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domenica 7 luglio 2013

Fotodocumento: 2 Luglio 2013, MATER GRATIAE: La Messa del "ritorno"



Finalmente: La messa dopo 25 anni !!
Il 2 luglio del 2013 fu celebrata la "Messa del Ritorno a Mater Gratiae" dopo 25 anni durante il quale, l'ineffabile famiglia Riva, non solo ne impedì  l'accesso ma fu il responsabile di uno dei più impressionanti  inquinamenti perpetrati in Italia  e proprio a poche decine di metri da quella zona. 
Nella primavera del 2013 un gruppo di giovani volontari su iniziativa di Lello Bello e Michele Genga chiedero ed ottennero dai proprietari della Masseria Leucaspide il permesso di attraversare un piccolo tratto di tale masseria per poter accedere alla Chiesetta di Mater Gratiae.

La zona però nei 25 anni era diventata impervia ed inaccessibile a causa della selva pericolosa che ne impediva il raggiungimento. Gli stessi giovani, sacrificando le domeniche di quella primavera riuscirono a disboscare la "via di accesso" che portava alla stessa "Abbazia" ed il 2 luglio del 2013 fu celebrata la "Messa del ritorno" ad opera di don Giovanni Agrusta.

Tuttavia, quella esperienza non ha potuto avere un seguito perché 
il  2014 lo stesso  sito è stato interdetto dalla magistratura non solo per lo stato pericolante della cappella ma anche  per il citato, grave inquinamento di tutta l'area.

Da tempo, si tende di  far "rientrare" l'intera area, nel progetto di recupero ambientale che ora è limitato alla "Zona PIP" nei pressi della ex cava due mari e che per ora esclude il sito della stessa "Abbazia di Mater Gratiae".



Mater Gratiae: Fotocranaca della Messa dopo 25 anni



C’era una volta ..
Appuntamento .. al Sacro Cuore !!

Erano passati decenni,  ... che è come dire  ..  “c’era una volta”.

Così, come una “favola a lieto inizio”,  gli stattesi sono tornati numerosi a Mater Gratiae il 2 Luglio scorso.

Una "parte del corteo",  verso Mater Gratiae

Sembrava una rovina senza ritorno
Fin ora, sembrava perpetuarsi, un ciclo inarrestabile di perdita delle nostre identità, dei nostri simboli, dei nostri ricordi storici. Era in atto un ciclo (che i fisici definiscono con una parolaccia) di entropia: una fase di degrado e disordine che non poteva mai essere reversibile: da cui non si poteva tornare indietro.  E così era (ed ancora è), la nostra rassegnazione al disonesto strapotere del mostro Ilva, che ci aveva scippato ambiente, territorio, masserie, salute, dignità e, in questo  caso, anche un antico e tradizionale luogo di culto degli stattesi.

Per chi ha le auto .. basse: parcheggio su un piccolo piazzale e.. 250 metri a piedi.
La protervia del “mostro”
Con una protervia ed una sfrontatezza, senza uguali aveva recintato ed isolato un luogo non di sua proprietà, impedendone di fatto sia l’accesso che qualunque progetto o tentativo di mautenzione e, determinando un inevitabile tracollo strutturale e statico. Aveva, lui sì (parliamo sempre del mostro), violato la legge, ostruendo un’antica servitù pubblica di accesso, contando sulla nostra inerzia e sulla nostra distrazione.

Arrivo a Mater Gratiae, con la scala di accesso, un po' ripida per gli "ex giovani"
 Il coraggio di un piccolo gruppo

Poi, un gruppo di giovani stattesi (I Leucaspidi),  ha messo in atto, delle azioni, che hanno focalizzato l’attenzione dei nostri concittadini sull’intero problema, disboscando una selva,  liberando una antica scala di accesso e rendendo  possibile, l’avvicinamento al luogo di culto, utilizzando anche accessi abusivamente bloccati,  e scacrificando diversi week-ends.

Il "campanile" (ora senza campana)

La messa

Finalmente: La messa dopo 25 anni

E così, dopo decenni, abbiamo assistito a questa bella e commovente messa, (celebrata all’aperto per ragioni di sicurezza ed incolumità pubblica, dal momento che l’intera struttura, risulta inagibile). Per  onestà intellettuale, occorre precisare che questo stato di cose era stato fatto rilevare dai rappresentanti delle istituzioni comunali, ben prima del pellegrinaggio ed ancora prima del disboscamento.


