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mercoledì 8 agosto 2012

ILVA e il RIESAME: Si può produrre o no?

Il presidente dell'ILVA Bruno Ferrante

ILVA E IL RIESAME: Produzione ammessa o no?

Il dispositivo della sentenza, pur essendo troppo "sintetico", lascia optare per un blocco della produzione, anche senza esplicitarlo, ma confermando la validità  dell'ordinanza del GIP nelle parti "non annullate" da questa ordinanza. Gli ambientalisti interpretano tale ordinanza come una conferma del blocco della produzione, mentre (sia pure con qualche dubbio), il presidente dell'ILVA è di parere opposto.


Intanto diamo conto del testo dell'ordinanza del riesame:

Il tribunale [omissis]

Annulla l’applicazione della misura cautelare (dei dirigenti ..)

Conferma l’ordinanza impugnata (i domiciliari) nei confronti di Riva Nicola, Riva Emilio e Capogrosso Luigi.



In parziale modifica del decreto di sequestro preventivo impugnato, ferma restando la nomina degli ingegneri ...
Nomina custode delle aree e degli impianti in sequestro altresì, il dott. Bruno Ferrante nella sua qualità di presidente del C.d.A  e di legale rappresentante dell’ILVA  s.p.a revocando a nomina del dott. Mario Tagarelli.
Dispone che i custodi garantiscano la sicurezza degli impianti e li utilizzino in funzione della realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo e della attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti.

Conferma nel resto, il decreto impugnato.

Ora il parere degli ambientalisti
(corgiorno 8 Agosto 2012)

Angelo Bonelli:



Angelo Bonelli, leader dei verdi e consiglere comunale a Taranto

«Il Tribunale del Riesame sulla vicenda Ilva ha confermato l’impianto accusatorio della Procura e la gravità di una emergenza ambientale e sanitaria senza precedenti. Dal nostro punto di vista, che si basa sulle perizie della procura, la cokeria risulta incompatibile con la salute dei cittadini che dovrebbe essere il primo bene da tutelare».


Lo dichiara il presidente dei Verdi Angelo Bonelli che è anche consigliere comunale a Taranto.
A giudizio dell’ambientalista: «Il governo con le parole del ministro Clini e di Passera continua a sottovalutare la gravità della situazione sanitaria di Taranto dove secondo la procura ci si “ammala e si muore” di inquinamento. Le prescrizioni dei magistrati sono state confermate integralmente e quindi la produzione va sospesa». Secondo Bonelli, «il governo farebbe bene a predisporre un piano di conversione industriale come è avvenuto a Pittsburgh e a Bilbao, città che hanno cambiato il proprio modello economico, che hanno vinto la battaglia contro l’inquinamento e ora rappresentano delle eccellenze per innovazione e qualità della vita».
Il leader dei Verdi si sofferma anche su altre vicende che riguardano il siderurgico. «Per quanto riguarda la situazione dell’Ilva ci sono altri aspetti su cui chiederemo l’intervento della magistratura – conclude Bonelli – in particolare presenteremo un esposto sulla mancata messa in sicurezza della falda sulla quale, a norma del Dlgs 152/2006, bisognava intervenire».

domenica 5 agosto 2012

ILVA: "La nostra anima in una "bramma" d'acciao (di Ada Le Noci)

Una "bramma" di acciaio.

Nell'ambito del complesso e drammatico problema che investe in questo periodo la nostra gente, dibattuta tra la preoccupazione per il posto di lavoro e il problema "ambientale", (altrettanto drammatico), diamo conto di una appassiona testimonianza dell'ambientalista Ada Le Noci. (Pubblicata il giorno Venerdì 3 agosto 2012 alle ore 19.50)·

A centro: la "Pasionaria" Ambientalista Ada Le Noci

La nostra anima in una "bramma" d'acciao !!


Quanto costa una bramma d'acciao? Una bramma costa 30.000 euro...dentro c'è il costo della materia prima, della lavorazione, dell' energia, il costo del lavoro.

Ma quanto costa veramente una bramma per i tarantini (e paesi vicini) in termini di salute, dolore, sofferenza: Il lutto !!
Quanto costa una bramma alla regione per l'assistenza sanitaria e i viaggi della speranza, quanto costa una bramma per un allevatore che perde le sue pecore e un mitilicoltore che perde le sue cozze e il suo giardino a mare,
Quanto costa la libertà di un bamnbino che vuole giocare per strada e di un mamma che vuole dare il suo latte, ma è costretta a dare quello artificiale perchè il suo è inquinato
Quanto costa una bramma ad una famiglia che deve vedere il prorpio figlio andare via per realizzare un sogno perchè il suo sogno non è fare l'operaio o l'ingegnere,
Quanto costa una bramma se consideriamo il danno agli immobili, la svalutazione degli stessi....

Le bramme di acciao prodotte nel siderurgico ILVA di Taranto valgono molto di più di 30.000 euro, perchè c'è l'anima dei tarantini dentro ...

Ed ora noi rivogliamo la nostra anima!

sabato 4 agosto 2012

Riesame ILVA concluso: Decisioni entro il 9 Agosto

L'aula "B" del tribunale di Taranto
dove si sono svolte le udienze per il "riesame del caso ILVA


Sabato 4 Agosto 2012
Si è conclusa oggi, l’udienza del tribunale del Riesame di Taranto, al quale il collegio difensivo dell’ Ilva  ha chiesto la revoca del sequestro dell’area a caldo dello stabilimento  e degli otto provvedimenti di arresti domiciliari, nell’ambito  dell’inchiesta per  inquinamento ambientale.   Dopo le arringhe degli ultimi  avvocati dell’azienda e delle dichirazioni dei singoli indagati, tenutesi in mattinata, al termine dell’udienza ci sono state le dichiarazioni spontanee  dell’attuale presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante.
I giudici del Riesame, Antonio Morelli, Alessandra Romano e Benedetto Ruberto, stanno, ora, per decidere se accogliere l’istanza dei legali della difesa, togliere i sigilli agli stabilimenti in cui si lavorava a caldo e scarcerare gli arrestati. L’Ilva a tal proposito ha portato in tribunale alcune contro perizie, in particolare una di tipo chimico, l’altra epidemiologica.

Il prossimo 9 agosto è la data per la quale è stato fissato il limite entro il quale i giudici dovranno emettere la propria sentenza.

