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sabato 4 agosto 2012

Le "motivazioni" del sequestro ILVA: Capiamoci qualcosa !!


Il GIP Patrizia Todisco

Il "sequestro" degli impianti "a caldo" dell'ILVA, sono stati ordinati dal coraggioso magistrato Patrizia Todisco che, ignorando le pressioni di "vario genere", ha agito sulla base di elementi oggettivi, scaturiti in anni di indagini e perizie, che hanno smascherato, comportamenti chiaramenti dolosi, messi in atto dalla proprietà e dagli alti dirigenti dell'ILVA (è emerso che  le "emissioni", erano "in regola" durante il giorno, mentre di notte, sforavano abbondantemente i parametri consentiti).
Ecco alcuni punti dell'ordinanza del giudice, con cui si analizzano, le ragioni del sequestro degli impianti e dei "provvedimenti restrittivi" nei confronti della proprietà e degli alti dirigenti dell'ILVA.
  • "La gestione del siderurgico di Taranto è sempre stata caratterizzata da una totale noncuranza dei gravissimi danni che il suo ciclo di lavorazione e produzione provoca all’ambiente e alla salute delle persone". 

  •  "Ancora oggi" gli impianti dell’Ilva producono "emissioni nocive" che, come hanno consentito di verificare gli accertamenti dell’Arpa, sono "oltre i limiti" e hanno "impatti devastanti" sull'ambiente e sulla popolazione.

  • La situazione dell’Ilva "impone l'immediata adozione, a doverosa tutela di beni di rango costituzionale che non ammettono contemperamenti, compromessi o compressioni di sorta quali la salute e la vita umana, del sequestro preventivo".

  • "L'imponente dispersione di sostanze nocive nell’ambiente urbanizzato e non ha cagionato e continua a cagionare non solo un grave pericolo per la salute (pubblica)", ma "addirittura un gravissimo danno per le stesse, danno che si è concretizzato in eventi di malattia e di morte".
  • «Chi gestiva e gestisce l’Ilva ha continuato in tale attività inquinante con coscienza e volontà per la logica del profitto, calpestando le più elementari regole di sicurezza».

  • “In tal senso – aggiunge il gip - le conclusioni della perizia medica sono sin troppo chiare. Non solo, anche le concentrazioni di diossina rinvenute nei terreni e negli animali abbattuti costituiscono un grave pericolo per la salute pubblica ove si consideri che tutti gli animali abbattuti erano destinati all’alimentazione umana su scala commerciale e non, ovvero alla produzione di formaggi e latte.

  • Trattasi di un disastro ambientale inteso chiaramente come evento di danno e di pericolo per la pubblica incolumità idoneo ad investire un numero indeterminato di persone”.

  • Non vi sono dubbi sul fatto – conclude – che tale ipotesi criminosa sia caratterizzata dal dolo e non dalla semplice colpa. Invero, la circostanza che il siderurgico fosse terribile fonte di dispersione incontrollata di sostanze nocive per la salute umana e che tale dispersione cagionasse danni importanti alla popolazione era ben nota a tutti.

  • Le sostanze inquinanti erano sia chiaramente cancerogene, ma anche comportanti gravissimi danni cardiovascolari e respiratori. Gli effetti degli Ipa e delle diossine sull'uomo non potevano dirsi sconosciuti”.

  •  “Non vi sono dubbi che gli indagati erano perfettamente al corrente che dall’attività del siderurgico si sprigionavano sostante tossiche nocive (come la diossina, ndr) alla salute umana ed animale”, ma “nessun segno di resipiscenza si è avuto” da parte loro poichè “hanno continuato ad avvelenare l’ambiente circostante per anni”.



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