Breve storia dell’Autonomia Comunale dedicata ai ragazzi dai 9 ai 90 anni. (Con cenni alla nostra mini storia contemporanea)
By Leonardo Dino Del Giudice
La notizia.
In occasione del 23 anniversario della nostra
Autonomia Comunale, 1° Maggio 2016, proponiamo questa mini storia, dell'Autonomia stattese con alcuni cenni sulla storia stattese successiva alla conquista dell'Autonomia. (Il tutto, tratto dal primo sito internet di Statte di Leo DelG).
In questa pagina sono delineati i tratti essenziali di questa avventura che vide uniti e compatti tutti
gli stattesi; non mancano i nomi dei sindaci che si sono succeduti dall'Autonomia in poi né quelli dei tre Candidati alle prossime Amministrative.
I giovanissimi, ma anche
tutti i cittadini che in cinque minuti volessero ripercorre quella affascinante
avventura, troveranno in Appendice, i passi essenziali dell’avvenimento; chi non ha tempo, può leggere fino alle righe rosse e, se lo ritenesse opportuno leggere il resto quando gli aggrada.
Il "manifesto agli stattesi" del prof. Francesco De Sabato |
PICCOLA STORIA DELL’AUTONOMIA COMUNALE DI STATTE
1) Le origini e Francesco De Sabato
La conquista dell'Autonomia
è stato l'evento più importante della moderna storia di Statte.
Noi stattese l'avevamo nei
nostri cuori da anni, ma un uomo per prima seppe dare corpo, a questo ideale:
il prof. Francesco De Sabato.
Pur vivendo gran parte della
sua vita fuori di Statte, mantenne un amore e una nostalgia per la sua terra,
che non lo abbandonarono mai.
Nel 1970 pubblicò il famoso Manifesto degli stattesi e fondò la "Lega
degli Stattesi", un movimento che pose le basi ideologiche e politiche
per l'Autonomia di Statte.
2) I Primi “Movimenti dei Cittadini” per ottenere i “servizi
mancanti”!
Purtroppo la sua immatura
scomparsa interruppe questo progetto ma gettò le basi per i passi successivi.
Dapprima un gruppo di volenterosi cittadini diede vita ad un Comitato dei Cittadini che si poneva
come primo obiettivo la realizzazione della rete idrica e fognaria in Statte (perché eravamo ancora, e lo saremmo stati per lungo tempo: dipendenti dalla Carrizza.
Purtroppo, nemmeno questo traguardo minimo fu possibile raggiungere per il disinteresse della
classe politica tarantina.
3) Statte diviene parcheggio per tanta povera gente.
Il quadro sociale stattese
andò via via peggiorando con il trasferimento
a Statte di tanta povera gente tarantina sfrattata dalle storiche case
della città vecchia.
Furono “sistemati” in case costruite senza infrastrutture nell’attuale
Rione San Girolamo, e praticamente
abbandonati a sé stessi.
4) Indifferenza tarantina e “abusivismo”
Crebbe l’abusivismo perché l’Ufficio
Tecnico di Taranto non approvava praticamente alcun progetto, nemmeno di quelli
che ricadevano nel vecchio piano regolatore, facendo diventare tutti abusivi.
5) Il Comitato per l’Autonomia.
In questo quadro, nel 1986
prese vita il Comitato per l’Autonomia
che vide tutti gli stattesi compatti e, finalmente nel 1992 vi fu un referendum
plebiscitario che portò nel 1993 (1°
maggio) alla proclamazione di Statte Autonoma.
La notizia finisce qui. Chi
desidera approfondire la notizia può scorrere la
successiva Appendice.
APPENDICE: APPROFONDIMENTO.
1a) Dal “Comitato dei Cittadini al Comitato per l’Autonomia.
Qualche tempo dopo la morte del professor Francesco De Sabato, un primo gruppo di cittadini
costituì un "Comitato Cittadino" che cominciò a riunirsi nei locali parrocchiali per rivendicare,come si è detto, ,
se non ancora l'Autonomia, il diritto ad avere l'acqua e fogna nel paese,
servizi che tutti i comuni, anche i più isolati, già avevano.