Singolari le motivazioni del collegio di difesa:

«Nessun eccesso nei tumori». !!! 
A Taranto «non vi è alcun eccesso di mortalità per leucemie, per tumori linfoemopoietici, né per tutti i tumori nei bambini da zero a 14 anni» (incredibile !!).
lo hanno scritto i legali dell'Ilva nella memoria difensiva contro il sequestro dell'area a caldo dello stabilimento siderurgico. Davanti al Tribunale del Riesame, i legali hanno inoltre sottolineato che, la presenza della diossina nella città pugliese «va imputata ad epoche risalenti e comunque preclude la certa imputazione della stessa alla gestione privata». «Quanto al passato - hanno evidenziato i legali - l'Ilva ha sempre esercitato entro i limiti di previgenti regimi autorizzatori».
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Probabilmente "gli imbrogli": (specie quelli "dolosi", quali gli inquinamenti "spaventosi" notturni) ce li siamo "sognati" !! 


Le "motivazioni" del sequestro ILVA: Capiamoci qualcosa !!


Il GIP Patrizia Todisco

Il "sequestro" degli impianti "a caldo" dell'ILVA, sono stati ordinati dal coraggioso magistrato Patrizia Todisco che, ignorando le pressioni di "vario genere", ha agito sulla base di elementi oggettivi, scaturiti in anni di indagini e perizie, che hanno smascherato, comportamenti chiaramenti dolosi, messi in atto dalla proprietà e dagli alti dirigenti dell'ILVA (è emerso che  le "emissioni", erano "in regola" durante il giorno, mentre di notte, sforavano abbondantemente i parametri consentiti).
Ecco alcuni punti dell'ordinanza del giudice, con cui si analizzano, le ragioni del sequestro degli impianti e dei "provvedimenti restrittivi" nei confronti della proprietà e degli alti dirigenti dell'ILVA.
  • "La gestione del siderurgico di Taranto è sempre stata caratterizzata da una totale noncuranza dei gravissimi danni che il suo ciclo di lavorazione e produzione provoca all’ambiente e alla salute delle persone". 

  •  "Ancora oggi" gli impianti dell’Ilva producono "emissioni nocive" che, come hanno consentito di verificare gli accertamenti dell’Arpa, sono "oltre i limiti" e hanno "impatti devastanti" sull'ambiente e sulla popolazione.

  • La situazione dell’Ilva "impone l'immediata adozione, a doverosa tutela di beni di rango costituzionale che non ammettono contemperamenti, compromessi o compressioni di sorta quali la salute e la vita umana, del sequestro preventivo".

  • "L'imponente dispersione di sostanze nocive nell’ambiente urbanizzato e non ha cagionato e continua a cagionare non solo un grave pericolo per la salute (pubblica)", ma "addirittura un gravissimo danno per le stesse, danno che si è concretizzato in eventi di malattia e di morte".
  • «Chi gestiva e gestisce l’Ilva ha continuato in tale attività inquinante con coscienza e volontà per la logica del profitto, calpestando le più elementari regole di sicurezza».

  • “In tal senso – aggiunge il gip - le conclusioni della perizia medica sono sin troppo chiare. Non solo, anche le concentrazioni di diossina rinvenute nei terreni e negli animali abbattuti costituiscono un grave pericolo per la salute pubblica ove si consideri che tutti gli animali abbattuti erano destinati all’alimentazione umana su scala commerciale e non, ovvero alla produzione di formaggi e latte.

  • Trattasi di un disastro ambientale inteso chiaramente come evento di danno e di pericolo per la pubblica incolumità idoneo ad investire un numero indeterminato di persone”.

  • Non vi sono dubbi sul fatto – conclude – che tale ipotesi criminosa sia caratterizzata dal dolo e non dalla semplice colpa. Invero, la circostanza che il siderurgico fosse terribile fonte di dispersione incontrollata di sostanze nocive per la salute umana e che tale dispersione cagionasse danni importanti alla popolazione era ben nota a tutti.

  • Le sostanze inquinanti erano sia chiaramente cancerogene, ma anche comportanti gravissimi danni cardiovascolari e respiratori. Gli effetti degli Ipa e delle diossine sull'uomo non potevano dirsi sconosciuti”.

  •  “Non vi sono dubbi che gli indagati erano perfettamente al corrente che dall’attività del siderurgico si sprigionavano sostante tossiche nocive (come la diossina, ndr) alla salute umana ed animale”, ma “nessun segno di resipiscenza si è avuto” da parte loro poichè “hanno continuato ad avvelenare l’ambiente circostante per anni”.



giovedì 2 agosto 2012

ILVA: Disordini durante la Manifestazione del 2 Agosto


"Contromanifestanti" dei Cobas vicino agli ambientalisti,
contestano i sindacati, "rei di difendere Riva ma non l'ambiente"

(Abstract da "il nuovo quotidiano di puglia")
La manifestazione di Taranto del 2 Agosto, contro la chiusura dell'ILVA.

Le ragioni dei contestatori. «Questi sindacati non ci rappresentano». Lo ha detto uno dei contestatori, operaio dell'Ilva, che hanno interrotto il comizio dei segretari confederali e dei metalmeccanici a Taranto. «Hanno tirato il peggio di noi, il peggio di questa città. In quella fabbrica - ha aggiunto - non ci sono diritti, non c'è dignità. C'è abbandono totale. Noi conosciamo i nostri problemi e chi ci rappresenta. Se un segretario interviene a un'assemblea manifestando solidarietà a otto persone che ci hanno sottomessi, perseguitati, minacciati e avvelenati - ha concluso il lavoratore - è un sindacato che non conosce i nostri diritti o è troppo assoggettato all'azienda»





Dopo la partenza, attorno alle nove da due punti differenti della città,  due cortei si sono riuniti in piazza della Vittoria dove dal palco hanno cominciato a parlare i leader sindacali, prima Angeletti, poi Bonanni.

Dopo pochi minuti dall'inizio dell'intervento di Landini (della FIOM) , nella piazza hanno fatto incursione un centinaio di contromanifestanti che, a bordo di un Apecar da cui venivano diffusi fumogeni colorati, si sono fatti largo nella piazza tentando di raggiungere il palco.
Le forze dell'ordine sono riuscite a bloccarli, ma nel frattempo l'alimentazione dell'impianto di amplificazione è stata interrotta e il comizio è stato sospeso.