Evidente lo stato di dissesto dell'architrave di ingresso
L’appuntamento era per le 8,30 di martedì 2 Luglio, davanti alla chiesa del Sacro Cuore, stranamente per  i nostri abitudinari ritardi, la puntualità è stata assoluta.

L'interno della "cappella": evidenti i segni di degrado.
Il nostro amato parroco don Giovanni Agrusta, ha ridato a quel luogo abbandonato, quella spiritualità che mancava da decenni e, da par suo, è riuscito ad esprimere, concetti elevati con parole molto semplici (proprio come un suo Sommo Superiore) .  Ha accostato il personaggio biblico Ester, (che intercedeva presso il re suo sposo, a favore dell’intero popolo ebraico) alla nostra Madonna delle Grazie.  Ci rivolgiamo a Lei  – ha detto don Giovanni -  perché è più vicina al Re, proprio come Ester.
Don Giovanni, ha poi elogiato, lo spirito di iniziativa ed il coraggio di questi giovani che hanno reso possibile la ripresa di questa bella tradizione di fede e di unità di popolo.


Vecchia Cripta, alle spalle della cappella: quel che resta di un vecchio affresco raffigurante il Crocifisso, con San Giovanni e Maria Maddalena.
Una pellegrinaggio, una festa ed un’occasione per conoscersi
E’ stata una bella occasione, per gli anziani, di rinverdire le tradizioni del passato e, per i giovani, intravedere e ripercorrere quella microstoria della nostra cittadina, tanto cara ai loro padri; è stato, anche un momento di ritrovato calore umano, in un mondo in cui prevalgono principalmente i contatti virtuali.


Sempre nella cripta posteriore alla cappella: un rudere di affresco. Lo scopritore della cripta (Paleologo nel 1653), avrva ipotizzato, (come  fa notare Scaligina) che fosse "La Madonna delle Grazie", anche se qualche storico (Prof Vittorio De Marco) ritiene che si trttasse in realtà della "Madonna del Buon Consiglio".
Le condizioni del “sito”.
L'architrave di ingresso della cappella quasi interamente crollato








Il "pezzo mancante dell'architrave" poggiato su un gradino nei pressi dell'ingresso della cappella
Il "cattivo stato" delle colonne  e di una facciata adiacente la cappella

Come accennato, l’intera struttura, formata dalla cappella, dal piccolo campanile, da  quello che resta dell’antica cripta,  dalle strutture adiascenti e dal  bellissimo antico portale, sono in uno stato di grave dissesto statico. Il punto più critico di conservazione della  cappella, consiste nel cattivo stato dell’architrave di ingresso, già in parte crollato: il crollo totale dell’architrave rischierebbe di far crollare l’intera facciata anteriore e, forse, con essa, l’intera cappella.

Una parete adiacente la cripta in prossimo "conclusivo stato di rovina"
Ed allora: le cose da NON fare !!

1) Non rassegnarsi a questo stato di cose.
Consideriamo, che se non vengono messi in atto adeguati interventi, quello che è avvenuto oggi, potrebbe non avere un seguito; infatti, tra qualche anno, potremmo ritrovarci, alla presenza di un cumulo di macerie ancora immerso nell’Ilva (o nelle macerie di quest’ultima) e, il pellegrinaggio del 2 luglio, potrebbe aver avuto il significato, di una piccola parentesi, all’interno  della nostra incuria e del nostro disinteresse, succubi come sempre  della prepotenza del mostro!

Il bel portale (posto ad una ventina di metri dalla facciata della cappella), nascosto dalla "selva" e costruito brobabilmente nel 1814 (come incisione sul portale stesso) e doveva essere "la porta" per il "complesso" Cappella, Cripta, Murimaggio Nuovo. La parte centrale dell'arco, risulta crollato, ed il portale, ora è composto da due semiarchi isolati tra loro e quindi intrinsecamente deboli.
Tutti insieme pensiamo alle cose possibili da FARE

Un fedele assiste alla Messa (non si sa bene, se molto intento alla "funzione" oppure ..); il robusto bastone non è per i malintenzionati ma per aiutarsi a salire gli scalini.
Sgomberando il campo, da eventuali equivoci, è chiaro che, in questo momento, per rispetto dei cittadini danneggiati e bisognosi,  non un solo euro può essere distolto dalle casse comunali per questo scopo,  ma .. sempre a livello comunale, potrebbero esserci le professionalità per individuare le linee di intervento che possano  generare contributi e finanziamenti.
Dai politici ci si attende principalmente una cosa: considerare il recupero di Mater Gratiae, un evento di TUTTI gli stattesi, senza alcuna progenitura; alla fine se, come speriamo, tutto questo,  porti ad un qualche risultato, il merito, oltre che di questi ragazzi sarà di tutti,  indistintamente.  
Anche i cittadini, potrebbero dare il loro contributo di idee: “buttiamone”, qualcuna così, senza alcuna pretesa:

