Gino Del Giudice, premiato a Crispiano per la satira:
un prestigioso premio “fuori casa”.
un prestigioso premio “fuori casa”.
La notizia
Il nostro concittadino Gino Del Giudice ha ricevuto
a Crispiano, dall’Associazione
Agorà, il premio alla satira , nell’ambito
della cerimonia per l’assegnazione dei premi annuali che la stessa
associazione riserva ai propri
concittadini residenti in altre città e che si sono distiniti nel campo della
cultura, delle scienze, dell’imprenditoria.
In questo modo, Crispiano intende gratificare pubblicamente i conterranei che hanno contribuito al prestigio di Crispiano e dei crispianesi.
Insomma, una sorta di quello che era in tempi passati Il premio Statte (sospeso da qualche anno).
Perché il premio alla satira ad uno
stattese.
La sera del 13 luglio,
una data che se non fosse stata organizzata in modo esemplare, poteva
trasformarsi in un “Flop”, vista la
concomitante “Finale mondiale”. Ci si
è invece ritrovati, nella “Piazza Madonna
della Neve” animata e gremitissima, a dimostrazione della stima che questa associazione, gode tra i cittadini
crispianesi.
Il premio ad uno stattese per la satira, è stato una sorpresa per lo stesso Gino, ma è stato giustificato “Per il contributo alla promozione del dialetto e della satira locali” , quindi in un ambito extraterritoriale, ed è stato consegnato dal presidente dell’associazione Agorà e dal maestro Michel Vinci un cittadino crispianese impegnato come Gino nella valorizzazione delle tradizioni locali della satira e del dialetto.
La chiesa della Madonna della Neve. La cerimonia si è svolta nel piazzale antistante (foto Web) |
La notizia termina qui, ma chi ha la “pazienza di continuare”, conoscerà qualcosa di più di questa
cerimonia, dei premi “Nella Valigia dei Talenti”, compreso un cenno all’intevento
di Gino (con un aneddoto quasi vero) e
a quello di Michele Vinci (il suo omologo crispianese).
Approfondimento
L’associazione
Agorà
Questo premio annuale, denominato ‘Nella valigia dei talenti", organizzato dalla suddetta Associazione
Agorà di Crispiano, coadiuvata dall’Assessorato
alla Cultura, intende valorizzare i
talenti che hanno “fatto fortuna"
altrove, ricordando le radici della propria terra.
Aggiungiamo, quale
eccelente referenza nei riguardi di
Statte di questa Associazione, l’aver organizzato col Lions Club di Crispiano dopo il nostro
doloroso “evento tornado”, una serata a Crispiano, con l’intento di venire incontro concretamente ad un
progetto che mirasse a ridare a Statte “L’orologio
della Piazza volato via in quella drammatica circostanza”.
In quella serata,
si riuscì a raccogliere la somma di circa 600
€, quindi ancora ben lontana da quella necessaria.
Ma i membri di questa Associazione,
sempre insieme ai Lions dimostrando
di avere a cuore le vicende del paese
amico, continuarono nel loro impegno e, dopo qualche tempo raggiunsero il traguardo prefissato, presenziando anche all’inaugurazione
del nuovo Orologio.
Un altro momento della premiazione (foto VoltaLaCarta) |
I premiati di “Nella Valigia dei talenti”.
I premi della valigia dei talenti, sono stati assegnati
a Giovanni
Mappa, ingegnere ricercatore indipendente, ed il musicista Alessandro
Sgobbio, vincitore del Primo
Premio all’Umbria Jazz Festival 2013. Da rilevare che a consegnare questi
premi è stato un omonimo ingegnere Michele
Vinci, premiato in altra edizione e che ha avuto un clamoroso successo
imprenditoriale nella costruzione di apparecchiature biomediche (compreso TAC, RMN ed altro) e nella
costruzione di macchine robotiche a
totale automazione per rinomate ditte automobilistiche come la Mercedes. Un accenno a questi ultimi
premi era doveroso verso questa Associazione,
ma dimostra anche in quale ambito, era collocato la consegna del premio alla satira ricevuto dal nostro concittadino.