Questo movimento, fece
crescere l'attenzione degli amministratori di Taranto ma
nient'altro: promesse, di stanziamenti,
visite di assessori e sindaco, ma risultati praticamente nulli.
2a) Abusivismo
Intanto il malcontento
cresceva: Taranto non aveva mai approvato da decenni il piano regolatore e lo
fece con molto ritardo e con molte lacune, assegnando a Statte il ruolo di dormitorio di Taranto con progetti che
prevedevano centinaia di appartamenti da assegnare agli sfrattati di Taranto
compresi quelli che provenivano dalle case pericolanti della città vecchia
senza che il paese, e quel rione in particolare, avessero servizi e strutture per sopportare questo impatto.
Nel frattempo i bisogni
dell'edilizia residenziale crescevano e non trovavano sfogo e spazio nel piano
regolatore suddetto che aveva praticamente ignorato questo aspetto; si innescò
così una deprecabile ma inevitabile, corsa all'abusivismo.
3a) Due case in costruzione e una abitata DEMOLITE.
Col dolore nel cuore vedemmo
buttare a terra anche una casa abitata, i cui possessori morirono di crepacuore
poco tempo dopo.
4a) Occupazione abusiva di case dormitorio nel Rione San
Girolamo.
Questo quadro peggiorò
ancora perché, a causa della mancata vigilanza sulle case dormitorio nel frattempo costruite ma ancora non assegnate e senza servizi, le
stesse furono occupate abusivamente, da cittadini tarantini poveri e
diseredati, con tutti i problemi sociali, economici, sanitari e di ordine
pubblico che è facile immaginare.
5a) La prima assemblea del Comitato per l’Autonomia
In questo quadro prese
concretezza nel 1986 l'azione di pochi encomiabili cittadini e, il 27 Novembre 1986 si tenne la prima Assemblea
Pubblica nel Cinema Ressa stracolmo come non mai.
“Statte Comune Autonomo: E' possibile !!":
Presero la parola in nome
del movimento, tra gli altri:
Giuseppe Mastromarino,
il dirigente scolastico allora presidente del Comitato, disse:
“La nostra comunità è un non popolo, in quanto
altri decidono per noi...siamo maturi per passare, dalla condizione di sudditi a
quella di cittadini liberi".
Orazio Marinò (che sarebbe poi diventato presidente del Comitato e successivamente il
1° Sindaco di Statte), chiarì che con l'Autonomia,
sarebbero migliorati tutti i servizi comunali.
La quasi totalità dei politici locali, in quell'occasione: PCI,
PSI, MSI, PRI e parte della DC si dichiararono pronti a sostenere il
comitato nella difficile azione per arrivare a fare di Statte un Comune Autonomo.
Il primo passo era stato
fatto.
6a) L’indifferenza di “Taranto”.
Per tutta risposta gli
amministratori di Taranto che, per la mancata soluzione dei problemi più
impellenti della nostra comunità, avevano presentato sempre l'alibi della
mancanza di fondi, denotando veramente scarsa sensibilità, in occasione di un Natale, arredarono il centro della "loro città" con moquette colorate, locomotive, pedane fioriere ecc. per una spesa di
centinaia di milioni. A dire che con quei fondi, sarebbe stato possibile realizzare fogna
e rete idrica nella metà di Statte.
7a) Autonomia: Una strada obbligata.
La conquista dell'Autonomia
era diventata una strada obbligata senza
ritorno.
Gli stattesi si dimostrarono
uniti e compatti come non mai nell'appoggiare il progetto autonomistico, a
cominciare da tutti i partiti locali (con
una sola parziale eccezione).
Le forze politiche del
comune di Taranto e quelle regionali sotto
la spinta della volontà popolare stattese compirono quegli atti
determinanti indispensabili per la realizzazione dell'Autonomia stessa.
Nel Febbraio del 1990 il consiglio comunale di Taranto si
espresse a favore dell'Autonomia di Statte.
8a) Il Referendum.
Il 29 Novembre 1990 durante
una manifestazione pubblica tenuta nel Cinema Ressa, i consiglieri regionali
dell'area Ionica: Gianni Mastrangelo
(MSI), Antonuccio Silvestri (DC) e Gaetano
Carrozzo (PCI), sottoscrissero la proposta di Legge Regionale per autorizzare il Referendum per l'Autonomia.