Durante la bella omelia di Don Giovanni Agrusta


1) Sono assolutamente prioritari, gli interventi indispensabili ed urgenti, tendenti a mettere in sicurezza il sito, per evitare pericoli alle persone ed evitare il crollo dell’intera struttura. Si può pensare ad un progetto di volontari professionisti stattesi (da individuare). Tale progetto in forma minimale dovrebbe prevedere il puntellamento e l’ingabbiamento delle parti pericolanti della cappella, per salvaguardare i fedeli visitatori e per evitare il crollo della struttura; tali progetti, da sottoporre alla competente soprintendenza  ai beni culturali ed ambientali, (oltre che ai nostri tecnici comunali), dovrebbero prevedere anche la delimitazione e recinsione delle altre parti pericolanti.

Un gruppo di fedeli, ritratti dopo la messa.


2) Una volta presentato il progetto dei lavori di messa in sicurezza della struttura ed ottenuta la relativa approvazione (comunale e della soprintendenza), si potrebbe procedere ai relativi lavori (e già si parla di diversi privati, disposti  ad intervenire finaziariamente). Mentre in un’ottica più ampia, si potrebbe tener conto del DL N 490/1999 Art.19 riguardante il recupero dei  beni culturali di interesse religioso.

L'Acquasantiera della cappella

3) Esplorare, quali  “vie” possano essere percorse, nell’ambito delle future (per ora solo aleatorie) azioni di risanamento ambientale dell’Ilva, dal momento che lo stesso sito è ubicato a poca distanza dalla discarica omonima di “Mater Gratiae”, al centro di lunghe polemiche circa la sua presunta (o accertata) irregolarità.

La "selva" che lambiva la cappella prima degli interventi di "disboscamento" (foto "I Leucaspidi")


Lo stesso piccolo piazzale, durante i lavori di "disboscamento" (foto: I Leucaspidi)

4) Non lasciare soli questi ragazzi.
Ormai, quello che era ragionevole fare, l’hanno fatto !! Facciamo in modo, che tutto questo non sia stato inutile !! Nel caso, sostenendoli con una petizione di centinaia, se non migliaia di cittadini, evidentemente non diretta alla nostra amministrazione (che potrebbe invece, rivestire il ruolo di “richiedente”)  bensì alla regione, alle autorità ecclesiali,  ed al ministero dei beni culturali, sostendo anche una valida richiesta legale nei confronti dell’Ilva, per rivendicare le antiche servitù pubbliche di passaggio.
Da notare, che la struttura era frequentata assiduamente anche dai fedeli tarantini, quindi rivestirebbe un "carattere storico" anche per loro, giustificando un intervento diretto del vescovado.




Parte dei ragazzi del gruppo "I Leucaspidi", col "consulente" Piero Vestita


Per il momento però, pensiamo all’obiettivo minimale: la cosa indispensabile, per ora, consiste nella messa in sicurezza del sito.  Ciò consentirebbe una frequentazione più sicura dei fedeli ed eviterebbe la rovina dell’intera struttura.

Gli "ultimi fedeli", sulla strada del ritorno.
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Pur puntando, per ora, a questo obiettivo minimo, non bisogna smettere di pensare in grande, ed avere nella testa per quel sito, un progetto di oasi ecologica, che dovrebbe rappresentare il primo esempio di quella bonifica di tutta l’area Ilva che a parole tutti vogliono, ma che nei fatti (a cominciare dai legislatori), tutti disattendono. Deve rappresentare un esempio,  per quello che potrebbe essere, in futuro, tutta l’area e speriamo, tutto il nostro territorio.



 Ringraziamo, ancora una volta, Cosimo Scaligina per aver permesso il "saccheggio" del suo bel volumetto sull'abbazia di Mater Gratiae e, ringraziamenti per le "consulenze in loco", allo stesso Scaligina, Pasquale Costantino, Pietro Vestita, Lello Bello, Michele Genga e Aldo Roberti e ringraziamo, per l'accoglienza, tutto il gruppo "I leucaspidi".

 Per la pagina che racconta la storia del "disboscamento" del sito di Mater Gratiae operata dal gruppo "I Leucaspidi", con delineata anche la "STORIA" dello stesso sito cliccare QUI
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