Michele Vinci di Agorà durante l'inaugurazione dell'Orologio della Piazza a Statte, dono degli amici di Crispiano |
Il maestro Michele Vinci dell’Associazione Agorà
Il maestro Michele Vinci, in questa manifestazione, ha dato la dimostrazione di essere anche lui, un “grande della satira”, raccontando aneddoti (quasi veri, ma spesso verissimi), che hanno fatto sbellicare dalle risa tutta la platea ed aventi come tema “i parenti che di estate si insediano a casa tua, diventando di fatto padroni”.
Il maestro Michele Vinci, in questa manifestazione, ha dato la dimostrazione di essere anche lui, un “grande della satira”, raccontando aneddoti (quasi veri, ma spesso verissimi), che hanno fatto sbellicare dalle risa tutta la platea ed aventi come tema “i parenti che di estate si insediano a casa tua, diventando di fatto padroni”.
Molto interessante il documentario
curato dallo stesso Vinci, con le
interviste ad anziane cittadine crispianesi che avevano praticato (ed alcune praticano ancora) antichi riti, tesi a
levare “l’affascino e i vermi”. Vinci, ovviamente, stigmatizzava
il fatto che in passato tanta gente avesse creduto, nell’efficacia di questi riti
e soprattutto nel fatto che ne fosse stata vittima.
Devo deludere il simpatico Vinci: Io e mia moglie a fine spettacolo, abbiamo parlato tanto con diverse guaritrici sia, con tante beneficiate di mezza età, ebbene, specie tra queste ultime, non ne abbiamo trovata nessuna che non credesse ancora fermamente in questi riti. I nostri legittimi dubbi, permangono anche nella prova dell’olio della simpatica e coinvolgente guaritrice Ninetta.
L’intervento di Gino
Gino, nel salutare i
cittadini crispianesi ed aveli
ringraziati per il premio inatteso, ha ricordato le lontane origini crispianesi
della sua famiglia, e le numerose amicizie che lo legano a tanti crispianesi: “Quando vengo a Crispiano, non riesco a fare
10 metri, senza incontrare un amico”.
Poi,come era prevedibile e per rimanere nel tema del premio a lui assegnato ha letto un gustoso riassunto di un aneddoto (quasi vero), contenuto nel “Vocabolario stattese” dello stesso Gino Del Giudice, con due personaggi stattesi (Peppino Mastromarino e Luigi il falegname) e personaggi di San Simone (chi volesse crederci è padrone di farlo).
Poi,come era prevedibile e per rimanere nel tema del premio a lui assegnato ha letto un gustoso riassunto di un aneddoto (quasi vero), contenuto nel “Vocabolario stattese” dello stesso Gino Del Giudice, con due personaggi stattesi (Peppino Mastromarino e Luigi il falegname) e personaggi di San Simone (chi volesse crederci è padrone di farlo).
Proprio per gli stoici
che volessero leggerlo, abbiamo proposto tanto il riassunto dell’originale e
tanto il riassunto della traduzione. Vi
avverto, se vi avventurate a leggerlo, lo fate sotto la vostra piena
responsabilità: non mi accusate poi di essere stato troppo lungo. Quindi lo propongo come Appendice
Appendice
PEPPINO
MASTROMARINO (alias il direttore): riassunto tradotto in lingua
Peppino
Mastromarino,
(non l’ex sindaco ma l’ex direttore della
scuola elementare di Crispiano), un giorno andò alla scuola di San Simone, una frazione di Crispiano (l’ispezione era prevista una volta al
mese), entrò in “un’aula”, di quinta, dove i ragazzi stavano facendo
un sacco di baccano; appena lo videro, ognuno andò al suo posto, tutti in
silenzio. “Buon giorno bambini” disse Peppino, “buon giorno signor direttore”, risposero i bambini.
