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venerdì 28 settembre 2012

ILVA. Secondo giorno di sciopero: QUASI UN FLOP (28 Sett)

 


 
In questa Pagina:
Il, quasi Flop dello sciopero di oggi 28 SettembreLa posizione della Fiom (contrario allo sciopero e in difesa della magistratura) e Fim e Uilm (favorevoli allo sciopero stesso). Le "accuse" dei lavoratori scioperanti Uilm, ai "colleghi" della Fim, accusati di non partecipare attivamente ai blocchi. La decisione di una manifestazione a Roma di Fim e Uilm. Il ruolo sempre crescente del "comitato dei cittadini liberi e pensanti", (comitato del "tre ruote" di Cataldo Ranieri) a difesa della salute e a sostegno della magistratura.  Infine, il "duello" tra Ferrante e gli altri tre custodi giudiziari.



di Stefano Boccardi (Abstract Gazzetta del Mezzogiorno 28 Settembre 2012)
Taranto. Torna a farsi duro scontro tra le diverse anime che da mesi si dimenano intorno al destino del più imponente siderurgico d’Europa e delle ventimila persone che, in un modo o nell’altro, vi lavorano all’interno.
Uno scontro che si fa sempre più feroce soprattutto tra i lavoratori e ancor di più tra i loro (diversi) rappresentanti.


Così, da un lato, i lavoratori della e i rappresentanti di Fim Cisl e Uilm Uil e, dall’altro, quelli della Fiom Cgil.
I primi, convinti che sia sacrosanto scioperare e sono tornati per strada a bloccare il traffico sulle principali arterie, la statale 100 per Bari e la 106 Jonica per Reggio Calabria.I secondi convinti dell’esatto contrario e che cioè che, in questa fase, e soprattutto all’indomani della decisione del gip, astenersi dal lavoro ha un solo significato: contrastare l’azione della magistratura).

Come se non bastasse, i rapporti tra Fim Cisl e Uilm Uil non sembrano tra i più idilliaci. Infatti gli operai iscritti alla Uilm Uil facevano notare al loro rappresentante provinciale Antonio Talò, le numerose assenze dei loro colleghi della Fim Cisl ai "posti di blocco".

(Notizie dell'ultima ora, informano che è stata anticipata la fine dei blocchi stradali, che dovevano protarsi fino alle ore 7 di domani 29. Questa decisione è stata presa oggi pomeriggio 28 dopo un incontro col prefetto il quale pare abbia messo a conoscenza i lavoratori, circa i contenuti dell'AIA che escluderebbe il "blocco della produzione")

Per smorzare queste polemiche e recuperare una unità di azione, sia lo stesso Antonio Talò (Uilm Uil) che Mimmo Panarelli (della Fim Cisl) hanno deciso di organizzare una manifestazione a Roma per lunedì prossimo.
Intanto, il segretario provinciale della Fiom, Donato Stefanelli, continua a dire che «l’Ilva e Ferrante continuano a prenderci in giro e a non tirare fuori dai cassetti il loro vero piano di risanamento, che pure hanno evidentemente elaborato»,
Intanto, il portavoce dei «liberi e pensanti», Aldo Ranieri, anche lui operaio Ilva, ieri aveva dato il via (continuando anche oggi) ad un’altra clamorosa iniziativa: il «Comitato» si è trasferito a piedi sulla via per Statte, dove si trova la portineria C dell’Ilva, uno dei numerosi varchi dai quali entrano ed escono le merci. Risultato: Il traffico dei mezzi pesanti è rimasto interrotto per diverse ore. E alla fine Ranieri ha potuto affermare orgogliosamente che «sono questi gli unici blocchi che fanno davvero male all’azienda».