Dopo avere letto un volantino contro i sindacati, accusati di essere troppo vicini all'Ilva, e di non difendere la salute di cittadini e lavoratori, i contestatori si sono allontanati e il comizio è ripreso con l'intervento conclusivo di Susanna Camusso.


Tutti i leader sindacali hanno detto all'unisono che è possibile e si deve «coniugare lavoro e ambiente» e che non si può pensare di risanare una fabbrica facendola chiudere. «Non accetteremo per nessuna ragione la chiusura - ha detto Angeletti - e se chiuderanno non staremo in silenzio ma staremo in piazza». «È impensabile che si possano perdere ventimila posti di lavoro - ha detto Bonanni - Questa manifestazione vuole richiamare l'attenzione su un'emergenza nazionale». «Non si risana un impianto chiudendolo - ha detto Camusso - e per non contrapporre lavoro a salute bisogna continuare ad investire».


mercoledì 1 agosto 2012

Lo stattese Piero Genga C.T. Argento Olimpico

Anders Golding, medaglia d'argento olimpica nel tiro a piattello
col su allenatore lo stattese Piero Genga


Un argento un po’ stattese, quello conquistato dal danese Anders Golding oggi alle Olimpiadi di Londra, nel tiro a volo specialità skeet (146/150 il suo risultato).
[omissis]
Golding è infatti allenato da circa tre anni dallo stattese Piero Genga, ex campione mondiale ed europeo, azzurro alle Olimpiadi del 2000 a Sydney.

Genga ha voluto dedicare la medaglia del suo tiratore ai lavoratori dell’Ilva.
Il campo di tiro dove si svolge l’attività di skeet (e dove gli stessi danesi effettuano diverse sedute di allenamento) si trova all’interno dell’area dello stabilimento siderurgico.
“Sono vicino a chi rischia di perdere il posto per via di una sentenza. Ma capisco anche le esigenze degli ambientalisti: un compromesso si deve trovarlo assolutamente”,  ha detto il 42enne agente della Forestale.
(Da Corgiono del 1° Agosto 2012)




Per i "non stattesi" che potrebbero non conoscerlo, proponiamo una piccola "scheda" di questo nostro bravo concittadino.




Piero Genga, (stattese doc, figlio di Antonietta e Gino Genga), attuale C.T della squadra danese del tiro a volo (specialità Skeet) è la SOLA GLORIA A LIVELLO MONDIALE dello sport stattese, avendo conquistato l'oro mondiale individuale e, per diverse volte l'oro individuale a squadre.
Dopo aver abbandonato lo sport agonistico per ragioni di lavoro, da tre anni allena la squadra danese nella stessa specialità. La Danimarca non aveva mai ottenuto risultati "da podio olimpico" in questo sport, quindi più che clamoroso che, alla prima partecipazione  un suo allievo abbia conquistato una inaspettata medaglia d'argento.
Statte è orgogliosa di questo suo concittadino che anche da C.T. onora il suo paese (e anche l'Italia). (LeoDelG)

Piccola scheda: Piero Genga
Pietro Genga è nato a Statte il '9 gennaio 1971 ed ha iniziato a sparare per caso nel maggio del 1985 dono aver assistito ad una gara studentesca di tiro a piattello presso il circolo ILVA (località la Feliciolla).
I risultati cominciarono a venire dopo poco tempo e Piero è diventato una certezza del tiro italiano.
Nel 1986 è diventato campione italiano di terza categoria, mentre nel 1987 ha conseguito la medaglia d'oro a squadre ne Gran Premio delle Nazioni.
Nel 1988 Pietro Genga è diventato campione italiano di società con l'ILVA, e nel 1989 ha conquistato la medaglia d'oro nel Gran Premio delle Nazioni a squadre.
Da allora è stato un vero crescendo in quanto nel 1990 Genga si è classificato al primo posto juniores negli individuali del Gran Premio delle Nazioni, rinnovando il tutto nel 1991 con il 1° posto nella prova assoluta della Coppa del Mondo. Nel
1996 e nel 1997 vinse le due prove di coppa del mondo in Perù.Nel 1999 diventa campione del mondo assoluto in Finlandia. Nel Luglio 2000 diventa campione Europeo assoluto e a squadreNel Settembre 2000 ha fatto parte della squadra Olimpica italiana nelle Olimpiadi di Sidney.




Il Medagliere di Piero


CAMPIONATI DEL MONDO
4 Ori
uno juniores individuale e uno a squadre a Perth nel 1991e uno individuale e uno a squadre a Tampere nel 1999.
PROVE DI COPPA DEL MONDO

8 Ori 
dei quali; uno a squadre a Mexico City nel 1992, uno a squadre e uno individuale a Lima e uno individuale a Seoul nel 1995 e a Lima nel 1996, uno a squadre a Cipro nel 1997 e a Lonato nel 1998 e nel 2000. a squadre a L’Havana nel 1994.

2 Bronzi individuali ad Atlanta nel 1998 e a Lonato nel 1999
CAMPIONATI EUROPEI
5 Ori dei quali; uno Juniores a squadre a Istanbul nel 1988, uno Juniores a squadre e individuale a Casalecchio di Reno nel 1991 e uno individuale e uno a squadre a Montecatini Terme nel 2000.
1 Argento Juniores a Uddevalla nel 1990.
CAMPIONATI ITALIANI
2 Ori
Individuali, uno di 3^ Categoria nel 1986 e uno Juniores nel 1988.

sabato 28 luglio 2012

La "voce" degli "occupanti" ILVA

Un operaio dell'ILVA preso dalla sconforto (foto GazzMezz)
Ieri 27 Luglio, drammatica occupazione di Taranto da parte degli operai ILVA, esasperati per il blocco "dell'aria calda", disposta dal GIP Patrizia Tedesco.
Oggi (28 Luglio), la situazione sembra momentaneamente rientrare in seguito alla notizia che il "riesame" di tale provvedimento è stato fissato per il 3 Agosto e i numerosi "presidi" sono stati rimossi. I manifestanti hanno, tuttavia, fatto sapere che è prevista una mobilitazione per il 2 Agosto (giorno precedente all'annunciato ricorso).
Per quanto riguarda l'esito del ricorso stesso, sembra aprirsi uno "spiraglio tecnico", dal momento che la disposizione che impone lo spegnimento degli altoforni, non sembra, per ora, tecnicamente praticabile (la procedura di spegnimento richiede settimane di tempo, con la quasi completa distruzione degli stessi impianti) ed in contraddizione con un'altra disposizione del giudice che prospetta la riapertura degli impianti, quando le condizioni di salubrità degli impianti, siano state soddisfatte.
 Da, oggi 28 Luglio, gli operai ILVA sono entrati regolarmente in azienda. (LeoDelG).

