Vista interna della progettata copertura del parco minerale ILVA (progetto) |
Comune di Statte contesta Bondi e AIA
Il
fatto non è nuovissimo (è della metà di Novembre) ma merita maggiori dettagli,
non tanto per i risultati che può produrre (da verificare quelli legati alla 1° notizia, molto limitati quelli
legati alla 2°), ma per la stessa
dignità di Statte e degli stattesi.
1° Notizia: Il comune si costituisce “parte Civile” contro “Inquinatori
Ilva”
2° Notizia: Il comune muove pesanti rilievi su inadempenze AIA e sui “contenuti della stessa.
2° Notizia: Il comune muove pesanti rilievi su inadempenze AIA e sui “contenuti della stessa.
Attuale parco minerali, destinato (speriamo) ad essere coperto dopo una drastica "cura dimagrante" (da diverse decine di ettari a meno di una decina) |
All’inizio di novembre, l’assessorato all’ecologia rendeva noto che
dal comune erano partite due iniziative
di interesse eco-ambientale, aventi come oggetto le due notizie riportate.
Abbiamo subito “drizzato
le orecchie”, per capire la reale portata delle due notizie e, l’eventuale
impatto che avrebbero potuto avere su questo nostro disastrato ambiente.
Vediamo, in che consistono:
Una è, ufficilamente del comune e l’altra è apparentemente di iniziativa del dirigente del settore ambiente ing. De Molfetta.
Una è, ufficilamente del comune e l’altra è apparentemente di iniziativa del dirigente del settore ambiente ing. De Molfetta.
1° Notizia: Con la prima, il nostro comune, prendendo
atto delle accuse delle autorità
inquirenti, si è costituito parte civile, nei procedimenti, contro due “responsabili”
dello Stabilimento Ilva di Taranto, accusati di gestire due discariche “distinte e separate”
contenenti rifiuti speciali di tipo pericoloso (traversine in
legno trattati con sostanze tossiche) e di tipo
non pericoloso (pneumatici)
senza la necessaria
autorizzazione.
Si precisa che:
a) queste discariche abusive, ricadono nel territorio del comune di Statte e, precisamente nell’area Mater Gratiae e si estendono per circa 10 ettari.
Si precisa che:
a) queste discariche abusive, ricadono nel territorio del comune di Statte e, precisamente nell’area Mater Gratiae e si estendono per circa 10 ettari.
b) queste discariche, oltre a NON essere autorizzate, non hanno i
necessari requisiti (pavimentazione,
impermeabilizzazione, copertura dei cumuli).
c) questi rifiuti, si sono accumilati per anni
(quindi non sono un appoggio provvisorio,
in attesa di idonea collocazione).
Che
dire .. era ora !! Sperando di mandare in gattabuia qualche responsabile dei
nostri disastri !!
Discarica Mater Gratiae |
2° Notizia: Con
la seconda iniziativa, a firma del
dirigente settore ambiente del comune di Statte Ing. De Molfetta, si
muovono rilievi, sia alla non puntuale osservanza delle disposizioni AIA, sia a specifiche
incongruenze e contraddizioni contenute nello stesso provvedimento. La corposa “lettera”
aveva come destinatario principale il commisario straordinario dell’ILVA Bondi.
Precisiamo che queste osservazioni sono state indirizzate
per
conoscenza a tutti quelli a cui, poteva
indirizzarli “un tecnico” (dalla segreteria del ministero alla segreteria
della regione e della provincia ad Assennato, a nostro sindaco ed al nostro
assessore all’ecologia).
Una vista dall'alto del progetto per la copertura dei parchi minerali |
Ancora una "vista" (questa volta dal basso) del "parco minerali" coperto. Notare le proporzioni con i mezzi di movimentazione posti in prossimità degli ingressi. |
Qui,
dobbiamo occorre chiarire meglio ai noi stessi, i termini della questione:
Questa lodevole iniziativa dell’ing. De Molfetta, sembra piuttosto un “atto dovuto” di un intelligente dirigente comunale e non un atto che possa produrre il benché minimo effetto pratico e ne esplicitiamo le ragioni:
1) Le accuse al commissario Bondi di fare acrobazie per eludere temporalmente le prescrizioni AIA, sono in pratica, vanificate dal nuovissimo decreto governativo che sana questi ritardi.
2) Le accuse, mosse allo stesso
decreto AIA, non potevano essere indirizzate a Bondi, perché, trattandosi di
leggi potevano essere “irricevibili” dallo stesso Bondi.
Ed
allora che dire? Un
plauso a De Molfetta (e per lui, al
comune), per essersi fatto sentire, ma non attendiamoci nulla di più.
