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lunedì 11 dicembre 2017

DOSSIER-FOTO. JUAN MARTIN GUEVARA In Biblioteca il 2 dicembre ha presentato il libro il CHE mio fratello.

DOSSIER-DOCUMENTO: In Biblioteca il 2 dicembre Juan Martin Guevara ha presentato il libro il CHE mio fratello.



L'incontro col Juan Martin Guevara è stato entusiasmante oltre ogni previsione, perché si è rivelato un uomo straordinario, con un passato, di grande combattente per i diritti dei più deboli. Degno fratello del CHE!! 

La pagina è divisa tra una parte "essenziale" ed una APPENDICE contenente, tra l'altro  anche una sintesi di ciò che HA DETTO lo stesso Juan Martin, "stuzzicato" da domande sia della moderatrice che di alcuni dei cittadini presenti. Ognuno può scegliere di "scorrere" la parte che interessa. 
Le foto di questa pagina sono state scattate da Giovanna Soldatini, da chi scrive; alcune, sono anche vostre ma vi sono molte "foto classiche del CHE "rivoluzionario".


La serata ci ha restituito un Che Guevara  “più umano” ma la sua figura ne sembra “uscita” ancora più MITICA. (Scusate "l'ossimoro" e la parolaccia).

Per facilitare la scelta delle parti della pagina che si intende “visitare"  abbiamo suddiviso la pagina stessa in parti. Ognuno “se crede” può consultare quella di suo interesse.

PARTE PRIMA: 1) JUAN MARTIN GUEVARA.
PARTE SECONDA 2) ERNESTO CHE GUEVARA.

PARTE TERZA: FOTO DI JUAN MARTIN E DEGLI ALTRI CO-PROTAGONISTI DURANTE LAPRESENTAZIONE DEL LIBRO
 E, in appendice:
PARTE QUARTA: UNA SINTESI DI QUELLO CHE HA DETTO JUAN MARTIN GUEVARA (Una sintesi , sia pure molto ridotta delle sue risposte alle domande  della moderatrice De Vita e del pubblico.   (Preciso che per evidenti ragioni di brevità ed equità, pur riportando le “risposte” non ho indicato  le relative “domande”).
PARTE QUINTA FOTO: IL  PUBBLICO
PARTE SESTA: I CO-PROTAGONISTI DELLA SERATA .
PARTE SETTIMA: LE FOTO DEL "CHE" CHE TUTTI CONOSCIAMO




1) JUAN MARTIN GUEVARA RACCONTATO DA JUAN MARTIN
Il sol fatto di trascorrere  una serata in compagnia del fratello di un EROE ASSOLUTO del nostro tempo era di per sé una attrattiva di grande interesse, tuttavia, nel corso della serata il signor Juan Martin si è dimostrato, una persona straordinaria per molti versi
:  straordinaria per l'acume, per l’intelligenza, per l’ironia, per la sua gentilezza e, soprattutto, per lo straordinario  suo  “vissuto”, non come semplice "ombra"  del suo compianto e rinomato fratello  ma  per essere stato un elemento di grande spicco della lotta per i diritti dei lavoratori argentini e, come grande attivista del “partito rivoluzionario dei lavoratori”.Tutto questo gli costò 8 anni di carcere nel periodo delle dittature militari in Argentina e dunque ...



SERATA UNICA E INDIMENTICABILE nella storia della Biblioteca Civica di Statte.
Questo fratello più piccolo “che il CHE amava”, si è rivelato dunque, un eroe autonomo ed un  grande lottatore e mentre  il suo rinomato fratello Ernesto “el CHE”  aveva avuto il coraggio e la temerarietà di considerare il riscatto degli oppressi  indipendentemente dalla loro nazionalità agendo di conseguenza,  il non meno ammirevole fratello minore, aveva lottato in Patria per gli stessi diritti patendo soprusi e lunghi anni di prigione per gli stessi ideali. 

In aggiunta a  tutte queste doti di Juan Martin, ve ne sono altre ammirevoli, tra cui, la modestia e la sua bonarietà,   sempre col  sorriso accattivante e amichevole e mai atteggiandosi a “vittima” anche se avrebbe avuto tutte le ragioni per farlo.

Sempre per modestia, Juan Martin nel descrivere la vita di suo fratello Ernesto, ha mantenuto un basso profilo, forse col timore di sembrare troppo “celebrativo ed eccessivo”  nel raccontarne le gesta.

2) ERNESTO CHE GUEVARA RACCONTATO DA JUAN MARTIN 
Vi sono pareri di tantissimi ammiratori del "CHE" secondo cui, con questo libro Juan Martin ha inteso un po' demitizzare la figura di suo fratello rendendolo più "umano". Mi permetto di esprimere sommessamente il mio parere: Il bellissimo libro ha reso "el Che" molto "più vicino a noi"  e quindi più umanociò non toglie che, sempre a mio modesto avviso  "Che Guevara è e rimane un mito assoluto per tutti noi" (sia chiaro: nell'accezione non trascendentale e scusate ancora una volta la parolaccia). 