Il
maestro non c’era (si seppe dopo che era
andato a comprarsi le sigarette da Luigi il falegname, stattese sposato con una
del luogo). Peppino pensò: “certo che un bel rimprovero se lo merita
questo maestro per aver lasciato i ragazzi soli. Questo è inconcepibile !!
Intanto, nell’attesa del maestro, Peppino voleva sincerarsi come
procedeva il loro apprendimento della Storia: Chiamò un ragazzo, che dai
registri risultava il più bravo e volle fargli una domanda sulla
rivoluzione francese e gli chiese: “Mi sai dire, chi ha preso la
Bastiglia?”. Il bambino tutto impaurito rispose: “Signor direttore, io
non sono stato, non ne so proprio niente”.
Peppino,
molto contrariato, stava per perdere il controllo,
ma, in quel momento entrò il maestro e gli riferì della risposta del bambino al
che il maestro: ““Signor direttore, le posso assicurare che questo ragazzo
non è abituato a dire bugie, e meno che mai a rubare, se ha detto che non l'ha
presa lui la Bastiglia deve essere così”.
Peppino non si arrabbiava mai ma in quel momento era furibondo, uscendo, incontrò
un altro maestro che fungeva da vice direttore ed era, amico e paesano del primo e gli raccontò l’accaduto e
si sentì rispondere: Direttore, Peppino, dimmi un poco, quando c..zo costa
questa Bastiglia, che è sparita, così la vado a comprare nuova e ..amici come
prima ...
PEPPINO MASTROMARINO (ALIAS 'u deréttore) riassunto in vernacolo stattese
N'u gijùorne Peppine Mastromarìne (‘u direttore) cà fascéve diriggende alla scòle de Crespiène, scì a Sànde Sìmene pe fè l’ispezziòne; trasì ìjnde 'a ‘na spésce de 'mbràcchije ca fungéve da scóle, nònge stève 'u maéstre (s'ére scì cattète le segarétte da méste Luiggije 'u falegnème ca a Sande Simene. Peppìne discì tra ìjdde e ìjdde: “‘nu bbèlle rembròvere l'àgghija à fé a st'ù càgne de crestijène cà làsse le peccìnne sùle.
Intànde pe vète cóme scijàvene le peccìnne a la stòrije, ne chiamì ijùne e le cerchì: “chi ha preso la Bastiglia? 'U uagnunìjedde tùtte 'mbaurìte respunnì: “derettò nònge àgghije stéte ìje no ne sàcce nìjende”; pròprije tànne st'é traséve 'u maéstre ca sendì sìje 'a domànde de Peppìne c'a respòste d'u uagnóne, e quèse pegghijànne le pàrte d'u creijatùre, discì: “Signor direttore, le posso assicurare che questo ragazzo non è abituato a dire bugie, e meno che mai a rubare, se ha detto che non l'ha presa lui la Bastiglia deve essere così”. Peppine Mastromarìne n'ògne cuntrarijète pe no dìsce arrabbijète, nò discì nìjende.
Assì
d'a scóle e scì a n'òta vànne addò stève 'u
maéstre ca fascéve 'u vìsce deréttóre, le discì
cóme ére scijùte 'u fàtte. St'ù vìsce derèttóre tremendénne Péppine fìsse discì: “derettò, Peppì, dìmme 'nu pìcche quànde
càgne còste st'a Bastiglìje ca à sparìte, accussì à vóche
accàtte nóve e non se ne pàrle
cchijù, va bbé.”
A Peppìne le venì da chijànge. 'U gijùorne dòppe, telefunì a méste Luìggije (‘u teléfene pùbbleche de di Sante Simene) descénne: “Mést Luì, dì a le maìjestre c'a Bastiglìje s'àcchijète e fenìmale qué”.
A Peppìne le venì da chijànge. 'U gijùorne dòppe, telefunì a méste Luìggije (‘u teléfene pùbbleche de di Sante Simene) descénne: “Mést Luì, dì a le maìjestre c'a Bastiglìje s'àcchijète e fenìmale qué”.
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