Manifestazione operai ILVA (27 Luglio) Foto GazzMezz

(Abstract dalla GazzMezz del 28 Luglio)La "voce" degli "occupanti (27 Luglio 2012)TARANTO – Facce scavate e sguardi ruvidi. [omissis]; la paura può generare reazioni incontrollate. Tra il rischio di contrarre il cancro e lo stipendio fisso non hanno dubbi. “Se l’alternativa – sussurra uno dei lavoratori – deve essere ammalarci di tumore tra 20 anni o morire di fame tra un mese scelgo la prima strada. Intanto dobbiamo fare la spesa al supermercato e dare da mangiare alle nostre famiglie, poi si vedrà”.
Indossano elmetti e tute da lavoro. Vogliono esorcizzare i cattivi pensieri. Ognuno ha una storia da raccontare. “Ho il mutuo e le bollette da pagare. Se l’Ilva chiude – protesta un altro operaio – per me non ci sarà futuro. Devo solo trovare un albero, la corda ce l’ho già: quella è l’unica soluzione”.
Sorridono in maniera nervosa, si confrontano con i sindacati e i toni si fanno duri. “Devono darci delle risposte. Non ce la facciamo più. Vogliamo tornare a lavorare”.
Si aggrappano alle bandiere e si confessano. Fianco a fianco. Come in una veglia di preghiera. “Abbiamo le nostre ragioni e i cittadini devono comprendere il nostro stato d’animo. Ci aspettiamo che le famiglie siano dalla nostra parte. Abbiamo una tremenda paura, non smetteremo di lottare fino a quando non ci daranno delle risposte giuste. E’ inammissibile chiudere la fabbrica”.
Le parole come le pietre. “Siamo in mezzo a una strada. Il lavoro – si sfoga uno dei manifestanti – non c'è nemmeno al nord. Per mangiare dovremmo uscire dall’Italia. Ma lo sanno che stanno giocando sulla nostra pelle?”.

Manifestanti ILVA  a Taranto (27 Luglio) Foto GazzMezz

Disperati. E pronti a tutto. “Sono disperato” confida un altro degli operai. “Ho due bambini piccoli e temo per il nostro futuro. Non so fino a quando riusciremo a stare qui in modo civile.  Se, come si dice, spegneranno gli impianti, ci sarà una vera guerra. Secondo me lo Stato dovrà cominciare a mandare i militari qui perchè faremo una rivoluzione”.

giovedì 26 luglio 2012

ILVA: le prime concitate ore dopo la notifica del sequestro

Protesta operai ILVA contro il  sequestro "dell'aria calda" (Foto GazzMezz)

26 Luglio 2012

Quello che era "nell'aria" si è puntualmente verificato.
Ecco (dale 14 di oggi 26 Luglio, fino alle ore 19)
il rincorrersi di concitate notizie
che segnano una svolta, per tanti versi drammatica, sopratutto per i risvolti sanitari e occupazionalio, per Taranto, Statte e per l'intera provincia. 


14.00 - (da il sole24 ore)Un dispaccio dell'ANSA informa che il gip Patrizia Todisco -- ha firmato il provvedimento di sequestro (senza facoltà d'uso) degli impianti dell'area a caldo dell'Ilva di Taranto e misure cautelari per alcuni indagati nell'inchiesta per disastro ambientale a carico dei vertici Ilva. I provvedimenti non sono stati ancora eseguiti.

14.17 - Oltre 2mila operai hanno lasciato il posto di lavoro e sono usciti all'esterno dello stabilimento Ilva avendo avuto sentore che possa essere ormai imminente la notifica del provvedimento di sequestro degli impianti da parte dei carabinieri. Gli operai sono pronti a marciare sulle statali Appia e 106, il corteo potrebbe anche spostarsi in città

14.42 - Circa 5mila lavoratori dell'Ilva di Taranto, usciti dallo stabilimento siderurgico dopo aver appreso dell'imminente notifica del sequestro degli impianti e della chiusura dell'area a caldo, si stanno dirigendo in corteo verso Taranto per raggiungere la Prefettura e probabilmente bloccare il ponte girevole. Lo si è appreso da fonti sindacali.

15.00 - Un assembramento di 4000 persone, operai dello stabilimento siderurgico Ilva, si è formato sulla Statale 7 Appia a Taranto, all'altezza della direzione aziendale, pronto a partire in corteo verso il centro della città per manifestare contro il ventilato sequestro degli impianti dato per imminente. Altre 3000 persone, dipendenti del 2° turno, sono attese a breve per dare inizio alla manifestazione.

15.24 - Il provvedimento di sequestro dell'Ilva sarebbe stato firmato dal Gip Patrizia Todisco, si attende la notifica che dovrebbe arrivare a ore. Intanto è esplosa la rabbia dei lavoratori che, come riferisce il segretario nazionale della Fim-Cisl, Marco Bentivogli, in «oltre 3mila stanno marciando in corteo verso la prefettura di Taranto. Questo stato d'animo è la risposta minima al solito circo delle caste che governano questo Paese, non risolvono i problemi e scaricano gli oneri di questo mancato governo, sulla pelle dei lavoratori. È singolare - aggiunge Bentivogli - che i provvedimenti della magistratura arrivino nel periodo di maggiori investimenti sui temi ambientali e proprio il giorno di sottoscrizione del protocollo d'intesa, presso il ministero dell'Ambiente, che prevede oltre 300 milioni di interventi per l'ambientalizzazzione dell'area. La Fim Cisl chiede un intervento immediato perché tra la notifica dei provvedimenti e la loro esecutività sia scongiurata l'avvio della sospensione della attività industriale».

15.54 - Il Gip di Taranto Patrizia Todisco ha firmato il provvedimento di sequestro senza facoltà d'uso dell'intera area a caldo dello stabilimento siderurgico Ilva. I sigilli sono previsti per i parchi minerali, le cokerie, l'area agglomerazione, l'area altiforni, le acciaierie e la gestione materiali ferrosi.