Esporrò solo una delle ragioni di questa mia convinzione. 
Ebbene, sorpasso sul fatto che “l’idealista Ernesto” aderisse entusiasticamente ad una rivoluzione  che NON interessava il suo paese ma la “povera gente”  di un luogo lontano dalla sua Patria, aderendo  ad un progetto (quello di Fidel, che però era cubano) che, almeno inizialmente,  non prometteva alcuna possibilità di successo;   sorpasso  anche, sulle sue doti di grande e coraggioso comandante con i quali, unito al grande carisma, otteneva dalle truppe risultati impensabili con forze decine di volte inferiori a quelle governative; sorpasso anche  sul fatto  che fosse il primo Comandante ad essere autorizzato a  dare l’assalto decisivo verso l’Avana ed infine, sorpasso sul fatto che i suoi obiettivi successivi alla rivoluzione cubana, siano stati sempre, il riscatto dei popoli e della gente oppressa OVUNQUE NEL MONDO.

Ed allora, a mio avviso, più dei motivi esposti ve n'è ancora uno che più di altri, ha contribuito a renderlo "mitico".
Fin dall'inizio della sua azione a favore della liberazione di Cuba , "El Che"  si  preoccupò di inculcare nei sui guerriglieri le ragioni sociali, politiche ed etiche di quella rivoluzione e, lo fece nell'unico modo possibile: alfabetizzando i suoi  guerriglieri: poveri, contadini ed analfabeti,  acculturandoli e motivandoli.

Come si è detto non l'ha fatto in una fase positiva della rivoluzione ma già all'inizio della lotta armata quando  istituì una scuola itinerante attraverso la quale tutti i suoi guerriglieri (nel frattempo cresciuti di numero), furono resi edotti  delle ragioni profonde della rivoluzione, dando UN’ANIMA  alle loro motivazioni di lotta.


 In definitiva “el Che”,  aveva  trasformato dei miseri ed oppressi contadini in protagonisti CONSAPEVOLI  di un progetto politico-rivoluzionario. Questa consapevolezza  si rivelò  decisiva quando gli stessi guerriglieri si trovarono ad affrontare soldati  governativi molto più numerosi.

LA PARTE ESSENZIALE DELLA PAGINA TERMINA QUI, chi desidera altri particolari (ad esempio le “risposte” di Juan Martin alla moderatrice o alle domande dei cittadini è invitato a scorrere la seguente APPENDICE.

APPENDICE

PARTE TERZA FOTO: IL  PROTAGONISTA JUAN MARTIN E I CO-PROTAGONISTI


Il direttore della Biblioteca,  Mario Pennuzzi, Juan Martin Guevara e la straordinaria interprete madre lingua  Gabriela Pace. Foto Leonardo Dino Del Giudice.

A destra, la nostra concittadina Cristina De Vita che oltre a fare da moderatrice della serata,  ha posto domande pertinenti ed interessanti a Juan Martin contribuendo a far conoscere i "lati meno conosciuti" di casa Guevara e dì Ernesto il Che. Foto Leonardo Dino Del Giudice.

Foto Leonardo Dino Del Giudice.


Foto Leonardo Dino Del Giudice.

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Foto Leonardo Dino Del Giudice.

Il sindaco, ha dato il benvenuto all'illustre ospite, portando il saluto della cittadinanza, orgogliosa di questo straordinario avvenimento. Foto Leonardo Dino Del Giudice.


Foto Leonardo Dino Del Giudice.

A sinistra la poetessa Silvana Pasanisi. Le sue declamazioni di alcune pagine del libro sono state assolutamente straordinarie. Foto Leonardo Dino Del Giudice.

L'assessore Debora Artuso commossa fino alle lacrime. Foto Leonardo Dino Del Giudice.



Foto Leonardo Dino Del Giudice.

Foto Leonardo Dino Del Giudice.


Foto Giovanna Soldatini

Foto Giovanna Soldatini

Mario Pennuzzi, ha ringraziato l'illustre ospite per l'onore che ha fatto alla Biblioteca Civica Mastromarino e alla cittadinanza intera,; in una  lucida analisi del periodo storico politico della Rivoluzione Cubana, si è meravigliato come, in  un contesto  antidemocratico dell'intera America Latina di quel periodo, sia stato possibile affrontare in modo vittorioso la stessa Rivoluzione Cubana. Foto Giovanna Soldatini. 

Foto Giovanna Soldatini. 


