema di vocazione o di senso civico,
ci è parso di capire leggendo tra le righe: quanto di grammatica di base”. (Non
è vero che conosciamo qualche magistrato che è in “lotta continua” con i
congiuntivi?)
L’economia
moderna e il lavoro
(Il profeta parla dei truffatori travesriti da economisti) “Viventi, I non vivi. I non morti. I Sospesi. (Fa lo stesso.) I latifondisti del Mercato, una volta impadronitisi del potere ufficiale, che tutto sommato possiedono già, faranno un paio di conti e risolveranno con un giro di morra due problemi in uno: inoccupazione e manodopera”.
[... ] “Fine delle case, fine dei costruttori, fine dei datori e fine dei dipendenti, anche precari: poco ma pesano pure quelli, vai con la spugna. Vuoi mettere: fine dei sindacati, pare che esistessero.”
(Il profeta parla dei truffatori travesriti da economisti) “Viventi, I non vivi. I non morti. I Sospesi. (Fa lo stesso.) I latifondisti del Mercato, una volta impadronitisi del potere ufficiale, che tutto sommato possiedono già, faranno un paio di conti e risolveranno con un giro di morra due problemi in uno: inoccupazione e manodopera”.
[... ] “Fine delle case, fine dei costruttori, fine dei datori e fine dei dipendenti, anche precari: poco ma pesano pure quelli, vai con la spugna. Vuoi mettere: fine dei sindacati, pare che esistessero.”
La frammentazione
dell’economia, figlia della vergogna di un sistema drogato, ...impedirà perfino
l’accattonaggio.. Che senso avranno le industrie senza più commesse, le aziende
senza più appalti, le opere pubbliche senza più erario, gli studi senza più
clienti.
Immigrati
(Un allievo) «Ci parli dell’Esodo, Prof. Del Nordafrica in fiamme, delle anime perse, delle barche stipate alla volta di un porto di un gesto, di un solco che sia fuori dalla lista del lutto.
(Il profeta): “Accendete un cero anche a loro. Anzi, prima di tutto a loro. [...], affinché restino, mettano su casa e radici qui. Affinché si riproducano. Affinché facciano dei figli in Italia, visto che loro ancora ricordano come si fa.
(Un allievo) “Ma il lavoro Prof?”
“Il, il lavoro ci sarebbe o c’è. Ciò che manca, totalmente, è la strategia dello sviluppo, la volontà d’addestramento e l’etica del sudore”.
(Un allievo) «Ci parli dell’Esodo, Prof. Del Nordafrica in fiamme, delle anime perse, delle barche stipate alla volta di un porto di un gesto, di un solco che sia fuori dalla lista del lutto.
(Il profeta): “Accendete un cero anche a loro. Anzi, prima di tutto a loro. [...], affinché restino, mettano su casa e radici qui. Affinché si riproducano. Affinché facciano dei figli in Italia, visto che loro ancora ricordano come si fa.
(Un allievo) “Ma il lavoro Prof?”
“Il, il lavoro ci sarebbe o c’è. Ciò che manca, totalmente, è la strategia dello sviluppo, la volontà d’addestramento e l’etica del sudore”.
“Gli ottantenni diventeranno novantenni,
poi centenari. Guideranno, solleveranno
pesi, faranno file agli uffici, compileranno moduli e assegni, sforacchiati
da governanti figli di troia che colpiranno loro anziché sfiorare i (propri)
capitali neri”. [...]
I Politici:
(Il più alto in grado a livello provinciale,
fa visita ad una “quinta per geometri”,
tutti potenziali elettori, quindi, una "visita" a scopo elettorale):
«Signori! Signori. La pregiata Amm.ne che mi onoro di presiedere ha nella tutela del dialogo .. bla bla”.
Zia Mina «Anche perché i ragazzi di quinta sono tutti freschi maggiorenni, ergo
potenziali clienti del biliardo elettorale di giugno. O no, presidente?» [...]«Signori! Signori. La pregiata Amm.ne che mi onoro di presiedere ha nella tutela del dialogo .. bla bla”.
La prosa “acrobatica”
Il Profeta:
“Faceva talmente freddo che cadevano a
iosa baffi e basette, sicché disposi la distribuzione di ciotole per
raccogliere i mazzi di pelo”. ....
Il Profeta a Zia Mina: «A piacer suo, donna; discutere con lei è come fare a gara di calci all’indietro con un mulo ubriaco”. ...
Il Profeta a Zia Mina: «A piacer suo, donna; discutere con lei è come fare a gara di calci all’indietro con un mulo ubriaco”. ...
“Il Profeta
restò da Morfeo come un cavallo che ha un gran bisogna di sonno e soprattutto
di sogni, se vuole sognarsi vincente all’Arc de Triomphe”. ...
La
“PROSA”
Il dolore è come la solitudine: un gatto che ti abita in casa, rientri e lo trovi, ti veglia e lo sfami, ma non ti diventa mai amico. Nient’altro che questo ..[...]
Il dolore è come la solitudine: un gatto che ti abita in casa, rientri e lo trovi, ti veglia e lo sfami, ma non ti diventa mai amico. Nient’altro che questo ..[...]
“Sapete perché, ogni luna, ogni vita, ogni carezza è stupenda? Pensateci.
Perché si sa
che finisce”. [...]
(Il Profeta)..
divaricò le orecchie sottili. Cercò il
suono della vita ... il mormorio bianco d’un rivo gelato. Cercò il suono della vita che fugge, e gli ci volle anche
meno: il sibilo rauco d’un fischio sfiatato. Così cercò il suono del Tempo che va. Un’ebollizione confusa. ...
Era un’alba talmente fiera che persino il sole sarebbe
sembrato un intruso, non fosse stato il padrone di quel cielo drogato dal blu.
(Il Profeta era andato via per sempre e parla Zia
Mina, l’amica di sempre.)
E allora va’, meraviglioso buffone, coi tuoi magnifici amici, se d’ali sei fatto allora vola lontano. Per te sono un alito gli anni, per noi àncore e botte. Per te sono angeli i sogni, per noi solo calze bucate e strade di brace. Va’ verso tutti i tuoi prati, Profeta. Va’ in pace.
E allora va’, meraviglioso buffone, coi tuoi magnifici amici, se d’ali sei fatto allora vola lontano. Per te sono un alito gli anni, per noi àncore e botte. Per te sono angeli i sogni, per noi solo calze bucate e strade di brace. Va’ verso tutti i tuoi prati, Profeta. Va’ in pace.
Ragazzi
beh senza parole e “alziamo il boccale” !!
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