16.19 «La notifica di un provvedimento sia pure senza concessione dell'uso non significa automaticamente lo spegnimento della fabbrica» ha sottolineato il presidente della Puglia, Nichi Vendola in conferenza stampa a Roma, insieme con il ministro Corrado Clini, per la sottoscrizione del protocollo d'intesa per la bonifica e la riqualificazione della città di Taranto, dopo aver appreso la notizia, non ancora ufficiale, dell'imminente sequestro dell'area a caldo dello stabilimento Ilva.

16.36 «È evidente che la magistratura ha ritenuto che il ciclo produttivo, in particolare quello a caldo, è ancora sorgente di rischio». Lo afferma il ministro Corrado Clini alla fine della riunione sull'Ilva di Taranto. «Questo non vuol dire che l'impianto venga chiuso, non sono impianti che si spengono spingendo un bottone - dice Clini - ma avremo tempo anche rispetto a quello che deciderà il riesame». In ogni caso Clini precisa che i «danni causati dagli impianti non è detto che siano stati causati dagli impianti attuali».

17.08 Il governatore della Puglia Nichi Vendola "è rientrato in Puglia per seguire gli sviluppi della situazione venutasi a creare in queste ore a Taranto" per la vicenda Ilva. Annullato dunque l'impegno a partecipare a un dibattito alla Festa nazionale dei giovani del Pd, in corso a Pollica-Acciaroli, nel salernitano. Vendola in mattinata ha partecipato al vertice al ministero dell'Ambiente sulla bonifica dell'area industriale. Lo rende noto una nota di Sel

17.14 Circa ottomila lavoratori dell'Ilva usciti dallo stabilimento siderurgico dopo aver appreso dell'ordinanza di sequestro degli impianti dell'area a caldo hanno raggiunto la città di Taranto, dove stanno sfilando in corteo. I manifestanti sono entrati dalla città vecchia e attraversato il ponte girevole per raggiungere la prefettura. Una delegazione cercherà di incontrare il prefetto Claudio Sammartino. I sindacati non escludono un sit in sotto la sede del tribunale.

17.15 Secondo l'agenzia Tmnews, oltre ai cinque già iscritti nel registro degli indagati - tra cui già figuravano gli ex presidenti dell'Ilva Emilio e Nicola Riva e l'ex direttore Luigi Capogrosso - altri tre dirigenti risulterebbero ora indagati. Per gli otto sarebbero stati disposti gli arresti domiciliari.

Emilio Riva

19.00 (da CorGiorno)
Sono stati tutti notificati  i clamorosi provvedimenti giudiziari firmati nell’ambito dell’inchiesta sul presunto disastro ambientale provocato dall‘Ilva di Taranto. Oltre al sequestro senza facoltà d’uso degli impianti dell’area a caldo dello stabilimento (i sigilli sarebbero stati apposti ai parchi minerali,  alle cokerie, all’area agglomerazione e all’area altiforni), il gip del Tribunale ionico dott.ssa Patrizia Todisco ha firmato anche otto misure di custodia cautelare per dirigenti (attuali ed ex) dell’azienda. Tutti gli inquisiti sono stati posti agli arresti domiciliari. Fra i destinatari delle ordinanze figurano Emilio Riva, presidente dell’Ilva Spa fino al maggio 2010, il figlio Nicola,  l’ex direttore dello stabilimento di Taranto, Luigi Capogrosso (anch’egli aveva lasciato l’incarico quindici giorni orsono), il dirigente capo dell’area del reparto cokerie, Ivan Di Maggio, ed il responsabile dell’area agglomerato, Angelo Cavallo. Le accuse, contestate a vario titolo dal procuratore dott. Francesco Sebastio e dal suo aggiunto dott. Pietro Argentino, vanno dal  disastro ambientale colposo e doloso all’avvelenamento di sostanze alimentari, dall’omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro al danneggiamento aggravato di beni pubblici, getto e sversamento di sostanze pericolose. Intanto, nel primo pomeriggio circa settemila operai dello stabilimento hanno  lasciato il posto di lavoro per dirigersi in corteo verso la Prefettura. Da segnalare che dalle 19 un gruppo di lavoratori della fabbrica ha nuovamente bloccato l’accesso al Ponte girevole. Adesso, dopo l’esecuzione dei provvedimenti cautelari, si è in attesa delle contromosse da parte dell’azienda. Non è escluso che nella giornata di domani possano esserci delle novità.

mercoledì 25 luglio 2012

Gli operai Ilva occupano le S.S. 106 e 7

Operai ILVA ocuupano la S.S. 7 e 106 (foto Corgiorno)

(25 Luglio 2012)
Continuano a ricorrersi notizie e smentite sulla decisione (che ormai viene data per imminente), della procura di Taranto, circa il blocco "dell'aria a caldo" dell'ILVA.


Questa mattina, (25 Luglio), notizie incontrollate, circolate nello stabilimento, riferivano di una "notifica" della stessa magistratura, già avvenuta, che imponeva la chiusura della stessa aria a caldo. La notizia veniva poi smentita. Ma un nutrito gruppo di operai (si parla di 5000), ha occupato per circa due ore la statle 106 e la statale 7.

Intanto, domani 26 Luglio ci sarà un incontro a Roma col governo, a cui parteciperanno, rappresentanti delle istituzioni locali. Si prevedono, presenze contemporanee di rappresentanti delle associazioni ecologiche locali ( che premono per una chiusura, per ragioni sanitarie dello stabilimento) e di rappresentanti dei lavoratori che lottano per il loro posto di lavoro. Si spera che le varie manifestazioni si svolgano in modo pacifico. (L.DelG)


(Da corgiorno del 25 Luglio 2012)L’esasperazione dei lavoratori dell’Ilva è esplosa questa mattina quando, dopo un’assemblea all’interno dello stabilimento, gli operai hanno deciso di uscire all’esterno e occupare la statale 100 all’altezza dell’ingresso della direzione dello stabilimento siderurgico.
Un’azione che segue quella di ieri quando gli operai hanno organizzato un sit-in, sempre davanti alla direzione Ilva, insieme ai segretari di Fim, Fiom e Uilm.

“Non può una sentenza della Magistratura, qualunque sia il dispositivo che la caratterizzerà, porre rimedio ai tanti vuoti, non colmati nel tempo, anche per responsabilità delle istituzioni locali e nazionali”.
Lo ha dichiarato Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm, intervenendo sulla delicata situazione dello stabilimento siderurgico di Taranto.

martedì 24 luglio 2012

ILVA: In città Voci sul sequestro (e arriva più "Forza Pubblica")


(Abstract da CorGiorno del 24 Luglio 2012)
TARANTO -
E’ agli sgoccioli, l’attesa per la decisione del giudice Patrizia Todisco sulle richieste avanzate dalla procura, ed impazzano voci, su un probabile provvedimento cautelare che comporti la chiusura degli impianti dell’area a caldo dello stabilimento.