Chi scrive sarebbe curioso di sapere, se almeno uno
dei destinatari della sua lettera, darà mai una risposta alle sue
osservazioni.
Non c’è che dire: hanno spuntato le “armi” a tutti anche ai coraggiosi inquirenti della Procura di Tarantoi che hanno visto sbarrarsi la strada anche dalla Cassazione.
Non c’è che dire: hanno spuntato le “armi” a tutti anche ai coraggiosi inquirenti della Procura di Tarantoi che hanno visto sbarrarsi la strada anche dalla Cassazione.
Ed allora, a livello comunale non c’è niente che possa
cambiare il corso delle cose?
1)
Prendiamo spunto da un recente servizio di “Report” proprio su Taranto, che riportava la situazione di un’altra grande
acciaieria in Francia (guarda caso , di
proprietà dello stesso Riva), a cui era stato imposto, di applicare da subito, le tecnologie più moderne per abbattere in modo decisivo le emissioni.
Ebbene nel giro di due anni le emissioni
nocive, si sono ridotte in modo drastico, grazie soprattutto alla mobilitazione
locale e al muso duro delle autorità
locali e nazionali. Quindi almeno, “a livello comunale” facciamoci sentire !! Questo non significa andare contro l’occupazione
ma a favore della salute.
È
ovvio che sia indispensabile, un coinvolgimento popolare, senza il quale,
nessuna battaglia, può essere vinta.
2) Ed
ora, non occupiamoci dei massimi sistemi,
e vediamo in concreto, cosa possiamo
fare da subito per la nostra salute: Intanto il nostro comune deve
pretendere che la popolazione della nostra cittadina, possa avere
accesso in forma prioritaria ad analisi e accertamenti per la prevenzione di
rischi oncologici; pretendendo altresì un presidio Sanitario degno di questo nome,
con tempi di attesa quasi azzerati e con l’annullamento
dei ticket.
Badiamo bene: questo non è falso populismo, significa soltanto dire: “non avete intenzione di toglierci questi veleni, almeno dateci la possibilità di difenderci e curarci”.
Teniamo conto, che una petizione, in tal senso, partita dal gruppo “cittadini e lavoratori liberi e pensanti” sta ottenendo un largo consenso e molti di noi l’hanno già firmata e la stanno promuovendo sulla rete. Per inciso siamo tutti invitati ad aderire a questa petizione on line cliccando sul seguente link dove si può trovare già il form pronto:
Cliccare QUI
Badiamo bene: questo non è falso populismo, significa soltanto dire: “non avete intenzione di toglierci questi veleni, almeno dateci la possibilità di difenderci e curarci”.
Teniamo conto, che una petizione, in tal senso, partita dal gruppo “cittadini e lavoratori liberi e pensanti” sta ottenendo un largo consenso e molti di noi l’hanno già firmata e la stanno promuovendo sulla rete. Per inciso siamo tutti invitati ad aderire a questa petizione on line cliccando sul seguente link dove si può trovare già il form pronto:
Cliccare QUI
Analogo impegno chiediamo a
tutte le associazioni e partiti del territorio,
affinché possano far sentire la voce della nostra cittadina all’unisono.
La notizia finisce qui, ma i temerari
e gli amici ambientalisti che non fossero a conoscenza dei dettagli di questi rilievi , possono continuare per qualche notizia in più.
Per saperne di più:
Rilievi che De Molfetta ha mosso a Bondi
De
Molfetta
nella sua qualità di “tecnico” poteva rapportarsi soltanto con un suo “omologo”
(scusate la parolaccia), quindi, ha contestato a Bondi la NON puntuale applicazione dell’AIA.
Naturalmente, Bondi ha le spalle coperte ed ignorerà completamente questi rilievi, dal momento che ha già ottenuto un’altra modifica AIA avente la funzione di salvacondotto.
Naturalmente, Bondi ha le spalle coperte ed ignorerà completamente questi rilievi, dal momento che ha già ottenuto un’altra modifica AIA avente la funzione di salvacondotto.
De Molfetta, invece non potendo indirizzare a chi di dovere i rilievi sulle incongruenze dell’AIA, ne elenca ugualmente la supeficilalità e le manchevolezze di questo provvedimento, (compilato a quanto pare in tutta fretta e quindi “partorito male”)..
Il nostro ingegnere, pur consapevole di questa inutilità ha fatto bene a segnalare tutto questo, “parlando alla suocera affinché nuora intenda” (capiscija a mé).
Qualche
esempio delle irregolarità nell’attuazione dell’AIA, che De Molfetta ha mosso a
Bondi.