PARTE QUARTA: UNA SINTESI DI QUELLO CHE HA DETTO JUAN MARTIN GUEVARA

IO JUAN MARTIN
"Sono l’unico figlio a non essere laureato quindi, il più capoccione della famiglia;  quando, 
nell'ultimo anno di scuola superiore fui rimandato in matematica e fisica  presi il “libretto” e dissi a mia madre:“tieni, ho finito” a dire che gli altri miei fratelli sono tutti laureati. 



“Mi chiedi se sono comunista? Ebbene, se mi chiedi se sono comunista come Xi Jinping della Cina, io ti dico che comunista non sono; se mi chiedi se sono socialista come il francese Macron allora ti dico che socialista non sono, se invece mi chiedi se sono Marxista  Leninista allora ti dico che sì, lo sono. (Ancora una volta ironico ed arguto).

JUAN MARTIN E IL SUO PENSIERO SULLE RIVOLUZIONI
"Mi si chiede se fosse proprio indispensabile arrivare ad una “rivoluzione”,  per ridare al popolo i suoi diritti e le sue prerogative, ebbene  io rispondo così: i detentori del potere non hanno mai ceduto i loro privilegi in modo pacifico dicendo “tieni ora decidi tu” ma lo hanno ceduto soltanto quando sono stati costretti attraverso lotte rivoluzionarie; quindi, non è stato mai un passaggio di potere indolore e, la rivoluzione francese o bolscevica ne sono un esempio.   [Ovviamente questo pensiero di Juan Martin non è condivisibile né auspicabile in questa attuale fase storica].

Mario Pennuzzi (direttore della Biblioteca)   analizzando acutamente  il contesto storico  in cui si muoveva Che Guevara chiedeva a Juan Martin, se anche lui ritenesse che la rivoluzione cubana in quel contesto potesse  considerarsi come votata sicuramente all'insuccessoJuan Martin  ha risposto con poche parole: Ernesto di fronte alle ingiustizie dilaganti e e alle oppressioni aveva solo due strade o accettarle o combatterle e decise di combatterle.


JUAN MARTIN LOTTA E "DESAPARESIDOS"  
"Noi tutti avevamo messo in conto di morire o di patire il carcere anche per anni ma nessuno noi poteva immaginare quello che poi è accaduto per tanti di noi: tritolati da questa macchina di morte e poi “ingoiati nel nulla e scomparire” col fenomeno anche argentino dei  “desaparesidos”
Tuttavia, non ci siamo mai sentiti delle vittime e malgrado le grande incognite che incombevano su di noi, abbiamo pensate sempre ad organizzarci e comunicare anche stando in carcere.

JUAN MARTIN: QUANDO HO DECISO DI PARLARE
Quando e perché ho deciso di cominciare a “parlare”? Quando tre compagni di lotta ognuno originario di luoghi  simbolo delle prime lotte di Ernesto contro le ingiustizie mi hanno quasi imposto di farlo, sia per la sua memoria ma anche per le cause per cui aveva lottato. 

Dapprima non ero convinto delle proposte di questi compagni ma poi mi sono reso conto che vi era molta ignoranza e molta distorsione dei fatti e della stessa persona di Ernesto, allora ho capito che dovevo parlare,  per restituire la verità su questi fatti ed anche per giustizia verso mio fratello; ecco  ed ecco la ragione di questo libro.

JUAN MARTIN: RICORDI DI MIO FRATELLO:
“Avevo 15 anni  meno di lui, inizio ad avere suoi  ricordi quando Ernesto aveva 20 anni. Non era il tipo di fratello maggiore che comanda, o che rimpiazzi  la figura del padre,  al contrario, era un eterno compagno di giochi e scherzava con tutti. 


Quando era a casa mi coccolava e mi prendeva in braccio come se fossi suo figlio; aveva un debole per me e mi mandava lettere da tutti i suoi viaggi; quando nelle situazioni difficili non poteva scrivermi di persona, chiedeva mie notizie.


Ernesto, prima ancora di essere il CHE, e cioè, prima ancora che conoscesse Fidel Castro e contribuisse alla lotta rivoluzionaria cubana,  era un militante autorevole dei movimenti studenteschi. 

Ernesto era un fanatico della verità e dell’onesta qualunque ne fosse il prezzo ed era molto severo e critico anche con sé stesso  e 
 "diceva quello che pensava e faceva ciò che diceva, in un mondo in cui i politici non hanno questa qualità” (meditiamo, noi italiani su quest'ultima affermazione)


Ad una donna che chiamandosi anche lei “Guevara” gli chiedeva se per caso fossero parenti rispose:Se sei capace di farti scuotere dall’indignazione ogni volta che avviene un’ingiustizia nel mondo, allora io e te siamo compagni”.