Un eventuale provvedimento cautelare,  comporterebbe problematiche gravissime dal punto di vista occupazionale.

A rischio ci sono cinquemila posti di lavoro dell’area a caldo, ma più di qualcuno ribadisce che in realtà è in gioco la sopravvivenza dell’intero stabilimento.
Una ipotesi che terrorizza gli 11.634 dipendenti diretti che il gruppo Riva ha a Taranto, ma anche le migliaia di lavoratori che campano grazie all’indotto.

L’inchiesta sull’Ilva riserva un profilo primario dal punto di vista dell’ordine pubblico.
Stando a quanto si è appreso, dal Viminale è stato disposto l’arrivo di rinforzi per garantire l’ordine pubblico.  E i lavoratori sono già pronti ad organizzarsi a migliaia per bloccare le strade.
Un’esasperazione comprensibile per chi teme di veder sfumare il lavoro intorno al quale si è costruito un progetto di vita.

sabato 21 luglio 2012

ILVA. Tra magistratura, e ambientalisti: chi ci capisce è bravo!!


In questi giorni il problema dell'ILVA (a rischio chiusura ad opera della magistratura), divide l'opinione pubblica di Taranto e provincia in almeno tre "fazioni". I problemi, le prospettive e le soluzioni non sono semplici e, queste "divisioni",  non aiutano a trovare una via di uscita né a far comprendere all'opinione pubblica la reale situazione. Così, cerchiamo di semplificare:


Rischio chiusura dell'ILVA, ad opera della magistratura.Come si sa, la magistratura aveva disposto, tempo fa, diverse perizie (ora concluse) per accertare i livelli attuali di inquinamento, (polveri sottili, benzo(a)pirene, diossina), la "fonte" di questi inquinanti, i pericoli per la salute presenti, passati e futuri di questi valori, se le loro "origini temporali" erano anche da attribuirsi alla gestione ILVA,  se ci fosse una causa - effetto con l'aumento di malattie, decessi etc da attribuirsi "inequivocabilmente" a queste cause e, se la situazione produttiva, fosse compatibile con la salvaguardia della salute umana.
La risposta dei periti, sembra sia stata chiara, tanto che i giudici di Taranto, ritengono la situazione tanto grave, da non escludere una "chiusura totale" dell'aria a caldo e si attende una loro decisione da un giorno all'altro.


I "Politici" sia pure tardivamente corrono ai ripari con la legge regionale "Salva Taranto"Diciamo subito, che questa legge, contiene tanta "buona volontà", ma sul piano operativo non risolve nell'immediato (e neppure nel breve termine) i problemi dell'inquinamento.

Molto strani alcuni punti, come quello di ridurre la produzione nei giorni di vento (di maestrale) e di ridurre la "movimentazione" di minerali, prevedendone col tempo un'altra "localizzazione" e  (col tempo) prevederne la "copertura". Fumoso l'articolo che riguarda la tutela della salute, sentite:

"Quando la valutazione evidenzi criticità, gli stabilimenti industriali  dovranno ridurre le emissioni in atmosfera degli inquinanti per i quali il rapporto ha evidenziato criticità. La riduzione sarà determinata in proporzione al danno accertato rispetto al valore medio calcolato sui dati disponibili dei precedenti cinque anni." (Più burocraticese e vago di così!!) L'esecuzione del piano di riduzione avverrà a spese dei soggetti gestori e, in caso di mancato conseguimento degli obiettivi fissati si può arrivare, dopo diffida, (campa cavallo) anche alla sospensione dell'esercizio dell'impianto.

C'è solo da aggiungere che, dopo l'approvazione della legge, si sono avuti incontri con le massime istituzioni a Roma, compreso il ministro Clini, che ha messo a disposizione per il disinquinamento, circa 150 milioni (oltre a 100 milioni) stanziati dalla regione.
(Da notare che per un serio e totale disinquinamento di tutta l'area, gli esperti hanno preventivato la somma di circa 5 MILIARDI)



 

La posizione dei politici e sindacati.

"Si devono tentare tutte le soluzioni per risolvere questi problemi, mentre la chiusura dell'ILVA è assolutamente da escludere"; per loro, i magistrati che stanno per decidere del futuro dell'ILVA prendano atto della nuova legge regionale per valutare con più realismo  il problema, tenendo conto che sono in gioco il lavoro di migliaia di famiglie".

La posizione degli ambientalisti:

Si tratta, di giovani che amano la loro città, lottano per il loro futuro e per quello dei loro figli. Ragazzi coraggiosi ed entusiasti; per la gran parte degli ambientalisti, l'unica via di uscita, per salvaguardare la salute dei cittadini è la chiusura "immediata" dello stabilimento ILVA.
Forse sarebbe più giudizioso, preparare un serio piano industriale che metta in condizione di dismettere "gradualmente" l'aria calda, coinvolgendo i lavoratori e la cittadinanza.
Una battuta amara potrebbe essere: "quale salute con lo stomaco vuoto?"

ConclusioniC'è solo di augurarsi che la magistratura (anche con qualche forzatura) tenga conto di questa (sia pur nebbiosa) legge, affinché non si prendano decisioni, che per l'attuale congiuntura, sarebbero, drammatiche e tragiche.




Incendio a Statte il 17 Luglio, in contrada Sabatini





Incendio di un deposito di auto a Statte, in contrada Sabatini
(presso la statale Taranto Martina Franca)


Un vasto incendio si è sviluppato a Statte, (il 17 Luglio 2012) in contrada Sabatini.
Le fiamme hanno inizialmente interessato sterpaglie e macchia mediterranea, ma poi hanno raggiunto un autodemolizione distruggendo oltre un centinaio di auto da rottamare e diversi autocarri.

Le fiamme poi hanno coinvolto pneumatici e lattine di vernici, facendo alzare una colonna di fumo visibile a diversi chilometri di distanza.

Sul posto, infatti, sono intervenuti anche i tecnici dell’Arpa per accertare la natura delle emissioni.

Sul posto sono state inviate pattuglie di Polizia, Carabinieri e Vigili Urbani per regolare il traffico interrotto nelle strade limitrofe alla zona dell’incendio.