1) De Molfetta , fa
rilevare che, mentre l’AIA prevede che, per il prelievo e trasporto
dei minerali, vi sia un impianto
completamente automatico e senza alcun rilascio di polvere, in Ilva si
sta procedendo nella progettazione di un sistema a benne ecologiche (sorta di benne a chiusura ermetica, vedi foto) che
comunque sono molto meno ecologiche di quello che dicono ma che hanno un
costo molto minore per l’azienda.
2) De Molfetta contesta a Bondi, la mancata chiusura dei quattro lati dei
nastri trasportatori ,
lavori che richiedono tempi assolutamente
contenuti, ma di cui, ancora non si è
visto l’inizio.
3) De Molfetta fa
notare che mentre l’AIA prevedeva che
entro sei mesi, doveva essere
definito un progetto esecutivo per il convogliamento delle emissioni diffuse (cioè di tutti i fumi dell’ILVA che giornalmente osserviamo, perché ora non sono convogliate nei camini e viaggiano “a loro piacere”); ad oggi, a questo proposito, nessun
progetto è stato messo in cantiere, Questo ritardo è grave, perché le emissioni diffuse sono quelle che più gravi per i territori in prossimità dell'azienda.
4) Per ora, il giudizio sulla copertura del parco minerali, è sospeso, perché, si vuol capire meglio, la portatta relae di questo progetto e se davvero TUTTO il parco minerali sarà coperto o se la drastica riduzione della superficie, nasconda qualche trucchetto.
Altri e svariati appunti, De Molfetta ha mosso a Biondi, ma come si è detto il
commissario non se ne dà per inteso,
dal momento che ha chiesto ed ottenuto dal
governo, una ennesima e scandalosa proroga che addolcisce notevolmente i già debolissimi vincoli dell’AIA.
Il "commisario" Bondi |
Rilievi mossi alla stessa AIA (e
che tecnicamente, non potevano essere indirizzati a Bondi, ma De Molfetta non
poteva fare di più).
De
Molfetta, sembra aver fatto un ottimo lavoro nell’esaminare
i dettagli e l’insieme dell’intero
provvedimento AIA, tanto che ha
notato macroscopiche contraddizioni,
carenze, omissioni ed ha contestato, agli estensori del provvedimenti che l’AIA un atteggiamento, molto permissivo nei
riguardi dell’ILVA e dispotica ed arrogante nei
riguardi delle popolazioni interessate.
Qualche
esempio:
1)) L’AIA ha concesso due anni di tempo per
l’installazione di alcuni filtri che, invece, sono realizzabili in pochissimi mesi.
2) L’AIA, ha di fatto esautorato i comuni dalla
concessione delle autorizzazioni alle
discariche, prevedendo per gli stessi comuni soltanto pareri non vincolanti. Giustamente De Molfetta rileva che la legge doveva
prevedere che l’azienda almeno dichiarasse che: “ i rifiuti conferiti alla
discarica non producono impatto negativo per l’ambiente e per la salute pubblica e dei lavoratori”.
3) Il
nostro ingegnere, ha anche rilevato che l’AIA,
ha fatto slittare,molto in avanti nel
tempo le valutazioni di impatto
sanitario non tenendo, nel debito conto la gravissima emergenza della
salute pubblica.
Che
dire? Pii desideri che (purtroppo
per noi), non hanno alcuna possibilità di essere
esauditi !!
Ed ora
iniziano le lodevoli proposte che De Molfetta, indica a conclusione dei suoi
rilievi, destinati (ancora una volta, purtroppo per noi) a rimanere nel libro dei sogni, vediamo.
1) “Visto il più che comprovato danno
dell’attività ILVA, sulla salute pubblica, sarebbe
ragionevole far cessare tutte le fonti di inquinamento cessando la produzione
relativa, per riprenderla quando le prescrizioni (sia pure molto deboli n.d.r) dell’AIA
siano state ottemperate.
2)
In
subordine: “limitare da subito l’esercizio d’impresa ove, gli enti di
controllo, abbiano accertato gravi ritardi nell’ottemperare alle prescrizioni”.
De
Molfetta,conclude con un auspicio, che noi tutti
vorremmo sottoscrivere ma che è destinato anch’esso a rimanere nello stesso libro dei sogni:
“Si
deve approffittare del commissariamento, per
avviare un processo non reversibile, volto a sostituire gli impianti esistenti
inquinanti, con altri tecnologicamente avanzati, che non producano danni,
all’ambiente e alla salute".Le pecore destinate ad essere sacrificate perché inquinate dalla diossina. |
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