Tutti i partiti stattesi (con qualche piccola eccezione), compatti per la lotta per l'Autonomia stattese. |
L'iter successivo non fu
molto breve, ma il 7 e 8 Giugno 1992
finalmente si tenne a Statte il tanto sospirato Referendum che si concluse con un plebiscito: 92,5 di SI.
Successivamente, ci fu la
ratifica del risultato referendario da parte dell'assemblea regionale con la
conseguente proclamazione di Statte
Comune Autonomo, convenzionalmente avvenuta il 1° Maggio 1993 e che di conseguenza è diventata anche la festa per
l'anniversario della nostra Autonomia.
9a) I confini scippati.
A Statte furono anche assegnati, sempre per Legge Regionale, i confini territoriali, desunti da quelli storici politici e legali ricavati da centinaia di documenti e mappe, catastali, notarili e militari.
Tali confini (poi scippati), si estendevano a sud, fino alle prime case dei
tamburi, inglobando tutta l’area dell’ex Belleli e parte del tubificio; dalla
parte sud-est inglobavano l’Ippodromo e dal lato sud-ovest si estendevano fino a lambire Lido
azzurro.
Purtroppo quest'ultimo atto
cozzò contro gli interessi di Taranto e dei suoi politici. Fu quindi presentato alla
regione un disegno di legge che ridisegnava i confini di Statte, non nei termini dei precedenti, bensì
corrispondenti, incongruamente, alla circoscrizione di Statte, cioè ad un
confine ben più ristretto disegnato solo qualche anno prima dai politici di
Taranto e senza il consenso degli stattesi.
Inutile dire che la suddetta
legge regionale fu approvata all'unanimità (con due sole astensioni): Statte
era stata defraudata dei suoi confini legali e naturali.
10a) Le prime Elezioni Amministrative di Statte.
Finalmente, il 21 Novembre
1993 si svolsero le prime elezioni amministrative del nostro comune e, al
ballottaggio del 5 Dicembre si trovarono di fronte due candidati che avevano
ben meritato nella lotta per la conquista dell'Autonomia:
Il Prof. Peppino Mastromarino,
che era stato presidente del Comitato per l'Autonomia
di Statte nel primo periodo della sua costituzione e che capeggiava lo
schieramento "Statte 93":
persona schietta e onesta.
Orazio Marinò, che era subentrato a Mastromarino come presidente del Comitato Autonomia e che capeggiava la lista "Comitato Autonomia Statte". Marinò si era dimostrato uomo chiave nella conquista
dell'Autonomia; notevoli le sue qualità diplomatiche, in grado di mediare tra
le diverse forze politiche regionali e provinciali ed in grado di raccogliere
quei consensi all'esterno di Statte che poi si dimostrarono determinanti.
La spuntò Orazio Marinò e
così Statte aveva il 1° sindaco della sua storia.
11a) I primi difficili tempi e i rapporti conflittuali col sindaco di Taranto
I primi tempi per il giovane
comune non furono facili: pochi impiegati presi in "prestito" da Taranto e che il sindaco di Taranto concedeva quando lo riteneva opportuno;
nessuna disponibilità finanziaria;
uffici comunali tutti da organizzare
ecc.
I trasferimenti finanziari riservati per legge a Statte ma che, burocraticamente
ancora arrivavano a Taranto, erano trattenuti inopinatamente dal sindaco
del Comune Capoluogo e sbloccati (ma in forma ridotta), soltanto dopo vari giudizi in tribunale.
Insomma, l’allora sindaco di
Taranto (tutti avranno intuito chi
fosse), si comportò col sindaco di Statte e con gli stattesi con protervia e
tracotanza ingiustificate.
Dobbiamo ora dirlo: Marinò
che era un impiegato di concetto dell’Ufficio Igiene di Taranto, fu trasferito ad un ufficio posto all'ingresso del cimitero di Talsano.
Comunque, il neonato Comune sia pure con grande
difficoltà fece i primi passi.
12a) I sindaci successivi.
