Ilva: Presto "embargo" ai parchi minerali

Parchi minerali dell'ILVA

(6 Settembre 2012)

La situazione dell'ILVA, sembrava aver raggiunto un periodo di calma piatta.

La "procura" incaricata di far rispettare le condizioni di sequestro dell'aria a caldo, sembrava (apparentemente) aver "accettato" la tesi dell'azienda, secondo cui, non vi era possibilità tecnica di bonifica, senza la continuazione della produzione. (Formalmente, senza facoltà d'uso, ma in pratica con la produzione di acciaio attiva, sia pure in maniera leggermente ridotta), 

 

Con le odierne prese di posizione del procuratore Sebastio e dei suoi collaboratori, le "carte" sembrano rimescolate.

 

Avvalendosi delle relazioni tecniche dei "custodi" giudiziari (tre ingegneri e lo stesso Ferrante) e, specialmente delle relazioni dei carabinieri del NOE (Nucleo operativo ecologico), i quali ultimi, giornalmente seguivano l'operato dei "custodi tecnici", gli stessi procuratori, sono pervenuti alla conclusione che non vi è possibilità di "fermare" lo "spolverio" di minerale senza che il parco stesso venga ridimensionato. Ed ecco le conclusioni a cui la stessa procura e giunta:

•  Blocco di nuovi arrivi di minerale e carbone, impedendo nuovi arrivi di navi. Questo avrebbe la conseguenza anche del fermo dei nastri trasportatori, (anch'essi fonti di spolverio).
• Il procuratore Sebastio, forte delle relazioni del Noe, ha giudicato "inutile", bagnare i parchi minerali "in continuo" (24 ore), così come proposto dall'azienda, perché questo aggraverebbe la situazione di inquinamento del sottosuolo (con formazioni di veri e propri laghetti di fanghi ferrosi). Parimenti inutili sembrano essere eventuali interventi di "filmatura" dei minerali.
• Con i "parchi" ridimensionati, altri idonei interventi (come la copertura) sembrano più fattibili.

Come conseguenza di questi blocchi di arrivi di minerale,  all'ILVA rimarrebbero (con l'attuale produzione ridotta) non più di 3 o 4  mesi di autonomia e così ... i giochi ricominciano !! (Leodelg)