LA MIA FAMIGLIA
Mia madre era una donna estremamente disciplinata mentre mio padre era un artista, spesso stravagante ed insofferente delle regole ne consegue che a casa mia né militari e né preti potevano varcarne la soglia.
Mia madre non era una “militante teorica” ma era parte attiva dei movimenti argentini, tanto che fondò anche un partito; ovviamente si parla sempre di partiti votati alla clandestinità se si pensa che in quel periodo l’argentina fu “governata” da ben 17 dittature e mia madre, conobbe anche il carcere.

PARTE QUINTA FOTO: IL PUBBLICO 


Foto Michele Pastore

Foto Martino Marzella

Foto Giovanna Soldatini


Foto Giovanna Soldatini

Foto Giovanna Soldatini

Foto Giovanna Soldatini

Foto Giovanna Soldatini

Foto Giovanna Soldatini

Foto Giovanna Soldatini

Foto Giovanna Soldatini

Foto Giovanna Soldatini

Foto Leonardo Dino Del Giudice

Foto Leonardo Dino Del Giudice

Foto Giovanna Soldatini

Foto Giovanna Soldatini

Foto Leonardo Dino Del Giudice


Lucia Pulpo; giornalista, scrittrice e sensibile poetessa. Seguo sempre i suoi affascinanti scritti, mai banali, mai scontati. Foto Leonardo Dino Del Giudice

Foto Leonardo Dino Del Giudice. 

Foto Leonardo Dino Del Giudice

Foto Leonardo Dino Del Giudice

Foto Leonardo Dino Del Giudice. 

Foto Leonardo Dino Del Giudice

Foto Leonardo Dino Del Giudice

Foto Leonardo Dino Del Giudice

Foto Leonardo Dino Del Giudice

Foto postata da Lucia Pulpo

Foto Leonardo Dino Del Giudice

Foto Leonardo Dino Del Giudice

Foto Leonardo Dino Del Giudice

Foto Leonardo Dino Del Giudice

Foto Leonardo Dino Del Giudice

Foto Leonardo Dino Del Giudice


Foto Leonardo Dino Del Giudice

Foto Leonardo Dino Del Giudice


Foto Leonardo Dino Del Giudice


Foto Leonardo Dino Del Giudice

PARTE SESTA:  I CO-PROTAGONISTI.

Cristina De Vita. Un posto particolare spetta alla moderatrice della serata Cristina De Vita che, oltre ad aver avuto il merito di “portare” Juan Martin Guevara a Statte ha reso la presentazione del libro molto accattivante ponendo le  domande all'autore che avremmo voluto porre noi tutti.

Gabriela Pace. Doveva essere una semplice “traduttrice-interprete” del “pensiero” di Juan Martin ma è stato molto di più con delle sottolineature alle interessanti riflessioni di Juan Martin e precisando circostanze, dettagli e molto ancora che soltanto una  "colta argentina” come lei poteva fare.

Silvana Pasanisi poetessa ed affermata professionista nella consulenza aziendale. Ha declamato in maniera coinvolgente alcune “lettere” e passi del libro. Che dire? Straordinaria.


Mario Pennuzzi. Da par suo ha analizzato il periodo storico contestuale alla rivoluzione cubana con “riflessioni” puntuali e con dettagli non conosciuti da tutti (me compreso). Un vero riferimento culturale e storico


Franco Andrioli. Il sindaco  oltre a dare il benvenuto al gradito ospite ha portato il saluto di tutta la cittadinanza ringraziandolo per aver dato l’opportunità ai nostri cittadini di poter conoscere meglio, per suo tramite,  la figura di un grande eroe moderno come “el CHE”. 


Agnese Giandomenico.
Vera regista e coordinatrice di ogni evento in biblioteca; questa sera, ha superato sé stessa.


Debora Artuso Assessore alla Cultura che ha “voluto” con tenacia questa presentazione. Che dire? La “la sua commozione” nel  salutare lo straordinario Juan Martin ha intenerito noi tutti.


PARTE SETTIMA:  LE FOTO CHE TUTTI CONOSCIAMO DI ERNESTO "EL CHE", 











CONCLUSIONI
Concludiamo questa pagina ringraziando Juan Martin per averci dato l’opportunità di “conoscere da vicino El CHE” il nostro MITO ASSOLUTO di sempre e lo ringraziamo per la "bella persona" che lui è!!  Juan Martin ci ha affascinati, con la sua bonarietà, la sua intelligenza, la sua ironia e il suo "vissuto", degno fratello del grande "EL CHE" 
Ci  piace concludere con una frase di Debora Artuso tratta da un suo "post del giorno dopo":
"Ringraziamo  Juan Martin per la generosità con cui ha aperto il cassetto di una memoria intima, dolorosa ...personale,  sapendo che essa però è anche patrimonio dell'umanità".


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