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giovedì 13 settembre 2012

ILVA: Oggi 13/9 Ferrante incontra Riva

Emilio Riva (ancora agli arresti domiciliari)


"Un piano di risanamento, a quanto pare, sarà presentato domani al ministro Clini e immediatamente dopo al gip Patrizia Todisco, in quanto l’azienda avrebbe comunque in animo di chiedere, a fronte dell’annuncio di investimenti per attenuare le emissioni inquinanti, la possibilità di utilizzare gli impianti per produrre, facoltà ora vietata dal provvedimento confermato anche dal tribunale del riesame, anche se in effetti la produzione non è mai cessata del tutto ed anzi sarebbe attestata, secondo fonti aziendali, a poco meno del 70% delle potenzialità."
 

(Gazzetta del Mezz del 13 Settembre 2012)

Ilva, giorno fondamentale
Ferrante incontrerà Riva
di Mimmo Mazza
TARANTO - Una proposta articolata, credibile, sostenibile, ambientalmente e giuridicamente. È quella che la Procura e i custodi giudiziari nominati dal gip Patrizia Todisco si aspettano dal gruppo Riva dopo il sequestro preventivo dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico dell’Ilva. Il piano sarà al centro di un incontro che oggi il presidente dell’Ilva (e custode giudiziario) Bruno Ferrante terrà a Milano con gli avvocati e i consulenti, dopo che lo stesso Ferrante avrà avuto un colloquio con il patron Emilio Riva, agli arresti domiciliari dallo scorso 26 luglio, incontro autorizzato sabato scorso dal gup Pompeo Carriere. Il piano, a quanto pare, sarà presentato domani al ministro Clini e immediatamente dopo al gip Patrizia Todisco, in quanto l’azienda avrebbe comunque in animo di chiedere, a fronte dell’annuncio di investimenti per attenuare le emissioni inquinanti, la possibilità di utilizzare gli impianti per produrre, facoltà ora vietata dal provvedimento confermato anche dal tribunale del riesame, anche se in effetti la produzione non è mai cessata del tutto ed anzi sarebbe attestata, secondo fonti aziendali, a poco meno del 70% delle potenzialità.

Le custodi Barbara Valenzano e Emanuela Laterza ieri mattina hanno incontrato per quasi due ore il procuratore capo Franco Sebastio, l’aggiunto Pietro Argentino e il sostituto Giovanna Cannarile per fare il punto sull’esecuzione del provvedimento di sequestro. Alcuni punti fermi sono stati già messi, a partire dalla disposizione con la quale sarà ridotta l’altezza dei cumuli dei parchi minerali tramite il rallentamento dell’approvvigionamento di materie prime, ma i custodi contano di consegnare alla Procura un cronoprogramma completo entro la prossima settimana, da confrontare peraltro con quella che sarà la proposta dell’azienda, in maniera tale da indicare la strada perseguibile per ottenere l’obiettivo primario, ovvero l’eliminazione delle situazioni di pericolo per gli operai dell’Ilva e per quanti abitano nelle vicinanze dello stabilimento siderurgico.

Ieri mattina, inoltre, sempre in Procura si è svolto un vertice tra i magistrati e gli ufficiali della Guardia di Finanza per fare il punto sui diversi tronconi dell’indagine denominata «Ambiente venduto», parallela a quella per disastro ambientale che conta allo stato 8 indagati, tre dei quali (Luigi Capogrosso, Emilio e Nicola Riva) agli arresti domiciliari. Per corruzione in atti giudiziari sono indagati Fabio Riva, Luigi Capogrosso, Girolamo Archinà e Lorenzo Liberti, fascicolo di inchiesta unificato a quello per disastro ambientale. Poi ci sono una ventina di indagati tra amministratori pubblici, funzionari, sindacalisti e imprenditori, la cui posizione è al vaglio degli inquirenti che stanno valutando come e in che maniera procedere nei confronti dei presunti responsabili di reati molto gravi contro la pubblica amministrazione.

L’inchiesta principale, quella sul disastro ambientale, dovrebbe essere chiusa entro la fine dell’anno, appuntamento al quale guardano quanti utilizzeranno poi la successiva udienza preliminare per cercare di costituirsi parte civile. Non mancano, nel frattempo, iniziative di vario tipo, dai comitati che costituiscono pool di legali per raccogliere le denunce dei singoli cittadini a associazioni più o meno attive in città che depositano richieste al momento inammissibili, come quello del sequestro conservativo dei beni della famiglia Riva.

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