Necessario anche l’intervento di un elicottero della protezione civile per effettuare lanci di acqua e agevolare le operazioni di spegnimento. In entrambi gli interventi, fortunatamente, non si sono registrati feriti.

Il territorio di Statte, specie nella bella stagione, è molto vulnerabile agli incendi.
Non bastano i volontari della protezione civile per ridurre questo costante rischio. Probabilmente l'azione di prevenzione dovrebbe essere più incisiva, obbligando i proprietari dei terreni, specie delle zone periferiche ad eliminare sterpaglie ed erba secca specie in corrispondenza delle strade.
Come "segnalatori", si potrebbero impiegare gli stessi volontari della protezione civile per il territorio extra urbano, mentre per quello urbano, ci si potrebbe avvalere delle segnalazioni dei dipendenti della società addetta alla raccolta differenziata, i quali dovrebbero segnalare anche i terreni colmi di rifiuti. A questo riguardo e, a titolo di esempio, si segnala lo stato del terreno prospicente la chiesa "Sacro Cuore" che, pur pulito dalle sterpaglie, risulta "depositario" di bottiglie, vetri, buste di plastica, che mal si conciliano col necessario decoro del luogo. Non bastano i risultati (molto apprezzabili) ottenuti con la raccolta differenziata. Un paese, che lotta costantemente per l'ambiente, ha bisogno di essere e apparire PULITO.

 

 

venerdì 20 luglio 2012

L'ex discarica di Santa Teresa sarà il polmone verde di Statte e Taranto


Come è noto, la discarica di Santa Teresa, ha rappresentato per decenni un autentico "schiaffo" all'ambiente del territorio di Statte e alla dignità dei suoi abitanti, perpetrati negli anni pre-autonomia, dal comune capoluogo, che usava la stupenda gravina di Mazzaracchio come discarica principale.
Negli primi anni che seguirono la conquista dell'autonomia, gli amministratori della "nuova Statte", riuscirono ad ottenere i necessari finanziamenti, per "liberare" la gravina dal suo "contenuto". (Anche se, tali interventi non riuscirono a ridare completamente al sito il suo naturale fascino). Ora, l'iniziativa del comine di Statte, di bandire una gara per l'utilizzo di questo sito, come "polmone verde" da integrare con altre attività imprenditoriali. (Leo.DelG)


(abstract .. intervista di Maristella Bagiolini 17 Luglio 2102) 
"La discarica Santa Teresa, dopo la sua bonifica e la recinzione, illuminazione interna ed esterna, impianto di irrigazione e antincendio, è pronto a rinascere nel segno dell’eco-sostenibilità e si candida a diventare uno dei polmoni verde della nostra provincia".

La buona notizia arriva dal Comune di Statte e in particolar modo dall’Assessorato all’Ecologia e Ambiente retto da Vincenzo Chiarelli.

"La scelta di realizzare lì una discarica era oltraggiosa – spiega l’assessore Chiarelli – specie se si tiene conto che l’area della Santa Teresa sorge in prossimità della Gravina di Mazzaracchio e in pieno Parco delle Gravine, e quindi in un contesto ambientale, naturalistico, storico e paesaggistico che merita tutela e rispetto".

Così il Comune di Statte, corre ai ripari pubblicando in questi giorni un disciplinare di gara per l’affidamento in concessione della gestione di quell’area ora completamente bonificata e attrezzata all’uso pubblico

"L’amministrazione comunale sostiene la gestione della struttura attraverso la disponibilità di utilizzo dei locali presenti nel sito – spiega ancora Chiarellicosì come l’arredo dei locali e la fornitura di energia elettrica. Gli oneri di manutenzione e pulizia ordinaria e straordinaria dei locali e del verde – chiarisce ancora il responsabile dell’assessorato – saranno invece a carico del soggetto concessionario.

Cosa potrebbe nascere all’interno di quella che fu un’ex discarica?

Ci aspettiamo una risposta soprattutto da parte di associazioni o imprese private che intendano utilizzare queste aree per attività compatibili con la caratteristica naturalistica del sito – dice Vincenzo Chiarelli – avremo ottenuto così un doppio risultato: contribuire alla nascita di nuove attività e aver preservato un sito di grande interesse anche dalla piaga del vandalismo e degli incendi dolosi che come ogni anno si ripresentano minacciosamente sul nostro territorio.

mercoledì 11 luglio 2012

Sfiorata una tragedia sulla TA-Statte, per un grosso tubo ILVA finito sulla careggiata

10 Luglio 20123

TARANTO - Un grosso tubo (12 m di lunghezza e 50cm di diametro e pesante diversi quintali)  trasportato da un carrello elevatore all'interno della recinzione dello stabilimento Ilva di Taranto è scivolato lateralmente durante il deposito cadendo sulla recinzione metallica, abbattendola e investendo due auto in transito ( una 600 e un furgoncino Fiat Doblò) sulla strada esterna di collegamento Taranto-Statte. 




Gli automobilisti si sono visti piombare all’improvviso il tubo e purtroppo non sono riusciti ad evitarlo. La piccola auto utilitaria è stata praticamente distrutta risparmiando miracolosamente la conducente, ovvero il grosso tubo ha sfondato il tetto proprio sulla parte anteriore del passeggero. Il gravissimo incidente è avvenuto ieri (10 Luglio) alle ore 16 circa.

È scattato immediatamente l’allarme e sul posto è giunta una squadra dei vigili del fuoco che ha estratto le vittime dalle lamiere dei veicoli. I sanitari del 118 intervenuti sul luogo hanno subito trasportato all’ospedale “SS. Annunziata” i due conducenti.

Al termine degli accertamenti medici, la donna che viaggiava a bordo della 600 ha riportato diverse contusioni ed è stata ricoverata nel nosocomio locale in osservazione mentre il conducente del furgone è rimasto illeso.

Sul posto sono intervenuti agenti del reparto mobile e la sezione infortunistica della polizia municipale che hanno eseguito i rilievi del caso per comprendere la dinamica e la causa dell’incidente. Il traffico inevitabilmente è rimasto interrotto per diverso tempo, anche per rimuovere il grosso tubo.

La direzione dello stabilimento Ilva ha espresso in una nota stampa il rammarico per l’accaduto.

(estratto da TaOggi e "il Quotidiano" del 11 Luglio 2012)

sabato 7 luglio 2012

La provincia "apre" ai cassaintegrati, anche stattesi, del porto.