A centro, Orazio Marinò, il primo sindaco di Statte; a sinistra il 2° sindaco, il compianto Angelo Gigante a destra Pino Mastromarino 3° sindaco. |
Il quarto sindaco, Angelo Miccoli; il 5 giugno scadrà il suo secondo mandato. |
L’Amministrazione guidata dal 1° sindaco di Statte Marinò, ebbe vita breve a causa di dissidi interni che gli fecero mancare la fiducia.
Seguì
un periodo di commissariamento; alle
successive elezioni del 1996 fu eletto il 2° sindaco, Angelo Gigante che fu anche riconfermato alle amministrative del 16 aprile 2000. Tuttavia, Angelo Gigante venne prematuramente a mancare il 26 Agosto pochi mesi dopo la sua seconda elezione, a causa di una grave malattia.
Alle elezioni che seguirono (Maggio 2002) fu eletto sindaco il Dott. Pino Mastromarino.
Lo stesso, si dimise nel Febbraio 2005, oltre un anno
prima della scadenza naturale del suo mandato, per presentare la sua
candidatura alle elezioni regionali.
Nel lungo periodo di
commissariamento che ne seguì (oltre 15
mesi), l'amministrazione fu retta dal commissario del governo dott. Paglialonga. Le successive elezioni furono tenute il 28
Maggio 2006 e risultò eletto Angelo
Miccoli che fu riconfermato nelle successive elezioni del 2011.
Ora (maggio 2016), siamo alle soglie delle elezioni Amministrative e, ovviamente Miccoli dopo due mandati, non è più candidabile a sindaco. Tre oneste e valide persone si sono proposte alla Candidatura di 1° Cittadino di Statte: Franco Andrioli, Luciano De Gregorio e Fabio Spada. (ordine alfabetico).
Franco Andrioli (Lista Uniti per Statte) |
Luciano De Gregorio (Lista Statte 2 punto zero) |
Fabio Spada (Lista Insieme Cambiamo Statte) |
Siamo sicuri che chiunque dei
tre la spunterà, saprà ben operare nell'interesse di Statte e degli stattesi.
PS. IL sindaco che gli stattesi hanno scelto nelle Elezioni Amministrative de 5 Giugno è Franco Andrioli che ha distaccato di pochi voti gli altri due "contendenti" (di 71 voti rispetto Luciano De Gregorio e 210 voti Fabio Spada; mentre Andrea Lato ha ottenuto 318 voti di lista, risultato sempre onorevole)
PS. IL sindaco che gli stattesi hanno scelto nelle Elezioni Amministrative de 5 Giugno è Franco Andrioli che ha distaccato di pochi voti gli altri due "contendenti" (di 71 voti rispetto Luciano De Gregorio e 210 voti Fabio Spada; mentre Andrea Lato ha ottenuto 318 voti di lista, risultato sempre onorevole)
Franco Andrioli, eletto Sindaco di Statte nelle Elezioni Amministrative del 5 Giugno 2016. |
CONCLUSIONE:
Dopo oltre ventitré anni di
autonomia non tutto è perfetto.
Alcuni rioni risentono pesantemente della vicinanza dell'Iva e delle discariche.
Alcune decisioni d'imperio provenienti dalla Regione, hanno imposto, conferimenti di rifiuti provenienti da ogni dove, senza che le autorità comunali potessero "mettere lingua", dal momento che ricorsi di Statte avversi a questi provvedimenti, sono stati sempre regolarmente rigettati da TAR, Consiglio di Stato etc. e speriamo di venirne a capo in qualche modo.
Siamo passati anche attraverso un terribile tornado che fa sentire ancora i suoi effetti economici e sociali.
Malgrado questi pesanti problemi, tutte le nostre amministrazioni che si sono
succedute hanno contribuito a fare di Statte un "paese".
Gli stattesi
che per "uscire" andavano in altre cittadine limitrofe o non uscivano
affatto, ora partecipano con entusiasmo alle decine di manifestazioni,
organizzate da tante associazioni di entusiastici giovani.
E questo è già
tanto. Acquedotto e fognatura, 23 anni fa inesistenti si estendono per la quasi totalità del paese e sopratutto, ora siamo ormai arbitri del nostro futuro.
AUGURI A
STATTE E AGLI STATTESI !!
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