(foto Gazzetta del Mezzogiorno) |
ILVA: Si cerca di uscire dalle ambiguità !! Fin ora, la frase "senza facoltà d'uso", (decise dal gip Todisco e confermate dal tribunale del riesame) è stata sempre interpretata in modo opposto; per Ferrante significava continuare a produrre quasi normalmente, per permettere le "operazioni di disinquinamento", mentre per altri era chiaro "la totale chiusura".
Con una direttiva odierna (14 Settembre), consegnata (per ora) ai soli custodi tecnici, il procuratore Sebastio ribadisce che gli impianti, mentre producono, inquinano e che quindi per iniziare la fase di bonifica e risanamento occorre mettere gli impianti al minimo.
(Gazzetta del Mezzogiorno 13 Settembre 2012)
La procura all'Ilva: "produrre inquina,
la produzione minimo"
TARANTO - Dalla prossima settimana l’Ilva di Taranto dovrà rallentare la produzione per consentire l'adeguamento degli impianti posti sotto sequestro il 26 luglio scorso perchè inquinanti. E’ quanto si evince da una direttiva che la Procura di Taranto ha consegnato ai custodi giudiziari degli impianti sequestrati.
La direttiva della procura è stata per ora consegnata ai tre custodi 'tecnicì.
L’atto verrà a breve consegnato anche al presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, anche lui custode giudiziario.
Il Procuratore Franco Sebastio |
Nella direttiva si ricorda che il sequestro degli impianti dell’aria a caldo del siderurgico è senza facoltà d’uso, che gli impianti non possono essere utilizzati a fini produttivi, così come già indicato nel decreto di sequestro confermato dal Tribunale del Riesame, pur dovendo salvaguardare gli stessi impianti.
Secondo la Procura, non sarebbe possibile adeguare gli impianti dal punto di vista ambientale e contemporaneamente produrre acciaio in quanto gli stessi impianti inquinano.
ILVA, I PM FANNO SUL SERIO DA LUNEDÌ FERMI I PRIMI IMPIANTIIl ministero dell’Ambiente sarà parte civile contro l’azienda
( Francesco Casula, "Il Fatto Quotidiano", 15 set. 2012)
Taranto. Un sollecito ai custodi per“dare immediata e rapida attuazione alle disposizioni del provvedimento di sequestro”. La Procura di Taranto preme sull’acceleratore e impone ai tecnici Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrument di dare il via alle operazioni per eliminare le emissioni inquinanti dell’Ilva di Taranto.
( Francesco Casula, "Il Fatto Quotidiano", 15 set. 2012)
Taranto. Un sollecito ai custodi per“dare immediata e rapida attuazione alle disposizioni del provvedimento di sequestro”. La Procura di Taranto preme sull’acceleratore e impone ai tecnici Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrument di dare il via alle operazioni per eliminare le emissioni inquinanti dell’Ilva di Taranto.
Operazioni che a partire da lunedì potrebbero tradursi in una produzione dimezzata. Un primo passo per arrivare, (salvaguardando la sicurezza degli impianti), gradualmente al fermo totale come disposto dal gip Patrizia Todisco e confermato poi dal tribunale del Riesame.
Una disposizione che nel concreto potrebbe diventare, insomma, uno stop per alcuni impianti.
Da lunedì potrebbero infatti cominciare le operazioni di spegnimento di una parte dei dispositivi che ancora operano all’interno dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico di proprietà del Gruppo Riva. LA DIRETTIVA della Procura di Taranto arriva al termine dell’ennesima riunionetra i custodi amministratori e il pool di magistrati formato dal procuratore Franco Sebastio, dall’aggiunto Pietro Argentino e dai sostituti Giovanna Cannarile e Mariano Buccoliero.
Toccherà ora ai tre tecnici stabilire quali impianti dovranno essere fermati e soprattutto stabilire le modalità di spegnimento che richiederanno, vista la complessità delle strutture, diverse settimane per arrivare al fermo totale.
La direttiva della procura arriva a qualche giorno di distanza dalla presentazione delle proposte formulate dall’azienda e ritenute inefficaci dai magistrati tarantini. NELLE TRE PAGINE presentate dal presidente dell’Ilva e quarto amministratore giudiziario dell’azienda, infatti, vi sarebbero le proposte di intervento immediato sull’altoforno 1, le cokerie, il reparto Agglomerato, l’acciaieria 1 e il reparto gestioni materiali ferrosi. Nessuna proposta nuova invece sul parco minerali, principale fonte di emissioni non convogliate.
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