Premessa.
Come è noto, il piano di ammodernamento del "molo polisettoriale" (del porto, per intenderci) e, con fondi già disponibili, prevede l'impiego di nuove attrezzature e gru di nuova generazione. Queste nuove "attrezzature" richiederanno mano d'opera, appositamente preparata. L'ente "provincia", finanzierà questa "preparazione", utilizzando circa 574 unità lavorative (tra cui numerosi stattesi), ora o in cassa integrazione o in mobilità, allontanando lo spettro della perdita del posto di lavoro.


(Abstract da Corgiorno del 7 Luglio 2012 a firma Francesco Tanzarella)
[omissis] Ieri, nella sede di Taranto Container Terminal, l’assessore provinciale al Lavoro Luciano De Gregorio ha presentato la delibera di Giunta con la quale l’ente di via Anfiteatro ha destinato più di 300mila euro alle attività di riqualificazione e formazione continua dei lavoratori in mobilità e in cig. Con questo trasferimento la dotazione complessiva del fondo sale a poco meno di 700mila.
"Una scelta fatta con la collaborazione di sindacati, Autorità Portuale e Italia Lavoro, ha spiegato De Gregorio, superando momenti di difficoltà come quello della dichiarazione degli esuberi o il rischio licenziamenti."


Il riferimento è al lavoro svolto per salvare i 500 dipendenti della Tct (Taranto Container Terminal) ora in cassa integrazione per due anni: «Per loro abbiamo previsto un percorso di formazione continua – ha spiegato De Gregorio – che li accompagnerà per tutta la durata della "cassa integrazione", mettendoli nelle condizioni di poter utilizzare le gru di nuova generazione previste nel piano di ammodernamento del molo polisettoriale».

Dal licenziamento ad una nuova prospettiva, dunque.
Un’opportunità che Provincia e sindacati hanno voluto offrire anche ai lavoratori della Delta Uno, (impresa che si occupa di lavori portuali), messi ancor peggio rispetto ai colleghi di Tct perchè in mobilità.

Nella delibera la Provincia ha allargato la platea dei destinatari delle misure anche a questo tipo di lavoratori, con un rapporto di dipendenza ormai cessato quindi, pensando ad un percorso di riqualificazione utile per ricolocarli in altre attività.

Forti di un accordo sottoscritto a marzo, infatti, Provincia e sindacati hanno “blindato” il destino dei 74 legandolo agli imminenti lavori di ampliamento del porto: «Le aziende chiamate a realizzare le opere infrastrutturali – ha aggiunto De Gregorio – dovranno attingere dal bacino della Delta Uno».

 La Provincia, così, ha chiuso due partite importanti. Come detto dal segretario generale dell’Autorità Portuale Francesco Benincasa, però, si tratta di un punto di partenza e non di arrivo.


giovedì 5 luglio 2012

Un acquisto prestigioso del Real Statte: Brenda Moroni dalla Lazio

Il nuovo acquisto del Real Statte, Brenda Moroni dalla Lazio
come la vedremo la prossima stagione agonistica

(L’ADDETTO STAMPA DEL REAL STATTE FRANCESCO FRIULI)
 

REAL STATTE INIZIA IL MERCATO

IN ROSSOBLU ARRIVA DALLA LAZIO LA LATERALE BRENDA MORONI

Parte col botto la campagna acquisti del Real Statte per la stagione 2012/2013. È Brenda Moroni il primo tassello per la nuova annata sportiva della formazione guidata da Tony Marzella. La laterale, all’occorrenza anche pivot avanzato, arriva dalla Lazio con la formula del trasferimento a titolo definitivo.

La giocatrice, classe 1990, è entusiasta della conclusione della trattativa e pronta per la nuova avventura. “Non vedo l’ora di iniziare a giocare con lo Statte, una cittadina dove si respira aria di futsal grazie alla passione di tutti, a partire dalla società passando per le ragazze senza dimenticare i fantastici tifosi”.

Brenda ringrazia tutti e due i sodalizi per aver soddisfatto quella che era la sua volontà.
 “Con la Lazio ho vissuto anni bellissimi di crescita umana e professionale. Il mio più sincero grazie va a Monica Caprini, prima compagna di squadra e poi dirigente biancoceleste, alle ragazze, agli ex tecnici Trombetta e Spogani senza dimenticare alcune compagne con le quali c’è un’amicizia anche fuori dal campo come Coviello, Mazzuccato, Fiore, Frilicca e Verrelli. Altrettanto voglio subito ringraziare mister Tony Marzella, per me uno di quei tecnici che rappresentano il top nel futsal visti i successi e i risultati raggiunti in questi 15 anni, e il Direttore Generale, Giuseppe D’Onghia, oltre a Daiana Bianco con la quale mi lega un’amicizia anche fuori dal campo. Mi hanno fatto capire da subito col loro entusiasmo la voglia di volermi portare a Statte e sono stata contagiata in maniera stupenda da parte loro. Poi, toccando un po’ per mano l’ambiente è stato tutto un escalation di emozioni e sensazioni che voglio ripagare sul campo”.


Quando si parla di aria di futsal il riferimento è rivolto a quanto fatto dallo Statte in questi anni.

“Il Real è una squadra importante che scritto la storia del futsal femminile italiano e il merito è di mister Marzella, della società e di tutte le ragazze che vogliono fortemente raggiungere obiettivi alti. Lo spirito di gruppo e la grande dedizione e passione fa’ in modo che si possono superare ostacoli all’apparenza insormontabili. Questa squadra passano gli anni ma resta sempre ai vertici del futsal grazie, ripeto, all’entusiasmo e alla forza del gruppo. Anche nella stagione passata hanno confermato i grandi risultati al primo anno dell’istituzione della Serie A. Magari non è arrivato il sigillo finale dello scudetto ma sarà una molla per migliorarsi in futuro”.

 In conclusione, l’obiettivo di Moroni e il suo messaggio ai tifosi.

“Prima di venire a Statte io, fan di Ligabue, mi sono ritrovata in una frase di Vasco. ‘T’Immagini la faccia che farebbero’ rappresenta proprio me stessa e da qui che voglio lanciare anche un messaggio a tutto l’ambiente Real. Vengo in rossoblu per vincere e per divertirmi, entrare a far parte di un gruppo fantastico e mettermi a disposizione del mister. Tutti insieme uniti possiamo raggiungere grandissimi risultati e toglierci tantissime soddisfazioni”.