Intanto, gli aderenti allo stesso comitato di «Cittadini e Lavoratori liberi e pensanti» hanno sospeso il presidio davanti alla portineria C dell'Ilva che aveva impedito per diverse ore l'ingresso e l'uscita di mezzi dallo stabilimento. Lo rendono noto i promotori del Comitato che annunciano altre assemblee nei pressi delle portinerie, ma smentiscono «le informazioni riguardanti la presenza a scioperi indetti da sindacati» e precisano che non parteciperanno «mai ad alcun blocco a discapito della città».
Secondo il comitato, (di cui fanno parte i contestatori che il 2 agosto scorso bloccarono a bordo di un Apecar il comizio sindacale di Camusso, Bonanni e Angeletti), «gli operai non devono bloccare la città ma devono bloccare l'azienda e la produzione».
Il comitato fa presente in una nota che «la presenza di cittadini, ora più che mai, è necessaria per sostenere gli operai in questa lotta."
Che dire: un autentico «sorpasso» sindacale in chiave, se volete, spontaneistica, ma decisamente efficace. Sicuramente capace di costringere alla riflessione per tutto il pomeriggio i vertici di Fim e Uilm, peraltro a lungo riuniti in azienda con il capo del personale Enrico Martino.

Infine da notare che anche dentro la fabbrica continua la protesta di gruppi di operai issati sulla torre di smistamento dell'altoforno 5, sulla passerella del camino E312 dell'area Agglomerato e, da ieri, sulla torre del gasometro.


Duello tra Ferrante e i custodi giudiziari

  Mimmo Mazza (Abstract)
TARANTO - È un duello senza esclusione di colpi quello che ormai da giorni si consuma tra i tre ingegneri nominati dal gip Patrizia Todisco (Barbara Valenzano, Emanuela Laterza, Claudio Lofrumento) quali custodi dell’area a caldo e il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante, designato quale custode giudiziario dal tribunale del riesame. Il collegio dei custodi - formato dai tre ingegneri e appunto Bruno Ferrante - non dialoga, non lavora insieme e anzi ormai da giorni comunica solo per iscritto.
Nelle ultime disposizioni, i custodi tecnici hanno invitato Ferrante a provvedere alla definizione di un piano operativo di gestione del personale degli impianti destinati ad essere chiusi per avviare le operazioni di bonifica e rifacimento, un invito che il presidente dell’Ilva non ha accolto, contestandolo. «Non credo - ha scritto Ferrante - che i custodi tecnici abbiano la responsabilità di invitare il custode responsabile a provvedere alla definizione di un piano operativo di gestione del personale. Sono semmai da discutere collegialmente le disposizioni tecniche in modo da armonizzarle con quelle relative al personale. Non mi pare neppure corretto che i custodi-tecnici indichino al custode-amministratore le modalità di gestione del personale (come quando si invita a prevedere "azioni mirate alla formazione e alla riconversione del personale"....), a seguito in particolare della procedura di fermata dell’altoforno 1.

Tali indicazioni dovrebbero tutt'al più provenire dall'autorità che vigila sull'esecuzione dei provvedimenti del Tribunale del riesame, ma non certo da una parte dei custodi, che non hanno peraltro competenze specifiche nella materia».
I custodi lamentano in particolare che da tre giorni non possono accedere allo stabilimento mentre «il presidente effettua incontri sindacali, conferenze stampa e visite di cortesia». I custodi, infine, si soffermano anche sulle proteste estreme messe in atto dagli operai nelle ultime ore, accusando direttamente Ferrante. «Gli ultimi eventi di protesta determinatisi a seguito delle sue dichiarazioni stampa e comunicazioni alle organizzazioni sindacali, di cui i custodi tecnici non hanno neanche piena conoscenza, stanno mettendo in pericolo l’incolumità dei lavoratori e della popolazione (basti pensare all’ultimo accesso non controllato dei lavoratori sul gasometro, impianto ad elevato rischio di esplosione) esponendo gli stessi a gravi rischi che non sono connessi alle ordinarie attività lavorative ed al normale esercizio degli impianti».

Rischi per i quali i custodi tecnici da un lato declinano ogni responsabilità e dall’altro informano la Procura



 
 

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