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sabato 7 luglio 2012

La provincia "apre" ai cassaintegrati, anche stattesi, del porto.


Premessa.
Come è noto, il piano di ammodernamento del "molo polisettoriale" (del porto, per intenderci) e, con fondi già disponibili, prevede l'impiego di nuove attrezzature e gru di nuova generazione. Queste nuove "attrezzature" richiederanno mano d'opera, appositamente preparata. L'ente "provincia", finanzierà questa "preparazione", utilizzando circa 574 unità lavorative (tra cui numerosi stattesi), ora o in cassa integrazione o in mobilità, allontanando lo spettro della perdita del posto di lavoro.


(Abstract da Corgiorno del 7 Luglio 2012 a firma Francesco Tanzarella)
[omissis] Ieri, nella sede di Taranto Container Terminal, l’assessore provinciale al Lavoro Luciano De Gregorio ha presentato la delibera di Giunta con la quale l’ente di via Anfiteatro ha destinato più di 300mila euro alle attività di riqualificazione e formazione continua dei lavoratori in mobilità e in cig. Con questo trasferimento la dotazione complessiva del fondo sale a poco meno di 700mila.
"Una scelta fatta con la collaborazione di sindacati, Autorità Portuale e Italia Lavoro, ha spiegato De Gregorio, superando momenti di difficoltà come quello della dichiarazione degli esuberi o il rischio licenziamenti."


Il riferimento è al lavoro svolto per salvare i 500 dipendenti della Tct (Taranto Container Terminal) ora in cassa integrazione per due anni: «Per loro abbiamo previsto un percorso di formazione continua – ha spiegato De Gregorio – che li accompagnerà per tutta la durata della "cassa integrazione", mettendoli nelle condizioni di poter utilizzare le gru di nuova generazione previste nel piano di ammodernamento del molo polisettoriale».

Dal licenziamento ad una nuova prospettiva, dunque.
Un’opportunità che Provincia e sindacati hanno voluto offrire anche ai lavoratori della Delta Uno, (impresa che si occupa di lavori portuali), messi ancor peggio rispetto ai colleghi di Tct perchè in mobilità.

Nella delibera la Provincia ha allargato la platea dei destinatari delle misure anche a questo tipo di lavoratori, con un rapporto di dipendenza ormai cessato quindi, pensando ad un percorso di riqualificazione utile per ricolocarli in altre attività.

Forti di un accordo sottoscritto a marzo, infatti, Provincia e sindacati hanno “blindato” il destino dei 74 legandolo agli imminenti lavori di ampliamento del porto: «Le aziende chiamate a realizzare le opere infrastrutturali – ha aggiunto De Gregorio – dovranno attingere dal bacino della Delta Uno».

 La Provincia, così, ha chiuso due partite importanti. Come detto dal segretario generale dell’Autorità Portuale Francesco Benincasa, però, si tratta di un punto di partenza e non di arrivo.


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